INTERVISTA:
Domanda 1
Lei è presidente del World Wide Foundation of Smart Communities. Quando è stata
annunciata la formazione della fondazione?
Risposta
Abbiamo scelto di annunciare la formazione della fondazione a San Diego, in agosto, in
occasione della conferenza dell'International Sister Cities, che aveva circa 1500 delegati
provenienti da tutto il mondo.
Domanda 2
E perché le Smart Communities sono iniziate?
Risposta
Il concetto di Smart Communities è interessante, e credo che sia iniziato in California,
probabilmente circa sette anni fa. La California stava pensando di sviluppare una politica
mondiale e di sviluppare dei sistemi statali. Noi abbiamo persuaso il Governatore della
California, che il potere ritorna agli individui ed alle comunità individuali, e che
l'idea di una politica top-down guidata dallo stato o dalla nazione non avrebbe più
funzionato. Tutte queste politiche nazionali, che sembravano così attente, non
raggiungevano veramente la gente. Piuttosto, quello di cui si aveva bisogno era che
ciascuna comunità divenisse padrona del proprio futuro, comprendendo il potere della
tecnologia e ne facesse uso nella vita e negli affari degli individui. L'essenza di questo
concetto è che il potere non è più nelle capitali nazionali, né nelle capitali degli
Stati, ma nelle comunità individuali e fra i piccoli e grandi affari individuali.
Domanda 3
Possiamo definire il concetto di 'comunità'?
Risposta
E' importante identificare la tipologia di 'comunità', poiché ve ne possono essere molti
tipi, noi tutti viviamo in diverse comunità: abbiamo delle comunità professionali,
comunità sociali, e poi il luogo in cui viviamo. Tutte sono importanti e tutte devono
comprendere che c'è stato un cambiamento strutturale nell'economia che avrà degli
effetti sulle professioni, sulla salute e sul benessere, nel prossimo millennio. La gente,
gli affari, le istituzioni, piccole e grandi, che non comprendono questo cambiamento sono
in una situazione sfavorevole, perché si troveranno tagliati fuori dalla scia dello
sviluppo economico, si troveranno a dover fare i conti con i problemi della
disoccupazione, della povertà, della criminalità, delle cattive politiche sanitarie e
non sapranno cosa fare se non comprenderanno le tendenze basilari del ventunesimo secolo.
Domanda 4
Può darci dei buoni esempi di due differenti comunità in California, come le Smart
Communities di San Diego o altre comunità di affari?
Risposta
Si parla di Silicon Valley e Smart Valley ed io plaudo alla loro organizzazione di tipo
industriale e al rapido sviluppo di un certo numero di applicazioni. Ma non definirei
Smart Valley una Smart City. Il motivo risiede nel fatto che io stesso ho imparato che non
si tratta di applicazioni né di tecnologia; si tratta di qualità di vita, si tratta di
cultura e di commercio, di creare delle comunità vivibili che forniscano educazione per i
ragazzi e che creino impiego. E' un luogo che attrae le industrie ad alta tecnologia per
lavorare, vivere e giocare man mano che il lavoro ed il gioco emergono. E' una cosa molto
diversa dall'avere semplicemente un'intera lista di applicazioni ad alta tecnologia delle
quali essere orgogliosi. San Diego, per esempio, non ha così tante applicazioni come
Smart Valley; ma San Diego ha iniziato in modo molto diverso. Questa comunità si è posta
delle domande, come: "chi siamo come regione, chi siamo come persone e chi vogliamo
essere?", e anziché semplicemente guardare alla tecnologia e chiedersi cosa era
possibile fare con essa, ci si è rivolti alla gente e ad un certo numero di gruppi di
tutti i settori dell'economia e della società e si è detto: "un cambiamento sta per
avvenire; come risponderemo a questo cambiamento? Cosa vogliamo essere come comunità?
Come vediamo la comunità?" Allora, e solo allora, si è parlato del tipo di
applicazioni che si potevano impiegare usando la tecnologia per trasformare la regione in
un centro di informazione ad alta tecnologia.
Domanda 5
L'inventore di Silicon Valley ha detto che l'ultimo traguardo della tecnologia è quello
di ottenere che la gente si organizzi per se stessa. Lei è d'accordo?
Risposta
La tecnologia è solo uno strumento del tempo, è uno strumento per l'uso personale, e
troppe persone non capiscono il potere dello strumento. Ci sono troppe persone che si sono
già distaccate dalla società a causa del cambiamento nella struttura della forza lavoro;
ci sono troppe persone che, o perché troppo povere, o perché troppo anziane, hanno una
grande paura della tecnologia, e noi abbiamo bisogno di raggiungere tutte quelle persone
se vogliamo una comunità sana, integrata e produttiva.
Domanda 6
Cosa succederà a tutte le persone che non hanno istruzione?
Risposta
Lei solleva quella che chiamiamo la questione US$64.000 (il problema da 64.000 dollari).
Molti nuovi lavori si stanno creando, e c'è chi afferma che ne stanno scomparendo almeno
altrettanti. I nuovi lavori sono nel settore della conoscenza. Le persone che non
acquistano nuove competenze tecniche, quelle che non si accorgono di tutto quello che sta
avvenendo, sono destinate ad esser buttate fuori, saranno escluse, sono destinate ad
essere disoccupate. E tutto questo farà crescere i costi degli affari, nel ventunesimo
secolo. Le nostre scuole, le nostre università, non si sono ancora trasformate. Non
stiamo educando i nostri ragazzi per la nuova era tecnologica, e questa è una tragedia,
è il dilemma mondiale con il quale ci stiamo confrontando proprio ora.
Domanda 7
Anche in Europa, qual è, a Suo avviso, la più grande sfida che la tecnologia opera nei
confronti della politica?
Risposta
La tecnologia fornisce l'accesso all'informazione. I politici non si possono più
nascondere nelle loro stanza, non possono più prendere le decisioni nell'isolamento e poi
prendere le distanze dalle conseguenze; tutto questo grazie alla tecnologia. Noi abbiamo
satelliti che circondano il globo, cavi a fibra ottica che attraversano in lungo e in
largo l'oceano, e niente di importante avviene in alcun luogo del mondo senza che si
sappia dovunque. Questa è la fonte del cambiamento del potere: la gente sa se viene
ingannata, è consapevole se non viene servita nel modo giusto dai politici. Dunque, credo
non sia un buon momento per i politici. Questo è il momento dei sognatori, degli
esploratori che desiderano piantare alberi perché i loro bambini vi si possano sedere
sotto.
Domanda 8
Quali sono i prossimi passi per la 'Fondazione'?
Risposta
La 'Fondazione' sta organizzando due futuri meeting: uno a Los Angeles col Mayor Riordan
di L.A. ed un altro in Giappone, nel 1998. Stiamo pianificando un certo numero di eventi
in tutto il mondo per cercare di mettere l'industria ed il governo insieme, ma soprattutto
i leader delle comunità, perché i problemi ai quali ci stiamo trovando di fronte non
saranno risolti dal governo, né dall'industria, e non verranno risolti neanche dai gruppi
delle comunità da sole. Solo una nuova collaborazione ci permetterà di formulare idee e
chiarire in quale direzione ci vogliamo dirigere. Dobbiamo avvantaggiarci della
tecnologia, incoraggiare la democrazia, e dare alla gente il potere di farsi carico del
proprio futuro. Questo significa non lasciare che i politici decidano senza che vengano
poste loro delle domande che li impegnino realmente.
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