Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Umberto Eco

Bologna (Futur-show), 11/04/1997

"Enciclopedie su CD ROM 2"

SOMMARIO:

  • L'enciclopedia di Diderot e D'Alambert era già concepita ipertestualmente; la possibilità attuale di consultare un'enciclopedia su CD ROM permette di avere molte più notizie relative al periodo storico in cui si colloca l'oggetto della nostra ricerca (1).
  • L'idea di abbandonare una struttura del sapere ad albero in favore di una struttura a rete non è nuova: era infatti già alla base del progetto di Diderot e d'Alambert (2).
  • Il CD ROM sul settecento, curato da Eco, è molto più ricco di quello sul seicento, grazie alle nuove opportunità offerte dalla tecnologia (3).
  • L'ipertestualità permette di ricostruire delle relazioni concettuali suggerite dagli autori stessi della prima enciclopedia (4).
  • Il vantaggio di una enciclopedia su CD ROM è quello di permettere passaggi rapidi e agevoli dall'ordine di consultazione alfabetico a quello cronologico o a quello tematico (5).
  • Nel CD ROM curato da Eco si è cercato di mantenere l'impostazione tipica di un libro, alla quale si aggiungono le innovazioni dell'ipertesto (6).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Quale visione del passato ci può dare questa enciclopedia elettronica?

Risposta
La domanda mi pare troppo ambiziosa. l'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert non era soltanto un'enciclopedia nel senso nostro corrente di archivio, di informazione, ma è un modo nuovo di guardare la cultura. Questa vuole essere solo, modestamente, un'enciclopedia tradizionale interattiva. Quindi non capisco la domanda di quale visione del passato ci può dare. Esattamente, in quella che si vede guardando il disco, cioè multimediale, non sento solo parlare del Convento dei Giacobini ma vedo anche quali erano gli abiti d'epoca, le situazioni, ho accennato al "sairà": tutti abbiamo sentito dire che cantavano il "sairà", li c'è anche la melodia con le parole; ma non a nulla a che fare con l'Enciclopedia di Diderot, se non in un senso: loro avevano avuto l'intuizione che un'enciclopedia è un bosco, un territorio in cui ciascuno può fissarsi le direzioni in diecimila modi possibili. In questo senso, l'ipertesto in generale è esattamente il coronamento del sogno di d'Alembert.

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Domanda 2
Però nell'albero enciclopedico le scienze erano rappresentate da una maggiore generalità fino, più in basso, ad una maggiore complessità. Adesso, invece, con l'Encyclomedia si ha un modello del sapere più reticolare.

Risposta
Guardi che l'albero enciclopedico d'Alembert se lo trovava fatto dalla cultura precedente, mentre quello su cui si insiste nell'introduzione è proprio la possibilità di rompere la struttura ad albero per avere una struttura a rete. Vada a rileggersi l'introduzione, potrebbe essere firmata Negroponte. Loro, come d'altra parte Leibniz, questa idea ce l'avevano, certo non potevano pensarla come Leonardo non poteva pensare agli aeroplani. Ma loro ce l'avevano in testa questa idea così come ce l'avevano tutti gli studiosi dell'epoca, di questo sapere percorribile in molti modi. La struttura ad albero era dei secoli precedenti e loro già cercavano di sbarazzarsene.

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Domanda 3
Nel '700 c'è più parte orale di quanta non sia nel '600, mi pare. Corrisponde ad una scelta di natura didattica, vista anche l'impostazione?

Risposta
Direi che corrisponde, ma qui preferirei rispondessero anche i tecnici, ad una scelta di natura tecnologica. Ormai la tecnologia permetteva di fare più cose, come per esempio avete visto quella lettura di Diderot, di Chardin con il quadro che si illumina man mano che si descrive, sia come memoria sia come capacità di manipolazione; a distanza di due anni si potevano fare molte più cose, e allora si sono aggiunte questi elementi che sono anche piacevoli da vedere e da sentire.

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Domanda 4
Questa idea di mettere insieme più materiale diverso significa poi che il lettore, un po' come se fosse un autore, si crea i propri testi?

Risposta
Si. Infatti, molti teorici del nuovo ipertesto vanno a trovare anche in questo mio libro, come in altri, l'idea della libera interpretabilità di un testo che però non è così nuova, è un sogno antico. Certamente, così come la tecnologia permette di aumentare la vita media, allo stesso modo permette, come nel caso dell'Encyclopédie di Diderot, di porre quei rapporti che loro idealmente volevano porre; oggi lo permette di più. Poi, il problema è come usarla; certo, si possono fare diecimila rimandi, ma se si fanno a cose irrilevanti o dando notizie false è come usare un'automobile per investire i passanti.

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Domanda 5
In Encyclomedia si accede attraverso le cronologie interattive. Possiamo riconoscere in questo aspetto una nuova forma di conoscenza?

Risposta
Sì, ma non si accede solo attraverso le cronologie, si accede attraverso gli hot word: in una pagina ho dieci, dodici, quindici, venti possibilità di accesso. In fondo, la struttura dell'Enciclopedia Einaudi, cosa ha? Alla fine, mi pare, del volume introduttivo, si hanno tutti i labirinti possibili; poi, in coda ad ogni voce ha in grassetto una dozzina di altre voci. Cosa rende la cosa apprezzabile ma di poca utilità? Che se io alla fine della voce "abbecedario" trovo il rimando ad altre dodici voci di cui una comincia con 'a', l'altra con 'm' e l'altra con 'z', prima che sia andato a cercarle in tutti i volumi, mi sono già stancato. Il dischetto permette di avere l'accesso immediato. Quindi, se c'è un rimando tra "abbecedario" e "zuzzurellone", lo trovo in un secondo e non devo alzarmi a tirare giù un altro volume. E' molto ben fatto. Ecco: uno strumento come questo mi permette l'ingresso alfabetico, l'ingresso cronologico, l'ingresso tematico. Questo è un enorme vantaggio perché si riadatta alle mie esigenze di consultazione. Sono modelli diversi, usarli tutti contemporaneamente con il libro cartaceo sarebbe impossibile e dispendioso; questo permette usi paralleli, ed è un aspetto nuovo che può dare solo questa nuova tecnologia

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Domanda 6
La metafora del libro, dello scrivere un libro, e della biblioteca sono le metafore di fondo per la navigazione.

Risposta
Ci sono, a quanto ho visto, dischetti che non seguono affatto la metafora del libro. Siccome noi pensavamo ad un uso didattico e scientifico, quindi per ambienti in cui l'abitudine della consultazione del libro è ancora fondamentale, ci è parso utile attenerci proprio a questa specie di riflesso condizionato che il nostro utente ideale ha. Ci sono altre enciclopedie dove questa metafora si fa di tutto per coprirla, per non lasciarla vedere. Rispettiamo tutti gli usi, ma io credo sia stato utile fare ancora così, perché non possiamo solo pensare a un pubblico di marziani, ma anche a un pubblico di distinti signori che hanno alle spalle l'esperienza della lettura e della consultazione.

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