INTERVISTA:
Domanda 1
Lei ritiene possibile interpretare lo sviluppo della psiche dell'uomo occidentale in
relazione ai mezzi di comunicazione?
Risposta
Si, questo fondamentalmente è il tema di tutti i miei libri. A cominciare dall'alfabeto,
da come l'alfabeto ci ha resi tutti "privati". E' utilissimo descrivere questo
sviluppo attraverso il nostro modo di essere in relazione con il linguaggio. Il linguaggio
è esterno a voi e vi controlla, oppure il linguaggio è interno a voi e quindi siete voi
a controllarlo. Se è al di fuori, avrete un potere minimo sul vostro destino, avrete una
scarsissima coscienza e ancor meno autocoscienza, ed una libertà minima nel decidere
quello che volete fare, quello che volete pensare. Dopo l'invenzione della stampa, ad
esempio, per 200 anni si sono combattute grandi battaglie per la tolleranza in Spagna, in
Italia e in Francia, dappertutto nell'Europa occidentale, contro i pregiudizi religiosi:
questi erano linguaggio esterno. La religione è linguaggio esterno, fuori del controllo
della gente. I libri, la cultura, sono linguaggio interno a noi, che ci permette di
controllare noi stessi.
Domanda 2
Che cosa accade con la televisione e con la radio?
Risposta
Si tratta ancora una volta di linguaggio esterno. E questi sono i dittatori, grandi
dittatori che conoscete bene, il Grande Fratello: sono individui che parlano e fanno
marciare gli eserciti come un solo uomo. Con la televisione abbiamo ancora una forma di
dittatura, ma del mondo consumistico: essa trasforma la gente in consumatori, non in
soldatini. I computer sono come libri elettronici, vi restituiscono il potere del libro e
il potere di controllare il linguaggio, anche se condividete questo potere con una
macchina. La macchina mette la vostra mente sullo schermo all'esterno, ma siete ancora voi
a controllare la relazione. Così, i libri vi rendono "privati", mentre radio e
TV vi rendono "pubblici", e i computer vi fanno diventare di nuovo
"privati".
Domanda 3
Allora, che cosa sta accadendo oggi con le reti telematiche?
Risposta
La rete è il computer più la televisione più la radio più il telefono. Una volta
congiunti i computer e i telefoni, avete linguaggio esterno, collettivo, e linguaggio
interno e privato con la macchina. Per la prima volta nella storia, c'è una situazione in
cui abbiamo un controllo privato del linguaggio che non viene eliminato dal collettivo, e
che non elimina il collettivo. I computer in sé sono privati proprio come i libri; il
computer più il telefono rimettono insieme il privato e il pubblico. Così, questa è la
storia della nostra relazione con il linguaggio attraverso i media.
Domanda 4
Che cosa accadrà con queste reti? Si produce uno spostamento del potere dal produttore al
consumatore ?
Risposta
Nelle reti accade, che il potere si sposta dal produttore al consumatore, e il consumatore
diventa un trasmettitore. Naturalmente, la televisione dovrà confrontarsi con questo.
Molte persone mi chiedono: "Che cosa può fare allora la televisione?" Sta
diventando frammentata, si atomizza, tutti i pubblici televisivi in Canada e negli Stati
Uniti sono in declino. Le grandi reti perdono spettatori, mentre le piccole reti crescono.
Non penso che la televisione stia morendo; lungi dal crederlo. Essa fornisce un certo
modello di consapevolezza umana tutta d'un colpo. La TV, come disse Bill Moyer, è
"la mente pubblica", essa è necessaria, molto, ma non può esserlo escludendo
la mente privata degli utenti.
Domanda 5
Quindi un linguaggio ad una dimensione? Sarà un linguaggio unico?
Risposta
No di certo. Quello che sta accadendo, credo, è che i linguaggi e le reti hanno tutto lo
spazio nel mondo per esprimere se stessi. Non c'è alcuna necessità di avere un ordine
solo, un linguaggio solo, una sola rete, e un metodo unico. Oggi quando si esplora quello
che succede in Internet, nel World Wide Web, notate che Davide è alla pari con Golia,
ognuno ha le stesse possibilità, Olivetti non ha più potere di qualche ragazzino che
dall'università lancia il suo vecchio programmino. Ognuno sta alla pari, e, date queste
condizioni, non è necessario avere un solo linguaggio, non c'è nemmeno uno standard
unico, non c'è una sola piattaforma, un solo tipo di computer. Qualsiasi computer andrà
bene. La legge della digitalizzazione, l'essere digitali, sta riducendo tutte le
differenze ad una sola base comune, ma permette a tutte le differenze di fiorire a partire
da questo materiale digitalizzato.
Domanda 6
Che cosa avviene secondo lei nel cervello umano che si adatta alla telecomunicazione e al
computer? Cosa cambia?
Risposta
Questa è una domanda più complicata, perché oggi accade che, fino ad ora, abbiamo avuto
delle macchine o dei media che hanno fatto andare le nostre menti individualmente più
rapidamente o più lentamente. Ieri i libri facevano andare la mente in modo più rapido,
oggi i libri fanno andare la mente piano, perché la radio, la televisione, ed i computer
sono più veloci. Ma la cosa nuova è che i computer stanno facendo andare molte menti
associate in modo più veloce, in opposizione alla mente singola. I computer più il
telefono sono intelligenza collettiva. L'intelligenza collettiva cambia la natura dei
nostri processi mentali, e ci permette di dipendere maggiormente dalla nostra rete per
prendere una decisione, per creare assieme ad altri, per scoprire ogni genere di cose. I
cambiamenti sono dovuti al fatto che non solo una singola mente, ma molte menti divengono
parte del network.
Domanda 7
Questo è un programma per la memoria.
Risposta
La memoria oggi non è più nella testa, è sempre più condivisa con altri. Alla base la
rete, Internet, è un enorme disco globale, è un enorme disco fisso o un enorme CD ROM.
E' multimediale, e ha preso ogni cosa. La memoria è veramente buona. Qui siamo vicini a
Pompei, e Pompei così come è, è una cosa fantastica. Gli atomi di Pompei - come direbbe
Negroponte - sono meravigliosi, ed io voglio andarci sempre. Ma è fuori di dubbio che per
essere capaci di ricostruire Pompei e di creare dobbiamo fare qualcosa di simile a quando
si pensa. Andate a Pompei, e che cosa accade nella vostra mente? E' evidente, ricostruite
attorno alle rovine, e vi dite: "Oh, questo è proprio come era un tempo".
Cercate di immaginare la gente che camminava per quelle strade. Questo è quanto accade
ora. La gente di fatto sta mettendo Pompei sui CD. O quel magnifico lavoro fatto da IBM,
da Antinucci, con San Pietro a Roma. San Pietro è sempre là, ma potete anche immaginare
di averlo a disposizione in casa. Non dovete andare in Italia, potete farlo attraverso il
Canada e visitate San Pietro, proprio così come fareste nella vostra testa. Questa è la
memoria. La memoria è dappertutto.
Domanda 8
Gutenberg ha fatto di ciascuno di noi un lettore, grazie all'uso dei caratteri. Adesso
però la fotocopia ci sta trasformando tutti in editori. Lei è d'accordo in questo?
Risposta
Questo è evidente. Questo accade già da un pezzo. Dall'invenzione della fotocopiatrice
in poi, tutti siamo stati capaci di diventare editori. Ma la cosa più complessa ora
consiste nel fatto che i libri sono il solo posto dove le parole se ne stanno in quiete.
Quando parliamo, le parole si muovono; si muovono per radio, si muovono sul video, e sullo
schermo con Internet anche si muovono. Questa è la ragione per cui pubblicare diventa
molto interessante: non è più un medium fisso, è un medium condiviso, a cui
contribuisce la gente comune. Così ora la pubblicazione va ben oltre la fotocopia, ben
oltre la forma fissa, è piuttosto un pensare collettivamente in tempo reale. Così, posso
scrivere qualcosa nella posta elettronica o in Internet, tu lo leggi, ci aggiungi
qualcosa, questo qualcosa ritorna indietro a me, un altro lo legge anche, e poi aggiunge
qualcosa... e dopo alcune settimane abbiamo una gran massa di conversazioni molto
intelligenti su temi specifici, non lineari ma collegate; questo significa che ogni
soggetto importante che tu e tu e io abbiamo discusso può ora essere studiato da qualcun
altro. Giusto spulciando. Selezioni quel soggetto, e leggi quello che tu ed io e poi lui
abbiamo detto su quel soggetto. Questo è un modo completamente diverso di pubblicare.
Domanda 9
Il libro che Lei ha recentemente pubblicato in Italia parla di videocrazia cristiana.
Risposta
In quel libro ho cercato di capire come la sensibilità religiosa è cambiata sotto
l'impatto dei media. Il mio primo saggio fu sul televangelismo. La ragione per cui l'ho
fatto era perché una commissione cattolica mi aveva chiesto di scrivere qualcosa sul
televangelismo. La domanda era: 'Lei pensa che i cattolici dovrebbe fare anche loro
televangelismo?" Era una domanda da cento punti. Non sono un teologo, ma ero molto
interessato. Io sono cattolico, sono nato cattolico, e sono un cattolico praticante, così
dovevo sapere. Ho riflettuto su questo, e ho pensato a me stesso. Ora raccomanderei questo
al vescovo o a chiunque altro si occupi di queste cose: dovrebbe effettivamente fare del
televangelismo, perché è di grande successo. Circolano grandi quantità di soldi nel
televangelismo. Cominciai a capire come funziona il televangelismo, come ha a che fare con
il tuo corpo. La televisione non ha a che fare con la tua testa, ha a che fare con il tuo
corpo. Il televangelismo parla in effetti a ciò che chiamo il sistema nervoso centrale.
Dopo aver studiato come funzionava il televangelismo, che cosa stava facendo e come
cambiamo la nostra sensibilità nei confronti della religione, e nei confronti delle altre
persone, la mia conclusione era che la fede non è materia televisiva; è una materia di
contatto umano personale. La parola umana può essere amplificata e trasportata da questi
media; ma il cuore della presenza umana rimane nella persona e non nei media. Così a
questo livello non ero sicuro di voler raccomandare il televangelismo alla Chiesa, perché
la Chiesa è un contatto da persona a persona, reale e profondo.
Domanda 10
E il Papa invece? Il Papa elettronico?
Risposta
Il Papa elettronico. Sì, ho scritto anche su di lui. Io penso che questo papa sia molto
buono. E' andato in giro per il mondo. Prima di tutto non è italiano, e questa è una
buona cosa: è l'internazionalizzazione del papato. Poi è una bravissima persona. In un
certo senso egli ha risposto alla domanda del televangelismo, perché egli è un naturale
televangelista. E' sempre in TV in un modo o nell'altro, in un paese o nell'altro, e
questo ha aiutato molto. La Chiesa di fatto ne ha tratto una grande carica di energia e di
incoraggiamento. Naturalmente, alla Chiesa sono state rivolte tantissime domande
fondamentali, e il papa non ha risposto a tutte; da qui le grandi resistenze alle sue idee
sulla contraccezione e l'aborto, certamente è anch'esso una faccenda quanto mai seria, e
naturalmente sull'ordinazione delle donne. Ci sono tantissime ragioni perché la gente sia
arrabbiata col papa, ma ci sono anche tante e tantissime ragioni, per lui, di essere fiero
di quello che ha fatto, perché ha fatto in modo da globalizzare la Chiesa più di quanto
essa non lo fosse prima. Cattolico significa appunto "globale'. E se siamo in una
cultura globale, è meglio avere un papa globale.
Domanda 11
Internet è una terra di nessuno, o è uno spazio metafisico?
Risposta
Questa è una buona domanda. E' un "non luogo": su questo, credo, Negroponte
aveva ragione. Non c'è alcun posto per Internet. Non penso però che sia una terra di
nessuno. Al contrario, penso che ci siano tantissime persone - 30 milioni di persone non
sono una terra di nessuno! Se poi sia qualcosa di spirituale... Mettiamola in questi
termini: le reti e l'intelligenza umana sulle reti sono la cosa più vicina alla
spiritualità che la tecnologia ci abbia mai dato finora. Ma non sappiamo molto della
spiritualità. Io posso capirla come la più rapida di tutte le cose, di tutti i processi;
la cosa più rapida e più comprensiva. Ha a che fare con qualsiasi cosa. Il fatto è che
è talmente rapida che nessuno può vederla. La mente più rapida è più lenta della
spiritualità, e così il sistema più rapido è più vicino, un po' più vicino, alla
spiritualità, anche se non è spiritualità. Rifiuto che mi si dica che la realtà
virtuale è spirituale, che l'Internet è spirituale. Ma se mi si dice che esso ci può
aiutare a cominciare a capire che cosa sia la spiritualità, allora forse sì.
Domanda 12
Può essere un posto sacro addirittura, come uno spazio di meditazione; l'immaterialità
è la meditazione.
Risposta
No, io penso che la meditazione possa accadere ovunque, in ogni momento; è solo lo spazio
speciale. Non penso che Internet sia uno spazio sacro, veramente non lo penso. Il sacro è
qualcosa, ancora una volta, di molto ma molto più rapido. Una delle teorie teologiche
più interessanti dice che la luce è spiritualità rallentata. La luce di fatto è molto
più rapida di qualsiasi altra cosa. C'è molto di misterioso. Lei ed io abbiamo solo
questo dato tempo da vivere, e nel corso di questo tempo abbiamo molte vie di accesso alla
spiritualità. Dobbiamo cogliere pienamente queste opportunità, e non aspettare la
prossima tecnologia che ci aiuti.
Domanda 13
Un dato può essere il fatto che non c'è più la materia in Internet.
Risposta
Questa mattina è stata detta una cosa molto interessante: che la materia è al di fuori,
e tutta questa immaterialità è il di dentro, la conversazione in rete. Negroponte aveva
ragione nel dirlo, non vivete senza atomi, non avete vita senza il corpo, non avete vita
senza la materia, non avete nulla senza la materia. Così, alla base, Internet non è come
se non continuassimo più ad avere corpi. Di fatto tutti si preoccupano su come verrà
applicata la legge alla rete, Negroponte dice che non è possibile. Invece si può,
perché le persone hanno ancora dei corpi e possono ancora essere trovate. Non credo che
possiamo separare il corpo dalla mente collettiva.
Domanda 14
Però il momento in cui Lei accede all'Internet esce dal concetto di spazio-tempo.
Risposta
Ma è stato l'alfabeto a creare tempo e spazio. Non esistevano prima dell'alfabeto. Tutti
noi pensiamo che lo spazio sia infinito, e che il tempo cominci qui e finirà da qualche
altra parte. Questa è la visione del tempo unilineare, irreversibile, storico. Ma si
tratta di una struttura alfabetica, è veramente una struttura alfabetica, non è una
struttura televisiva, più di una convenzione. E' qualcosa di neurologico, è una
struttura neurofisiologica. Quando siamo ancora bambini, e impariamo a leggere, viene
generata un'interazione tra la struttura della nostra mente e la struttura della
scrittura. Cominciamo ad imparare, e integriamo queste strutture. Ma nella rete non c'è
spazio. C'è il tempo. Non c'è spazio, ma non usciamo fuori dal tempo nella rete, usciamo
fuori solo dallo spazio. Lo spazio è stato conquistato. La realtà virtuale è la
conquista dello spazio. La luna è conquista dello spazio. I database sono una conquista
dello spazio. Sappiamo tutto sullo spazio. Non sappiamo nulla sul tempo. Il vostro tempo,
il mio tempo, il suo tempo sono fermi, non vanno all'indietro, ancora non li potete
espandere. Potete vivere più rapidamente, potete vivere alla velocità dei nanosecondi.
Un bambino, che gioca con i videogiochi, vive molto velocemente, e forse ha più tempo
perché vive più rapidamente. Ma non è possibile espandere il tempo, o cambiare la
propria durata di vita, e non si può nemmeno espandere il tempo delle risorse disponibili
per un vantaggio finanziario, o per qualsiasi altro tipo di vantaggio. Perciò, non
confondiamo tempo e spazio come se fossero la stessa cosa nella rete. Non c'è spazio
nella rete, ma ci sono un mucchio di costrizioni temporali, un bel mucchio davvero. La
velocità è l'essenza di Internet: Quanto dovrete aspettare per una pagina? Questa è
veramente una questione di tempo.
Domanda 15
L'unico limite che si è riusciti a conquistare con Internet è quello di andare in
un'altra parte del mondo.
Risposta
Sì, è possibile risparmiare del tempo eliminando lo spazio. Ogni volta che si sopprime
dello spazio, si risparmia il tempo che ci vuole per attraversare quello spazio. Ma a
proposito del tempo, ora, dall'invenzione della realtà virtuale e dei sistemi interattivi
in poi, la gente parla del "tempo reale" , questa parola ormai esiste. Il tempo
reale è un gesto che è seguito immediatamente da una reazione. Ma nella rete, nelle
comunicazioni nel network, il tempo reale è esteso perché non è tempo solare. E' il
tempo del contesto e della pertinenza. Se ti mando un messaggio, e tu non lo ricevi per
sei ore, il tempo reale dura fino al momento in cui tu sei collegato e mi rispondi. Questa
estensione del tempo è un approccio diverso al nostro modo di distribuire la nostra vita,
al nostro modo di organizzare la nostra vita. L'idea di tempo esteso è forse un'idea
utile.
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