INTERVISTA:
Domanda 1
Ci sono molti che temono le nuove tecnologie; perché?
Risposta
Le tecnologie spaventano molti, ma è chiaro che esiste una pubblicistica intorno questa
paura. La pubblicistica più importante è quella del rapporto fra tecnologie e posti di
lavoro; si paventa che l'introduzione di tecnologie introduca disoccupazione. Non c'è
dubbio che certi mestieri vengano spazzati via nelle tecnologie e che quindi ci siano
degli effetti locali su situazioni ben precise, poiché, quando arriva una nuova
tecnologia, essa modifica completamente la organizzazione del lavoro.
Domanda 2
Le tecnologie hanno sempre provocato un effetto di diminuzione dei posti di lavoro.
Risposta
E' sempre successo, ma ora questo processo è molto più rapido, succede più facilmente
che arrivi una nuova tecnologia che spazza via un po' di posti di lavoro, ma ciò non vuol
dire che il lavoro venga eliminato. Complessivamente, in questi ultimi anni, a dispetto
del fatto che sono gli anni delle altissime tecnologie molto produttive, il lavoro è in
aumento; non è, certamente, in aumento il numero dei disoccupati. La tendenza a sostenere
che nei paesi come gli Stati Uniti e il Giappone, dove certamente c'è il massimo di
sviluppo tecnologico, l'occupazione sia in aumento ha un fondo di verità. Va anche detto,
tuttavia, che i paesi che importano tecnologie, le importano unicamente per aumentare il
profitto e non per costruire un futuro, per costruire anche una capacità a competere con
le tecnologie; è certamente vero che in questi posti i posti di lavoro spariscono e non
vengono necessariamente recuperati in un'altra forma. Questo è il problema dei dirigenti
e, ovviamente, del mondo politico di oggi. Le tecnologie ci sono sempre state, il rapporto
fra tecnologie, produttività e competizione - che io chiamo il Triangolo delle Bermuda -
ha sempre determinato la fine di certi processi: a Pantelleria si vendeva una pietra
tagliente che serviva per fare la barba; arrivati i metalli, quella pietra non poteva più
essere venduta. E ciò, è sempre successo. Oggi, però, di tecnologie ce ne sono sempre
delle nuove, anche perché tutti i paesi del mondo sono messi in condizione di competere.
Domanda 3
Ora c'è un "volano" che sconvolge l'assetto precedente: Internet.
Risposta
Internet uno strumento, il quale, negli Stati Uniti, sta sconvolgendo tutto: si compra, si
vende attraverso di esso, ci si istruisce, ci si diverte, si ascolta musica, si guardano
filmati. Internet è uno strumento per resistere all'evoluzione, al cambiamento del mondo,
perché ci si informa più in fretta, si sa cosa sta avvenendo ora e subito.
Domanda 4
A Suo avviso Internet crea lavoro?
Risposta
Certamente, soprattutto perché se non ci fosse Internet la velocità di comunicazione
sarebbe più bassa. Essendo, attraverso la rete, la velocità di comunicazione più alta,
si compete meglio nel "Triangolo delle Bermuda", si è più in grado di
sopravvivere; ciò produce una ulteriore accelerazione. Da che mondo è mondo la velocità
di comunicazione cresce sempre. Noi, dunque, continuiamo ad avere una comunicazione in cui
la velocità continua a crescere. Ma per stare al passo di questa velocità, per non
perdere l'equilibrio, bisogna essere in grado di cambiare qualche cosa. Oggi si è
aggiunto un altro capitolo molto importante per il futuro: Internet e il mondo
finanziario. Internet sta diventando l'autostrada del mondo finanziario, ma non solo di
quello grandissimo, anche di quello piccolo. I piccoli investitori cominciano a guardare
ad Internet come ad uno strumento di partecipazione alle Borse; ci sarà una Borsa in
Internet, che non sarà una Borsa per ricchi, sarà la Borsa per i poveri. Ma, attenzione:
la somma delle quantità di denaro che tanti poveri possono dare sarà certamente più
importante, nel complesso, della somma di quantità di denaro che i ricchi potranno dare.
Internet, dunque, diventerà uno strumento per modificare interamente il rapporto fra
danaro e le persone. Oggi ci sono due economie, le economie reali e quelle virtuali. I
prodotti, gli alimenti, i tessuti, le cose fisiche, prodotte realmente, fanno parte
dell'economia reale. L'economia virtuale, invece, si basa sul danaro. Il danaro non è
altro che numeri nelle memorie del computer. E' vero che c'è ancora danaro fisico, però
non è così rilevante, e lo scambio di denaro avviene per via telematica, compresa
Internet. Lo scambio di danaro, gli scambi economici di danaro finanziario, sono ben
superiori agli scambi economici reali. In conclusione, l'economia reale è piccola
rispetto all'economia finanziaria. Questa economia si muove sulla rete e si sposta nelle
parti del pianeta. Guardiamo l'economia del danaro in senso positivo: il danaro arriva in
una certa zona, arricchisce quella zona, rende possibile l'innovazione; le nuove imprese,
per esempio, hanno bisogno di danaro. Il danaro fresco viene dal mondo finanziario, e il
mondo finanziario vuole guadagnare di più, quindi investe in nuovi prodotti, in prodotti
innovativi. Dove investe? In prodotti reali, reali e virtuali, perché il danaro cerca
danaro, ma cerca anche di diventare reale; un danaro completamente virtuale, presto o
tardi, finisce male. Quindi, il mondo della finanza investe in produzioni. Il problema è
di costruire una nuova forma di imprenditorialità, e i nuovi dirigenti devono essere in
grado di tagliare i prodotti sulle esigenze reali della gente e fare in modo che questo
danaro finanziario che circola da tutte le parti del pianeta e che si muove con estrema
facilità, si fermi al momento giusto, nel posto giusto per realizzare produzioni.
Domanda 5
Yahoo o Amazon non sono già degli esempi di questa tendenza?
Risposta
Sono degli esempi di modifica del modo di organizzare e di lavorare. Ma Amazon vende
libri, vende materia ordinaria. Amazon, dunque, realizza un commercio elettronico,
modificando completamente il modo attraverso il quale i negozi lavorano.
Domanda 6
Che crescita ha avuto Internet in Italia?
Risposta
Io ho l'impressione che Internet stia crescendo, in Italia, ma, certamente, viene usato
molto dagli studenti privatamente, poiché le università non lo lasciano usare troppo
agli studenti. A mio avviso, ciò non è affatto positivo, poiché Internet è un
linguaggio per comunicare, e la comunicazione è un fatto fondamentale, dovrebbe essere
gratuita agli esseri umani. Noi possiamo parlare con altri senza farci pagare! Il senso
della comunicazione gratuita, dell'anima libera di Internet, è vitale se si guarda alla
comunicazione elettronica come ad una forma di un'estensione della comunicazione umana.
Domanda 7
E per quanto riguarda gli imprenditori?
Risposta
Le imprese utilizzano Internet per mantenere il contatto con i fornitori, per mantenere il
contatto con i clienti, con i consulenti; inoltre si naviga in rete per verificare se ci
sono prodotti simili, sul mercato, a quelli che si vendono, allo scopo di competere al
meglio. Le piccole e medie aziende ne fanno un uso abbastanza vasto. Io credo che
moltissime aziende siano ormai attrezzate con Internet, anche se le grandi aziende ne
hanno un poco paura per via della fuga di notizie. La verità è che queste stesse aziende
non fanno nulla perché le notizie fuggano per altre vie normali. Internet ha un
vantaggio: se uno lo osserva, lo guarda, ascolta l'informazione che vi scorre al suo
interno, si può osservare qualcuno della propria azienda attraverso Internet. Tutto
quello che succede in Internet è osservabile, mentre quello che succede al di fuori della
rete non si può osservare; se esce una persona dall'azienda con dei dischetti, con i
nastri magnetici, con teleprogetti non se ne accorge nessuno; se la stessa persona
utilizzasse Internet per gli stessi scopi si vedrebbe tutto. Come tutti gli strumenti di
comunicazione, la trasparenza è importante, e la possibilità di trasmettere informazioni
in segreto, attraverso Internet, è impossibile
Domanda 8
Internet offre opportunità di lavoro. Esiste l'opportunità, per esempio, per i giovani,
di creare nuove piccole imprese che lavorano attraverso la rete. Per realizzare ciò è
necessaria una adeguata formazione. Cosa pensa in proposito?
Risposta
Io ho l'impressione che questa formazione ci sia, sia già stata realizzata dalla rete
stessa. Il numero di persone, di figure non tradizionali che sta avvicinandosi ad un
lavoro attraverso Internet non è irrilevante. E queste sono figure che provengono da
tutti i corsi di laurea; ogni disciplina ha i suoi problemi particolari, e Internet non è
altro che un modo di estendere la comunicazione tradizionale con nuovi mezzi, ha bisogno
di figure relative alla disciplina. L'agricoltura ha bisogno di figure per l'agricoltura,
la chimica per la chimica, l'aeronautica per l'aeronautica. Tutti hanno bisogno di queste
figure; e tali figure professionali vengono dai campi di formazione tradizionali, che,
tuttavia, stanno modificando e stanno producendo moltissimo lavoro in Internet. Possiamo
giudicare questo fenomeno osservando i cosiddetti siti web, le pagine che sono le
identità delle aziende, delle persone, dei gruppi, delle istituzioni. Il numero di pagine
che si costruiscono è altissimo.
Domanda 9
Anche in Italia?
Risposta
Anche in Italia, certamente. Tale fenomeno mostra una certa vitalità di Internet, che poi
questa vitalità si trasformi in economia è un discorso diverso. Questa vitalità diventa
vitalità dei settori, i quali, potenzialmente, potrebbero costruire un'economia,
realizzare dei vantaggi economici; per adesso, Internet è uno strumento di promozione, è
uno strumento di identità per le aziende, non necessariamente economia. Non si guadagna
spedendo delle lettere cartacee; un'azienda che spedisce delle lettere ha delle spese,
Internet è una spesa. Ma se quelle lettere non vengono spedite non succedono certe cose
in economia, se non si fanno certe spese su Internet, non succedono certe altre cose.
Voglio dire che Internet, per le aziende, è una spesa; è una spesa per quelli che fanno
mercato elettronico, per adesso, almeno in Italia. Certamente, il mercato elettronico non
è esploso in Italia. Ci sono delle aziende, tuttavia, che guadagnano, ma l'obiettivo non
è guadagnare, è funzionare meglio, è funzionare più rapidamente e sopravvivere alla
competizione. Quindi, da questo punto di vista Internet è un grosso strumento per la
produttività, per il made in Italy. Il costo delle telecomunicazioni è troppo alto in
Italia, e riduce questa capacità produttiva delle piccole, medie e anche delle grandi
aziende. Il costo di telecomunicazione è troppo importante rispetto al costo globale di
un'azienda e, quindi, bisogna avere coraggio, come avviene in alcuni altri paesi del
mondo, bisogna fare in modo che le piccole e medie aziende, gli individui, le scuole
abbiano le telecomunicazioni ad un costo decisamente più basso. Questo coraggio sarà
premiato da un aumento del volume delle comunicazioni: più si comunica, più è
necessario comunicare. In questa prospettiva credo che Internet sia una grande promessa di
cui non possiamo fare a meno.
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