INTERVISTA:
Domanda 1
Negli Stati Uniti, giovedì 1° febbraio, è stata approvata una legge che cambia
radicalmente la situazione delle telecomunicazioni, sovvertendo la legislazione anti-trust
voluta da Roosvelt nel 1934. Il "Telecommunications Bill" liberalizza totalmente
il settore della comunicazione, abolendo praticamente tutti i vincoli alle concentrazioni
e agli oligopoli. A Furio Colombo chiediamo: chi ha voluto questa legge, chi l'ha
approvata, perché è stata fatta?
Risposta
La prima ragione è che il cambiamento della tecnologia è così galoppante, così
intenso, così sorprendente, così in grado di superare qualunque limite predisposto dalle
leggi, che si è resa necessario una ridisegnazione complessiva delle norme giuridiche in
questo settore. Questa è certamente una buona ragione. La seconda ragione, un po' meno
obiettiva e un po' più politica, anzi nettamente politica, è che dal 1994 il Congresso
americano è a maggioranza repubblicana: questa maggioranza repubblicana è fortemente
conservatrice e si è fatta eleggere su un progetto di totale libero mercato. Questa
legge, dunque, è un omaggio sia all'innovazione tecnologica, che ormai richiede di essere
affrontata in modo diverso, sia alla supremazia del mercato, al fatto che il mercato conta
sopra tutto. Queste, direi, sono le due motivazioni principali. Con queste due motivazioni
i Repubblicani hanno tirato la volata, e i Democratici hanno ritenuto che in un anno
elettorale fosse prudente seguire questa volata, questo inno al mercato, che è la nuova
legge. Poi si tratterà di vedere le conseguenze, e se effettivamente le intenzioni
corrisponderanno ai risultati.
Domanda 2
Ci può illustrare l'intreccio multimediale che questa legge nuova legge consente?
Risposta
Tanto per dare la notizia più clamorosa: viene permesso alle società elettriche, dal
momento che esse stesse stendono cavi, di essere partecipi della comunicazione via cavo.
Lo slogan di questa legge è: "Tutto è permesso a tutti". Chi faceva la
telefonia locale può farla internazionale, chi faceva quella internazionale può farla
locale, chi fa telefonia può fare televisione via cavo, chi fa televisione via cavo può
fare televisione via etere, chi fa televisione via etere può entrare nel cavo, nella
telefonia e nell'industria elettrica, chi conduce gli affari dell'industria elettrica,
può fare la televisione via cavo e, volendo, anche via etere. Ciascun campo è aperto a
tutti gli altri campi, ciascuna specializzazione alle altre specializzazioni.
Evidentemente l'idea guida è: "Faccia chi può, al meglio: non potrà che essere un
beneficio, se tutti competono con tutti". La morale, però, che bisogna trarre da
questo scaturisce da una domanda: "E' vero? Sarà veramente così?".
Domanda 3
Quali saranno le conseguenze di questa nuova legge? Dal punto di vista economico che cosa
succederà?
Risposta
Se fossero presenti, i dirigenti delle aziende beneficiate dalla nuova legge, ci
direbbero: "Che meraviglia! Adesso tutti possiamo fare tutto". Resta però il
fatto che ci sono i deboli e ci sono i forti e non è irragionevole immaginare che i forti
prevarranno sui deboli. Siamo arrivati ad una situazione di totale deregolamentazione, che
sembra discendere da questa affermazione: "L'uomo è buono, dunque l'imprenditore è
buono, dunque l'imprenditore farà solo il bene della società". Per cominciare a
conoscere "il bene della società" bisogna sapere che ognuno dei protagonisti di
questa nuova frontiera si è già premunito eliminando duecentomila posti di lavoro.
Duecentomila posti di lavori eliminati soltanto nel settore della telefonia, senza parlare
di televisione e di altri media. Insomma, prima ancora che qualcuno cada sul campo, prima
ancora che nuove fusioni fra società eliminino nuovi posti di lavoro, abbiamo
duecentomila posti di lavoro in meno. Questo sul versante delle aziende. Se poi facciamo
un passo indietro e contempliamo questa scena, che ci viene presentata come gloriosa, come
l'inizio della società del futuro, notiamo un piccolo neo, un piccolo particolare: manca
il consumatore. Neanche una riga, nelle trecentocinquanta pagine della legge, fa cenno a
coloro che riceveranno questa immensità di nuovi servizi. Ovviamente, c'è l'assunto
generico secondo il quale più persone competono alla mia porta per portare un servizio,
più io ho forza per stabilire quale servizio voglio. Ma la deregolamentazione delle
banche e la deregolamentazione delle linee aeree ha mostrato che questo non è
assolutamente vero, perché io non interloquisco direttamente con la "TWA", con
la "United Air Lines" e con la "Continental", quando decidono,
mettendosi d'accordo tra loro, di non servire più i pasti sugli aerei americani. Da
quando c'è la deregolamentazione, voi, in America, viaggiate in prima classe, a prezzo
pieno, digiuni, perché la varie linee aeree hanno concordato di non servire i pasti, di
ridurre il numero degli equipaggi, degli addetti all'assistenza di bordo e di ridurre le
spese. Io vedo profilarsi una situazione di questo genere nel mondo delle comunicazioni.
Faccio un altro esempio che riguarda le banche. Da quando il mondo delle banche è stato
deregolamentato, le banche chiudono tranquillamente le filiali che a loro fa piacere o
conviene chiudere. In questo modo, una quantità di consumatori del servizio bancario, per
esempio i pensionati, si sentono dire: "Signore o signora, vada a casa e usi il
computer, non c'è più bisogno della filiale". Nel frattempo, soltanto nella zona di
New York, ventimila persone hanno perso il lavoro nelle banche. Quando io mi troverò alla
porta sette società, che mi offrono sistemi complessi che non sono in grado di valutare,
non saprò mai in base a che cosa giudicare il prezzo e il servizio che mi viene offerto.
Siccome, però, si tratta di industria delle comunicazioni - un'industria particolarmente
efficace nel comunicare e nel persuadere - sarò facilmente persuaso. Quindi, io
consumatore, non vedo alcun ruolo per me in questa legge.
Domanda 4
Il solo momento in cui sembra ci si ricordi dei consumatori è quell'articolo della legge
in cui si proibiscono, soprattutto su Internet, i programmi pornografici. Non è strano
che si parli di tutela del consumatore nel caso della pornografia e non si parli, per
esempio, del diritto alla pluralità dell'informazione?
Risposta
Questa situazione mi ricorda le leggi che, gradatamente, si diffondono nell'Oriente, nella
parte evoluta e tecnologica dell'Asia. Tutti ricordano il ragazzino di Singapore, che è
stato frustato a sangue per avere imbrattato alcune automobili. A Singapore chiunque si
può dedicare ai propri affari nel modo che crede e al livello più liberistico che
desidera, ma nessuno può violare certi precetti: per esempio la pulizia delle automobili
e la integrità delle facciate delle case. Questo era un ragazzino - certo riprovevole -
il quale si dedicava a fare i graffiti sulle portiere delle automobili, sulle facciate
delle case, ed è stato frustato a sangue, con soddisfazione di molti nel mondo che vedono
ormai questa come la strada del futuro. E' lo stesso luogo, Singapore, dove, con una
piccola manovra bancaria, è stata fatta fallire per decine e decine di miliardi di
sterline, una banca inglese. Ci avviamo dunque ad una situazione abbastanza bizzarra. Ed
è strano che almeno una parte dei membri del Congresso, del Senato e della Camera
americani, che hanno approvato questa legge con un diluvio di voti, non si sia accorta che
i soli limiti promulgati vengono messi a carico del consumatore, mentre nessun limite,
nessuna regola viene messa a carico del produttore o dell'imprenditore. C'è una
distorsione logica dentro questa legge. Molti commentatori americani l'hanno notata. Non
l'ha notata il presidente Clinton, non lo ha notata il vicepresidente Gore, non lo hanno
notata decine e decine di membri del Congresso e di senatori democratici e repubblicani,
che si dichiarano entusiasti. Posso dire però che ieri ho parlato per telefono con un
giovane membro del Congresso - che non mi mente, perché lo conosco da bambino - e gli ho
chiesto, se, per favore, mi mandava la legge. E lui mi ha detto: "Ma sei sicuro che
la vuoi leggere tutta?". "Sì", gli ho detto, "vorrei vederla, vorrei
sapere che cosa c'è". Mi ha risposto: "Guarda che sono 375 pagine!".
"Sì, ho capito, ma l'avete letta voi, la posso leggere anch'io". "No, no,
ti assicuro che noi non l'abbiamo letta". La legge è arrivata alle otto del mattino
del giorno 1° febbraio alla Camera e al Senato. Alle quattro del pomeriggio è stata
approvata dalla Camera con 414 voti contro 5, ed è stata approvata dal Senato con 95 voti
su 100. Questa è la storia della legge delle comunicazioni. Brutta pagina per la
democrazia industriale americana.
Domanda 5
Ma perché il presidente e i suoi collaboratori del partito democratico hanno appoggiato
con entusiasmo questa legge al punto che Clinton, per sottolinearne la sua portata
storica, ha voluto firmarla con la stessa penna con la quale Eishenhower firmò la legge
che varava il piano delle autostrade negli anni cinquanta?
Risposta
Credono, forse, che in un anno elettorale, avendo da parare molti altri colpi e molti
altri problemi, sia molto moderno mostrarsi a favore di ogni deregolamentazione del
sistema delle comunicazioni. Io spero che sia un atto di cinismo, di cinismo politico: si
fa nei momenti elettorali, nei momenti difficili in politica. Se è un atto di cinismo, in
qualche modo mi sento di tollerarlo, perché le elezioni passeranno: qualcuno vincerà,
qualcuno perderà. Devo immaginare che, se vinceranno Clinton e i Democratici, ci sarà
chi - come moltissimi commentatori nella stampa americana di questi giorni - farà notare
al presidente, al vicepresidente e alla parte democratica del Congresso, che ci sono
alcuni guai, alcuni problemi drammatici in questa legge delle comunicazioni. Se
perderanno, avranno fatto uno sforzo inutile. Quindi vorrei mettere questo atteggiamento
sul conto delle cose che si fanno per vincere le elezioni. Non bisogna dimenticare che
proprio l'estrema destra repubblicana si è impadronita molto presto del tema delle
comunicazioni in questo Paese, associando il tema dell'innovazione con quello della
deregolamentazione, come se fossero due cose che vadano insieme, come se togliere ogni
limite, ogni vincolo di sicurezza alle automobili, ci garantisse di avere delle automobili
più innovate, tecnologicamente più sicure. Sappiamo benissimo che non è vero, che solo
attraverso una serie infinita di attenzioni, di controlli, di regole e di limiti, si
garantisce la sicurezza del consumatore. Nel mondo delle comunicazioni, negli Stati Uniti,
quest'epoca, oggi, si è chiusa. E se Clinton e i suoi non si rendono davvero conto di
questo, la cosa è gravissima. Perché significherebbe che non si rendono conto che siamo
in un periodo di fusioni tra giganti e che, nel mondo delle comunicazioni, pochi giganti
di dimensioni impressionanti sono già in grado di stabilire che cos'è la notizia, come
si fa comunicazione, quali cavi arrivano nella mia casa e che cosa io riceverò con un
finto menù di opzioni, fra i quale potrò scegliere fra molte partite, molti giochi,
molti quiz, molti giochetti di questo genere e poco altro.
Domanda 6
Che conseguenze avrà questa legge statunitense, se le avrà, a livello politico e
legislativo nel resto del mondo, in particolare in Italia, dove il dibattito sui mezzi di
comunicazione è di attualità scottante?
Risposta
Il problema è già in atto. C'è un problema di sottomissione colonizzatrice che
impressiona. Direi che soltanto la Francia ha ancora l'orgoglio, ma non i mezzi, non
l'intelligenza tecnica, di tener testa a questa invasione di cultura estranea. Il rischio
che anche da noi si stabilisca una sorta di identificazione fra tutto ciò che è nuovo,
tutto ciò che è americano e tutto ciò che è buono, lo vedo ogni volta che si tratta di
commentare le cose che scrive Negroponte o le cose che scrive Bill Gates. Basti pensare
alla sottomissione che si è verificata in interi strati della cultura italiana al libro
di un venditore come Bill Gates, prendendolo non per un "pamphlet" di vendita di
un prodotto, non come il manifesto di un signore che, a spese dei consumatori, si è fatto
quattordici miliardi di dollari di valore aziendale complessivo, ma come il manifesto di
un profeta del futuro. Questi sono atteggiamenti pericolosi, che ovviamente avranno sulla
nostra cultura delle conseguenze molto grandi. Per quanto riguarda l'Europa, abbiamo dei
monopoli assoluti e intatti e, ovviamente, non si può neanche immaginare di cominciare a
confrontare le due situazioni. L'America era sulla strada giusta. Aveva rotto alcuni
grandi monopoli, costituendo dei centri di impresa più piccoli, più snelli, più attivi,
più moderni. Il sistema stava funzionando abbastanza bene. E' vero che aveva bisogno di
essere ritoccato in vista delle nuove tecnologie, ma non aveva bisogno di essere distrutto
a colpi di mazza. Tutta l'Europa, invece, è ancora, dal punto di vista delle
comunicazioni, nelle mani di alcuni, nella situazione storicamente precedente: quella dei
monopoli intatti. In molti si era auspicato che sarebbe stato bene arrivare alla
situazione americana precedente a questa legge, cioè molti poli vivi, sani, intelligenti,
tecnologicamente avanzati, che possono competere fra loro, proprio per il beneficio
dell'informazione e per il beneficio del consumatore di informazioni e di comunicazioni.
Arrivare invece al livello dell'ultima nuova legge americana non è certamente
desiderabile per nessuno. Tanto per fare un altro esempio, la deregolamentazione
selvaggia, nel sistema delle assicurazioni sanitarie, fa sì che trentasei milioni di
Americani, siano privi di ogni assicurazione sulla salute e che il loro costo finisca poi
per ricadere, se non li abbandonate a morire per le strade, sul portafoglio di coloro che
sono in grado di pagare. Questa è la ragione per cui una stanza d'ospedale americano,
prima che entri il medico a visitarvi, costa mille dollari al giorno, un milione e
seicentomila lire, in qualunque buon ospedale americano. Perché? Perché a chi paga
vengono imputate anche le spese di coloro che, non essendo assicurati, non possono pagare.
Ma coloro che non sono assicurati lo sono perché le compagnie di assicurazioni, che sono
totalmente prive di vincoli, ritengono che non gli convenga, stabiliscono i prezzi che
vogliono, si muovono come credono, si fondono quando gli va bene fondersi ed eliminano
coloro - i più piccoli - che andrebbero, invece, in soccorso del consumatore. La stessa
identica cosa fatalmente avverrà nell'industria delle comunicazioni, dopo questa, che
possiamo chiamare, deregolamentazione selvaggia.
Domanda 7
Che cosa consiglierebbe allora ai governanti europei?
Risposta
Tenersi lontana da questo momento che l'America sta attraversando e che certamente
supererà. E' come una febbre che, per il momento, ha contagiato tutti. Un'idea di mercato
senza Adam Smith, l'idea di un mercato i cui protagonisti sono soltanto i produttori, e
dal quale è esclusa completamente la presenza e la voce dei consumatori. E' esattamente
ciò che sta avvenendo negli Stati Uniti ed è auspicabile che non avvenga in Europa, non
avvenga nel nostro Paese.
Domanda 8
Le associazioni dei consumatori americani sono molto forti. Secondo lei si faranno
sentire?
Risposta
Le associazioni dei consumatori americani un tempo erano molto forti. Ora non più.
Perché è subentrato un terzo componente nel dialogo fra industria e consumatore: la
presenza invisibile della grande finanza. La grande finanza ha un diverso concetto della
democrazia: non si dialoga con gli elettori, e non si dialoga sul terreno reale. Si
dialoga in Borsa, si dialoga quando le azioni vanno in Borsa, e si premiano le azioni di
un certo genere e si puniscono le azioni di un altro genere. Quali sono i generi di azioni
che vengono premiate in Borsa? Quelle delle aziende che creano dei mega-imperi, provocando
dei mega-licenziamenti e limitando sempre di più il fattore umano all'interno del
discorso industria-finanza, diminuendo cioè il numero dei lavoratori e diminuendo la
forza della voce dei consumatori. Sono due "disturbi" che bisogna togliere al
mercato. Questa è l'"innovazione", se vogliamo chiamarla così, ma la parola
non deve suonare festosa, quando parliamo della presenza della grande finanza. La grande
finanza dispone di immensi capitali, che sono anche il frutto della ricchezza collettiva
che il mondo industriale ha saputo creare nell'epoca precedente. E adesso, invece di
reinvestirli in grandi progetti industriali, intende giocarli, spostando continuamente
queste masse di danaro, dovunque la remunerazione sia più alta. Questo non ha più niente
a che fare con gli esseri umani. Per esempio, un capo d'azienda, per quanto bravo, per
quanto innovatore, per quanto coraggioso, viene punito se le sue azioni non sono
sufficientemente remunerate sul mercato, e non in relazione diretta con il prodotto. Noi
abbiamo visto parecchie situazioni, in cui il prodotto non va bene, l'azienda langue, ma
l'azione viene premiata sul mercato, perché la decisione della forza finanziaria è
quella di puntare su quel tipo di azienda, in quanto si è privata di un numero
sufficientemente alto di persone che vi lavorano, compresi i dirigenti più illuminati,
che potrebbero portare innovazione. Questo tipo di democrazia - andare a cercare il voto
in borsa, invece che andare a cercare il voto sul terreno politico - è quello che in
questo momento, speriamo temporaneamente, sta deformando l'America come modello di
democrazia industriale.
Domanda 9
Quindi si può parlare di una sorta di "darwinismo" economico-sociale, a
proposito di questa legge o, più in generale, di quello che sta succedendo in America
adesso?
Risposta
La mia risposta è: sì. Ma aggravando un po' il senso della domanda, in questo modo: si
va verso un "darwinismo" molto veloce e molto drammatico all'interno di quei
settori dai quali ci aspettiamo innovazione e un futuro migliore. Questa legge di
deregolamentazione favorirà la scomparsa rapidissima di aziende piccole, che potrebbero
essere portatrici di grande beneficio tecnologico, di grande innovazione. Pensiamo, per
esempio, a tutto il futuro dei computer. Basti pensare che "Microsoft", da sola,
sta imponendo, con il proprio prodotto, la fuoriuscita dal mercato di una quantità di
aziende più piccole. Alcune di queste aziende stanno combattendo con grande valore. Può
ancora darsi che "Microsoft" riceva dei colpi - è il caso, di recente, del
linguaggio Java, che sta dando dei dispiaceri non da poco, essendo una creatura
infinitamente più intelligente, - ma quello che "Microsoft" sta facendo è
rastrellare sul mercato tutto ciò che esiste e che compete con i propri prodotti, creando
nuovi prodotti, i quali mettano fuori uso, dentro i computer nei quali vengono installati,
i prodotti della concorrenza. Già adesso "Windows '95" è fatto in modo da
penalizzare e impedire il funzionamento dei prodotti concorrenti dentro lo stesso
computer, fino a bloccare il funzionamento degli altri. C'è una specie di parallelo tra
il comportamento tecnico e il comportamento finanziario. Comprare, comprare, comprare sul
piano finanziario, in modo da estinguere la vitalità degli altri, e creare dei prodotti
che blocchino e paralizzino la concorrenza. In questo modo si forma un
"darwinismo" di tipo brutale, nel quale prevarrà l'animale più grosso, non
l'animale più agile e più intelligente. La grossezza non è mai stata garanzia di nulla.
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