INTERVISTA:
Domanda 1
Nel progettare Internet 2 a quali modelli vi siete riferiti?
Risposta
Se stiamo parlando dell'iniziativa americana Internet 2, essa si rifà,
fondamentalmente, ai modelli di business, agli standard delle persone che hanno lavorato
attualmente su Internet. Siamo partiti da qualcosa che ha già raggiunto una sua massa
critica, almeno negli Stati Uniti, per continuare ad incrementare le parti che possono
dare dei migliori risultati a fronte di una rete a larga banda. Le metafore di interazione
nei servizi su Internet 2 saranno diverse dalle attuali; attualmente, la banda che
normalmente si ha a disposizione consente di effettuare dei servizi nei quali esistono
prevalentemente testo ed immagini; i servizi che saranno possibili con una banda più
larga saranno più ricchi, quindi anche le metafore di interazione cambieranno: si parte
da quello che già è esistente, e si dovranno stabilire dei nuovi paradigmi; si
realizzerà ciò quando ci sarà un numero sufficiente di applicazioni e si saranno
testate. Inizialmente, si partirà dal già esistente e si realizzeranno servizi su larga
banda.
Domanda 2
In questa prospettiva, c'è, forse, un ritorno alle origini?
Risposta
Sicuramente questo è un modello che gli americani hanno sempre seguito; uno dei motivi di
competitività del sistema americano è stato quello di consentire alle università ed al
mondo della ricerca di operare con degli strumenti nettamente superiori a quelli
normalmente disponibili; questo atteggiamento ha consentito di ottenere dei risultati più
avanzati e di passare questi risultati alle industrie. Esiste un modello virtuoso di
ricerca nelle università, e i risultati ottenuti vengono passati all'industria.
Storicamente, Arpanet aveva un vantaggio competitivo rispetto al resto dei
ricercatori che non disponevano di questo strumento; adesso il modello si ripete anche se
con strutture tecnologiche nettamente più avanzate. L'obbiettivo dell'amministrazione
Clinton è quello di dare più competitività al sistema americano, e, in questo senso, le
università sono un punto di partenza; ma in questi progetti partecipano società come
At&t, MCI, IBM, SISCO, SUN, le quali forniscono consulenza hardware e software; esse
sono società che sono nel mondo commerciale e sul mercato, le quali, fornendo aiuto alle
università, si aspettano dalle stesse dei risultati che poi saranno indicati nel mercato
vero.
Domanda 3
Potrebbe citare le cifre degli investimenti?
Risposta
Gli investimenti previsti sono, circa, seicentocinquanta milioni di dollari in cinque
anni; il governo americano verserà cento milioni di dollari, gli altri
cinquecentocinquanta milioni saranno forniti da queste società, non solo in denaro, ma
anche sotto forma di aiuti alle università ed ai centri di ricerca in termini di
infrastrutture di rete, hardware avanzato, software avanzato e consulenza. In questo modo
il governo americano ha la possibilità di lanciare un'iniziativa di peso con investimenti
non fantascientifici.
Domanda 4
Mi chiedevo se nella gestione di questo progetto si segue lo schema di Internet - il
decentralizzato -, o, viceversa, è un intercentrale a coordinare tutto?
Risposta
Questo dipende, comunque, dai settori applicativi. Gli standard che si utilizzano sono
degli standard aperti, e si va, poi, a mutuare questi standard nel singolo settore
applicativo; ciò che si stabilisce nell'ambito del settore della sanità, per esempio,
dovrà essere diverso da quello che si fa in ambito militare. In genere, i sistemi sono
distribuiti. Se ci sarà la possibilità di parlare, di scambiarsi l'informazione ad
elevato contenuto, e quindi anche video, tra punti che sono remoti tra di loro, il
colloquio sarà multipunto.
Domanda 5
Esiste una tecnologia preferenziale da utilizzare per poi sviluppare la larga banda?
Risposta
Credo che a livello di sperimentazione, sicuramente la ATM è una delle possibili strade
da percorrere; il protocollo IP su ATM è anche una delle cose che sono state prese in
considerazione.
Domanda 6
E' possibile riportare da noi questo modello?
Risposta
Io posso dire che noi siamo sensibili al problema, e il fatto di avere organizzato questo
convegno credo che lo dimostri. Abbiamo voluto cercare di porre all'attenzione un
argomento che solo con le nostre forze non possiamo assolutamente affrontare; ora abbiamo
una collaborazione molto stretta con Telecom Italia. Credo che per attuare un progetto di
questo genere, tuttavia, ci voglia l'apporto di più soggetti sia da parte dell'industria,
sia da parte delle istituzioni. Io approvo questo modello, e tra l'altro, come ho detto
prima, il ciclo università-industria si è rivelato vincente negli Stati Uniti. Credo che
tale modello si possa rivelare altrettanto vincente in altri paesi, e vorrei ricordare
microzone come quelle della Silicon Valley: in quaranta miglia per quaranta miglia sono
concentrate una percentuale molto alta di aziende; questo fatto è dovuto anche alla
presenza di università significative come quella di Stanford e quella di Berkeley. Per
l'Italia sarebbe interessante la possibilità, in qualche modo, di poter creare zone a
massa critica come questa; in fondo, l'esempio italiano di collaborazione ci è dato
dall'opera di Lorenzo il Magnifico: egli aveva attorno a sé tanti artisti e si era creato
una massa critica intorno ai suoi progetti!
Domanda 7
Esiste un progetto di massima sui tempi?
Risposta
Una prima tappa fondamentale si avrà fra diciotto mesi, quando si pensa saranno
realizzate le prime applicazioni, i primi servizi di peso che sono stati avviati di
recente. Avremo una prima scadenza entro diciotto mesi, dunque, e, successivamente, a
scadenza di sei mesi l'una dall'altra si avranno degli announcements significativi.
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