INTERVISTA:
Domanda 1
Gabriella Bellotti, lei è un architetto che progetta anche mondi digitali. Che cosa
significa progettare la realtà virtuale?
Risposta
Significa, innanzi tutto, comprendere che si progetta non solo uno spazio tridimensionale,
così come è quello dell'abitare e quello del normale progetto di architettura, ma anche
uno spazio dinamico, uno spazio che cambia nell'essere esperito. Quindi si deve tener
conto non solo di alcuni punti di vista privilegiati, ma anche del fatto che l'utente
potrà definirne di altri, assolutamente diversi. Significa capire che ognuno di questi
spazi progettati è relazionato agli altri attraverso una serie di definizioni, di vincoli
e di possibilità - di accesso, di percorso, di spostamento nel percorrerli - e che quindi
il progetto è da strutturare per parti che poi un programma di sistema assemblerà
attraverso tutta una serie di livelli di interazioni, di complessità, più semplici o
più alte, che dipenderanno proprio dalle scelte dell'utente. Questa è una cosa non
facilissima da recepire sin da subito. Infatti, gli schizzi di chi progetta gli spazi
virtuali appaiono poveri, molto semplici, perché in realtà sono delle strutture, un po'
come nella definizione degli spazi funzionali per il progetto d'architettura. Qui lo
spazio funzionale è letto rispetto all'ambito della percezione, quindi del fatto
comunicativo, che è il vero parametro che è cambiato all'interno di questo nuovo
progetto.
Domanda 2
Quindi, come negli ipertesti, anche nella realtà virtuale l'interattività è ciò che
conta? Sviluppate anche una ricerca sulle interfacce per questo?
Risposta
Sì. Giustamente lei ha richiamato il concetto degli ipertesti - ormai dovremmo dire
ipermedia, perché uniscono le immagini, sia fisse che in movimento, alle strutture
testuali - proprio perché la caratteristica di una struttura di questo tipo è il non
essere sequenziale. Per tornare alla sua domanda, certo, nei corsi che io tengo, nei
laboratori con gli studenti e nelle tesi di laurea, lavoriamo molto sul progetto
dell'interfaccia, sui progetti di strutture ipermediali e sui progetti di ambienti
virtuali.
Domanda 3
Vogliamo definire l'interfaccia e capirne l'evoluzione?
Risposta
Interfaccia è tutto ciò che ci permette di interloquire con altro. Anche una forchetta
è l'interfaccia che mi permette di mangiare. L'interfaccia in uno spazio virtuale, se è
questo che vogliamo focalizzare, è lo spazio stesso- questo è uno degli altri elementi
nuovi - è il luogo, il mezzo dell'interazione. Quindi interazione e non più
interattività, il che sottolinea che si tratta di un dialogo tra due entità, di cui una
è la persona, e l'altra non è la macchina, ma è già una struttura, un sistema
pensante. Non c'è bisogno di ricordare l'intelligenza artificiale, ma ormai i livelli di
complessità sono tali che senz'altro è più corretto parlare di interazione.
Domanda 4
La realtà virtuale si applica a molti campi. Può farci degli esempi?
Risposta
I campi sono vastissimi, e sono poi esplose delle applicazioni forse all'inizio non
prefigurabili. Voglio dire che qualunque campo è un campo d'applicazione possibile, anche
perché un mondo virtuale mi permette salti di scala e di esperienza. Per cui io posso
avere un'esperienza in uno spazio virtuale che ha un rapporto dimensionale con me usuale -
ad esempio sono in una stanza e vedo quella stanza e mi muovo in quella stanza così come
la mia realtà nota mi racconta - però posso anche diventare una particella e muovermi in
un percorso di flussi, oppure essere infinitamente grande all'interno di mondi simulati.
La realtà virtuale consente di esperire direttamente fenomeni che alcune discipline
confinavano nella regola. Poi ci sono naturalmente tutte le esperienze legate alla
robotica. Per esempio l'intervento a distanza in zone di rischio, tutti i campi di
applicazione mediche, quindi legate alla telechirurgia, e così via. Comunque,
indicativamente, potremmo focalizzare quattro ambiti di studio: il patrimonio culturale e
il suo mantenimento, il corpo simulato e la salute, i sistemi di condivisione e delle
reti, che sono da intendersi come un ampliamento del sistema virtuale, e più
complessivamente i nuovi paradigmi della progettazione che sottende tutti gli altri
ambiti.
|
|