INTERVIEW:
Domanda 1
La diffusione di Internet ha creato una vera e propria mitologia. Lei si è dedicato,
appunto, allo studio di questa forma di mitologia contemporanea. Quali sono gli aspetti
fondamentali di questo fenomeno culturale?
Risposta
Lidea di una propagazione "vertiginosa" di Internet è già un mito,
perché, se ci si interroga su chi sia collegato con Internet, vediamo che la Germania è
il paese in cui ci sono più collegamenti, con 680.000 abbonati. In Francia ce ne sono
200.000, benché noi fossimo abituati alla telematica con il Minitel; e negli Stati Uniti,
nonostante la loro potenza economica, finanziaria e tecnologica, non ci sono che otto
milioni di abbonati. Dunque, l'impressione che Internet sia un fenomeno diffuso, è già
un mito. Nella Sua domanda già agisce il mito Quindi, quando si parla di Internet, si
parla di una realtà estremamente limitata e se se ne parla in proporzioni che non
corrispondono alla realtà. Questo è l'aspetto un po' negativo di Internet, ma è
evidente che ci sono anche aspetti estremamente positivi.
Domanda 2
Quali altri aspetti connotano questa mitologia? Internet è vista come qualcosa che
cambierà in positivo la vita quotidiana... Si aspetta, addirittura, una rivoluzione del
mercato del lavoro. Quali sono gli elementi costitutivi di questa mitologia?
Risposta
Io penso che se Internet si diffonderà veramente, come abbiamo l'impressione che stia
facendo, cambierà effettivamente molti aspetti della vita quotidiana dei cittadini,
perché, come è noto, abolisce la separazione tra tempo e spazio. Per esempio, tutto si
esperisce in tempo reale, a condizione che la tecnica funzioni, ma questo è un altro
problema. Questo fatto cambierà i rapporti di lavoro, perché gli individui potranno
lavorare a casa propria, senza bisogno di recarsi presso le imprese. E, se tutto ciò può
essere considerato complessivamente come positivo, presenta, come le due facce
inseparabili di una stessa moneta, vantaggi e inconvenienti. Io, come sociologo
specializzato nei media, richiamo l'attenzione su un problema estremamente importante: non
mi stanco mai di ricordare l'importanza della relazione comunicativa, dello scambio tra
due interlocutori. Secondo il mio parere e quello di molti altri, quello scambio è
efficace e positivo solo quando avviene tra due persone e non tra due apparecchi.
Domanda 3
Ci sono differenze nel modo di considerare Internet, oppure nella costruzione della
mitologia di Internet, tra la pubblicistica e la comunità scientifica? Ci sono anche dei
filosofi come Pierre Lévy, che hanno costruito attivamente questa mitologia.
Risposta
Andando ai congressi in diversi paesi, con colleghi sia d'America sia d'Europa Centrale o
d'Europa Occidentale, osservo che la comunità scientifica non è per niente compatta.
Quando chiedo che si facciano delle leggi, e sostengo la necessità di una
regolamentazione di Internet, ci sono spesso dei colleghi che non sono d'accordo con me e
lo dicono chiaramente. Nella comunità scientifica non c'è un'unica prospettiva su
Internet. Come sempre -ed è bene che sia così- ci sono il pro e il contro, ed anche in
questo caso vengono presentate idee diametralmente opposte. La cosa più interessante è
vedere certi colleghi militare, per esempio, contro la violenza alla televisione -perché
adesso si conoscono i danni che producono i film in cui sono rappresentati assassinii,
delitti, violenze -, e vedere quei colleghi militare in associazioni contro la violenza
della televisione e porsi, al tempo stesso, come difensori della superlibertà, della
liberalizzazione su Internet. E' un comportamento, da un punto di vista sociologico,
abbastanza paradossale, e credo anche che sia presente, purtroppo, un certo snobismo nella
comunità scientifica, come in tutte le altre, quando, di fronte ad un fenomeno nuovo, è
di buon gusto, per mostrarsi all'avanguardia, dire: "Internet è una rete liberale,
liberatoria e bisogna che sia libera". Ma attenzione: la libertà è garantita solo
se regolamentata, perché, altrimenti, non si sa dove finisce la libertà dell'uno e dove
comincia la libertà dell'altro.
Domanda 4
Tra i propagatori di questa mitologia, si scorgono personaggi come Negroponte e Bill
Gates. Non è un po' sospetto che, tutto sommato, dietro questa mitologia, agiscano
personaggi che vi sono direttamente coinvolti? E questa mitologia non potrebbe nascondere,
di fatto, interessi economici ben diversi rispetto alle prospettive positive e
meravigliose che la mitologia ci prospetta?
Risposta
Non metterei sullo stesso piano Negroponte o Bill Gates, che Lei ha citato, e, per
esempio, Al Gore, che ha lanciato il programma "Autostrade dell'informazione",
davanti ad un pubblico di uomini d'affari in California. Questi tre personaggi, se
vogliamo prenderli come esempi, hanno visioni del mondo completamente differenti e, in
ogni caso, hanno posizioni differenti: Al Gore è un uomo di Stato, Bill Gates è un
grande commerciante, un creatore, Negroponte è un ricercatore. Dunque, citando questi tre
nomi, si capisce che non esiste una particolare specie di persone che veicolano i miti.
Tutti, o più esattamente ognuno nella sua cerchia, può veicolare dei miti. Il mito non
è legato in particolare a questa o a quella comunità. Ognuno può avere i suoi e,
appunto, il mito più forte si crea quando rappresentanti di ogni comunità contribuiscono
alla mistificazione del fenomeno. Credo che il problema oggi sia questo. Ho l'impressione
che ci sia molta più gente che è affascinata, mistificata, appunto, dalle nuove
tecnologie, che non gente capace di dire: "Attenzione, Internet è interessante, ha
molte qualità e molte potenzialità per l'avvenire, ma resta un mezzo di comunicazione, e
non basta disporre di molti mezzi di comunicazione, perché ci sia molta
comunicazione". Credo che ognuno difenda i propri interessi. I politici, per esempio,
difendono la supremazia del loro paese. Quelli che lavorano nel settore dell'economia,
difendono la supremazia delle vendite. Bill Gates è, prima di tutto, un grande creatore
di software. Anche i ricercatori possono difendere il loro campo di ricerca. Dunque,
ciascuno ha il suo interesse particolare, e veicola, più o meno consapevolmente, più o
meno volontariamente, una parte del mito.
Domanda 5
Questa mitologia potrà avere conseguenze negative sugli utenti?
Risposta
Non è la tecnologia positiva o negativa, ma il modo di usarla, il modo di intenderla.
Quello che sta avvenendo con Internet si può paragonare con quello che è successo al
tempo dei primi computer o dei primi microprocessori. C'è già tutta una letteratura su
questo tema, che si è sviluppata tanto negli Stati Uniti quanto in Europa, e che mostra
come lo stesso bambino, di fronte allo stesso hardware, può approfittare in modo
estremamente positivo per accrescere le sue conoscenze, per accrescere la sua esperienza,
migliorare la sua formazione, acquisire uno straordinario know how informatico, o,
invece, staccarsi completamente dal mondo, stabilire rapporti conflittuali con i genitori,
perdere il contatto con i suoi coetanei. Non è mai la tecnica ad essere positiva o
negativa, ma solo il modo di usarla.
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