Digital library (interview) RAI Educational

Marie Claude Vettraino Soulard

Milan, 14-11-1996

"The Internet Myth"

SUMMARY:

  • The idea that Internet use is spreading dramatically is a myth (1).
  • If the Internet does become widely used, it will change many aspects of daily life, particularly work, because it abolishes the separation between time and space. The main danger lies in an impoverishment of human communication which is only truly effective between two individuals, not two machines (2).
  • The scientific community is divided on the Internet. Many who are in favour of controlling the content of television programmes are against similar controls on the Internet (3).
  • Many different kinds of people are perpetuating this myth: politicians, entrepreneurs and scientists. Each have their own interests to defend and none are willing to point out the potential dangers of these new technologies (4).
  • The technology itself is neither positive or negative; it depends on the use to which it is put (5).

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INTERVIEW:

Domanda 1
La diffusione di Internet ha creato una vera e propria mitologia. Lei si è dedicato, appunto, allo studio di questa forma di mitologia contemporanea. Quali sono gli aspetti fondamentali di questo fenomeno culturale?

Risposta
L’idea di una propagazione "vertiginosa" di Internet è già un mito, perché, se ci si interroga su chi sia collegato con Internet, vediamo che la Germania è il paese in cui ci sono più collegamenti, con 680.000 abbonati. In Francia ce ne sono 200.000, benché noi fossimo abituati alla telematica con il Minitel; e negli Stati Uniti, nonostante la loro potenza economica, finanziaria e tecnologica, non ci sono che otto milioni di abbonati. Dunque, l'impressione che Internet sia un fenomeno diffuso, è già un mito. Nella Sua domanda già agisce il mito Quindi, quando si parla di Internet, si parla di una realtà estremamente limitata e se se ne parla in proporzioni che non corrispondono alla realtà. Questo è l'aspetto un po' negativo di Internet, ma è evidente che ci sono anche aspetti estremamente positivi.

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Domanda 2
Quali altri aspetti connotano questa mitologia? Internet è vista come qualcosa che cambierà in positivo la vita quotidiana... Si aspetta, addirittura, una rivoluzione del mercato del lavoro. Quali sono gli elementi costitutivi di questa mitologia?

Risposta
Io penso che se Internet si diffonderà veramente, come abbiamo l'impressione che stia facendo, cambierà effettivamente molti aspetti della vita quotidiana dei cittadini, perché, come è noto, abolisce la separazione tra tempo e spazio. Per esempio, tutto si esperisce in tempo reale, a condizione che la tecnica funzioni, ma questo è un altro problema. Questo fatto cambierà i rapporti di lavoro, perché gli individui potranno lavorare a casa propria, senza bisogno di recarsi presso le imprese. E, se tutto ciò può essere considerato complessivamente come positivo, presenta, come le due facce inseparabili di una stessa moneta, vantaggi e inconvenienti. Io, come sociologo specializzato nei media, richiamo l'attenzione su un problema estremamente importante: non mi stanco mai di ricordare l'importanza della relazione comunicativa, dello scambio tra due interlocutori. Secondo il mio parere e quello di molti altri, quello scambio è efficace e positivo solo quando avviene tra due persone e non tra due apparecchi.

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Domanda 3
Ci sono differenze nel modo di considerare Internet, oppure nella costruzione della mitologia di Internet, tra la pubblicistica e la comunità scientifica? Ci sono anche dei filosofi come Pierre Lévy, che hanno costruito attivamente questa mitologia.

Risposta
Andando ai congressi in diversi paesi, con colleghi sia d'America sia d'Europa Centrale o d'Europa Occidentale, osservo che la comunità scientifica non è per niente compatta. Quando chiedo che si facciano delle leggi, e sostengo la necessità di una regolamentazione di Internet, ci sono spesso dei colleghi che non sono d'accordo con me e lo dicono chiaramente. Nella comunità scientifica non c'è un'unica prospettiva su Internet. Come sempre -ed è bene che sia così- ci sono il pro e il contro, ed anche in questo caso vengono presentate idee diametralmente opposte. La cosa più interessante è vedere certi colleghi militare, per esempio, contro la violenza alla televisione -perché adesso si conoscono i danni che producono i film in cui sono rappresentati assassinii, delitti, violenze -, e vedere quei colleghi militare in associazioni contro la violenza della televisione e porsi, al tempo stesso, come difensori della superlibertà, della liberalizzazione su Internet. E' un comportamento, da un punto di vista sociologico, abbastanza paradossale, e credo anche che sia presente, purtroppo, un certo snobismo nella comunità scientifica, come in tutte le altre, quando, di fronte ad un fenomeno nuovo, è di buon gusto, per mostrarsi all'avanguardia, dire: "Internet è una rete liberale, liberatoria e bisogna che sia libera". Ma attenzione: la libertà è garantita solo se regolamentata, perché, altrimenti, non si sa dove finisce la libertà dell'uno e dove comincia la libertà dell'altro.

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Domanda 4
Tra i propagatori di questa mitologia, si scorgono personaggi come Negroponte e Bill Gates. Non è un po' sospetto che, tutto sommato, dietro questa mitologia, agiscano personaggi che vi sono direttamente coinvolti? E questa mitologia non potrebbe nascondere, di fatto, interessi economici ben diversi rispetto alle prospettive positive e meravigliose che la mitologia ci prospetta?

Risposta
Non metterei sullo stesso piano Negroponte o Bill Gates, che Lei ha citato, e, per esempio, Al Gore, che ha lanciato il programma "Autostrade dell'informazione", davanti ad un pubblico di uomini d'affari in California. Questi tre personaggi, se vogliamo prenderli come esempi, hanno visioni del mondo completamente differenti e, in ogni caso, hanno posizioni differenti: Al Gore è un uomo di Stato, Bill Gates è un grande commerciante, un creatore, Negroponte è un ricercatore. Dunque, citando questi tre nomi, si capisce che non esiste una particolare specie di persone che veicolano i miti. Tutti, o più esattamente ognuno nella sua cerchia, può veicolare dei miti. Il mito non è legato in particolare a questa o a quella comunità. Ognuno può avere i suoi e, appunto, il mito più forte si crea quando rappresentanti di ogni comunità contribuiscono alla mistificazione del fenomeno. Credo che il problema oggi sia questo. Ho l'impressione che ci sia molta più gente che è affascinata, mistificata, appunto, dalle nuove tecnologie, che non gente capace di dire: "Attenzione, Internet è interessante, ha molte qualità e molte potenzialità per l'avvenire, ma resta un mezzo di comunicazione, e non basta disporre di molti mezzi di comunicazione, perché ci sia molta comunicazione". Credo che ognuno difenda i propri interessi. I politici, per esempio, difendono la supremazia del loro paese. Quelli che lavorano nel settore dell'economia, difendono la supremazia delle vendite. Bill Gates è, prima di tutto, un grande creatore di software. Anche i ricercatori possono difendere il loro campo di ricerca. Dunque, ciascuno ha il suo interesse particolare, e veicola, più o meno consapevolmente, più o meno volontariamente, una parte del mito.

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Domanda 5
Questa mitologia potrà avere conseguenze negative sugli utenti?

Risposta
Non è la tecnologia positiva o negativa, ma il modo di usarla, il modo di intenderla. Quello che sta avvenendo con Internet si può paragonare con quello che è successo al tempo dei primi computer o dei primi microprocessori. C'è già tutta una letteratura su questo tema, che si è sviluppata tanto negli Stati Uniti quanto in Europa, e che mostra come lo stesso bambino, di fronte allo stesso hardware, può approfittare in modo estremamente positivo per accrescere le sue conoscenze, per accrescere la sua esperienza, migliorare la sua formazione, acquisire uno straordinario know how informatico, o, invece, staccarsi completamente dal mondo, stabilire rapporti conflittuali con i genitori, perdere il contatto con i suoi coetanei. Non è mai la tecnica ad essere positiva o negativa, ma solo il modo di usarla.

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