INTERVIEW:
Domanda 1
"L'Unità" è stato uno dei primi giornali italiani a realizzare un'edizione su
Internet. Si può fare un bilancio, anche se provvisorio, di questa esperienza?
Risposta
Noi siamo stati il primo giornale nazionale. Prima di noi, l'"Unione Sarda" era
andata su Internet. Siamo stati il primo giornale nazionale e ormai è un anno che questo
è avvenuto e abbiamo avuto decine e decine di migliaia di contatti, cioè decine di
migliaia di persone, nel corso di questo anno, sono andate a vedere il sito
"Unità" su Internet. E si tratta di persone dislocate nei più diversi luoghi
del mondo. La cosa affascinante è che studenti italiani di Palo Alto o ricercatori
dell'Università del Giappone leggevano le prime pagine de "L'Unità" nel nostro
sito.
Domanda 2
Tutti i nuovi mezzi di comunicazione mutuano in qualche modo le regole e gli stili dei
mezzi precedenti. Questo naturalmente sta succedendo anche per i giornali su Internet. In
futuro, Lei pensa che ci possa essere una versione originale dei giornali su Internet,
complementare a quella cartacea?
Risposta
Stiamo lavorando ad un progetto in questa direzione. Per ora noi diamo la prima pagina de
"L'Unità 1", la prima pagina de "L'Unità 2", ma mi auguro che noi
riusciremo a mettere in rete una selezione del giornale molto più ricca in modo da
offrire al lettore di Internet un panorama abbastanza compiuto del tipo di informazione
proposta dal nostro quotidiano, naturalmente privilegiando anche delle domande che
presumibilmente il navigatore di Internet ha relativamente a universi tematici, di tipo
culturale: questa strategia potrebbe fornire un buon supporto rispetto al giornale su
carta.
Domanda 3
Si può immaginare un'integrazione, una sinergia, tra la versione cartacea e la versione
su Internet, che potrebbe essere un approfondimento del quotidiano stesso?
Risposta
Attualmente è un processo un po' lungo, che ha bisogno di verifiche graduali. Tuttavia
credo che sia venuto il momento da parte di chi fa dei giornali di riflettere su questa
crisi, su scala mondiale, dell'editoria stampata. Registriamo in Francia, negli Stati
Uniti, ma anche in Italia, una difficoltà dei giornali: non solo del quotidiano, ma anche
dei settimanali, dei periodici, dei mensili. Questo vuol dire che probabilmente la
dilatazione delle offerte d'informazione e anche la diversa organizzazione del tempo della
vita di ciascuno, costringe tutti noi produttori di informazione, a sviluppare il nostro
lavoro non solo sul supporto di carta, ma anche sul supporto elettronico.
Domanda 4
Naturalmente di fronte all'esplosione così rapida delle reti telematiche, si sono subito
di nuovo creati i due schieramenti classici, gli apocalittici e gli integrati. Di fronte
all'ottimismo di Nicholas Negroponte, che presume che si possano risolvere i grandi
problemi dell'umanità grazie a Internet, vi sono personaggi, come Furio Colombo, che
invece denunciano certe potenzialità neo-conservatrici presenti dietro la diffusione di
reti come Internet, perché diffonderebbero un'ideologia fortemente, esasperatamente
individualistica, che isolerebbe ancora di più i rapporti umani e sociali. Che cosa pensa
di tutto questo?
Risposta
Mi trovo a metà strada tra gli apocalittici e gli integrati. Penso che sia una grande
opportunità. Faccio sempre questo esempio: un ragazzo di una famiglia povera del Sud
d'Italia, senza casa e senza nessun libro, al costo di una telefonata, può accedere a
tutte le Biblioteche del mondo. Questa è sicuramente una straordinaria e gigantesca
rivoluzione. Detto questo, l'ottimismo di Negroponte mi sembra un po' eccessivo e
aproblematico, e quindi, come tale, non condivisibile. Alcune delle preoccupazioni di
Furio Colombo sono sicuramente giuste. Naturalmente il problema torna ad essere di regole,
di cultura e persino di educazione. Noi sosteniamo l'opportunità di dare un computer a
ogni studente italiano, perché nel futuro il potere peserà su chi avrà conoscenza di
tecnologie, di lingue, di discipline, che oggi la scuola italiana ignora del tutto. Quindi
di fronte alla grande innovazione tecnologica che stiamo vivendo, uno dei problemi
fondamentali è quello di elevare il livello di alfabetizzazione tecnologica, ancora molto
basso, mettendo il Nord e il Sud d'Italia nella condizione di avere pari opportunità dal
punto di vista tecnologico.
Domanda 5
Durante le ultime elezioni si sono affacciate su Internet le prime pubblicità dei
candidati. Lei pensa che con le prossime elezioni in Italia si possa utilizzare questo
mezzo per una grande diffusione, di propaganda?
Risposta
In realtà questo sta già avvenendo. Io sto su Internet da un anno e tutte le sere
accendo il computer e trovo messaggi di lettori de "L'Unità", di elettori de
"L'Ulivo", di persone che vogliono discutere. E quindi io mi metto lì e
rispondo alle lettere. E' anche una cosa molto bella. Ho conosciuto molta gente senza
averla mai vista di persona. Penso che poter dialogare in maniera ravvicinata con un
politico o con un direttore di giornale, costituisca uno strumento molto utile. A me, che
faccio questo mestiere, questo mezzo consente di conoscere il giudizio ed il pensiero
delle persone, siano lettori de "L'Unità" o persone impegnate in politica.
Quando leggo queste lettere mi faccio un'idea di quelle che sono gli umori dell'opinione
pubblica e di quel tipo particolare di opinione pubblica, molto avanzata, che organizza
questi strumenti tecnologici. Quindi le reti rappresentano, nell'ambito del rapporto
Stato-cittadini una grandissima opportunità che deve essere sfruttata.
Domanda 6
Quindi, accanto alla dimensione globale della rete, c'è un interesse per la democrazia,
soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo delle reti locali?
Risposta
Certamente. La grande novità di queste autostrade informatiche è la possibilità, per i
Comuni, di dotarsi di una rete tecnologica in grado di essere amica del cittadino, per
quanto riguarda i servizi, la burocrazia, l'informazione. Viviamo in un periodo critico
dal punto di vista della vita della Pubblica Amministrazione, a causa di vere e proprie
intercapedini che ostacolano un rapporto veloce, rapido, efficiente, fra cittadini e
burocrazia. Tutto questo potrebbe rapidamente risolversi se, per fare un certificato, sia
sufficiente si spingere un bottone del proprio computer e vedere arrivare il documento con
pieno valore legale. Veramente si può aprire una opportunità di gestione del tempo, di
relazioni umane, di grandi proporzioni. Naturalmente andrà governata, ma questo è un
problema che ci si è posti sempre di fronte alle innovazioni tecnologiche.
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