INTERVIEW:
Domanda 1
Siamo in presenza di una crisi nel mondo della editoria elettronica?
Risposta
Durante la fiera di Francoforte sono usciti alcuni articoli, alcuni editoriali sui
principali quotidiani italiani, riguardanti una presunta crisi sull'editoria multimediale,
o, almeno, le notizie riportavano alcuni dati delle maggiori case editoriali americane,
che ritenevano un elemento di passaggio difficile quello del trasferimento dei contenuti
dall'editoria cartacea a quella elettronica multimediale. A mio avviso è una notizia vera
soltanto in parte. E' vero che alcune grandi case editrici sono uscite dal settore perché
hanno fatto, in questi anni, significativi e grossi investimenti nel campo della
multimedialità; però, forse, senza conoscerne integralmente le caratteristiche, come
l'evoluzione delle tecnologie, la modifica dei contenuti, le capacità tecniche
professionali nuove, che richiedevano abilità tali, per cui non era sufficiente passare
semplicemente dall'editoria cartacea a quella multimediale. Io credo invece che i dati di
mercato, soprattutto in questi giorni, e anche i dati che sono emersi in occasione della
grande fiera dello SMAU a Milano, dimostrano che il mercato della multimedialità è in
grande, significativa, crescita. Il problema, dunque, sta nel fatto che, per entrare in
questo settore, bisogna fare investimenti mirati, non necessariamente giganteschi, o
almeno non sempre; questi investimenti richiedono capacità e attitudini particolari,
legate al mondo della multimedialità, delle tecnologie interattive, dei CD ROM,
probabilmente anche delle capacità di trasferimento di questi contenuti online, mettendo
da parte un'organizzazione di lavoro e di competenze tipiche, invece, delle grandi case
dell'editoria tradizionale. Le caratteristiche specifiche del mercato e dell'editoria
multimediale in sé riguardano una capacità di trasformazione di contenuti specifici,
come le enciclopedie; oppure particolari, come libri interattivi, legati alla possibilità
di sfruttare al massimo le caratteristiche delle tecnologie multimediali interattive.
Quindi bisogna trasferire libri, concetti tipici dell'editoria tradizionale, che hanno una
logica sequenziale: da 'à a 'b', da 'b' a 'c' e via di seguito, in una capacità invece
interattiva. Essa consiste nella possibilità di saltare da un concetto all'altro
istantaneamente utilizzando, nella spiegazione, nell'illustrazione e nell'approfondimento,
strumenti e media diversi: testi, filmati, audio, animazioni, fotografie, parlati, tutta
la possibilità che il mondo della comunicazione può offrire. Questi elementi sono quelli
che determinano la profonda differenza tra chi riesce a caratterizzare i propri prodotti e
i propri contenuti, in modo diverso da quelli dell'editoria tradizionale. Un libro di
fotografie o di immagini di arte, molto ben articolato, con bellissime illustrazioni,
sicuramente, a volte, è preferibile ad un CD ROM, che ripropone, in modo sequenziale,
testo e fotografie. Viceversa, un CD-Rom, che permette di approfondire l'immagine e
vederne i particolari, vedere quali capolavori l'autore ha eseguito in altri contesti,
fare un confronto fra opere, aspettare un commento specifico, questi elementi, un prodotto
di editoria tradizionale, sicuramente non li può fornire; o, almeno, per offrire queste
informazioni deve fornire diversi supporti: libro, videocassetta, diapositive.
Domanda 2
Lei crede che siamo di fronte ad una rivoluzione nel modo di fare editoria, come quella
che produsse la stampa nel Cinquecento? Quali saranno, secondo Lei, le conseguenze di
questa rivoluzione, se c'è una rivoluzione?
Risposta
Io sono convinto che siamo realmente di fronte ad una rivoluzione, poiché cambiano gli
strumenti di lavoro. Siamo passati, senza annullarli o cancellarli, alla penna, alla
carta, all'inchiostro nelle sue forme diverse, ad elementi digitali, a bit. Questi
elementi richiedono capacità di analisi e anche di presentazione diversi: innanzi tutto,
il fatto che noi possiamo trasformare qualunque contenuto in elemento digitale e
comprimerlo, trasferirlo. E' un fatto che a noi ci permette di trasferire queste
conoscenze in qualunque parte del mondo, direi, in tempo reale. Internet ne è una
dimostrazione. Quindi, il fatto di avere una comunicazione in tempo reale, con chiunque in
quel momento si vuol sintonizzare con noi, già, di fatto, implica una capacità diversa
di comunicazione, ma soprattutto ci permette di mettere insieme contenuti che stanno in
ambiti diversi. Il fatto di poter avere insieme videocassette che hanno immagini e
movimento -e che hanno avuto, fino adesso, uno standard particolare- quindi CD audio, o
testi che viaggiano su carta, animazioni che richiedono strumenti in grafica 3D, per
presentare contenuti e concetti integrati tra loro, dimostra, di per sé che, per la prima
volta nella storia dell'uomo, che tutti gli apparati visivi e sensoriali possono essere
contenuti in un unico strumento.
Domanda 3
Quali sono, a Suo avviso, gli sviluppi dell'editoria nell'incontro con le nuove
tecnologie, in particolare con Internet? Cambierà qualcosa quando si arriverà al
supporto ottico?
Risposta
Io penso che la vera rivoluzione, la vera innovazione sia in questo: noi non dobbiamo
limitarci, come in parte ancora avviene, a trasferire nei nuovi formati contenuti standard
tradizionali; dobbiamo riuscire a fare in modo che le informazioni che vogliamo comunicare
e la forma con la quale vogliamo trasmetterle siano legate, utilizzando al massimo le
nuove tecnologie. Noi abbiamo realizzato la prima parte della Storia della civiltà
europea diretta da Umberto Eco, non prendendo una enciclopedia o testi o strumenti
già esistenti su carta, o comunque già codificati. Li abbiamo ripensati e riprogettati
da capo, perché riteniamo che questi nuovi strumenti multimediali abbiano delle
caratteristiche proprie e quindi anche i contenuti vanno pensati in funzione di questi
strumenti. Quindi, se io prendo un testo e cerco di renderlo interattivo, ha una sua
dimensione; ma se io progetto un testo, un argomento, che deve essere interattivo fin
dall'inizio, possiede caratteristiche diverse. In fondo è come scrivere sceneggiature,
copioni di film, pensando anche a come la macchina da presa può valorizzarli e può
renderli. Credo che, in fondo, alcune differenze nelle tecnologie passate ci dimostrino
come sia possibile il passaggio da una tecnologia tradizionale ad un'altra in evoluzione.
Chiaramente, questo richiede competenze che fino adesso erano sparse. Riunire insieme
persone che lavorano ad una tecnologia, ad un prodotto interattivo, vuol dire avere
esperti di comunicazione, di tecnologia, in parte di informatica, ma anche di aspetti che
legano l'interattività e di apparati iconografici. Queste cose non si inventano, non si
creano in pochi mesi, in pochi anni. Quindi, serve un lavoro lungo di esperienza e anche
di preparazione teorica sul campo.
Domanda 4
Il linguaggio multimediale possiede delle caratteristiche specifiche?
Risposta
Io direi che le caratteristiche specifiche del linguaggio multimediale siano quello di
tener sempre presente la possibilità che l'utente -per usare il termine di cui abusiamo
molto-, quindi la persona che utilizza lo strumento, possa intervenire, o debba
intervenire, in qualunque momento. Quando noi parliamo di strumenti interattivi, non è
solo uno slogan; chi usa questi strumenti può intervenire per modificare il percorso, la
presentazione del testo, ma anche di aggiungerci elementi propri. Io credo che la
caratteristica di fondo di questi strumenti sia di tener conto che chi lo utilizza -chi
usa i CD ROM da una parte, ma anche tutto il mondo dell'online, e quindi di Internet-,
possa o debba intervenire in prima persona. Questo vuol dire di tener presente aspetti
cognitivi, psicologici, pedagogici, elementi che rendano o stimolino in modo attivo e
interattivo la persona che utilizza questi strumenti multimediali. Viceversa, se noi
pensiamo che l'utente si limiti a sfogliare, o passare da una schermata all'altra, e in
forma passiva, credo che noi non aggiungiamo molto all'editoria tradizionale, portandola
soltanto su un nuovo formato. Credo che il mondo di Internet in questo senso stimoli ad
operare, come ha già fatto, un salto di qualità. Il fatto di poter aprire nella
comunicazione forum, pareri, chat-line, -la possibilità per chiunque, che nello stesso
momento in cui legge una notizia, un'informazione, possa dire la sua e farla conoscere a
tutti quelli che in quel momento sono sintonizzati-, già implica una comunicazione molto
diversa. Quindi, basta leggere le comunicazioni, gli scambi di opinioni che avvengono in
un qualunque forum, per vedere che già le caratteristiche, anche della comunicazione
stessa, sono diverse. Ecco: credo che i nuovi strumenti stimolino non solo linguaggi, ma
modi anche di pensare e di comunicare diverso.
Domanda 5
Quale ritiene debba essere la qualità di un autore multimediale?
Risposta
Io credo che la multimedialità, come, nel loro complesso, le tecnologie elettroniche,
abbiano avuto un limite. Senza negare il vantaggio dell' innovazione, il loro limite è
stato quello per cui l'elemento tecnologico condizionava l'aspetto del contenuto. Quindi
si partiva dai linguaggi, dalla possibilità dell'elettronica, per poter poi adattare i
contenuti. Credo che, oggi, noi dobbiamo cominciare a pensare in modo un poco diverso,
partendo da quello che noi vogliamo dire, far conoscere, comunicare, e cercare di adeguare
o rinnovare o modificare l'aspetto tecnologico, informatico, multimediale che esso sia, e
adattarlo alle nostre esigenze. Credo, in fondo, che tutte le grandi rivoluzioni poi siano
partite da questo. L'elemento innovativo è dato sicuramente dall'apparato tecnico, ma poi
l'aspetto della comunicazione, nell'editoria del contenuto, deve appropriarsi di questi
contenuti e modificarlo. In concreto, finché noi partiamo dal primato dell'informatico,
dal tecnologo, credo che valorizziamo la macchina. Se noi cercheremo di fare in modo di
permettere a coloro che hanno qualcosa da dire di avere conoscenze informatiche e
tecnologiche, e di poter trasferire le proprie competenze nei nuovi media, credo che
faremo un salto di qualità. In fondo, nella fotografia durante il secolo scorso, questo
è avvenuto; e poi, anche in seguito, col cinema: siamo partiti da quello che la macchina
da presa poteva dare, e poi, i grandi registi, gli sceneggiatori hanno guidato
l'evoluzione anche dell'apparato, delle macchine legate al cinema o alla fotografia.
Domanda 6
Può darci una definizione di multimedialità?
Risposta
In senso tradizionale, multimedialità è la possibilità di lavorare nello stesso tempo
con più media. Quando sono nate le prime tecnologie multimediali, alla fine degli anni
Ottanta -quando si usciva dai laboratori per entrare nei primi prototipi-, la terminologia
stava a significare che un prodotto multimediale poteva contenere almeno tre strumenti:
quindi testo, audio e immagini fisse e in movimento. Credo che questo, ormai, sia un dato
scontato, non sia più un elemento innovativo. E' invece significativo il fatto di poter
ottenere, attraverso l'interazione di questi elementi sensoriali, un cambiamento nella
comunicazione e nella interattività: poter passare, dunque, da un concetto all'altro, da
un contenuto all'altro, utilizzando simultaneamente più media.
Domanda 7
Quali sono, a Suo avviso, le differenze tra i processi produttivi nell'editoria
tradizionale e nell'editoria elettronica? Come vengono realizzati i nostri prodotti?
Risposta
Partiamo da una cosa molto semplice: nell'editoria tradizionale un romanzo o un saggio
viene pensato, scritto, redatto dall'autore; viene trasferito poi presso la casa editrice,
quindi vengono corrette le bozze e poi stampato. Si tratta di una consuetudine di secoli,
di passaggi, codificati, standardizzati, tempi, costi definiti. Nell'editoria
multimediale, bisogna considerare che le tecnologie sono in continuo e rapido cambiamento,
e quindi, mentre pensiamo ad un prodotto di un certo tipo, alla fine della sua
realizzazione scopriamo che sono avvenute già cose nuove, che potevano renderlo diverso.
Scontando questo fatto di cui siamo ben consapevoli, un prodotto non può essere più
pensato, progettato, realizzato da una sola persona o da un'unica competenza. L'autore in
quanto tale si trasforma in un team. E un team vuol dire mettere insieme chi ha maggiore
competenze nella valorizzazione di strumenti tecnici, accanto a chi, invece, sa come
rendere più comunicativo, interattivo lo strumento. Un team di tre, quattro, cinque
persone -il numero non è fisso, ma deve contenere delle competenze di base- determina la
profonda differenza tra un prodotto di una sola persona a quello creato da una squadra.
Domanda 8
Qual è la linea editoriale di "Opera multimedia"? Quali sono i progetti a cui
state lavorando?
Risposta
I progetti editoriali di "Opera multimedia" si caratterizzano in tre linee
editoriali: una di esse, che noi consideriamo di più ampio respiro e innovazione, è
quella che chiamiamo della "cultura": sono i CD ROM diretti da Umberto Eco. Il
Seicento è già uscito, il Settecento sta per uscire, e gli altri secoli completeranno la
storia della civiltà europea. Poi l'enciclopedia Zanichelli, che è uscita in questi
giorni. La seconda linea è quella dell'arte, che consiste nelle realizzazioni, su
supporti multimediali, dei più grandi musei italiani: gli Uffizi, il Palazzo Ducale, il
Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Si tratta, quindi, di realizzazioni di
opere multimediali interattive, che valorizzino l'arte e le caratteristiche dei musei
italiani. La terza linea riguarda i viaggi. E' un elemento fondamentale in quanto il
Touring Club è un socio di "Opera multimedia", quindi noi realizziamo con loro
guide per viaggi e turismo che valorizzino gli aspetti del nostro paese.
Domanda 9
Come sta andando il mercato del multimedia in questo momento?
Risposta
Dopo una fase di relativa staticità nei primi mesi del '96 dovuti ad una serie di
elementi di crisi anche del settore dell'editoria, ma che possiamo riscontrare in tutta
l'economia italiana, abbiamo verificato, a partire dai primi di settembre ad oggi, una
crescita significativa. Noi pensiamo di realizzare, entro il '96, un fatturato intorno,
circa, ai cinque miliardi, tra il 15% e il 20% in più rispetto allo scorso anno, se
consideriamo i dati che emergono dal mercato e in linea con quello che il mercato della
multimedialità sta offrendo. Entro dicembre i personal computer, nelle famiglie italiane,
potrebbero raggiungere la cifra di un milione ed è una soglia importante per poterci
avvicinare a quelli che sono anche gli standard degli altri paesi europei. Penso a tutta
la Germania, ma anche all'Inghilterra e alla Francia.
Domanda 10
Quindi, in futuro, le tendenze del mercato sono incoraggianti in merito?
Risposta
Io ritengo di sì. Certamente, ci saranno dei cambiamenti. La prossima generazione dei CD
ROM, quella che probabilmente uscirà intorno al '98, avrà una possibilità di memoria
quattro o cinque o sei volte maggiore rispetto a quella di oggi: nuovi lettori, anche
molto più veloci, la possibilità di poter avere quantità di video, di filmati
probabilmente molto più grandi di quelli che possiamo contenere oggi anche in un CD ROM.
Si verificherà un'evoluzione tecnologica e un'attenzione diversa verso i contenuti da
mettere sul multimediale, legati a quello che noi, nello stesso tempo, potremo utilizzare
online su Internet; credo che ciò eleverà in modo significativo il settore della
multimedialità. Se il CD ROM sarà anche nel futuro, nei prossimi dieci - quindici anni,
lo strumento di base, non lo possiamo dire con certezza. Ma io credo che questo non
costituisca l'aspetto più importante. Il supporto può cambiare la pellicola, la
videocassetta, il betacam, il CD ROM. Quello che sicuramente rimarrà fondamentale è il
contenuto e la capacità di trasmetterlo a più persone.
Domanda 11
Pensa che il CD ROM costituirà un elemento negativo per la lettura del libro
tradizionale?
Risposta
No, io non credo. Come in tutte le innovazioni tecniche, fanno un passo in avanti verso
dei cambiamenti, ma non cancellano le scoperte precedenti. Nessuno si sogna di buttare la
bicicletta perché si usa la macchina o l'aereo. Per spostarsi da un posto all'altro,
oggi, ovviamente, si usa meno la bicicletta, però abbiamo scoperto che col tempo libero
c'è un ritorno al passato, e la Mountain Bike, in questo senso, rappresenta
un'innovazione. Io non credo che il libro scomparirà. Anzi, possiamo dire che con
l'evoluzione del multimediale c'è un approfondimento di natura cartacea per consultazioni
di alcuni aspetti. Credo che, invece, alcune consultazioni sul libro ci aiutino a
volarizzare molto di più, per esempio, l'apparato multimediale. Se io devo fare delle
ricerche su un concetto filosofico o di qualunque altra natura, e devo consultare più
libri, impiegherò un certo numero di tempo, che invece, potendo accedere ai contenuti in
un CD ROM o consultando diverse biblioteche via Internet, ne impiegherò molto meno e
avrò una conoscenza più vasta. Quindi, io credo che noi siamo abituati a vivere con
tecnologie diverse. Non dobbiamo spaventarci, dobbiamo invece capire qual è la
particolarità della multimedialità dell'elettronica rispetto all'editoria tradizionale.
Domanda 12
A Suo parere è corretto dire che nell'editoria elettronica si possono incontrare
competenze prettamente tecniche e competenze umanistiche?
Risposta
Io credo che sia un elemento fondamentale il fatto di riuscire a far dialogare, a far
compenetrare elementi tecnici e, in senso lato, elementi umanistici. Certamente bisogna
costruire competenze nuove. Ma se noi pensiamo a quand'è nato, potremmo dire, il
giornalismo moderno, nello scorso secolo, c'erano soltanto certe competenze. Poi si sono
raffinate: l'inviato, il reporter di guerra, il commentatore, l'editorialista. Ecco: credo
che queste nuove tecnologie, che legano contenuti e capacità di comunicazione, richiedono
forme nuove. Vanno costruite e sperimentate e poi anche sedimentate nei posti dove si
costruiscono nuovi modi di trasmissione del sapere e della conoscenza, quindi nelle
università, nei centri di ricerca, nelle industrie e nella scuola.
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