INTERVIEW:
Domanda 1
Il progresso tecnologico ha sempre implicato una innovazione nelle forme tradizionali
dell'espressione artistica. Quale è il futuro dei linguaggi artistici in relazione alle
nuove tecnologie digitali?
Risposta
Naturalmente, i linguaggi artistici fanno capo alla sensibilità e alla capacità di
comunicare in modo artistico. Le tecnologie hanno la capacità di sviluppare nuovi modi di
comunicazione, e questo è stato sperimentato da Pike, dal gruppo Fuxus; e oggi, le
immagini costruite in maniera digitale, numerica, credo che diano ulteriori possibilità.
Questo modo di comunicare fino ad adesso ha avuto uno scopo di mercato. Probabilmente,
quando ci saranno più esigenze rispetto allo sviluppo di un'idea legata all'artista,
probabilmente, quello sarà il momento in cui si apriranno degli orizzonti diversi.
Domanda 2
Walter Benjamin, in un saggio del 1936 parla della riproducibilità tecnica di un'opera
d'arte. Attualmente, questa riproducibilità, grazie ai processi digitali, è ancora
maggiore. Crede che ciò implichi una perdita della sacralità di un'opera d'arte?
Risposta
Io non credo. Andy Wharol ha dimostrato esattamente il contrario. Oggi io posso citare,
per esempio, un mio coetaneo che è Mario Schifano, il quale riproduce dalla televisione
alcuni fotogrammi. Lui interviene su questi fotogrammi e quindi si appropria di una
impostazione che non è stata sua. In qualche modo questo viene analizzato, ma lui opera
soltanto una citazione e si appropria di quella immagine per trasformarla con la sua
sensibilità e il suo gesto. Gli artisti che si servono delle nuove tecnologie digitali,
saranno certamente gli artisti del futuro, perché sono artisti che cercano, nelle nuove
forme e nei nuovi linguaggi, un modo di esprimere, anche attraverso gli strumenti
tradizionali insieme ai nuovi, una concettualità.
Domanda 3
Ma la realtà virtuale ha un impatto diverso soprattutto sullo spettatore, sul fruitore.
Crede che stiamo assistendo alla creazione di nuovi modelli percettivi da parte dello
spettatore?
Risposta
Fino a questo momento noi abbiamo assistito a quella che in genere viene chiamata la
realtà virtuale. A mio avviso solo la NASA è riuscita ancora a darci una vera risposta
sul problema della realtà virtuale, ed è un'operazione di carattere militare. Se
pensiamo invece alla comunicazione e al trasporto in un mondo dove si sviluppa la
fantasia, questa è una esperienza che io, personalmente, non sono riuscito a fare. Credo
che, però, si stia marciando verso quella direzione.
Domanda 4
Secondo il parere di alcuni la visita virtuale di un museo può rappresentare un grosso
stimolo a recarsi, poi, di persona, a visitare un museo reale. Crede che sarà così o che
piuttosto l'uso del CD ROM ci farà dimenticare i musei?
Risposta
Io credo che la voglia di vedere un quadro originale, una scultura, un'incisione, sia una
di quelle voglie che certamente un museo virtuale non può cancellare. La capacità che
potrà avere invece un museo virtuale è quella di suscitare questo interesse; possiede,
dunque, una doppia funzione. Intanto, perché se noi viaggiamo, ci immergiamo dentro ad
una galleria virtuale, significa che noi, nel momento in cui andremo a visitare questa
galleria, il nostro comportamento, il nostro itinerario sarà ben altro. Molto spesso
succede che se noi non siamo informati, il nostro comportamento dentro una galleria viene,
in qualche modo, frustrato dalla incapacità di leggere subito quella galleria.
Domanda 5
Come giudica un'opera d'arte interattiva? Si può parlare di un'opera che è il risultato
dello scambio tra artista e pubblico, in questo caso?
Risposta
Io ho avuto un'esperienza, due anni fa, di un'opera interattiva legata al film Casablanca,
al festival di Locarno. L'interattività, a mio avviso, è ancora lungi dall'essere reale.
Io, per interattività, intendo linterazione di una persona su un racconto, per esempio, e
nella sua possibilità di trasformarlo. Ma è veramente ancora lontano questo processo.
Domanda 6
Crede che la cultura artistica in generale saprà creare una nuova relazione fra uomo e
computer e anche tra uomo e uomo tramite il computer?
Risposta
Si, se questa non sarà viziata da forzature di mercato, se sarà autentica come in genere
l'arte ha prodotto relazioni di grande autenticità. Quindi, la questione tecnica non può
essere un ostacolo alla cultura artistica. Sono convinto, invece, che aiuterà sempre di
più gli artisti a trovare nuove forme di comunicazione.
Domanda 7
L'Italia, rispetto ad altri paesi europei, come si colloca nel quadro dell'arte sviluppata
attraverso le nuove tecnologie?
Risposta
Molto male, purtroppo. Questa è una partita che noi abbiamo perso all'inizio, negli anni
Ottanta, quando ci si stava organizzando anche dal punto di vista della formazione. Ecco:
noi abbiamo mancato quell'appuntamento, sia della formazione che della produzione. Certo,
poi siamo un paese che possiede un'eredità culturale molto forte, e riusciamo anche a
dare delle zampate di genialità, ed ogni tanto ci mettiamo in linea. Ma certamente, qui a
questo premio a Montecarlo non siamo presenti in termini di produzione.
Domanda 8
Chiunque, sulle reti, può creare dei siti Web dedicati all'arte o alla storia dell'arte o
anche dell'archeologia. Ciò, a volte, viene creato con incompetenza. Come si può
difendere l'arte che viene creata in rete e in CD ROM?
Risposta
L'arte di un paese è un fatto istituzionale, perciò si deve difendere con le
istituzioni. Prima di tutto le grandi gallerie, le gallerie nazionali, provinciali, devono
attrezzarsi ad avere una propria ricerca su questo aspetto. Poi, probabilmente, educando
alla formazione, perché, altrimenti, si rischia sempre una certa improvvisazione, e una
improvvisazione rimane tale al livello artistico. Un'opera d'arte va trattata da opera
d'arte, non può essere manipolata a piacimento. Ci sono delle regole, e queste regole,
naturalmente, devono essere istituzionali.
|
|