INTERVIEW:
Domanda 1
Oggi qualsiasi edificio, dal più semplice al più complesso, viene costruito prima nella
virtualità e poi realizzato materialmente. Professor Ronchi ci può spiegare come
funziona la progettazione digitale e come si può applicare a progetti avveniristici come
il suo "Stoccarda 21"?
Risposta
Vi posso spiegare molto sinteticamente come funzionano queste applicazioni, considerando
che sono relativamente recenti. Sono state introdotte nella fase progettuale nell'ultimo
decennio e, in particolare, si è assistito a un percorso che va dalla semplice
comunicazione del progetto, quindi su un progetto già definito con la riga, la penna e la
matita, per giungere alla fase attuale, in questo periodo di maggiore interazione con lo
strumento digitale, ossia di generazione delle forme stesse utilizzando strumenti di
realtà virtuale piuttosto che strumenti di computer grafico. Quindi non si tratta più di
una verifica, ma è uno strumento interattivo che ci consente di progettare in tempo reale
i nostri manufatti, le nostre opere.
Domanda 2
Professore, Lei ha ideato anche il sito di architettura su Internet. Crede quindi nel
futuro dell'incontro fra telematica e realtà virtuale?
Risposta
Indubbiamente. Si vede abbastanza chiaramente delineata una convergenza fra varie
tecnologie, come la computer grafica, la multimedialità, la trasmissione dati, ovvero
tutto ciò che è telematica ed altre tecnologie che, generalizzando il concetto,
conducono verso un nuovo assetto delle tecnologie digitali. Indubbiamente Internet, al
momento, si presta allo sviluppo di progetti molto interessanti, consentendo una
diffusione capillare di informazioni sempre aggiornate.
Domanda 3
Professore, ci può descrivere uno scenario futuro che può nascere o come realtà
progettuale o come realtà didattica oppure realtà spettacolare, grazie alla fusione
degli elementi che Lei citava prima, ovvero Internet, le nuove tecnologie digitali, la
virtualità, la nostra cultura millenaria?
Risposta
Pensiamo a qualcosa che possa migliorare la qualità della nostra vita, del nostro lavoro.
Questo qualcosa potrebbe realizzarsi nel sogno del telelavoro, vale a dire la possibilità
di lavorare a distanza, smaterializzando il posto di lavoro fisico e permettendo di
lavorare là dove ci fa più comodo: la nostra abitazione o un luogo piacevole. In futuro
possiamo immaginarci questa piccola, grande rivoluzione che ci permette di ridefinire e
gestire tutta una sorta di impegni, per esempio evitando di spostarsi nella propria città
o tra una città e l'altra. Tuttavia questo non significherà penalizzare le relazioni
umane.
Domanda 4
In realtà molti affermano che lavorare a casa o comunque separati dagli altri, causerà
un ulteriore diminuzione dei rapporti sociali.
Risposta
Può darsi. Sinceramente credo che forse le cose potrebbero prendere un'altra piega.
Potremmo vederci con gli altri per cose più piacevoli, demandando invece alla comodità
dello strumento informatico tutti gli incontri inessenziali, vale a dire ciò che oggi ci
appare come un peso, come gli spostamenti o le riunioni forzate; la soluzione si trova
nell'uso degli strumenti telematici.
Domanda 5
Usate le nuove tecnologie informatiche anche nell'insegnamento. Ci può raccontare la Sua
esperienza in materia?
Risposta
Da pochi mesi a questa parte, stiamo applicando l'uso di trasmissione dati a distanza ed
interazione a distanza a fini didattici, oltre che lavorativi in linea generale. Gli
strumenti per il momento ci stanno dando grandi soddisfazioni in quanto abbiamo la
possibilità di allacciare un filo diretto con gli studenti che hanno dimostrato di
gradire molto, sia la possibilità di accedere direttamente alle informazioni che abbiamo
messo a loro disposizione, sia la possibilità di interagire con le applicazioni
"soft" che sono state appositamente sviluppate. Gli studenti vengono sicuramente
individuati attraverso il loro codice "IP": nel caso di studenti indisciplinati
verrà applicata una "capability" minore sul sistema informativo, cioè
l'annullamento del diritto di scrittura.
Domanda 6
Pensa che queste nuove tecnologie favoriranno gli studenti particolarmente timidi, quelli
che hanno difficoltà ad avere l'impatto con la struttura studentesca?
Risposta
Probabilmente sì, anche se comunque non sarà mai eliminato del tutto il rapporto
interpersonale tra docente ed allievo, ma sicuramente si potrà allargare la banda di
comunicazione tra il docente e l'allievo, estendendola a strumenti di telecomunicazione, a
strumenti telematici; questi, indubbiamente, favoriranno lo studente timido, quello che
magari ha qualche reticenza nel fare la domanda in più al docente, nell'inseguirlo per
farsi dare qualche spiegazione, qualche ulteriore informazione. Con lo strumento
telematico ci si connette in modo anonimo, quindi si interroga il sistema senza nessun
tipo di problema.
Domanda 7
Il docente telematico lavora di più o di meno, meglio o peggio del docente tradizionale?
Risposta
Credo che il docente telematico oggi lavori di più, perché deve far fronte alla
necessità evidente di sperimentare ed inventare un nuovo metodo di insegnamento, dovendo
forzatamente ripensare, a ristrutturare tutta la propria preparazione didattica per
inserirla in questo nuovo contenitore rappresentato dalla telematica.
Domanda 8
Pensa che sia davvero possibile, oltre ad una riconversione tecnologica delle nostre
strutture scolastiche, anche un aggiornamento riconversione professionale del corpo
insegnante in termini di preparazione tecnica e, in un certo senso, mentale nei confronti
dei nuovi mezzi?
Risposta
Sì, sarà sicuramente possibile. Qualcuno asserisce che lo strumento cambia la
comunicazione stessa, e questo è in parte vero. Ma credo che nel prossimo futuro l'uso di
Internet sia assimilabile all'uso di un audiovisivo. Quindi penso che entrerà nell'uso
comune e, dunque, le prossime generazioni di docenti non vedranno forse altra forma di
comunicazione se non quella che passa attraverso un insegnamento basato sul digitale,
sull'immagine virtuale.
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