Digital library (interview) RAI Educational

Gualtiero Peirce

Vittorio Zambardino

Rome, 30/04/96

"The publisher and TV in the Internet age"

SUMMARY:

  • The web site of "La Repubblica" dedicated to the last elections attempted to differentiate itself from the printed newspaper, partly to avoid competing with it, but also because of the conviction that the site had to offer something more: information on the electoral system, the political situation etc (1).
  • One of the important aspects of the experience was the contact with readers from all over the world. It also proved that the newspaper and the site could be complimentary (2).
  • Four comics were asked to write texts on the election. These were published in the newspaper and available on audio on the site (3).
  • The future of publishing on the Internet is differentiated, personalised products, some of which will be by subscription. Italian publishers are reacting too slowly because they are afraid of losing money (4).
  • The electronic newspaper of the future must combine text with sound, visuals and moving images. Furthermore, it must allow dialogue between the journalists and the readers (5).
  • Generalist television is in its death throws because one can no longer offer an undifferentiated product to all. The Internet, in its current phase, is an opportunity to ask ourselves what really interests us (6) (7).
  • Other forms of TV will develop in Italy as elsewhere: cable and satellite, pay-TV etc (8).
  • Pay-TV is not taking off in Italy because there are so many free channels offering films and sport (9).

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INTERVIEW:

Domanda 1
Com'è strutturato il sito in rete di "La Repubblica"?

Risposta
(Zambardino) Il sito è nato come iniziativa elettorale; naturalmente, abbiamo svolto degli studi prima di aprirlo. Eravamo stati anche negli Stati Uniti, al Media Lab, presso il gruppo "News in the future", per capire come si muovono gli altri giornali e come si muove il Media Lab di Negroponte. Quando ci è stato chiesto, all'improvviso, di mettere su questo sito elettorale nel giro di ore, per noi è stata l'occasione per fare una prova su strada di un serie di idee teoriche per un servizio telematico di un giornale. Si trattava di prenderne una fetta e di tematizzarla sulle elezioni. Il primo aspetto sul quale abbiamo puntato è stato quello di differenziare l'iniziativa elettronica dal giornale cartaceo, perché la nostra convinzione è che tutto ciò che è cartaceo, in elettronica non vende da solo. Ha infatti bisogno di un differenziale di informazione, che noi abbiamo concretizzato in informazioni statiche - leggi elettorali, costituzione, tutte le informazioni che possono essere utili a chiunque abbia bisogno di conoscere le elezioni italiane- e in informazioni sulla situazione politica italiana: quindi "link" ai partiti politici italiani e a tutte le istituzioni, una selezione di quanto riportato dagli altri giornali italiani, e, soprattutto, un collegamento all'agenzia A.N.S.A. e ad un suo notiziario selezionato, in modo tale da poter offrire una panoramica completa. Noi siamo convinti che non si è attendibile come nella concorrenza normale, nel mondo, se si esclude l'altro. Si è attendibile se si comprende l'altro, se si offre la panoramica più completa di informazioni.

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Domanda 2
Che tipo di risposta avete avuto?

Risposta
(Pierce) E' stata una risposta estremamente interessante, sia dal punto di vista dei numeri che dal punto di vista delle sue caratteristiche. Abbiamo tenuto una media molto alta, intorno ai sedici-diciassettemila contatti quotidiani, che complessivamente ci ha portato oltre i 350.000 contatti nell'arco di quattordici giorni. Ciò che più conta è che questa esperienza ci ha portato in contatto con i lettori di "Repubblica" italiani all'estero, con un lettore planetario. Ci sono stati momenti emozionanti, nella notte elettorale, in cui noi abbiamo tenuto un aggiornamento costante on-line di tutto quello che accadeva, quando, intorno alle due, alle tre del mattino, sono arrivati i messaggi dalla Cina, dai Caraibi, da tutta l'America e dall'Europa. La sensazione chiara era quella di stare realizzando un meccanismo di informazione che arrivava dove il giornale di carta, che è un prodotto diverso, in quel momento non poteva arrivare. Abbiamo, in qualche modo, sperimentato la possibilità di una effettiva complementarità tra i due mezzi. Non c'è concorrenza, come qualcuno può pensare; soprattutto, non ci deve essere sovrapposizione, perché la carta ha dei vantaggi enormi sulla telematica, sul video del computer, ma, evidentemente, ha anche dei limiti rispetto alle possibilità che il computer offre.

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Domanda 3
In un sito web si possono utilizzare, oltre a dei testi, anche voce e immagini. Voi che cosa avete fatto in merito?

Risposta
(Zambardino) Abbiamo chiesto a quattro comici di primo piano - Paolo Rossi, Antonio Albanese, Francesco Paolantoni e Alessandro Bergonzoni - di scrivere quattro testi sulle elezioni, che poi abbiamo pubblicato sul giornale, e di interpretarli per il sito. Quella con le loro voci è stata una delle pagine web più consultate nei giorni successivi!

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Domanda 4
Qual è, a Vostro avviso, il futuro della editoria su Internet?

Risposta
(Zambardino) Si va verso prodotti differenziati, personalizzati e parzialmente a pagamento. Differenziati perché sempre più tesi a rispondere ad una domanda che la carta non soddisfa, con informazioni supplementari rispetto a quelle normalmente in circolazione, e personalizzati perché si potrà chiedere sempre di più un pacchetto di notizie secondo proprie preferenze. Chi vorrà offrire al lettore un prodotto che egli è disposto a pagare, dovrà proporgli qualcosa che risponde esattamente alle sue esigenze. Quindi, se si avrà a che fare con un agente di borsa che gioca a tennis, gli si dovrà fornire la borsa e il tennis: è inutile parlare di ONU. In proposito, il professor Umberto Eco fa una battuta: se una persona toglie dal suo elenco di novità da aggiornare la politica, poi può perdersi anche la guerra atomica! E' un paradosso, ma rende l'idea. Il grande problema, soprattutto italiano, qual è? Le grandi aziende editoriali non si muovono - o si muovono poco- perché hanno paura di perdere del denaro. Ma negli Stati Uniti già ci si muove verso un servizio a pagamento -il "Wall Street Journal" in questi giorni ha inaugurato un servizio da 49 dollari l'anno-. Ma la verità è che l'utente pagherà l'informazione quanto più l'informazione sarà approfondita e trasversale. Vale a dire: quanto più gli renderai disponibile il passato delle annate del quotidiano, tanto più gli offrirai la possibilità di fare ricerca su più archivi. Non si paga ciò che si può avere dal televideo RAI, non si paga ciò che si può avere dal giornale, che si paga 1.500 lire in edicola, ma si paga ciò che fa risparmiare tempo, denaro e movimento.

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Domanda 5
Torniamo per un momento al rapporto tra l'edizione cartacea e quella elettronica di un giornale. E' chiaro che bisogna sviluppare nuovi modi di rappresentare l'informazione giornalistica. Qual è, secondo voi, la strada da percorrere?

Risposta
(Zambardino) Io credo che il giornale dell'immediato futuro, in elettronica, oltre a mettere insieme scritto, audio, immagini ferme e immagini in movimento, debba coniugare anche altri modelli della telematica. Intendo un giornale che sia capace di gestire delle liste di discussione, con i giornalisti che dialogano con i lettori-utenti. L'idea che si è affermata nel mondo in questo ultimo anno è che Internet sia solo una serie di vetrine da visitare. Dobbiamo, invece, sfondare questa vetrina e mettere in relazione chi c'è dietro con chi sta dall'altra parte. Io il giornale elettronico lo penso come un arcipelago di mezzi, altrimenti non si capisce perché la gente dovrebbe trovare interessante visitare un'ombra elettronica di quello che c'è in edicola.

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Domanda 6
Noi di Media/Mente abbiamo messo il nostro programma in rete. Ci può essere, a Suo avviso, una integrazione fra la televisione e la grande rete?

Risposta
(Pierce) Al momento credo che la scommessa principale sia quella di aprire una mentalità. Io me ne persuado ogni giorno di più, visto che mi pagano per guardare la televisione; la televisione generalista è in coma, è morente, è in uno stato terminale, ed è in uno stato terminale perché non c'è più margine per potere continuare a inseguire l'idea di dare tutto a tutti. La stagione futura sarà una stagione di differenze: differenze di pubblici, ma anche consapevolezza da parte del pubblico di conoscere la propria differenza. Mi sembra che in questa fase Internet sia una bellissima occasione per potersi, intanto, interrogare su che cosa ci piace, per poter recuperare un'attenzione di consumo che trent'anni di televisione generalista hanno fatto perdere; noi la sera vediamo quello che ci viene dato, crediamo di preferire una cosa all'altra, ma, in realtà, in qualche modo, subiamo una scelta che viene operata al di fuori di noi. Auditel, in questo senso, è stato il grande dio della cancellazione del gusto e delle differenze, perché è stata un'unità di misura, nata, come sappiamo tutti, per misurare i consumi, per misurare la capacità di acquisto del pubblico, e sulla base di questo (quindi sulla base della capacità di acquisto dei detersivi), ha stabilito la produzione della macchina dell'industria culturale più importante del paese, quale è la televisione. Ma questa fase è giunta ad una parabola, perché, grazie al cielo, la società attuale è una società articolata, dove non c'è soltanto un minimo comune denominatore fondato sui grandi consumi. La stessa industria ha interesse a differenziare gli utenti, perché non deve vendere solo detersivi, e quindi ha interesse ad identificare dei pubblici definiti, ai quali offrire dei prodotti precisi.

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Domanda 7
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una feroce lotta sulle frequenze televisive, quando, con l'irrompere delle nuove tecnologie, lo scenario per il quale si combatteva risultava già superato. Come è potuto succedere tutto questo?

Risposta
(Pierce) Questa è una tradizione nel nostro Paese. Se pensiamo che ci fu dibattito e guerra parlamentare sulla televisione a colori, ci rendiamo conto che, forse, c'è un problema fisiologico nell'attenzione a certe novità. Negli ultimi giorni ne abbiamo avuto una prova straordinaria: dopo anni di dibattito sul terzo polo, Telemontecarlo è entrata in Auditel e il programma di maggiore ascolto di Telemontecarlo, la domenica sera, nel primo giorno, ha fatto 380.000 ascoltatori. Ciò significa che, probabilmente, per anni si è inseguito un obiettivo sbagliato, nel senso che questo mercato è un mercato ormai saturo. Tutto il pubblico della televisione generalista è stato già rastrellato, bisogna fare altro. Se, invece, si continua a pensare che il terzo polo debba, in qualche modo, trovare lo spazio per mettere la Parietti contro Castagna, si insegue una guerra sbagliata, e lo dimostrano i risultati dello stesso Auditel, che ha consacrato questa televisione negli ultimi quindici anni.

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Domanda 8
Come cambierà il panorama televisivo italiano, quando finalmente si cominceranno a sfruttare sul serio le nuove tecnologie?

Risposta
(Pierce) Probabilmente avremo un sistema dove, ovviamente, sopravviverà una grossa parte di televisione generalista, ma in cui si svilupperanno -nella misura in cui, poi, l'industria sarà capace di essere protagonista di questa trasformazione- anche varie tivù delle differenze, a pagamento, via satellite, via cavo. Bisognerà vedere che ruolo avrà la televisione pubblica rispetto a questa trasformazione, che cosa conserverà e quanto, invece, probabilmente, vorrà trovare un suo diverso ruolo, anche rispetto al pubblico delle differenze, al pubblico di nicchia.

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Domanda 9
Da alcuni dati recenti emerge, però, che la televisione a pagamento, e quindi una televisione più selettiva, una televisione più tematica, in realtà, non sta decollando come tutti pensavano che avrebbe fatto. Qual è il motivo?

Risposta
(Pierce) Ho la sensazione che la televisione a pagamento decollerà solo quando qualcuno metterà una diga nel consumo dei prodotti che si vogliono destinare ad una fruizione a pagamento. Finché questa diga non si costruisce, succede ciò che è accaduto già in Italia, dove abbiamo avuto una televisione a pagamento che offriva film, quando poi c'erano undici film in media al giorno offerti gratis sulle reti generaliste. Naturalmente, l'operazione non poteva essere vincente. Perché devo comprare un film se lo trovo gratis sulle altre reti? Credo, però, facendo il discorso sul pubblico e sul gusto del pubblico, che, in qualche modo, la televisione a pagamento - e spero che questo principio passi, me lo auguro per il bene di tutti- sia un poco come l'analista, che deve essere pagato. L'analista deve essere pagato perché è una cosa nella quale io scommetto, e quindi investo anche denaro. Oggi, il rapporto con la televisione non è di questo tipo, perché è un rapporto inerziale, non qualificato. La televisione a pagamento è una cosa che scegli, che scegli a tal punto da volerla comprare. E' un meccanismo molto lontano dal verificarsi, proprio perché siamo disabituati a scegliere e a comprare le cose che vogliamo ogni sera.

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