Digital library (interview) RAI Educational

Enrico Pasini

Roma - Univ. La Sapienza, 24/11/95

"Leibniz on the Internet"

SUMMARY:

  • Pasini has created a new critical edition of Leibniz specifically for the Internet. A printed edition may be published later, but will have to be modified because the Internet version is a hypertextual edition which cannot be easily translated to print. He chose this means because Leibniz was an important figure in the history of information technology, and to create an instrument of co-operation and communication which others can use free of copyright (1).
  • The text has two groups of notes: one on the variations in the text and the other of notes in the traditional sense. The problem was to create a structure of internal references within the groups of notes in order to construct a space of hypertextual information around the text (2).
  • There is a project to create an "On-line Liebniz Dictionary" to which all students of Liebniz can have access and can contribute (3).
  • The text is covered by "sheetright" rather than "copyright". "Sheetright" aims to encourage rather than restrict the use of the text; free use can be made of the text as long as the source is cited and others are allowed to use any new material produced. Another way to distribute this kind of material is to use a "server-gopher" rather than a "server-Web" (4).

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INTERVIEW:

Domanda 1
Hai messo in rete la prima edizione critica realizzata espressamente per il Web. Puoi parlare un po' di questa esperienza?

Risposta
E' la prima edizione critica fatta espressamente per il Web. Esistono molti testi in rete, ma sono in genere riproduzioni di testi a stampa, oppure sono testi non in edizione critica, prodotti per la fruizione sulla rete. Questa invece è una edizione critica nuova, fatta su manoscritti, con un apparato di note, varianti, eccetera, proprio come un'edizione critica a stampa, che, invece di uscire a stampa, esce immediatamente sul Web. E' possibile se ne faccia una edizione a stampa, ma dovrebbe essere diversa, perché la versione critica fatta così è una edizione ipertestuale con una struttura non strettamente riconducibile a stampa. La ragione per cui l'ho fatta è che ritengo importante dal punto di vista dell'uso di questo genere di mezzi di comunicazione, di cooperazione, che si mettano a disposizione risorse non necessariamente vincolate nel loro uso, ma che si mettano a disposizione risorse. Il testo è un'opera di Leibniz, un filosofo e matematico tedesco vissuto tra il Sei e il Settecento. Durante il suo soggiorno a Parigi ebbe l'idea di istituire un parco scientifico, divulgativo e scrisse un breve testo affascinante. Leibniz è una persona importante per la storia delle tecnologie informatiche e questo ha influenzato la mia scelta. E' importante che questa critica sia sulle reti, su uno strumento dalle grandi potenzialità, diventando così un mezzo di cooperazione, di comunicazione, a disposizione di altri che possono usufruire gratuitamente di materiale in una forma non necessariamente coperta da "copyright". Credo che la critica al "copyright", la scelta di uno "sheetright", piuttosto che di un "copyright", debba , o possa, almeno uscire dalle riviste "underground" piuttosto che da certi circuiti politici e trovare almeno alcuni spazi, anche in altri tipi di produzione, tra cui, per esempio, la ricerca accademica.

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Domanda 2
Quali sono i problemi che pone un'edizione critica realizzata su Web? Sembra che da un lato ci sia uno strumento potente, quello ipertestuale, dall'altro appaiono anche dei limiti nella possibilità, nella necessità di dover utilizzare una serie di marcatori particolari. Come hai lavorato per l'edizione critica, per le varianti?

Risposta
Il problema del testo è il suo doppio apparato di varianti: un apparato di varianti testuali in senso stretto e un apparato invece di note di tipo tradizionale. Ovviamente il problema è quello di riuscire a rappresentare i rimandi dal testo, che proprio per il vantaggio e la struttura ipertestuale si può presentare libero dalle note innanzi tutto, e poi, possibilmente, di riuscire a costruire una struttura di rimandi interni nell'apparato di note, in modo da costruire effettivamente uno spazio di informazione ipertestuale intorno al testo di cui si fa l'edizione. Ho voluto aggiungere per i lettori, in via sperimentale, la possibilità di una pagina di uso generale, richiamata da tutte le altre pagine dell'edizione, insieme ad una pagina di cronologia leibniziana, in modo da inserire delle critiche o delle osservazioni, oppure di proporre elementi della vita di Leibniz, che i lettori, verosimilmente studiosi leibniziani, riterranno importanti, da aggiungere alla cronologia proposta; non c'è nessuna idea sul fatto che questo possa avere una reazione positiva o un riscontro da parte dei fruitori. L'edizione critica è ospitata dal "server" della "znort" di Torino, "www.znort.it".

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Domanda 3
Sempre su Leibniz hai iniziato un progetto che sembra piuttosto interessante per le possibilità collaborative che implica, vale a dire quello dell'"Online Lebniz Dictionary", cioè un "Dizionario leibniziano in linea". Puoi dirci un po' come si sviluppa questo progetto?

Risposta
Il progetto parte dall'idea che, oltre a strumenti come concordanze, indici e così via, che danno una certa quantità di materiale bruto per l'analisi di testi, possa essere utile un lessico razionale, organizzato, in cui ci sia un apparato di conoscenza associato all'apparato tecnologico. Una cosa di questo genere è molto difficile da fare perché il "corpus" leibniziano è enorme ed avendo l'idea di doverla portare a termine, da parte di un gruppo ristretto, senza il possibile apporto di interventi sul testo, così come può essere proposto, ma con l'idea che debba essere perfetta prima di stamparla. L'idea che si possa fare "online" e che si possano mettere a disposizione, via via, dei materiali di lavoro su un dizionario di questo tipo, a cui tutti gli studiosi che si occupano di queste cose possano avere accesso, a cui tutti possano contribuire, scrivendo delle voci o mettendo a disposizione del materiale per nuove voci, o proprio scrivendole direttamente nel formato che viene utilizzato che è l"HTML" e soprattutto intervenendo e dando valutazioni o miglioramenti rispetto al materiale che viene prodotto via via.

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Domanda 4
Prima hai parlato del concetto di "sheetright". Puoi spiegarlo?

Risposta
Il concetto di "sheetright" uno se lo può immaginare prendendo il simbolino del "copyright", mettendo al posto della 'c' una 's', con l'idea che apporre una qualifica di questo genere alla propria produzione, invece di restringere l'uso da parte di altri serva per consentirlo. L'idea dello "sheetright" è che si possa usare il materiale messo a disposizione, purché venga citata la fonte, ma soprattutto purché non si impedisca poi ad altri di fare uso del nuovo materiale. Finché si resta in un circuito aperto c'è la possibilità di condividere il materiale che si produce e rifiutare la dinamica del "copyright", Un altro modo per distribuire questo genere di materiale, metodo in parte usato per il progetto del dizionario, è usare, invece di un "server-Web", un "server-gopher", che permette di distribuire file di tipo testo, piuttosto che immagini, file binarie, e così via, con un sistema di "menu" riferibili a dei file o a degli altri "menu" o al limite ai "menu" di altri "server-gopher". E' una struttura informatica che è stata definita prima che venisse proposto il Web e che per un certo periodo ha funzionato davvero egregiamente per la distribuzione materiale in rete, proprio perché, potendosi richiamare i "server" l'uno con l'altro, si costituisce uno spazio, che veniva in genere chiamato "gopher's-space", "spazio dei gopher", in qualche modo navigabile, e che quindi consentiva di percorrere le risorse di rete, non necessariamente conoscendo in partenza il punto a cui si doveva arrivare.

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