Digital library (interview) RAI Educational

Paolo Nuti

Roma, 30/01/96

"The Internet in Italy"

SUMMARY:

  • The Internet-provider MC-Link was born in 1986 as an experimental electronic magazine. In 1992 it was connected to the Internet to offer electronic mail and file transfer and since 1994, MC-Link subscribers have been able to net-surf on the Web, as well as read their magazine (1).
  • While Italians pay more than Americans to access the Internet, the servers earn less, because on the one hand telephone tariffs are higher and on the other data telephone lines cost approximately ten times more in Europe than in the United States (2).
  • In the near future we will probably see many Italian access-providers disappear because the number of subscribers, although growing rapidly, is still very limited. Another danger is that the national telephone company decides to become an access-provider, creating serious competition for the private operators (3).
  • If the problem of hackers is to be controlled, it is essential that those who provide services have the technical expertise to take the necessary precautions. In addition it is necessary to be able to identify who accesses a network since the possibility of anonymity renders the law forbidding unauthorised use of a computer ineffective (4).
  • Until now the responsibility for a crime committed on a network rests with the service provider. However, national legislation should recognise that an international conference is not the responsibility of the provider who gives access to it in a particular country (5).
  • The development of networks in Italy is far behind countries such as the USA or France due to the tariff structure arising from the 1979 telecommunications plan (6).
  • There is room for both large and small companies on the Net. However, large multinationals can obviously integrate different media, creating an extremely powerful global effect (7).
  • The Internet can be extremely useful for distributing music which falls outside the sphere of the multinationals. This is already beginning to happen (8).
  • Digital money is problematic not only because of the risk of theft, but also due to the problem of anonymity. A totally anonymous digital currency, while having the advantage of privacy, would create the risk that large sums of money could be moved, perhaps linked to criminal activity, in a way that would be impossible through the conventional banking system (9).

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INTERVIEW:

Domanda 1
Come nasce MC-Link?

Risposta
MC-Link è nato nel 1986 come sperimentazione di una rivista telematica, nella convinzione che il video telematico si sarebbe evoluto come vero e proprio medium a fianco degli altri media tradizionali. Mi spiego. Tutti conosciamo i mass-media come i quotidiani e la televisione, che si rivolgono a milioni di lettori o a milioni di spettatori. Poi ci sono i media specializzati, che si rivolgono a decine o centinaia di migliaia di lettori. Infine ci sono i media ultraspecializzati, che si rivolgono a piccolissimi gruppi, dal bollettino di un'associazione di architetti a quello parrocchiale. Ecco, il video telematico consente contemporaneamente di rivolgersi a milioni di persone, come ben sapete, attraverso Internet, oppure solo a poche decine di persone, o anche ad una sola persona e allora si chiama posta elettronica. Dunque, a partire dal 1986, per quattro anni, in forma gratuita, noi abbiamo cercato di capire come il medium potesse influenzare la comunicazione tra soggetti. Al termine di questa fase, nel 1990, MC-Link è stato messo in vendita come rivista telematica, e nel '92 è stato interconnesso ad Internet per dare posta elettronica e trasferimento di file con altri sistemi collegati alle reti. Dal '94, infine, gli abbonati ad MC-Link oltre a leggere la loro rivista telematica possono anche fare "net-surfing" sulle pagine Web di tutta Internet.

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Domanda 2
Qual è la sua opinione in materia di tariffe?

Risposta
Il problema dei costi della telematica è veramente spinoso. Dobbiamo spezzarlo in due parti. Una cosa è il costo della telefonata che l'abbonato a un servizio telematico deve sostenere per connettersi e un altra è il costo che chi produce la rivista o il servizio sostiene per poter diffondere questo servizio. Bene, la situazione è diametralmente opposta a seconda che la si veda da una parte o dall'altra dell'Atlantico. Negli Stati Uniti il pubblico può scegliere di pagare le telefonate urbane a costo forfetario. E' una bolletta un po' cara, diciamo di 40-45 dollari al mese, ma forfetaria. In Europa, viceversa, tutte le società telefoniche fanno pagare a tempo i loro scatti. Quindi chi si connette a un servizio telematico in Europa è già penalizzato dal costo della telefonata. D'altro canto in Europa le linee telefoniche dedicate alla trasmissione dati hanno costi mediamente di dieci volte superiori a quelle degli Stati Uniti. Si viene così a creare una strana situazione: coloro i quali forniscono in Europa servizi o comunicazione telematica hanno costi di base dieci volte maggiori dei loro colleghi statunitensi e vendono questi servizi a forfait ad abbonati che pagano le compagnie telefoniche a tempo. Alla fine l'utente telematico italiano paga più di un utente telematico statunitense ed il provider italiano guadagna meno di quello americano. E questa è una situazione assolutamente distorta, perché la competizione sul mercato di Internet è una competizione globale, mondiale. Non c'è nessuna differenza tra una pagina pubblicata in Italia e una pagina pubblicata negli Stati Uniti.

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Domanda 3
Che cosa prevede per il futuro del mercato dei provider?

Risposta
Credo che ci sarà un grosso scossone. Attualmente a fianco di 18 Internet-provider, riuniti nell'Associazione Italiana degli Internet Provider, possiamo calcolare che ci siano dai quattro ai cinquecento access-provider locali. Il numero di persone che acquista abbonamenti è purtroppo molto ridotto. A nostro avviso, in questo momento, in Italia, hanno acquistato un accesso su rete commutata non oltre le 50 mila persone. Possiamo attenderci un raddoppio, probabilmente una triplicazione di questo numero, nell'arco dei prossimi dodici mesi. Ma è ancora troppo poco perché 500 operatori commerciali possano avere un vantaggio dalla vendita degli abbonamenti se non indirettamente - per esempio un computer shop non vende abbonamenti o non dovrebbe vendere abbonamenti con l'idea di guadagnare, ma dovrebbe vendere abbonamenti perché collaterali alla vendita del computer o del modem o dei servizi che l'acquisto di un abbonamento rende poi necessari localmente. Quindi è probabile che nei prossimi dodici mesi assisteremo a una fuga di una parte degli attuali access-provider. La situazione, da questo punto di vista, si stabilizzerà. Ma ci sono altre variabili. Per esempio la concessionaria telefonica nazionale potrebbe decidere di diventare lei stessa una access-provider. E' poco probabile, perché è già un ottimo affare vendere gli scatti, non c'è bisogno di andarsi a complicare la vita, però sono già in fase di sperimentazione nuovi servizi di vendita di accessi aziendali, i quali competono con i servizi forniti dai privati, pur non essendoci nell'ambito dei bilanci della concessionaria una chiara distinzione tra quelli che sono i costi dell'uno e dell'altro servizio. Questa è una situazione che dovrà essere dipanata al più presto per arrivare a un qualcosa che assomigli a quella che è la situazione della telefonia mobile, il cui servizio è stato scorporato per consentire poi ai privati di competere su basi paritarie con la concessionaria pubblica.

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Domanda 4
Parliamo del problema della sicurezza in rete.

Risposta
Il problema della sicurezza in rete va visto sotto più aspetti. Innanzi tutto possiamo valutare i problemi di "hacking". Tutti sappiamo che, ogni tanto, qualche sistema viene "hackerato", cioè qualche visitatore non gradito entra all'interno del sistema, magari produce dei danni o semplicemente dà un'occhiata. Bene, che cosa si può fare per evitare che questo accada?. Da una parte, certamente, è indispensabile che coloro i quali forniscono servizi connessi alla rete abbiano la cultura tecnica necessaria per prendere tutte le precauzioni per sbarrare le porte: la stalla va chiusa prima che i buoi scappino. Dall'altra, però, bisognerebbe poter identificare chi accede alla rete. Oggi come oggi, accedere a un computer senza averne l'autorizzazione è illegale, ciò non di meno, se si lascia spazio all'anonimato è ovvio che la legge rimanga inoperante. Quindi occorre poter essere riconosciuti. Poter essere riconosciuti, tra l'altro, significa allertare le persone non solo nei confronti di atti di "hacking", ma anche rispetto alla responsabilità civile e penale che ci si assume nel momento in cui si passa dal comunicare con una singola persona all'esprimere il proprio pensiero in pubblico, in un gruppo di persone. Questa è in tutto e per tutto qualcosa di affine alla stampa. Allora, se per la stampa c'è una legge molto precisa, che impone un direttore responsabile, la responsabilità dei giornalisti, la responsabilità del giornale nel pubblicare le opinioni dei lettori, perché il mezzo telematico ne deve essere esente? Non voglio dire con questo che dobbiamo regolamentare il mezzo telematico esattamente come è stata regolamentata la stampa, ma certamente non si può pensare, come molti fanno, che non ci debba essere alcun tipo di regolamentazione.

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Domanda 5
Come si può fare per identificare un'autorità competente, in caso di violazioni in rete?

Risposta
Il problema è di difficile soluzione. Non c'è un orientamento internazionale chiarissimo, in questo senso. Finora c'è solo una responsabilità locale nella diffusione di informazioni. Speriamo che i legislatori dei singoli paesi accettino il principio che una conferenza internazionale non è sotto la responsabilità di chi la distribuisce, di chi la rilancia in quel paese - così come il distributore di un giornale pubblicato negli Stati Uniti non è responsabile per quello che viene scritto sul giornale pubblicato negli Stati Uniti - ma di chi ha scritto una certa cosa. La responsabilità, a mio avviso, dovrebbe ricadere su colui che preme i tasti, e così esprime concetti o genera azioni. Cioè, premendo gli stessi tasti io posso scrivere un libro molto bello, posso diffamare un terzo, posso azionare un braccio robotico, posso eseguire un intervento chirurgico. E' chiarissimo per tutti che premendo quei tasti mi sto assumendo delle responsabilità. Ecco, questo è il principio che dovrebbe essere accolto.

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Domanda 6
Parliamo ora dei problemi dell'evoluzione telematica in Italia. Sono di natura legislativa, tecnologica o culturale?

Risposta
Io credo che il problema debba essere fatto risalire al piano delle telecomunicazioni del 1979, al libro bianco. In quel piano si ipotizzò che i servizi telematici per i privati dovessero essere svolti attraverso un contenitore generale detto "Videotel", mentre quelli per l'utenza "affari" dovessero essere svolti attraverso la rete "Itapack". Questi servizi, però, sono partiti con molto ritardo, nella prima metà degli anni Ottanta, cioè in un momento in cui era ormai ben diffuso il personale computer. A quel punto offrire al pubblico un servizio con una schermata di "Videotel" a 500 caratteri, assolutamente alfanumerica, pseudografica, nel momento in cui ormai il personal computer viaggiava con schermata a 2000 caratteri ed era diventato grafico, ha comportato che "Videotel" apparisse un servizio vecchio, senza l'"appeal" che viceversa "Minitel" aveva avuto in Francia, dove, tra l'altro, erano state fatte tutta una serie di azioni, tipo la distribuzione gratuita dei terminali, che in Italia sono state fatte con molto ritardo. Contemporaneamente, la struttura tariffaria di "Itapack" era tale da impedire di fatto a qualunque operatore privato di proporre sul mercato un servizio telematico rivolto al pubblico. Se poi sommiamo a tutto ciò il fatto che fino a pochi anni fa chi deteneva un modem avrebbe dovuto pagare un'imposta governativa per "sede di utente telegrafico" - e il nome stesso dice quanto si fosse perso il contatto con l'evoluzione tecnologica - di 200 mila lire l'anno, abbiamo un quadro abbastanza chiaro per spiegarci l'enorme ritardo che abbiamo accumulato rispetto alla Francia e soprattutto rispetto agli Stati Uniti.

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Domanda 7
Quale spazio ci sarà per i piccoli nella rete?

Risposta
Io credo che l'evoluzione commerciale della rete porterà effettivamente a una coesistenza tra grandi e piccoli. L'utopia iniziale era che il piccolo negozio potesse comparire e avere la stessa presenza sulla rete della grande multinazionale. Questo è teoricamente vero. Nella pratica la grande multinazionale può integrare tra di loro diversi media e quindi ottenere un effetto globale estremamente più poderoso. Mi spiego meglio. Se io faccio una pagina Web per fare delle televendite di frutta, se sono un piccolo operatore indipendente, difficilmente in mezzo a un milione di pagine Web destinate alla vendita la mia pagina verrà notata. Se sono una multinazionale della frutta, invece, posso appoggiare questo canale di distribuzione con una pesante campagna pubblicitaria. Ed ecco qua che il più forte economicamente diventa il più forte sulla rete, fatta salva la possibilità per tutti di comunicare.

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Domanda 8
Internet e la musica. E' un connubio possibile?

Risposta
Internet consente ai singoli di comunicare attraverso la posta elettronica o le estensioni della posta elettronica, cioè la trasmissione di file. Quindi è possibile creare, con costi bassissimi, dei gruppi di lavoro, a distanza, per cooperare alla creazione generale di un'opera. Questo vale nel caso della musica, nel caso della scrittura di un libro o di una pagina pubblicitaria o anche nella preparazione di una sceneggiatura. Nel caso della musica però si possono fare anche delle altre cose. Il canale Internet può essere utilizzato per la distribuzione della musica. Tant'è che si sta creando uno strano fenomeno: molti gruppi musicali, assolutamente sconosciuti al grande pubblico e alla catena di distribuzione tradizionale gestita dalle multinazionali del disco, hanno conosciuto una popolarità imprevedibile, distribuendo le loro opere esclusivamente attraverso il canale Internet.

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Domanda 9
Arriveremo alla moneta elettronica?

Risposta
La moneta digitale su Internet in questo momento è oggetto di una serie di sperimentazioni molto avanzate. I problemi della sicurezza, in questo campo, però, non riguardano solo i rischi del furto digitale, ma anche la possibilità di utilizzare un mezzo anonimo quanto la carta moneta. Le leggi di molti paesi limitano l'uso del contante, proprio per evitare che sia un facile veicolo per attività criminali. In Italia, per esempio, c'è un limite alle operazioni bancarie in contanti di 20 milioni. Ora, introducendo l'equivalente digitale di una moneta totalmente anonima, se da un lato favoriamo la privacy - perché io posso anche acquistare, senza che nessuno ne sappia nulla, qualcosa che la morale comune considera poco dignitoso acquistare - d'altro canto rischiamo di facilitare grossi spostamenti di denaro, altrimenti irrealizzabili attraverso il sistema bancario. Invece, per ciò che riguarda i rischi di furto, si sta arrivando molto velocemente a trovare dei metodi di transazione elettronici abbastanza sicuri. Tanto per darvi un'idea, è di pochi giorni fa l'annuncio che la "Bank of America" nei prossimi mesi attiverà servizi di "on banking" via Internet. Insomma, si sta raggiungendo un discreto grado di sicurezza, comparabile a quello del mondo materiale.

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