Digital library (interview) RAI Educational

Ugo Moretto

Bologna, 03/04/98

"God is in everything, in computers, in the heavens: thus undoubtedly in cyberspace"

SUMMARY:

  • Pope John Paul II has no fear of television and knows he can use it to reach millions of people (1).
  • He is not afraid of appearing old, because he know that by offering himself to the lens as he is he can communicate what he has to say (2).
  • The Catholic Church is very interested in the Internet and has responded to it more quickly than with other media in the past (3).
  • The Church can use these new means in the name of the world's poor and help to create alternative sources of information and production (4).
  • The Vatican Internet site not only transmits all its document as soon as they have been read by the Pope, but will soon begin to transmit the Pope's voice in Real Audio recorded or live from Vatican Radio (5).
  • When Desmond Morris wanted to illustrate the use of gestures in human beings, he chose five photographs of Pope John Paul II (6).
  • The Pope used to be an actor, and therefore knows how to communicate with entertainers and he often finds they are searching for the truth, for authenticity (7).
  • The new digital technologies offer as yet unexplored possibilities and a change of mentality, anthropology and spirituality. In front of a black screen one is front of mystery, of infinite possibilities (8).
  • This mystery leads some to millennial fears and depression (9).
  • The Internet can lead to isolation, but it can also be an important instrument for creating relationships in the real world (10).
  • Means of communication can also be used to promote sects but true evangelism is always dialogue and openness (11).
  • There is spirituality in all manifestations of reality, and if we are open and calm in front of new technologies, we will find spirituality even there (12).
  • God is everywhere, and, thus, must also be in cyberspace (13).

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INTERVIEW:

Domanda 1
Papa Giovanni Paolo II come si pone nei confronti di un mezzo di comunicazione potente come quello della televisione?

Risposta
Papa Giovanni Paolo II si offre alla televisione, non ha paura del mezzo televisivo e sa che può parlare a tantissime persone attraverso di essa. Sa che può farlo senza fingere, essendo se stesso e usando tutto di se stesso, non soltanto le parole ma anche i movimenti del volto, i movimenti delle mani, il gesto e i momenti di silenzio; sa comunicare anche quando sta fermo, quando fa le pause all'interno dei suoi discorsi. Giovanni Paolo II ha capito che con il mezzo televisivo ci si rapporta a 360 e sapendo che se si bara, lo schermo televisivo ti scopre.

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Domanda 2
E non ha paura, fra l'altro, di mostrarsi nelle sue incertezze, nelle sue debolezze.

Risposta
No, non ha paura. Anche adesso che è anziano, che è evidentemente ammalato, che non ha più le energie di quando era giovane, non ha paura di offrirsi all'obbiettivo della telecamera anche con i suoi movimenti un poco impacciati, con le sue paralisi, con i suoi tremolii, perché sa che offrendosi in autenticità all'obiettivo della telecamera si può comunicare quanto di meglio si ha da dire, così come si è.

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Domanda 3
Come si rapporta la Chiesa con un mezzo nuovo quale è Internet?

Risposta
La chiesa può mostrarsi curiosa rispetto ad Internet perché è un mezzo nuovo rispetto a quello televisivo. Internet è un mezzo sul quale però la Chiesa si è mossa immediatamente, forse più velocemente che su tutti quanti gli altri mezzi di comunicazione, ed è uno strumento che sente particolarmente congeniale. E' stato sufficiente aprire il sito Internet del Vaticano e oggi, a un anno di distanza, scopriamo che quel sito ha sei milioni e mezzo di contatti al mese. Tuttavia, sono ancora pochi, e con il potenziamento di questi giorni potrà accogliere ancora più richieste. Abbiamo già sperimentato, però, che non soltanto il Vaticano, non soltanto la Santa Sede, ma anche le Conferenze Episcopali, anche le parrocchie, anche i singoli cattolici si sono già messi a utilizzare Internet. si tratta di un cambiamento di prospettiva perché se i vecchi mezzi di comunicazione richiedevano tanti strumenti a livello centralizzato per potere essere utilizzati, questo metodo mette a disposizione di tutti la possibilità di entrare in rete, di essere creativi, anche ai più "poveri". Se uno ha fantasia, se uno ha creatività, entra in contatto con milioni di persone e questo cambia le cose, cambia i modi di comunicazione. A questo la Chiesa è attenta e preparata perché essa è composta non soltanto di un grosso centro come il Vaticano ma anche di tante parrocchie, di tanti campanili, di tante presenze sul territorio e per questo Internet è veramente un mezzo straordinario.

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Domanda 4
Non tutti possono accedere alle nuove tecnologie. Come affronta la Chiesa il problema dell'esclusione socio-culturale che l'introduzione delle tecnologie digitali pongono?

Risposta
La Chiesa si impegna ad agire rispetto a questo problema. Le grandi tecnologie vengono accentrate in monopoli o vengono accentrate nelle mani di pochi che, in realtà, possono disporre della fonte delle grandi tecnologie. La Chiesa fa esperienza tutti i giorni sul campo e anch'io, nel mio piccolo, nel Vaticano, verifico che la Chiesa ha una possibilità di usare queste tecnologie a nome dei poveri del mondo, anzi, di insegnare ai poveri del mondo ad usarle, a entrare nei linguaggi, a entrare negli strumenti, ad appropriarsene, a saperli usare, a creare delle fonti alternative di informazione, delle fonti alternative di produzione. La Chiesa ha saputo portare la radio e la televisione in Kenya, in Burundi, in Bolivia; ci sono missionari che in questo momento stanno cercando di portare la televisione sulle Ande o nel cuore dell'Africa. Attraverso Internet noi vediamo nascere la possibilità che chiunque possa accedere a questo mezzo.

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Domanda 5
Mi sembra che la nuova frontiera di Internet sia la possibilità, fra le altre cose, di trasmettere l'attività quotidiana della Santa Sede, quindi anche di Papa Giovanni Paolo II, in Real Audio e in Real Video.

Risposta
Certo. Non soltanto si possono trasmettere tutti i documenti appena vengono editati, appena vengono letti da Giovanni Paolo II, ma già dai prossimi giorni si comincerà a trasmettere in Real Audio la voce di Papa Giovanni Paolo II registrata o trasmessa in diretta da Radio Vaticana; in futuro, anche il Centro Televisivo Vaticano, che io dirigo, potrà trasmettere le immagini su Internet; e ciò vuol dire che in ogni parte della terra Giovanni Paolo II o l'attività della Santa Sede o l'attività della Chiesa si potrà vedere. C'è una domanda grossissima di informazione a questo proposito, c'è una domanda che viene da tutti i paesi del mondo, anche i non cattolici e quindi la Chiesa sta cercando di attrezzarsi per poter dare risposta a questa domanda.

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Domanda 6
Quale rapporto ha Papa Giovanni Paolo II con la gestualità, con l'aspetto corporeo della comunicazione?

Risposta
Papa Giovanni Paolo II ha un grande rapporto con il corpo, ha un grande rapporto con la gestualità. Desmond Morris, uno studioso della corporeità, del gesto, del movimento del corpo, ci ha raccontato quali sono i significati espressivi del corpo partendo da una scimmia. Quando ha voluto mostrare in un libro fotografico quali sono i modi di muoversi, i modi di atteggiarsi dell'essere umano, ha scelto ben cinque fotografie di Giovanni Paolo II: è il massimo rappresentante in questo libro fotografico dove compaiono anche Reagan e altri grandi comunicatori del nostro secolo. Giovanni Paolo II viene mostrato per come usa le mani, per come usa gli occhi, per come si inchina a baciare la terra; egli è uno, che come dice Desmond Morris, non teme di usare tutto quanto il proprio corpo per comunicare e ci può essere maestro anche da questo punto di vista.

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Domanda 7
Incontrando persone diverse e visitando luoghi di tutto il mondo, Papa Giovanni Paolo II sta esplorando nuove vie di comunicazione e di evangelizzazione?

Risposta
Papa Giovanni Paolo II ha incontrato Bob Dylan e non ha avuto paura di incontrarlo. In Italia e nel mondo è stato un grande evento. Papa Giovanni Paolo II ha fatto incontri di questo tipo un po' da tutte le parti; dove è stato invitato, ha volentieri dialogato con i cantanti, con le rockstar, con gli uomini dello spettacolo, lui stesso viene dal mondo del teatro, è stato un attore, per cui sa dialogare con queste persone e sa scoprire, dentro questi personaggi che tante volte c'erano sembrati lontani dalla fede, lontani dalla tradizione, lontani dall'ortodossia, quelle ricerche, quei fiumi carsici che sono sotterranei; questi fiumi ogni tanto emergono e mostrano come ogni ricerca autentica, se è tale, porta alla scoperta della verità e la verità non va mai disprezzata. Papa Giovanni Paolo II, che va in cerca della verità, la sa annusare, la sa incontrare, sa far incontro con ogni rivolo di verità che si trova nella storia; per questa ragione incontra gli uomini di spettacolo senza paura perché sa che ogni esperienza autentica porta alla verità.

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Domanda 8
Come si è trasformata la civiltà e, di conseguenza, la spiritualità del nostro secolo, passando dalle macchine meccaniche alle macchine elettroniche?

Risposta
Il nostro secolo è passato dall'uomo operaio, che lavora alla catena di montaggio, all'uomo cameraman, all'uomo cibernetico, all'uomo del computer. Non si tratta soltanto di un passaggio tecnologico, ma di un cambio di mentalità, un cambio di antropologia, e un cambio di spiritualità. L'uomo macchina aveva delle difficoltà con la religione, aveva delle difficoltà con lo spirito perché si confrontava con una macchina che considerava chiusa in se stessa. La macchina della catena di montaggio era uno strumento che poteva dare una quantità definita di prodotti che si conoscevano; invece, la telecamera o il computer ci mostrano delle macchine ancora più sofisticate, di fronte alle quali ritroviamo l'esperienza del mistero perché nemmeno l'inventore, nemmeno il costruttore di questa macchina sa che cosa si può fare con la telecamera, sa cosa si può fare con il computer. Quando uno si mette davanti allo schermo nero del computer si mette davanti al mistero, a una nuova possibilità, a una possibilità infinita, a una nuova possibilità di andare oltre a quel nulla, a quel nero e scoprire oltre quel nero il tutto che è ancora da scoprire.

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Domanda 9
Siamo a fine millennio: una riflessione sul timore millenaristico della fine del mondo, anche in relazione alle nuove tecnologie e alle paure che esse scatenano.

Risposta
Siamo anche a una fine di secolo, oltre che di millennio, e immancabilmente ci sono ancora dei presagi apocalittici, c'è gente che ha paura, che vede nero nel futuro, che vede la fine di un mondo, della religione, dell'etica, della morale; c'è gente che si perde nella confusione, ci sono giovani anche che vivono nella depressione perché non trovano il senso, non trovano il significato dell'esistenza e il nero dello schermo del computer o dello schermo televisivo può simboleggiare questo nulla. Tuttavia noi tutti sperimentiamo quotidianamente che se riusciamo ad accendere la televisione, se riusciamo ad accendere il computer troviamo, oltre quel nero, i colori, la fantasia, la creatività, il tutto. Credo che il terzo millennio ci offra questa sfida, la sfida di accendere il video e di andare a scoprire, oltre il nero, il senso di una totalità.

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Domanda 10
Molti sostengono che in realtà Internet sia un luogo dove ci si può perdere, o anche isolare. Cosa pensa in proposito?

Risposta
Sì, è vero: Internet può essere un modo per isolarsi, per vivere con se stessi, può essere un modo per vivere soltanto con la macchina e questo è un cattivo modo di vivere. Non possiamo accontentarci di un vivere virtuale, dobbiamo trovare la possibilità di vivere nel reale. Internet diventa importante, straordinario se ci consente di entrare in relazione con altre persone, con altre persone in carne ed ossa. Certo, dobbiamo superare l'ostacolo tecnologico; i giovani si trovano spesso di fronte questa sfida: come fare attraverso la tecnologia ad incontrare persone e non numeri, a incontrare la gente e non soltanto i bit dell'elettronica? Dobbiamo riuscire a vincere questa sfida. E' chiaro che abbiamo a disposizione una enorme possibilità, e come tutte le possibilità che si offrono all'uomo, anche Internet non è esente da pericoli; contiene il rischio di andare a finire in un fosso, di andare a finire in mare, di perdersi nei meandri della pornografia o di perdersi nei meandri dell'isolamento personale; se si superano questi ostacoli si possono trovare delle forme nuove di relazione, le forme comunicative che saranno tutte da inventare nel terzo millennio.

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Domanda 11
Cosa pensa dell'uso settario dei mezzi di comunicazione e quindi di Internet?

Risposta
A volte è successo che le 'sette' si sono appropriate di questi strumenti, hanno cominciato ad usarli ancora prima della Chiesa Cattolica, specialmente in America Latina e anche negli Stati Uniti. Di questo fenomeno abbiamo meno esperienza in Europa. Tuttavia, esiste un uso settario della televisione, della radio ed anche di Internet. Gesù ci mette in guardia dall'uso settario di qualsiasi strumento di evangelizzazione. Gesù, che conosceva anche le tecniche di comunicazione e le tecniche di evangelizzazione, ci invita, nel Vangelo, a distinguere l'evangelizzazione vera che è sempre dialogo, che è sempre apertura, che è sempre capacità di incontrare tutti gli uomini, dalla comunicazione settaria, che, viceversa, utilizza strumenti che di loro natura sono per tutti. Tuttavia, io credo che abbiamo oggi una cognizione abbastanza precisa di che cosa significhi usare il mezzo in maniera ghettizzante e di cosa significhi usarlo in maniera aperta, dialogica, ecumenica, aperta al mondo.

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Domanda 12
Il Cyberspazio per sua natura è un'entità più che un luogo. Esiste una spiritualità del cyberspazio?

Risposta
C'è una spiritualità in tutte le cose, bisogna saperla vedere, bisogna saperla leggere. La Kodak ieri mi ha fatto una richiesta per utilizzare trenta secondi di una immagine di Papa Giovanni Paolo II e le persone con cui ho parlato mi hanno detto: "vogliamo trasformare questa immagine in modo tridimensionale, per scoprire la spiritualità dell'oggetto". Oggi i tecnici, i tecnocrati, a volte vengono spinti a usare espressioni come questa: "la spiritualità dell'oggetto". Di fronte a esperienze come quella del cyberspazio non è facile cogliere dove si trova la spiritualità vera. In tutte le manifestazioni della vita possono emergere religiosità deviate; l'idolo è sempre a portata di mano, l'idolo è il non-dio, gli uomini facilmente si fanno attrarre dall'idolo: si facevano attrarre all'epoca di Mosé. Ogni cosa nuova può diventare un idolo. Se, però, noi guardiamo il nuovo con "simpatia", possiamo purificarlo, e andare a trovare la spiritualità vera, trovare il Dio vero dentro all'oggetto.

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Domanda 13
Possiamo dire quindi che Dio è anche nel computer e nel ciberspazio?

Risposta
Dio è in tutte le cose, sicuramente nel computer e nei cieli, quindi, sicuramente nel cyberspazio, per definizione, da sempre.

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