INTERVIEW:
Domanda 1
Per il restauro Colonna "Impresa per le arti", la società che ha progettato e
realizzato interamente il recupero di dieci importanti opere della Galleria Colonna di
Roma e di cui lei è il direttore artistico, ha deciso di pubblicare, oltre ad un libro e
ad una videocassetta, anche un CD ROM. Perché? Quali sono i vantaggi che offre l'editoria
multimediale rispetto ai sistemi tradizionali?
Risposta
E' solo dopo il restauro che abbiamo deciso di fare un CD ROM. In realtà, eravamo partiti
con l'idea di un normale catalogo, nel quale però avremmo cercato di dare molto spazio
alla documentazione tecnica, dato che per i restauri, si sa, c'è sempre un problema
relativo a questo aspetto. Cioè, ogni volta che i nostri restauratori reintervengono sul
patrimonio artistico nazionale, se questo ha subito dei restauri anche solo
trenta-quarant'anni fa, quindi in tempi piuttosto recenti, non sanno mai esattamente che
tipo di interventi sono stati compiuti. Il CD ROM è nato immediatamente dopo, ed è nato
da una felicissima intuizione di Gianluca Paladini, della "Romana Video
Riversamenti". Quali sono i vantaggi che offre l'editoria multimediale, rispetto ai
sistemi tradizionali? Nel CD ROM i vantaggi sono evidentemente legati
all'interdisciplinarietà, cioè al fatto che si possa, contemporaneamente, sullo stesso
supporto e in modo attivo, affrontare da tante diverse prospettive l'argomento trattato.
In pratica, nello stesso momento in cui noi analizziamo tecnicamente lo stato di
conservazione di una tela dei primi anni del Seicento, possiamo anche dare notizie sul
pittore, sui materiali adoperati, sul significato dell'opera della quale ci si sta
occupando, tutto questo cercando di costruire un percorso che sia facilmente fruibile.
Domanda 2
Cosa ha significato per lei lavorare con gli informatici?
Risposta
Trovo che sia una nuova professionalità molto particolare e di eccellente livello.
Certamente nessun autore potrà più credere di andare con i suoi testi o con il suo
materiale, o anche appunto con la sua scaletta di realizzazione editoriale, come quando ci
si recava nelle tipografie tradizionali. Queste sono persone che lavorano soprattutto
sull'intuito, non solo sulla conoscenza dei programmi. Tutto questo avviene con un
processo molto simile al processo creativo degli artisti digitali. E in realtà credo che
gli informatici per lo più si sentano degli artisti di queste tecnologie. E dunque è
molto affascinante e abbastanza complesso lavorare con queste persone - complesso perché
sempre, quando si ha a che fare con un artista, e dico questa parola senza enfasi, si ha
un problema di mediazione per riuscire a ottenere il risultato che poi si vuole.
Domanda 3
Può dirci come cambia lo studio dell'arte attraverso le nuove tecnologie? Esiste una
variazione qualitativa, oltre che quantitativa, nella possibilità offerta a un critico di
commentare un'opera?
Risposta
Direi che, in questo caso, la variazione quantitativa corrisponde alla variazione
qualitativa, nel senso che un critico può commentare un'opera o di indicare a degli
ascoltatori le possibilità di leggere un periodo della storia dell'arte attraverso la
sovrapposizione e la presenza contemporanea dei diversi aspetti di natura umana, di natura
tecnica, di natura teorica. Questo è un fatto nuovo. Attenzione: anche prima c'era la
possibilità di sviluppare delle letture in modo interdisciplinare. Ma ciò avveniva
all'interno dei supporti tradizionali. Invece con la multimedialità è il modo di
comunicare l'arte che cambia, anche se si deve lavorare ancora molto per individuare, per
usare un termine caro agli informatici, gli interfaccia necessari fra i diversi mondi che
concorrono, ovvero tra il mondo accademico, degli storici dell'arte, dei critici, e quello
dei "digitali".
Domanda 4
La riproducibilità dell'opera d'arte, di cui parlava nel '36 Benjamin, rispetto al cinema
o alla fotografia, sembra essere portata al massimo livello da Internet, che offre a
chiunque nel mondo, di visitare, virtualmente, le stanze di Raffaello e di conoscere le
case di Gaudì. Ci troviamo di fronte al capitolo finale per quanto riguarda la perdita
dell'aura, della sacralità dell'opera d'arte unica e irripetibile?
Risposta
Perché? No, direi piuttosto il contrario. Direi che nel momento in cui saranno
organizzate delle tali banche dati, per cui ciascuno, attraverso Internet, sulla sua
scrivania e col suo computer, potrà costruire il suo museo preferenziale, i suoi autori
di riferimento, e avere lì le immagini da frequentare - e da frequentare in un modo nuovo
e diverso rispetto ad avere tante cartoline e tante fotografie, perché potrà aprirle,
entrarci dentro, ingrandirle, insomma guardarle da tanti diversi punti di vista - questo
farà del bene all'arte, alla storia dell'arte, non del male. Anche qui ho l'impressione
che ci sia un po' un accavallamento fra la possibilità di espressione propria, autonoma,
che hanno gli artisti digitali con questi strumenti e invece il problema della
comunicazione dell'arte.
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