INTERVIEW:
Domanda 1
Quali sono dal vostro punto di vista le prospettive del telelavoro, in particolare in
Italia?
Risposta
Riteniamo che il telelavoro costituisca un elemento fondamentale di un progetto-paese, in
quanto lo sviluppo del telelavoro può contribuire nel nostro paese a risolvere un insieme
di problemi, comuni a quelli di altri grandi paesi avanzati, quali la congestione del
traffico, con la riduzione del tasso di inquinamento, il risparmio energetico, ma anche
alcuni problemi specifici del nostro paese, come la necessità di un incontro tra domanda
ed offerta di lavoro - mi riferisco alla tematica Nord-Sud, oggi in essere - attraverso
una riduzione della delocalizzazione - brutta parola - dei lavoratori, cioè consentendo
ai lavoratori di rimanere nel proprio luogo di origine, operando per conto di
organizzazioni situate in zone più ricche del paese.
Domanda 2
Ci sono dei progetti particolari nell'ambito della teledidattica?
Risposta
Anche in questo ambito STET è presente con un insieme di iniziative che stiamo
sviluppando d'intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione. Sta per essere lanciata
un'iniziativa per lo sviluppo del multimediale nelle scuole italiane, attraverso un
progetto pilota, che riguarderà 140 scuole italiane e sarà teso alla alfabetizzazione
sul multimediale dei nostri ragazzi. Vi sono altre iniziative nel campo della
teledidattica. Vi sono addirittura società orientate alla teledidattica nella nostra
costellazione di imprese, come Trainet, società di Telecom Italia. Vi è una storica
presenza di Finsiel nello sviluppo dei sistemi informativi nel mondo della pubblica
istruzione.
Domanda 3
Può dirci qualcosa sui progetti sul telelavoro, ai quali sta collaborando in questo
momento la STET?
Risposta
La STET ha impostato un grande progetto integrato sul telelavoro, che parte dalle
esperienze che svariate aziende del nostro gruppo hanno sviluppato al loro interno - mi
riferisco alle esperienze quali quelle di Telecom Italia - sulla remotizzazione di alcune
attività lavorative, le esperienze di ITALTEL fatte nell'ambito di programmi della
Comunità economica Europea, quelle di Saritel e Finsiel. Ma la caratteristica che da
alcuni mesi determina l'azione di STET è quella di integrare queste esperienze con quelle
che hanno sviluppato degli altri grandi attori, in paesi più avanzati del nostro,
progetti di eccellenza in questo ambito. E STET non dimentica che il telelavoro è innanzi
tutto un progetto di riorganizzazione con vaste componenti, sociologiche, culturali e
normative. Il fattore tecnologico è quello che ci preoccupa meno, perché le tecnologie
sono chiaramente mature per il telelavoro, perché nel nostro ambito vi è una adeguata
presenza di competenze tecnologiche. Sul fatto sociale, organizzativo e culturale ci
stiamo impegnando, vorremmo sviluppare un'offerta completa per il nostro mercato sul
telelavoro.
Domanda 4
Abbiamo parlato di telelavoro, di teledidattica, si va verso una situazione di
connettività globale o almeno di connettività diffusa. Che altri progetti avete in
quest'ambito? Ci saranno anche progetti che riguardano, per esempio, l'ambito ricreativo?
Risposta
In effetti siamo presenti, da circa un anno, con un altro progetto strategico in
quest'area, del nostro gruppo, che chiamiamo "Progetto riguardante i servizi al
cittadino e alle imprese". Riteniamo che le nuove tecnologie di rete e le nuove
tecnologie informatiche consentano di migliorare la qualità e l'efficacia dei rapporti
tra i cittadini, le imprese e la pubblica amministrazione in senso lato. Abbiamo quindi
sviluppato una serie di accordi con le grandi città italiane - e mi riferisco a Roma,
Milano, Napoli, Torino e Bologna - con le quali stiamo sviluppando insieme iniziative per
facilitare la vita ai cittadini e alle imprese nel loro rapporto con la pubblica
amministrazione. Siamo, poi, presenti nell'area dei servizi finanziari, cioè tutte le
forme di telepagamento: borsellino elettronico, che vanno verso il home banking, e stiamo
impostando iniziative nel settore del commercio elettronico e della televendita. Per
quanto riguarda laspetto creativo esiste Stream ed esiste la sperimentazione in atto
a cura di Stream su video "on demand", che costituisce uno dei sistemi di
supporto prevalenti allo sviluppo del multimediale nel nostro paese.
Domanda 5
Quindi telelavoro e TV interattivo sono strettamente collegati?
Risposta
Sì, io personalmente ritengo che TV interattiva - in termini di video on demand - possa
essere una componente dell'offerta per lo sviluppo del multimediale, ma non possa essere
l'onda portante unica. Sono convinto che il telelavoro, vissuto in un'ottica, che consenta
a chi sta a casa di operare con lo stesso livello di integrazione e di comunicazione di
quello che potrebbe fare in ufficio, sia, a livello strategico, più importante
addirittura del video on demand, perché stimola l'impiego della videocomunicazione, della
teleconferenza e via di seguito. La richiesta dintrattenimento, partita prima negli
Stati Uniti, poi in Europa, può esser risolta con forme quasi analoghe a quelle del video
on demand, mentre invece, quando parliamo di telelavoro, parliamo di cose che o non si
fanno o, se si fanno, si fanno impiegando le nuove tecnologie di comunicazione e le nuove
tecnologie informatiche, e quindi su quelle stiamo fortemente puntando da un anno a questa
parte.
Domanda 6
Che influenza avrà il telelavoro sul concetto di gerarchia?
Risposta
Jack Nilles, che avete intervistato prima, è venuto ieri da noi, - è uno dei guru del
telelavoro - e accennava al fatto prevedibile che i primi avversari del telelavoro sono i
capiufficio. Però non vediamo solo laspetto negativo, vediamo quello positivo. Come
un giorno, lo stare a casa era di destra, adesso con Internet lo stare a casa non è più
di destra, perché si sta in piazza anche stando a casa. Anche da questo punto di vista il
discorso è analogo. Vediamo le nuove tecnologie come uno strumento di maggiore autonomia
e di maggiore decentramento, orizzontalizzazione della struttura e dell'organizzazione
delle aziende. Se noi parliamo di occupazione, non è che dobbiamo tutelare l'occupazione
dei capiufficio, nel senso tradizionale del termine, di quelli, il cui valore aggiunto è
tenere sotto controllo alcune stanze con alcuni dipendenti. Meglio abbattere quel tipo di
occupazione.
Domanda 7
La paura opposta è che questo tipo di lavoro richieda troppa attività da parte di un
pubblico che preferisce essere passivo, una cosa che si è detta anche per la televisione
on demand. Cè questo rischio?
Risposta
Io penso che su questo tipo di tematiche noi tutti, anche le persone più giovani di me,
non siamo un campione significativo. Il campione significativo è fatto dai nostri figli,
da mio figlio e dai figli delle persone come me, che sono abituati dall'inizio
all'interattività attraverso il computer, sia pure attraverso il videogioco, che hanno
avuto a cinque anni di età. Stiamo assistendo a una svolta storica, perché la
generazione che oggi affronta il lavoro, vede le informatiche e le telecomunicazioni in un
modo in cui noi non siamo nelle condizioni di vederlo. Dobbiamo imparare da loro. I gruppi
di ascolto li fanno alle Scuole Elementari per inventare il futuro della società
dell'informazione e Bill Gates in fondo non è l'ultimo arrivato.
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