INTERVIEW:
Domanda 1
Roberto Masiero, Presidente europeo della IDC, è tra gli organizzatori del forum che si
è tenuto a Parigi. Quali sono le tendenze dominanti emerse quest'anno?
Risposta
A partire dal 1980 e fino alla prima parte degli anni Novanta, il motore che ha fatto
procedere maggiormente il mercato dell'informatica è stato il personal computer. Ma
certamente, per quanto riguarda le aziende, il ruolo di motore del mercato
dell'informatica che prima aveva svolto il PC, ora viene svolto da Internet, poiché
Internet mette a contatto l'azienda attraverso una rete immateriale con tutte quante le
altre aziende e il sistema delle aziende con i suoi clienti. Ciò significa creare, nel
corso dei prossimi cinque-dieci anni, un grande mercato unificato, un grande mercato
elettronico che rappresenterà una gigantesca prospettiva di ulteriore sviluppo economico,
che coniughi da una parte economia digitale e dall'altra la società dell'informazione.
Rimane il grandissimo mercato della casa, dove esiste una piccola penetrazione: in Italia
solo il 12% delle famiglie italiane posseggono un personal computer.
Domanda 2
E senza Internet non si parlerebbe di globalizzazione, quindi, di economia globale?
Risposta
La globalizzazione procede perché, al di fuori dell'informatica, comunque sia, vi sono
tendenze verso la rottura di monopoli secolari, a favore della trasparenza e dell'aumento
della competizione; aree di business che prima erano fortemente protette, come la finanza,
come le utilities, quindi le grandi aziende fornitrici di elettricità o di acqua o di
energia, vengono progressivamente privatizzate e si trovano a competere sul libero
mercato. Questa è una tendenza irrefrenabile, che coinvolge particolarmente il nostro
paese, dove le situazioni di economia protette sono molto più pesanti che negli altri
paesi europei. Il movimento di Internet supporta questo processo di globalizzazione, anche
se la particolare condizione dell'Europa, con i suoi vincoli interni, rende questo
processo di globalizzazione parallela delle economie e delle infrastrutture
informatico-telecomunicazionali, particolarmente complesso.
Domanda 3
Internet però sta creando nuove relazioni e un modo nuovo di organizzare il lavoro delle
imprese, che diventano sempre più virtuali. Può cambiare l'economia, in questa
prospettiva?
Risposta
L'economia cambia profondamente, perché, come Lei ha suggerito nella sua domanda, a
quella economia materiale che siamo abituati a sperimentare, si affianca un livello di
economia virtuale. Mi spiego: se io ho la possibilità di non recarmi in banca, o dagli
intermediari finanziari che uso regolarmente per comprare dei titoli o per comprare delle
assicurazioni, posso svolgere queste operazioni direttamente dal mio personal computer
collegato in rete; con l'uso della rete cade il vincolo della geografia. Un grande broker
come Scwabb ha costituito E-Scwabb (Electronic Scwabb), che dà la possibilità, dal
personal computer, di fare tutte le transazioni che si vogliono a Wall Street o su tutte
le borse di questo mondo, con un prezzo delle transazioni di uno o due ordini di grandezza
inferiori a quello che si pagherebbe usando la banca. Aggiungerei che cambiano,
sostanzialmente, le regole del marketing mix. Naturalmente, le regole canoniche sono
legate alle dimensioni del prodotto, del prezzo, del canale commerciale e delle modalità
di promozione, delle "communications". Ma in un'economia digitale, nella
dimensione virtuale basata su Internet, il prodotto è sostituito dall'immagine del
prodotto, e il prezzo si riduce moltissimo, perché si ha la possibilità di aprire un
mondo di concorrenza che non esisteva prima e di tagliare gli intermediari. Il canale
subisce un effetto di profonda disintermediazione accedendo direttamente al fornitore del
prodotto del servizio: pensiamo che effetto dirompente questo processo provocherà
all'interno di un'economia di bottega come quella del nostro paese. Infine, le
comunicazioni possono essere in tempo reale e online: ciò cambia sostanzialmente la
dimensione dell'attività delle communications.
Domanda 4
E poi si abbattono i costi di struttura, come nel caso di Amazon, una libreria senza mura.
Risposta
Certo, perché Internet dà la possibilità a ciascuno di focalizzarsi sul lavoro che sa
fare benissimo. Ci sono molti che sono capaci di costituire un nuovo intermediario, che
non è più fisico: non è più un libraio in persona, ma è qualcuno che interfaccia le
informazioni su milioni di libri tra l'offerta data da tutte le case editrici che rendono
disponibili tutte le informazioni relative agli abstract, ai prezzi, alle condizioni di
fornitura-, e la comunità mondiale dei possibili clienti. In questo modo Amazon svolge la
sua attività nell'area dei libri, diventando rapidamente, nel giro di un anno, la più
grande libreria del mondo.
Domanda 5
Dove sono i consumatori del commercio elettronico? Se solo il 12% degli italiani, per
esempio, ha un PC, ancora meno sono quelli connessi alla rete.
Risposta
Come raggiungere i consumatori: ci sono due colli di bottiglia. Il primo consiste nella
diffusione di nuove unità che siano sostanzialmente meno costose e più semplici del
tradizionale personal computer. Si parla molto di network computer. Come ricorderà, è
stato lanciato due, tre anni fa da Larry Ellison a Parigi: il network computer è,
sostanzialmente, un piccolo computer ridotto all'essenziale, privato di tutte quelle parti
di memoria che lo rendono particolarmente costoso. Si tratta di un computer che dovrebbe
stare continuamente acceso e che trae tutta la sua intelligenza e i suoi contenuti
direttamente dalla rete; di conseguenza, pur costando molto meno del personal computer che
noi oggi conosciamo, ha una potenzialità assolutamente superiore, in quanto ha la
possibilità di avere accesso a tutte le fonti di informazione che sono distribuite dalla
rete a prescindere da dove esse si trovano.
Domanda 6
E la Web TV?
Risposta
Per quanto riguarda la Web TV: si tratta di un discorso intelligente, perché finora
Internet non ha sviluppato un modello di business che lo portasse ad essere ampiamente
diffuso; la possibilità di coniugare il modello di business della televisione con
Internet, viceversa, può essere un veicolo potente di trasmissione di informazioni. Si è
parlato molto di push-technologies a Parigi. Le push-technologies sono, sostanzialmente,
l'applicazione delle modalità di funzionamento del rapporto con l'utente e la
televisione; con le push-technologies, attraverso la TV resa più intelligente o il PC a
cui venga ampliata l'ampiezza di banda che lo collega alle fonti dell'informazione, è
possibile avere continuamente un flusso di informazioni, poiché il mezzo è stato
programmato precedentemente sulla base dei gusti personali, degli interessi personali
dell'utente.
Domanda 7
Questo problema dei gusti personali si lega con la diffusione del commercio elettronico,
perché sempre di più saremo "targhettati", identificati, schedati. E quindi i
nostri comportamenti saranno diffusi nella rete, e tutto ciò a discapito della privacy.
Non si verificherà una reazione di rifiuto, da parte degli utenti, di fare shopping su
Internet per la paura di essere troppo identificati nelle proprie abitudini?
Risposta
La questione della privacy è di grande importanza, e va pensata in modo approfondito. Noi
abbiamo una legge sulla privacy, ma essa è troppo penetrante, è una legge, per vasti
aspetti, assolutamente obsoleta. Negli Stati Uniti si è verificato che la stessa nozione
di privacy sta subendo una profonda revisione. Io credo che noi dovremmo rivedere questo
concetto, decidendo quali sono le istanze che veramente noi riteniamo vadano protette, ma
riducendole al minimo e proteggendole seriamente. Molti aspetti non sono più tutelabili o
difendibili in un contesto di grande trasparenza ed apertura come quella che la
rivoluzione digitale. Negli Stati Uniti si è verificato che esistono data base su
chiunque: è possibile ricostruire il profilo di qualsiasi consumatore in una maniera
molto dettagliata e sono possibili microsegmentazioni di marketing sulla base
dell'incrocio di questi data base, che sono fondamentali per lo sviluppo di una società
di servizi. Qual è la reazione dei consumatori? Non sono certo scandalizzati. In realtà,
la reazione più diffusa è quella di non cedere gratis l'accesso a queste informazioni,
ma di definire quali sono le condizioni di scambio per l'accesso a queste informazioni. Ne
consegue che le Compagnie aeree, o le Società che noleggiano automobili, richiedono di
poter tenere dei dettagliatissimi profili di consumo. E chiunque di noi che viaggia sulle
ruote transoceaniche prima o dopo riceve dall'American Air-Lines o da altri, dei
questionari di dieci pagine rispetto ai nostri modelli di consumo, ottenendo in cambio
degli sconti rispetto ai prezzi dei biglietti aerei, o altri gadget, o regali di vario
tipo. E si sta sviluppando un'economia importante di broker delle informazioni, in quanto
non si può vendere il proprio profilo di consumo sul mercato. Esistono quindi dei broker,
i quali acquistano queste informazioni e poi le rivendono alle aziende che vi sono
interessate. Io credo che questo sia un processo trasversale, assolutamente pervasivo, non
ci sono frontiere geografiche che possano contrapporsi a questo processo. Si dovrà, di
conseguenza, essere più seri e più realistici nel ripensare alla nozione di privacy e
nello sviluppare una legislazione che sia più focalizzata sugli aspetti chiave e che,
dall'altra parte, invece, tenga presente gli aspetti ineluttabili del progresso
tecnologico.
Domanda 8
Probabilmente non solo sulla privacy, ma anche sull'accesso generalizzato alle reti.
Risposta
Certo. Tutta la dimensione geografica, la tradizionale divisione geografica, è messa in
crisi da questo universo trasversale, da questo universo virtuale. Non trascuriamo però,
d'altra parte, il fatto che la dimensione geografica non muore facilmente. Rappresenta
tuttora un elemento di ostacolo fondamentale rispetto allo sviluppo sociale ed economico
ed al riposizionamento in termini di competitività globale del nostro continente. In
Europa una telefonata costa in media sei volte di più di quanto costa negli Stati Uniti,
considerando che la risorsa fondamentale in un'economia digitale coniugata alla società
dell'informazione è quella della banda, quindi della larghezza delle autostrade, della
comunicazione, che consentono di innervare questo sistema complessivo di comunicazione. E
se pensiamo che il prezzo della banda trasmissiva aumenta proporzionalmente, al livello di
regolazione dei sistemi politici, allora ci rendiamo conto che questo sistema di vecchi
monopoli che fa molta fatica a morire in Europa, rappresenta un ostacolo fondamentale
rispetto allo sviluppo di un'offerta di banda trasmissiva a basso prezzo. Essa alimenta la
competitività dei sistemi economico-politici nel periodo dell'economia dell'informazione!
Domanda 9
Possiamo analizzare quali sono le differenze nello sviluppo di Internet nei diversi paesi
europei?
Risposta
Prima, però, vorrei puntualizzare il gap fra l'Europa e gli Stati Uniti. Prima di
Internet parliamo di tecnologia dell'informazione, dove nel 1992 l'Europa contava per il
35% sul mercato mondiale, esattamente come gli Stati Uniti. Nel corso degli ultimi quattro
anni l'Europa è scesa al 27%, gli Stati Uniti sono saliti al 41,5%; i Paesi del bacino
del Pacifico, fondamentalmente l'Asia e Pacifico, sono aumentati dal 18% al 23%. E quindi
l'Europa sta drammaticamente perdendo il treno, proprio perché è profondamente
frammentata all'interno, è bloccata da un sistema di vincoli territoriali, geografici, di
vincoli di tipo regolamentario, al livello di costi e di inflessibilità delle
comunicazioni, così come di altri grandi sistemi della finanza. Si prevede che prima del
Duemila, se andiamo avanti di questo passo, l'Europa sarà sopravanzata significativamente
dai paesi dell'Asia e, quindi, la nostra competitività globale diminuirà sensibilmente.
Aggiungiamo però che l'Europa è una nozione abbastanza astratta, perché in realtà
l'Europa è un complesso di mercati superregionali, all'interno dei quali si distinguono
almeno tre grandi aree: un'area è quella dei paesi del Nord-Europa, la Scandinavia o del
Benelux, poi l'Inghilterra, che ha dei modelli di adozione delle nuove tecnologie
assolutamente all'avanguardia. Un'altra area è quella franco-tedesca, che è abbastanza
conservativa, e un'area ancora è quella del bacino del Mediterraneo, che ha un gap da tre
ai dieci anni, in termini di modelli di adozione delle tecnologie, rispetto agli Stati
Uniti. Il problema, riguarda l'area del bacino del Mediterraneo rispetto all'Europa.
Questo significa che il nostro paese rischia di trasformarsi rapidamente nel primo dei
grandi paesi del Terzo Mondo all'interno di questo sistema complessivo. Parlando poi di
Internet questa arretratezza viene pienamente riflessa dai modelli di consumo. E' chiaro
che con una percentuale di PC nelle famiglie soltanto del 12%, con una percentuale di
modem all'interno del PC ancora molto limitata e in mancanza di una immediata diffusione
di tutta la nuova famiglia di Internet-technologies a basso prezzo (che consenta di avere
degli elettrodomestici dell'informazione pienamente diffusa all'interno del sistema delle
famiglie), questo gap non può che peggiorare nei prossimi anni. Il tema di questo
Convegno è: Economia digitale e società dell'informazione. Siamo in una società dove il
principale asse su cui si regge l'economia è l'informazione, dove il 60% delle attività
possono essere ricondotte all'informazione. All'interno di questo contesto è chiaro che
tutto ciò che rallenta lo sviluppo dell'accesso all'informazione, rallenti anche il
potenziale sviluppo economico per il nostro paese e il resto del mondo.
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