INTERVIEW:
Domanda 1
L'IDC, la maggiore società internazionale di ricerca sui mercati dell'informatica, ha
organizzato a Parigi un forum dedicato alla "società dell'informazione": cosa
significa?
Risposta
Utilizziamo questo termine nell'accezione usata dal professor Negroponte; il quale
distingue, fondamentalmente, tra entità basate su atomi ed entità basate su bit. Una
società dell'informazione è centrata essenzialmente su entità immateriali e quindi sui
bit. Ci si arriva sostanzialmente attraverso quattro ondate, che brevemente sintetizzano
la rivoluzione dell'"information technology" dagli anni Sessanta ad oggi. Il
primo periodo è quello degli elaboratori centrali, dei mainframe, il cui paradigma di
riferimento sono le istituzioni e le organizzazioni. La seconda ondata è quella che è
caratterizzata dal personal computer, che è degli anni Ottanta; e il paradigma di
riferimento a questo punto diventano gli individui, sia gli individui all'interno delle
aziende, che progressivamente vengono collegati da ponti che sono le reti locali, sia gli
individui all'interno delle loro case, alla fine degli anni Ottanta. Il periodo attuale è
il periodo che è segnato dall'ascesa delle autostrade digitali, ovvero dalla connessione,
in un'unica infrastruttura a livello mondiale, di tutte quelle isole di cui abbiamo appena
parlato. Questa condizione attuale è appunto quella che consentirà il passaggio alla
quarta ondata, cioè al periodo della costruzione della vera e propria società
dell'informazione, caratterizzata dalla centralità di un contenuto completamente
digitalizzato e totalmente convergente.
Domanda 2
I leader dell'industria del computer e delle reti, presenti al forum, concordano su di un
unica visione della società dell'informazione o hanno idee diverse e si scontrano,
quindi, sulle possibili realizzazioni future?
Risposta
Direi che c'è una enorme divergenza. Sostanzialmente, si sono individuate, all'interno
del forum, due posizioni. Da una parte, e penso a Bill Gates, si sostiene la centralità
del personal computer e il suo ruolo fondamentale anche per il futuro - un personal
computer sempre più potente e intelligente, con capacità di prestazioni sempre più
elevate. Dall'altra, e penso a Larry Elliison, presidente della Oracle, si afferma
provocatoriamente che il PC è un oggetto ridicolo.
Domanda 3
Perché un oggetto ridicolo?
Risposta
Sarebbe un oggetto ridicolo, secondo Ellison, Perché diventa sempre più potente, più
potente di un mainframe di qualche anno fa, e quindi sempre più complesso da gestire,
perché per caricare un nuovo sistema operativo possono servire alcune ore e l'assistenza
da parte di personale specializzato, e quindi sempre più costoso. Quest'anno, per la
prima volta, dopo numerosi anni di erosione dei prezzi con la diffusione di modelli basati
sul Pentium, ci si attende un aumento dei prezzi medi del personal computer. In
definitiva, la posizione di Ellison banalizza il contenuto di questo elettrodomestico che
deve diventare il PC per concentrare sempre di più l'intelligenza sulla rete.
Domanda 4
In effetti quelli che dovevano essere degli strumenti semplici di connessione alle reti,
come i piccoli portatili, i personal digital assistent, o strumenti da viaggio, non hanno
avuto grande successo, hanno deluso le aspettative.
Risposta
E' vero. Comunque sia, il quesito non risolto che ci si pone nell'industria, e a cui fanno
riferimento queste due diverse posizioni, è il seguente: quale sarà l'unità di accesso
ai nuovi servizi a larga banda? In altri termini: portare intelligenza al televisore o
dotare di maggiore larghezza di banda il personal computer? La soluzione sarà data dal
mercato che avremo nei prossimi anni.
Domanda 5
Chi vince e chi perde sul mercato dell'alta tecnologia?
Risposta
Sarebbe troppo semplice e schematico dire vincono gli "hardwaristi" o i
"softwaristi" o i fornitori di servizi o le società di telecomunicazioni. In
realtà vince chi ha capito le nuove regole del gioco. Fino agli anni Ottanta, le società
del settore erano fortemente integrate in modo verticale, e cioè producevano tutto, dal
microprocessore al prodotto finale, e si occupavano anche dell'integrazione dei sistemi e
dei servizi. Questo non è più possibile. Nel corso degli anni Ottanta si è verificato
molto rapidamente un processo di disintegrazione e di sviluppo di segmenti diversificati,
per cui le regole del gioco sono diverse settore per settore. Fondamentalmente ci sono due
grandi settori. Da una parte la produzione di prodotti, hardware o software, in cui fa
premio l'economia di scala e in cui, chi è in grado di essere il primo sul mercato, il
numero uno, fa un sacco di soldi mentre tutti gli altri hanno notevoli difficoltà.
Dall'altra parte si sviluppa invece tutto un mercato di fornitura di soluzioni e di
servizi, che utilizzano i componenti e i prodotti del primo settore come dei pezzi appesi
all'interno di un sistema, ma dove il valore aggiunto reale consiste nella capacità di
soddisfare la soluzione del cliente, individuale al limite. Insomma in quest'area fanno
premio regole del gioco completamente diverse. L'IDC in tal senso è un buon esempio.
Domanda 6
Cosa fa l'IDC?
Risposta
L'IDC si occupa di integrazioni di sistemi e di esternalizzazione di servizi di
informatica, il che sostanzialmente significa gestire i centri dei clienti per loro conto,
rilevandone addirittura il personale e le strutture.
Domanda 7
Una banca, per esempio, cosa potrebbe dare in gestione all'IDC?
Risposta
Può accadere che la banca decida di focalizzarsi al massimo sul suo business tipico, che
è la gestione del denaro e delle informazioni relative alla valutazione del denaro e dia
completamente in gestione ad un fornitore esterno tutto il proprio centro di elaborazione
dati, la propria rete e tutti i servizi relativi ad un prezzo fisso e per un certo numero
di anni, garantendosi così un risparmio rispetto ai costi attualmente in vigore. E' per
questo che la formula dell'IDC sta ottenendo un così grande successo sul mercato.
Domanda 8
Parliamo delle reti, dello sviluppo che avranno in futuro. Internet e le autostrade
digitali finiranno per essere una stessa cosa, per sovrapporsi, o continueranno ad
evolversi come due modelli separati e forse concorrenziali?
Risposta
Le autostrade digitali, come abbiamo visto, sono la sostanza della terza ondata. Cioè,
rispondono all'esigenza di connettere questa giungla di unità di elaborazione distribuita
nell'ambiente. Quindi, fondamentalmente, sono delle strade o delle condutture idrauliche,
sono un elemento di infrastruttura fondamentale. Bene, il problema è: è possibile un
piano regolatore, per poi pianificare centralmente, e in modo coordinato e prevedibile, lo
sviluppo di questo sistema viario? Oppure il massimo che si può fare è prendere atto
dello sviluppo anarchico, a giungla, di una serie di ramificazioni e avvantaggiarsi delle
connessioni che si possono stabilire fra di loro? Si tratta, evidentemente, di due modelli
completamente diversi. Ovvero, bisogna chiedersi fino a che punto sia possibile ed
auspicabile una pianificazione di questo sistema, fino a che punto vadano definite delle
regole del gioco di base, che consentano di garantire le condizioni per lo sviluppo di un
sistema che sia il più efficace possibile per l'interesse complessivo, degli individui,
delle industrie e delle istituzioni.
Domanda 9
Gli americani, secondo il piano di Clinton e Gore, tendono a pianificare. In Europa cosa
succederà?
Risposta
Gli americani tendono a costituire un sistema di riferimento all'interno del quale sia poi
possibile uno sviluppo degli investimenti; l'Europa tende, fondamentalmente, a fare lo
stesso. Nel senso che tende a garantire le condizioni per cui sia possibile, attraverso
una progressiva liberalizzazione del sistema delle telecomunicazioni, la realizzazione di
una infrastruttura di base che tolga dal collo dell'Europa il cappio che oggi è
determinato dalla persistenza dei sistemi monopolistici all'interno dei principali sistemi
di telecomunicazioni. In Europa il costo medio delle telefono è di sei volte superiore a
quello degli Stati Uniti, e perciò l'intero sistema Europa rispetto agli Stati Uniti si
trova in una situazione di evidente e drammatico svantaggio competitivo.
Domanda 10
Quindi le alte tariffe telefoniche penalizzano anche la diffusione delle reti di
trasmissione dati in Europa?
Risposta
E' evidente che questo si pone come un limite allo sviluppo dei nuovi servizi
particolarmente pesante.
Domanda 11
Quali sono i servizi detti "on line" che si stanno preparando per la società
dell'informazione e che già rappresentano un mercato in crescita?
Risposta
Li possiamo dividere fondamentalmente in due categorie. Da una parte, i servizi che sono
orientati al testo, e fra questi potremmo citare l'home banking o il teleshopping o il
Minitel, che è un servizio che ha coinvolto nel corso degli anni, in Francia, milioni di
persone e che ha creato una intera cultura di base estremamente importante per la
diffusione dei servizi. Nasce una cultura dell'interattività che è fondamentale, al di
là della primitività oggi del mezzo tecnologico. Dall'altra parte, i servizi orientati
al video, che possono essere quello della video conferenza, quello del chiosco
multimediale, sostanzialmente tutti servizi che oggi caratterizzano la banca virtuale e
quella che sarà la televisione interattiva, che è un caso particolarmente interessante
perchè, a differenza di tutti gli altri servizi di cui ho parlato, non sono assolutamente
noti quali saranno, i modelli di reazione del cliente finale, quindi dell'utente
domestico, rispetto all'offerta. Cioè, non si sa per che cosa è disposto a pagare e
quanto è disposto a pagare. Questo spiega la diffusione di prototipi, di esperienze e di
esperimenti che è in corso nel mondo, e spiega anche il fallimento di molti di questi.
Domanda 12
Per concludere, parlando di società dell'informazione e di autostrade digitali,
DeBenedetti, proprio al Forum dell'IDC, ha indicato anche la possibilità di grandi rischi
e pericoli. Ma non intendeva pericoli per le industrie, intendeva pericoli per la gente,
quindi pericoli sociali. Quali sono?
Risposta
Lui parlava della possibilità, da parte di terroristi ad esempio, di utilizzare o
trasmettere dati in rete, oppure del problema della diffusione della pornografia su
Internet. Ma, secondo me, faceva riferimento anche ad altre cose più serie e più solide,
ad elementi di carattere strutturale. De Benedetti parlava dell'impatto rispetto al
sistema dell'occupazione, e citava il caso della SwissAir, che già da alcuni anni ha il
suo centro per le prenotazioni in India, quindi di trasferimento massiccio di lavoro a
paesi del terzo mondo dove il costo dello stesso è di decine di volte inferiore rispetto
ai nostri paesi. E faceva osservare che questo solleverà un problema di tipo sociale,
Perché mentre abbiamo, da una parte, una crescente immigrazione, quindi una tensione in
termini di richiesta di lavoro in Europa particolarmente pesante, dall'altra, il lavoro se
ne va verso i paesi del terzo mondo. Questo, evidentemente, ha bisogno di una risposta. Ed
un primo tipo di risposta è stato, ad esempio, fornito dalla ECL, che questa mattina ha
presentato il caso di Bristol, dove, con il supporto della Comunità Europea, ha
sviluppato un progetto per occupare personale giovanile disoccupato della zona formandolo
in senso cyberprofessional, e quindi sviluppando la capacità di questi giovani nel
fornire servizi di tipo diversificato, all'interno delle infrastrutture garantite dalle
autostrade digitali, che, almeno parzialmente, possano bilanciare questa perdita di lavoro
che, necessariamente, dobbiamo prepararci a subire.
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