INTERVIEW:
Domanda 1
Condivide la decisione di censurare alcuni siti in Internet?
Risposta
E una questione difficile, questa, da commentare. Certi siti, probabilmente,
dovrebbero essere censurati; però, in generale, ritengo che Internet debba essere libera,
libera come il telefono. Il telefono non ha nessuna censura, chiunque è libero di
utilizzare la struttura, e non si può entrare nel contenuto. Certamente Internet è un
mezzo un poco più complesso del telefono, tuttavia, io sono per la massima libertà
possibile, compatibile con il massimo degli interventi. Esistono delle situazioni molto
particolari; le reti civiche di Milano, per esempio, hanno censurato dei messaggi
antisemiti, ed una di queste persone censurate ha praticamente fatto chiudere la rete
attraverso un trucco tecnico: ha abbonato la rete a questi gruppi che scrivono da tutto il
mondo e nel giro di pochi giorni, il server, il calcolatore della rete si è intasato e
l'hanno dovuta chiudere. Anche dal punto di vista tecnico, dunque, la questione è molto
delicata, perciò, in linea di massima io sarei per non imporre nessuna censura.
Domanda 2
Un altro problema che si pone di fronte allo sviluppo delle nuove tecnologie è quello
della possibilità di discriminare le persone che possono accedere alle tecnologie e
quelle che non possono utilizzarle.
Risposta
Il rischio di una discriminazione implicita sulla base del reddito e
dellalfabetizzazione esiste. Come per qualsiasi bene, il problema riguarda la
possibilità di accedervi. Io penso, però, che questo rischio sia minore di quello che si
pensi, per due ragioni; in primo luogo perché dal punto di vista dell'età, per esempio,
sappiamo che la curva di accesso ad Internet è molto favorevole alle generazioni giovani
e quindi possiamo pensare che in futuro ci sarà un numero crescente di persone che vi
accederanno. Quanto al reddito sappiamo anche che, per il momento, lo strumento che
permette di accedere ad Internet, cioè il PC normale, ha un costo che è molto al di
sopra della media anche di un paese ricco; sappiamo anche, però, che questo costo
decresce con una rapidità straordinaria ed in futuro, come sostiene Negroponte, il costo
di un accesso potrebbe essere inferiore a quello di una bicicletta, e per bicicletta non
si intende quella che costa tre milioni, ma quelle che costano cento dollari.
Domanda 3
Un altro effetto provocato dallo sviluppo delle tecnologie è quello della globalizzazione
della cultura. In questa direzione, non si rischia leliminazione delle culture
locali?
Risposta
Direi che questo è un rischio che non si corre affatto. Tempo fa si pensava che la
globalizzazione avrebbe reso tutto il mondo omogeneo; poi si è visto che proprio questa
grande omogeneità, in realtà, ha messo in moto, contemporaneamente, la necessità di
distinguersi. Proprio perché tutti i posti sono uguali non c'è mai stata in nessuna
epoca, come oggi, un tentativo così forte di mettere in atto quello che un famoso
geografo, chiama "social recreation" o "creation of places": la
creazione o la ricreazione sociale dei luoghi. Se io devo localizzare un'impresa e la
localizzazione è identica, dal punto di vista economico, a Hong Kong, a Milano o New
York, come scelgo? Scelgo sulla base di altri parametri, che sono parametri di "urban
amenities" di particolarità locali, che sono proprio quelle che si sono messe in
moto in conseguenza della globalizzazione. Sappiamo, dunque, che la globalizzazione
omogeneizza da un lato, ma apre la possibilità di ricreare le differenze dall'altro.
Domanda 4
Può parlarci del Suo corso universitario online?
Risposta
Il mio corso universitario è il primo che si realizza all'Università di Milano in quanto
corso ufficiale, nel senso che noi abbiamo già fatto degli esperimenti su dei seminari
parziali; nel primo semestre dell'anno prossimo, la mia Facoltà mi ha autorizzato, con la
collaborazione di un centro universitario che si chiama C.T.U., Centro per le Tecnologie
Educative, a tentare tutto il mio corso di sociologia Urbana; il corso, per il momento, è
limitato a cinquanta persone. Esso si svolge in questo modo: durante le ore canoniche di
lezione, invece di andare in aula, (che non avrò più) apro la "cattedra
virtuale", mi siedo davanti al calcolatore e mando la mia lezione di un ora, che è
in parte preparata prima, in parte composta di multimediale, vale a dire di immagini, di
pezzi di cassette televisive che abbiamo già inciso precedentemente, di altri richiami.
Alla fine dell'ora, ciascuno di questi cinquanta studenti avrà la possibilità di
interagire con me direttamente oppure di iniziare una discussione tra di loro, all'interno
del sito, oppure di lasciarmi dei messaggi tramite posta elettronica. Io vedrò questi
messaggi, reagirò alle domande, rimanderò delle risposte. Io darò anche dei compiti da
svolgere, che mi verranno rimandati, poi li correggerò e darò delle valutazioni. Tutto
sarà, ovviamente, registrato, a favore di una trasparenza totale di quello che avverrà
durante il semestre. Poi, staremo a vedere.
Domanda 5
E non teme che il rapporto con i suoi studenti possa diventare più freddo?
Risposta
Quello di pensare che il rapporto con gli studenti possa soffrirne, è un vecchio luogo
comune. Le esperienze che fa chiunque lavori con Internet, con i gruppi di discussione,
con le reti civiche, anche con la posta elettronica, dimostrano che il rapporto che si ha
per via telematica è un rapporto anonimo, ma non freddo: non si vede la persona, ma la si
conosce intimamente, perché è molto difficile sfuggire, per esempio, alle domande, alla
conoscenza. Molto rapidamente noi siamo concentrati su questo scambio di messaggi che
stabiliscono un legame molto forte. Questa è la prima esperienza comprovata da molte
ricerche. In secondo luogo ciò che risulta molto importante da questo tipo di esperienza
è l'interattività; gli studenti, soprattutto quelli italiani, durante la lezione non
sono abituati ad interagire col professore; sono, al contrario, molto passivi, fanno
qualche domanda. Curiosamente, si aspetta lora di ricevimento per chiedere delle
cose al professore. Ciò è facilitato con la rete, si può chiedere tutto quello che si
vuole. Un terzo elemento importante: raramente, ormai, gli studenti lavorano tra di loro;
si trovano, vanno a lezione, poi si dividono. Molti dei miei studenti abitano molto
lontano dal luogo dell'aula. Gli esperimenti che abbiamo fatto durante questi ultimi tre
anni dimostrano che alla fine del corso gli studenti si conoscono tutti, sono molto
contenti di aver interagito perché questo strumento, paradossalmente, invece di
aumentare, diminuisce l'isolamento dello studente. Inoltre, Internet facilita la
comunicazione a tutti quelli che hanno difficoltà a raggiungere luniversità a
causa della lontananza, rendendo accessibile loro anche la frequenza ai corsi.
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