Digital library (interview) RAI Educational

Guido Martinotti

Naples, Telecom Conference, 04-07-1997

"The advantages of the online university"

SUMMARY:

  • Censoring the Internet is technically very complicated. The civil network in Milan tried to censor anti-Semitic messages and one of those censored managed to practically close the network through a technical trick. Furthermore, the concept of censorship is completely opposed to the freedom that characterises the Internet (1).
  • The risk that some will be excluded from the new communication technologies exists but is less than many think. Since Internet use favours the young, we can assume that the number of those familiar with the technology will increase in the future. Furthermore, the cost of access is decreasing extraordinarily quickly (2).
  • There is no risk of cultural homogenisation because globalisation creates the need to reaffirm the concept of diversity (3).
  • Martinotti’s online course in Urban Sociology from the University of Milan has been developed with the Centre for Educational Technology (CTU) and begins in the first term of 1998. Students will be able to follow a multimedia lecture, then question the lecturer or hold a discussion among themselves (4).
  • An online course facilitates this kind of communication, overcoming the problems of time and distance which can make course attendance difficult and the passivity which most Italian students demonstrate in conventional lectures (5).

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INTERVIEW:

Domanda 1
Condivide la decisione di censurare alcuni siti in Internet?

Risposta
E’ una questione difficile, questa, da commentare. Certi siti, probabilmente, dovrebbero essere censurati; però, in generale, ritengo che Internet debba essere libera, libera come il telefono. Il telefono non ha nessuna censura, chiunque è libero di utilizzare la struttura, e non si può entrare nel contenuto. Certamente Internet è un mezzo un poco più complesso del telefono, tuttavia, io sono per la massima libertà possibile, compatibile con il massimo degli interventi. Esistono delle situazioni molto particolari; le reti civiche di Milano, per esempio, hanno censurato dei messaggi antisemiti, ed una di queste persone censurate ha praticamente fatto chiudere la rete attraverso un trucco tecnico: ha abbonato la rete a questi gruppi che scrivono da tutto il mondo e nel giro di pochi giorni, il server, il calcolatore della rete si è intasato e l'hanno dovuta chiudere. Anche dal punto di vista tecnico, dunque, la questione è molto delicata, perciò, in linea di massima io sarei per non imporre nessuna censura.

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Domanda 2
Un altro problema che si pone di fronte allo sviluppo delle nuove tecnologie è quello della possibilità di discriminare le persone che possono accedere alle tecnologie e quelle che non possono utilizzarle.

Risposta
Il rischio di una discriminazione implicita sulla base del reddito e dell’alfabetizzazione esiste. Come per qualsiasi bene, il problema riguarda la possibilità di accedervi. Io penso, però, che questo rischio sia minore di quello che si pensi, per due ragioni; in primo luogo perché dal punto di vista dell'età, per esempio, sappiamo che la curva di accesso ad Internet è molto favorevole alle generazioni giovani e quindi possiamo pensare che in futuro ci sarà un numero crescente di persone che vi accederanno. Quanto al reddito sappiamo anche che, per il momento, lo strumento che permette di accedere ad Internet, cioè il PC normale, ha un costo che è molto al di sopra della media anche di un paese ricco; sappiamo anche, però, che questo costo decresce con una rapidità straordinaria ed in futuro, come sostiene Negroponte, il costo di un accesso potrebbe essere inferiore a quello di una bicicletta, e per bicicletta non si intende quella che costa tre milioni, ma quelle che costano cento dollari.

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Domanda 3
Un altro effetto provocato dallo sviluppo delle tecnologie è quello della globalizzazione della cultura. In questa direzione, non si rischia l’eliminazione delle culture locali?

Risposta
Direi che questo è un rischio che non si corre affatto. Tempo fa si pensava che la globalizzazione avrebbe reso tutto il mondo omogeneo; poi si è visto che proprio questa grande omogeneità, in realtà, ha messo in moto, contemporaneamente, la necessità di distinguersi. Proprio perché tutti i posti sono uguali non c'è mai stata in nessuna epoca, come oggi, un tentativo così forte di mettere in atto quello che un famoso geografo, chiama "social recreation" o "creation of places": la creazione o la ricreazione sociale dei luoghi. Se io devo localizzare un'impresa e la localizzazione è identica, dal punto di vista economico, a Hong Kong, a Milano o New York, come scelgo? Scelgo sulla base di altri parametri, che sono parametri di "urban amenities" di particolarità locali, che sono proprio quelle che si sono messe in moto in conseguenza della globalizzazione. Sappiamo, dunque, che la globalizzazione omogeneizza da un lato, ma apre la possibilità di ricreare le differenze dall'altro.

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Domanda 4
Può parlarci del Suo corso universitario online?

Risposta
Il mio corso universitario è il primo che si realizza all'Università di Milano in quanto corso ufficiale, nel senso che noi abbiamo già fatto degli esperimenti su dei seminari parziali; nel primo semestre dell'anno prossimo, la mia Facoltà mi ha autorizzato, con la collaborazione di un centro universitario che si chiama C.T.U., Centro per le Tecnologie Educative, a tentare tutto il mio corso di sociologia Urbana; il corso, per il momento, è limitato a cinquanta persone. Esso si svolge in questo modo: durante le ore canoniche di lezione, invece di andare in aula, (che non avrò più) apro la "cattedra virtuale", mi siedo davanti al calcolatore e mando la mia lezione di un ora, che è in parte preparata prima, in parte composta di multimediale, vale a dire di immagini, di pezzi di cassette televisive che abbiamo già inciso precedentemente, di altri richiami. Alla fine dell'ora, ciascuno di questi cinquanta studenti avrà la possibilità di interagire con me direttamente oppure di iniziare una discussione tra di loro, all'interno del sito, oppure di lasciarmi dei messaggi tramite posta elettronica. Io vedrò questi messaggi, reagirò alle domande, rimanderò delle risposte. Io darò anche dei compiti da svolgere, che mi verranno rimandati, poi li correggerò e darò delle valutazioni. Tutto sarà, ovviamente, registrato, a favore di una trasparenza totale di quello che avverrà durante il semestre. Poi, staremo a vedere.

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Domanda 5
E non teme che il rapporto con i suoi studenti possa diventare più freddo?

Risposta
Quello di pensare che il rapporto con gli studenti possa soffrirne, è un vecchio luogo comune. Le esperienze che fa chiunque lavori con Internet, con i gruppi di discussione, con le reti civiche, anche con la posta elettronica, dimostrano che il rapporto che si ha per via telematica è un rapporto anonimo, ma non freddo: non si vede la persona, ma la si conosce intimamente, perché è molto difficile sfuggire, per esempio, alle domande, alla conoscenza. Molto rapidamente noi siamo concentrati su questo scambio di messaggi che stabiliscono un legame molto forte. Questa è la prima esperienza comprovata da molte ricerche. In secondo luogo ciò che risulta molto importante da questo tipo di esperienza è l'interattività; gli studenti, soprattutto quelli italiani, durante la lezione non sono abituati ad interagire col professore; sono, al contrario, molto passivi, fanno qualche domanda. Curiosamente, si aspetta l’ora di ricevimento per chiedere delle cose al professore. Ciò è facilitato con la rete, si può chiedere tutto quello che si vuole. Un terzo elemento importante: raramente, ormai, gli studenti lavorano tra di loro; si trovano, vanno a lezione, poi si dividono. Molti dei miei studenti abitano molto lontano dal luogo dell'aula. Gli esperimenti che abbiamo fatto durante questi ultimi tre anni dimostrano che alla fine del corso gli studenti si conoscono tutti, sono molto contenti di aver interagito perché questo strumento, paradossalmente, invece di aumentare, diminuisce l'isolamento dello studente. Inoltre, Internet facilita la comunicazione a tutti quelli che hanno difficoltà a raggiungere l’università a causa della lontananza, rendendo accessibile loro anche la frequenza ai corsi.

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