INTERVIEW:
Domanda 1
Monsieur Hénon, con il Festival de la Jeune Création, la computer grafica è arrivata a
Milano. Ci può parlare di questo Festival?
Risposta
Il Festival de la Jeune Création è dedicato ad un pubblico giovane, agli studenti
europei che si sono specializzati nel campo delle nuove immagini. Abbiamo deciso di
crearlo perché ad "Imagina" avevamo constatato che molti giovani sono
interessati agli attuali sviluppi tecnologici ed "Imagina" era una
manifestazione che non corrispondeva esattamente alle loro attese e ai loro bisogni.
Dunque, abbiamo organizzato questo Festival intorno a tre assi. Il primo asse esprime
l'esigenza di avere un incontro annuale, che permetta ai giovani di presentare i loro
lavori e di comunicare con il pubblico. Il secondo asse si snoda nella discussione sulle
professioni dell'immagine, sulle professioni del Terzo Millennio, con l'allestimento di
padiglioni che permettano l'incontro dei professionisti con il pubblico dei giovani. Ed
infine, il terzo asse del Festival è sostenuto dal dibattito sui programmi di formazione
a livello europeo, per vedere come le scuole sviluppano ognuna il suo programma nella
produzione di immagini di sintesi o nella multimedialità e fare in modo che il Festival,
nel suo insieme, rappresenti un luogo di incontro, di confronto, di scoperta, in cui anche
la critica possa esprimersi liberamente.
Domanda 2
Questo è un festival itinerante. Dove è stato prima di arrivare a Milano?
Risposta
Sì, è un festival itinerante. L'idea iniziale era stata di pensare il Festival come una
manifestazione che andasse proprio al cuore dell'Europa. Abbiamo cominciato da Parigi,
perché questa manifestazione è stata concepita dall' "Institut National de
l'Audio-visuel". L'anno scorso eravamo a Bruxelles e quest'anno a Milano. L'anno
prossimo dovremmo essere a Strasburgo e poi, successivamente, in Spagna e in Germania.
Abbiamo parecchi progetti a cui sono interessati diversi Paesi.
Domanda 3
Voi fate anche una selezione di opere. Come possono partecipare i giovani, come possono
produrre le opere da presentare al Festival?
Risposta
La competizione è divisa in due categorie: una categoria video e una categoria
multimediale. Le opere che abbiamo ricevuto per le due categorie sono più di
duecentocinquanta: lavori provenienti da dodici Paesi Europei e da circa cinquanta
Istituti di Formazione. Poiché questi lavori sono il risultato di una formazione, abbiamo
la possibilità di avere opere realizzate in maniera assai completa. Se riceviamo così
tante opere, se partecipano tanti istituti di formazione è perché, da qualche anno,
esiste un interesse sempre più forte alla formazione nelle nuove tecnologie dell'immagine
che accompagna lo sviluppo del mercato. Si sa perfettamente che gli effetti speciali
digitali, sempre più concernono il campo della cinematografia, mentre il campo dei
videogiochi è completamente esploso e i campi tradizionali della televisione e della
pubblicità consumano sempre più questo tipo di immagini. Per entrare in questo mercato
ci vuole una risposta adeguata al suo sviluppo. Dunque, c'è sempre più bisogno di
persone preparate: questo spiega come, nelle Scuole d'Arte, nelle Università e nelle
Scuole di Comunicazione e, a volte, anche in settori di punta come larchitettura,
siano stati istituiti corsi di formazione per l'uso delle nuove tecnologie. Assistiamo
allo sviluppo di cooperazioni sempre più frequenti al livello europeo, che sono rese
possibili dal conseguimento di un diploma, sia nel campo delle immagini di sintesi, sia in
quello della multimedialità.
Domanda 4
A quale programma di formazione partecipa l'INA?
Risposta
L'INA occupa una posizione eminente nella formazione professionale, propone a tutti i
professionisti dell'immagine un catalogo di formazioni: sia la formazione nel campo
dell'ideazione, sia la formazione legata all'organizzazione del lavoro, alla produzione,
sia la formazione di carattere artistico o tecnico. I corsi di formazione presso l'INA si
aprono a persone che sono già professioniste dell'immagine e vogliono approfondire le
loro conoscenze o riorientare il loro corso professionale, o, più semplicemente, vogliono
scoprire un po' i nuovi strumenti della creazione. Dunque, da un po' di tempo è stato
messo a punto all'INA, un catalogo di formazioni e di stage intorno alle nuove tecnologie.
Domanda 5
Ma allora, quali sono in Francia le opportunità per i giovani di avere una formazione
pubblica o privata nella computer grafica e nella multimedialità?
Risposta
Ce ne sono sempre di più. Possiamo citare tre circuiti: il circuito delle Università,
dove è possibile avere, essenzialmente, una formazione di carattere teorico. Tuttavia,
presso l'Università di Paris VIII, esiste un dipartimento specializzato in immagini di
sintesi, dove non si offre soltanto formazione teorica, ma si impara a realizzare
immagini, si impara a programmare e si impara il linguaggio artistico legato alle nuove
tecnologie dell'immagine.
Domanda 6
C'è anche un polo tecnologico?
Risposta
Certo: è il circuito universitario. C'è il circuito delle Scuole d'Arte sia sul piano
nazionale, sia sul piano regionale: l'Ecole de Beaux Arts, l'Ecole Nationale Supérieure
Des Arts Décoratives a Parigi, le Scuole Regionali a Poitiers, ad Angoulême, a Lione, a
Bordeaux, a Nantes, là dove sono stati istituiti dipartimenti specializzati in computer
grafica o multimedialità. E poi ci sono corsi di formazione legati, in parte, alle Camere
di Commercio; uno dei partner di questo festival è la Camera di Commercio di Milano. Noi
lavoriamo spesso con la Camera del Commercio e dell'Industria di Valenciennes, che ha
creato una scuola chiamata "Superfocus", una di quelle che si sono più
sviluppate nell'ultimo periodo, specializzata anch'essa nel campo della computer grafica,
nelle immagini di sintesi e nella multimedialità. E poi ci sono strutture di formazione
che si rapportano a settori di attività particolari. Penso, in modo particolare,
all'architettura, di cui ci sono istituzioni a Parigi e in provincia, nelle quali si
insegna il trattamento delle immagini sul piano architettonico, ed in cui si ricerca il
rapporto tra lo sviluppo dell'architettura e i nuovi strumenti di creazione e di
comunicazione che l'informatica mette a nostra disposizione.
Domanda 7
Nei tecno-poli come quello di Montpellier, si può conseguire un master?
Risposta
Non so precisamente se esistono dei master legati a questo tecno-polo. Sicuramente c'è un
interesse sempre più forte di tutti i partner economici e culturali in Francia, che
spiega il numero sempre crescente di corsi di formazione e spiega anche l'apertura verso
l'Europa. Una delle funzioni di questo Festival è di permettere o, piuttosto, di
incoraggiare e di stimolare gli incontri tra scuole di formazione francesi, italiane,
tedesche, inglesi e tentare di portare un modesto contributo a questo scambio europeo, pur
nel rispetto delle culture dei diversi Paesi. Credo che questo spirito sia sempre più
diffuso: sviluppare la formazione per rispondere ai bisogni locali, regionali o nazionali,
ma anche provare a cooperare per mettere in piedi programmi di formazione, per i quali è
necessaria la collaborazione di uomini e di risorse.
Domanda 8
Quali sono le società di questo settore che partecipano al Festival?
Risposta
Per quel che riguarda questo settore sono state invitate due grandi società: la Società
Ex-machina, presente nella persona di Thierry Barbier, che è il Direttore della
produzione di Ex-machina, e la Società Duboi, con Antoine Simkine, che è particolarmente
esperto degli effetti speciali.
Domanda 9
E Renault?
Risposta
Renault è presente con Bruno Simon. Certo, anche le persone di Renault Design Industries
si sono spesso distinti nelle ultime edizioni di "Imagina". Abbiamo pensato che
fosse interessante sollecitare questi professionisti riconosciuti, i quali possiedono una
innegabile competenza e una concezione molto larga, molto aperta degli sviluppi
tecnologici; loro non si chiudono nella tecnica, ma tentano di sviluppare una riflessione
per sapere come quella tecnica possa servire ad inventare nuovi modi di fare cinema, nuovi
modi di raccontare storie, nuovi modi di produrre e di organizzare il lavoro.
Un motivo di interesse di questo Festival è di mettere di fronte ad un pubblico
giovane che a volte è un po' ignorante, ma sempre in attesa del nuovo, sempre molto
sensibile a questo genere di attività, gente vecchia del mestiere, che possiede già un
curriculum professionale abbastanza lungo e che ha dato prova di competenza professionale.
Domanda 10
Lei crede che il cinema digitale si affermerà anche in Europa?
Risposta
Credo di sì. Credo anche che il problema dell'Europa non riguardi le competenze
artistiche e tecnologiche, quanto, invece, laspetto economico. Gli Stati Uniti
sviluppano molti progetti e danno vita a tante produzioni cinematografiche, essenzialmente
perché la realtà economica di questo Paese permette di sfruttare in molti modi i film
prodotti. In Europa ci sono ostacoli di carattere economico, il mercato è più limitato,
le culture sono differenti, non si parla la stessa lingua; è difficile, in questo senso,
sviluppare progetti di carattere europeo. Credo, nondimeno, che l'Europa -e la Francia in
particolare- si sia affermata come una grande fabbricante di immagini. Gli Europei sono
gente che ha una grande capacità di invenzione, di innovazione, di riflessione sul
linguaggio cinematografico, e tutto questo li spinge, al tempo stesso, ad una sempre più
grande apertura verso il cinema digitale. C'è una grande "prima" della Società
Duboi, un film intitolato Mordbüro, le cui sequenze sono tutte digitalizzate. E'
la prima esperienza di questo genere che testimonia la volontà, al livello europeo, e
francese in particolare, di approfondire il filone del digitale nel settore
cinematografico.
Domanda 11
Qual è il ruolo delle televisioni europee negli investimenti per la produzione digitale?
Risposta
Ci sono dei canali televisivi che investono nel cinema. Penso a Canal Plus, che è
molto presente anche nel campo del cinema. E poi, in questo momento, stiamo assistendo ad
uno sviluppo di strategie che ruotano intorno al digitale, che, d'altronde, non è facile
cogliere nei particolari. E attualmente esiste, al livello europeo, una reale spartizione
del mercato tra i diversi canali in rapporto allo sviluppo del digitale e anche in
rapporto agli sbocchi che può offrire la televisione interattiva. Forse, l'iniziativa a
sostegno della produzione è stata sinora insufficiente, ma adesso si comincia a capire
che la televisione può avere anche questo ruolo: far sì che le opere per la messa in
onda siano ideate con i nuovi mezzi di creazione digitale. Dunque, ci sono diversi canali
che hanno cominciato a investire in questo campo. Forse, in futuro, sarebbe necessario uno
sforzo maggiore, in modo che si possa vedere, sui nostri canali, un numero sempre maggiore
di soggetti ispirati alle nuove tecnologie dell'immagine.
Domanda 12
Lei pensa che in rapporto alla computer grafica si aprano nuove opportunità per i
giovani?
Risposta
Credo di sì. Da una parte, credo che l'insieme delle tecniche infografiche o di sintesi
porti alla trasformazione di un certo numero di professioni o, piuttosto, alla loro
modernizzazione; dall'altra, constato, anche se è un fenomeno che si diffonde lentamente,
che nuove professioni stiano emergendo nella produzione sia cinematografica che
televisiva. Ma credo che su tutto ciò potrebbe dire cose molto interessanti Thierry
Barbier, direttore della produzione di Ex-machina, che si trova in una prospettiva
perfettamente pertinente al problema che stiamo trattando. Intendo dire che la sua pratica
gli conferisce l'autorità necessaria per dirci come si costruiscono sia i piccoli che i
grandi progetti, e per fornire tutte le precisazioni sull'evoluzione professionale in
questo campo.
Domanda 13
Che cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole lavorare nella computergrafica?
Risposta
Da un lato gli consiglierei di verificare la sua vocazione. Secondo consiglio è di non
lasciarsi prendere dai miraggi della computer grafica e delle nuove tecnologie; di
comprendere che i nuovi strumenti esigono ancora di più - io credo - una conoscenza
dell'immagine, del volume, dello spazio, dell'animazione, e così via. Dunque, è
necessario acquisire una cultura dell'immagine, per essere integrata con questi nuovi
strumenti. Questo è indispensabile. Poi, gli consiglierei di essere tenace e perseverante
nella sua ricerca personale, nella sua strategia personale, di concepire correttamente la
sua professione non come un sapere chiuso in sé, ma come una professione in continuo
sviluppo, in evoluzione, che esige uno spirito aperto alle dinamiche della vita, uno
spirito capace di captare tutte le innovazioni... che non mancano...: quasi ogni giorno
c'è qualcosa di nuovo. Questi sviluppi comportano continue innovazioni.
Domanda 14
E che sia capace di darsi dei contenuti?
Risposta
Sì, di darsi dei contenuti. Quando incontriamo i giovani nelle scuole - cosa che ci
accade piuttosto spesso - diciamo loro: diffidate delle trappole della tecnica, imparate a
coltivare la vostra personalità, costruite la vostra personalità, difendete le vostre
idee, spingete fino in fondo la vostra ricerca, ma adattatevi anche alle esigenze del
mercato. La libertà di cui si gode, a volte, nel periodo di formazione, non si ritrova
necessariamente nel periodo della produzione vera e propria, nella vita professionale,
perché lì si trovano i vincoli del mercato. Eppure, io sono sicuro che chi possiede
qualità creative, chi è capace di rimettersi in questione ogni giorno e di difendere il
suo progetto personale, ha la certezza di riuscire e di vincere. Io credo che si debba
abbordare la professione con questa disposizione di spirito.
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