Digital library (interview) RAI Educational

Stefania Garassini

Milano - SMAU, 21/09/95

"The effect of virtual reality and the Internet on modern society"

SUMMARY:

  • The magazine "Virtual" was started two years ago to explore the effects of the new virtual technologies on culture and society. It uses the term "virtual" in the widest sense to include all aspects of multimedia technology, such as the Internet, which affect everyday life (1).
  • One of the most interesting aspects is the ability to create images which could not have been created in any other way, such as the film "Toy Story" (2).
  • Virtual reality tends to be associated with special helmets and goggles, but this is changing. Via the Internet it is possible for many people to interact in a virtual world through creating three-dimensional environments (3).
  • It will be possible to live in a visual cyberspace (4).
  • There are now films which can be seen in specially equipped cinemas with seats which move and react according to what is happening one the screen (5).
  • The Internet offers greater possibilities for interactivity than television. There is already an interactive film, "Wax Web" on the Net ), although the interaction for the moment is only at the level of text (6) (7).
  • While certain forms of collaboration are possible via the Internet, true creativity cannot be shared with others (8).
  • Now that more and more are experiencing cyberspace, it is perhaps time to ask what we really want to do with it, to consider its ethical and political aspects (9).
  • The Internet will certainly be exploited as a great international commercial centre (10).
  • There are already work opportunities on the Internet (11).
  • as well as the possibility of teleworking, although security still remains a problem (12).
  • There is also the risk that those who do not know how to use a computer will remain excluded, sothe Internet must be made easier to use (13).
  • More people should be encouraged to use the Internet because there is a danger that a mythology forms around it, both in the positive and the negative sense (14).
  • Schools should be experimenting with it to get children used to using it (15).

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INTERVIEW:

Domanda 1
Stefania Garassini dirige Virtual, il primo mensile dell'era digitale.

Risposta
Virtual, è nato due anni fa con l'idea di esplorare questo nuovo mondo virtuale. Ma in un modo non tecnologico, più che altro culturale, cioè indagare su quali sono i risvolti di questo mondo virtuale, creato dalle nuove tecnologie, nel quale più o meno, tutti ci troviamo adesso a vivere, in un modo o nell'altro. Quindi, il mondo della realtà virtuale, è una tecnologia che molti di voi già conosceranno, che consente di esplorare ambienti tridimensionali costruiti all'interno dal computer, e di muoversi all'interno, come se fossero dei mondi reali. Oppure, il mondo delle reti di Internet, anche questo è un argomento che in questi mesi ha incontrato parecchio interesse sulla stampa; Internet, questa rete che collega computer collocati in varie parti del mondo e crea autentiche comunità virtuali, cioè insiemi di persone che si ritrovano all'interno di questo spazio, dentro la rete per incontrarsi, discutere, scambiarsi i messaggi di posta elettronica o esplorare varie realtà. Sono tutti mondi in un certo senso collegati a quello della multimedialità, che dà la possibilità di avere immagini e testi sul proprio computer e di interagire con questi; sono unificati dall'impiego del computer non più come strumento di lavoro ma come strumento di comunicazione che, quindi ci consente di esplorare questo mondo virtuale e di utilizzarlo per i fini più diversi. Perciò abbiamo utilizzato il nome Virtual ma con l'idea non soltanto di indagare la realtà virtuale vera e propria, ma tutte le tracce di virtualità che ci sono nella nostra vita quotidiana; adesso si parla di autostrade informatiche, di possibilità di avere il computer come strumento per fare tutto, di divertirsi, comunicare per una serie di attività alle quali non ci si aveva pensato, quando il computer è stato inventato.

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Domanda 2
La maggiore potenza e velocità del computer ha permesso anche di creare delle bellissime immagini digitali. Quali sono le novità in questo campo?

Risposta
L'aspetto interessante è proprio quello che attraverso il computer si possono creare delle immagini che in altri modi non si sarebbero potute creare. Quindi, è proprio una nuova forma di arte e di creazione. Uno degli ultimi esempi, in questo campo, è un film che uscirà a fine novembre in America, che si intitola 'Toy Story', storia di un giocattolo, è un lungometraggio fatto interamente con immagini al computer. Significa, che noi non vedremo dei cartoni animati ai quali siamo abituati tradizionalmente ma dei veri e propri personaggi tridimensionali che si muovono in uno spazio tridimensionale. Non so l'impatto che avrà questo film, partecipa anche la Disney alla produzione e sarà sicuramente un film riuscito dal punto di vista della trama e del punto di vista dei personaggi, si tratterà di vedere che impatto avrà questa nuova forma di immagine, comunicata ad un grande pubblico. Normalmente erano piccoli spot pubblicitari ad utilizzare questa immagine, questa è la prima volta che si tratta invece di un lungometraggio.

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Domanda 3
Quando si parla di realtà virtuale, l'abbinamento è subito con i caschi e i guanti, cioè questa è l'immagine che si è diffusa. Ma ora ci sono altre forme di realtà virtuali tridimensionali, anche sulle reti, per esempio?

Risposta
Sì, anche sulle reti. Parlando un momento di realtà virtuale fuori dalla rete, essa sta sempre meno identificandosi col casco, ma utilizza sistemi di schermi retroproiettati, quindi ambienti veri e propri, stanze si può dire, nelle quali sono presenti delle immagini con cui noi interagiamo, quindi non abbiamo bisogno del casco ma entriamo in questa stanza e abbiamo l'impressione di essere in un mondo di immagini, questa anche è una direzione interessante perché il casco ha molti aspetti interessanti, ma crea anche molti problemi. Invece dal punto di vista della rete, un altro aspetto interessante, è proprio quello di poter esplorare questi mondi virtuali insieme ad altre persone, quindi di avere un mondo virtuale che possiamo veramente condividere con altre. Internet, la rete che collega tutti i milioni di computer nel mondo, e la realtà virtuale si stanno incontrando. Come? Con dei sistemi che consentono di costruire degli ambienti tridimensionali e di metterli in rete, quindi di rendere possibile agli utenti, che si collegano, di esplorarli. C'è già addirittura chi, sta pensando di costruire un parco a tema, dentro la realtà virtuale, una specie di Disneyland che sia possibile visitare dal proprio computer a casa e che sia possibile vedere, perché il problema di Internet è che fino adesso, l'aspetto visivo è piuttosto carente. Si abbiamo le schermate, abbiamo la possibilità di vedere le immagini ma non abbiamo la possibilità ancora di esplorare dei veri e propri ambienti. Questa è la direzione verso la quale ci stiamo muovendo, si sta muovendo la ricerca. Quella proprio di far incontrare questi due mondi: la realtà virtuale e Internet.

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Domanda 4
Così si vivrà davvero nel cyberspazio?

Risposta
Certo, tutto questo parte poi dallo scrittore di fantascienza William Gibson, che aveva parlato di questo cyberspazio come di un mondo nel quale veramente fosse possibile vivere, da esplorare, anche con un aspetto visivo. La scommessa è quella di rendere visivo questo cyberspazio. Adesso uscirà anche in Italia il film, Johnny Mnemonic, nel quale con degli effetti speciali si ricrea proprio, questo cyberspazio di Gibson. Non immaginiamoci che questo avvenga subito, però la direzione è certamente quella di dare anche una forma visiva a questa idea.

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Domanda 5
Sui parchi a tema, che sono questi grandi luoghi di divertimento, che usano sempre di più le tecniche digitali, e su il futuro del divertimento cinema e televisione si è svolto questa estate il Sigraf, che lei ha visitato. Quali sono le novità più rilevanti?

Risposta
Si sono visti molti raid, questi film che si possono vedere in sale particolarmente attrezzate, con poltrone che si muovono e che reagiscono a quello che succede sullo schermo. Pensiamo, ad esempio, ad un raid ambientato su di un isola di dinosauri, noi abbiamo l'impressione di atterrare su quest'isola e di avere tutte le sensazioni di sussulto e di movimento che potremmo avere su di un vero e proprio aereo, e poi tutte le sensazioni che possono ricrearsi dalla visita di quest'isola su una macchina. Questa è uno sviluppo molto interessante, non è realtà virtuale vera e propria, perché non possiamo interagire con queste immagini. Però abbiamo veramente un rapporto diverso con l'immagine, perché il nostro corpo viene rimesso in movimento e c'è tutta una serie di sensazioni che l'immagine da sola non può trasmettere. L'altra direzione invece, che era molto presente al Sigraf, era proprio quella delle reti, delle comunità virtuali, degli ambienti virtuali condivisi, come dicevamo prima. C'era un gioco, in cui i giocatori si trovavano all'interno di navicelle spaziali ed esploravano Marte; ma non erano da soli, ognuno era nella sua navicella spaziale e poteva vedere gli altri giocatori collegati in rete. Questo è un altro aspetto interessante: i videogiochi, non più come fruizione solitaria ma anche come possibilità di incontrare altre persone collegate. Questo naturalmente lì in questa fiera era in un unica stanza, ma esiste la possibilità, che i giocatori siano collegati da varie postazioni, quindi uno a Chicago e l'altro a New York e si sfidano dentro questo pianeta di Marte ricostruito. Queste sono le novità più interessanti.

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Domanda 6
Quindi potrebbe esserci nel prossimo futuro, una trasformazione profonda dei media ai quali siamo abituati. Mentre ci sono grandi investimenti da una parte sulla televisione interattiva, le realtà virtuali e le reti potrebbero di fatto superare addirittura il modello che si conosce oggi di televisione e di zapping?

Risposta
Si, partendo più dall'interattività, ovvero dalla possibilità che l'utente ha attraverso Internet di mettere dei contenuti nuovi, e non aspettare che sia la televisione a dirgli cosa deve fare, ma essere lui stesso ad inserire contenuti, e poi, ad esplorare quello che ha creato, magari insieme ad altri; ci sono per esempio, sperimentazioni artistiche interessanti, in questo senso. C'è un film interattivo, su Internet, che si crea a seconda di quello che gli utenti aggiungono. C'è un film che si intitola Wax Web, che gli utenti che si collegano possono aggiornare. E' una trama molto strana che comunque continua ad evolversi.

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Domanda 7
Quindi ognuno può girare un pezzo di film, metterlo nella rete e montarlo, insieme agli altri pezzi?

Risposta
Per il momento, si tratta di un intervento solo testuale e con qualche immagine. Però l'idea è proprio, quella che sia una trama che si va costituendo in questo modo. Questo è un esempio, certo ci sono tante vie per arrivare all'interattività, non è detto, che quella della TV interattiva sia quella giusta. Non è ancora detto, bisogna vedere se il pubblico sarà in grado di capire che la televisione, davvero, cambia identità in questo modo. Forse, la televisione è invece legata, ad un ruolo comunque passivo dello spettatore. Bisognerà forse vedere anche come vanno questi esperimenti di giochi interattivi, adesso c'è ne sono parecchi in corso, anche in Italia. Sono il primo passo, a mio parere.

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Domanda 8
Ma lei crede sul piano teorico, anche alla formazione di una sorta di intelligenza collettiva?

Risposta
Questa è una teoria suggestiva, ma io personalmente non la condivido molto. Ritengo che ci siano una serie di contenuti che possano essere elaborati in comune sulla rete, ma non credo che poi la vera creatività possa essere condivisa con altri. Secondo me quella rimane un patrimonio individuale. E' l'aspetto successivo che può essere condiviso: possono essere più intense, più interessanti le forme di discussione, dopo che questa creazione sia stata condivisa, ma non credo che l'aspetto iniziale possa essere condiviso.

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Domanda 9
Quindi l'interattività che sia con le macchine o che sia, soprattutto, con altre persone distanti rimane un fatto puramente individuale?

Risposta
Sì, secondo me si. Adesso è un momento particolare per l’idea di comunità virtuale, perché ci sono parecchie esperienze che si stanno svolgendo dentro la rete. Quello che manca adesso, è la civilizzazione di questa rete, con delle caratteristiche simili alla realtà. Per quanto diverso, il cyberspazio ormai lo conosciamo, insomma più o meno lo frequentiamo, chi più chi meno; è il momento forse di cominciare a chiedersi che cosa vogliamo farcene veramente. Nel momento in cui ci troviamo a viverci, a lavorare, a svolgere delle attività, allora è chiaro che vengono messe in campo anche delle istanze etiche, delle istanze politiche esistenti nel mondo reale, che si riflettono necessariamente anche nel virtuale.

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Domanda 10
Le grandi multinazionali dell'elettronica hanno scoperto Internet e ora vorrebbero trasformarla in un grande shopping center, dove si potranno fare acquisti anche con il denaro virtuale, ci saranno le pubblicità, e sarà un grande centro di commercio. Questo snaturerà la rete?

Risposta
Credo che sia una evoluzione inevitabile, e quindi, non ha senso opporsi a priori a questo tipo di evoluzione. Forse all'inizio snaturerà la rete anzi, forse certamente ne cambierà le caratteristiche, rispetto alla rete come è nata, come strumento di condivisione delle conoscenze scientifiche, di scambio, di informazioni, totalmente gratuito. E credo che questa trasformazione, poi, renderà necessario una considerazione di Internet un po’ più globale, un po’ più politica, sarà proprio il caso di chiedersi che cosa vogliamo fare di questo cyberspazio, anche dal punto di vista etico, e come pensiamo che questa idea, poi, possa riflettersi nel cyberspazio; perché nel momento in cui faranno il loro ingresso le multinazionali ci saranno degli interessi economici in gioco. Allora si sarà necessario dare anche più attenzione alle istanze di tipo etico, secondo me.

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Domanda 11
Per i giovani italiani, Internet rappresenta già anche un’opportunità di lavoro reale?

Risposta
Direi di si. Abbiamo fatto un annuncio sul numero scorso, una inchiesta sulle nuove attività lavorative create da Internet; e abbiamo scoperto delle realtà piuttosto interessanti, piccole società che offrono consulenza su come entrare in Internet e hanno parecchio lavoro, perché c'è molto interesse per la rete anche dal punto di vista pubblicitario, di marketing, per fare conoscere i propri prodotti; e c'è poca gente che se ne intende veramente, di questo nuovo mezzo. Perché si tratta di conoscere le caratteristiche di questo nuovo mezzo; non si può utilizzare un modello preso da altri mezzi, quindi non dalla televisione, non dai giornali ma bisogna essere cresciuti con Internet e aver capito quali sono le caratteristiche, che questo nuovo mezzo ha, e questo lo possono fare i giovani che hanno molto più presente quali sono le caratteristiche della rete.

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Domanda 12
Internet potrà diventare anche il veicolo per il telelavoro nelle organizzazioni lavorative del futuro?

Risposta
Credo proprio di sì. Credo che la possibilità di lavorare attraverso la rete sia anche una evoluzione molto interessante. Non sempre sarà possibile usare Internet, però certamente in molti casi; ci sono già lavori, soprattutto lavori intellettuali; ricordo il caso di due giornalisti che lavoravano totalmente da casa, in America, e non avevano quasi mai nessun bisogno di andare in redazione, perché il contatto lo mantenevano soltanto attraverso la rete. Un grosso problema, però, è quello della sicurezza dei dati, perché in molti casi Internet non è sicuro, non possiamo essere certi che il nostro messaggio arrivi alla persona a cui lo stiamo mandando, senza che nessuno lo legga. C'è qualcuno che dice che i messaggi su Internet, sono come delle cartoline, quindi chiunque le può leggere. Questo problema della sicurezza andrà affrontato, nel momento in cui si diffondesse un uso della rete anche per il lavoro e per gli scambi economici.

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Domanda 13
Un altro problema sarà quello delle divisioni sociali. Chi non saprà usare un computer, rischierà di essere tagliato fuori dalla nuova realtà, dall'evoluzione e anche dalla società stessa?

Risposta
Sì, questo è un rischio che stiamo correndo. Bisogna dire, per fermare un po’ le preoccupazioni su questo fronte, che i nuovi programmi rendono molto facile l'accesso alla rete, rendono l'uso del modem e della rete molto più semplice. Se pensiamo come era Internet due anni fa, era veramente difficile da usare. Chi non avesse cognizioni di come funzionava un computer, in pratica, non poteva usarlo. Invece adesso è diventato molto più semplice; e la tendenza sarà sempre verso una semplificazione. Ci sarà però sempre qualcuno che rimarrà escluso, credo che questa sia la grande sfida dei prossimi anni. Saranno i cosiddetti infopoveri, che non potranno accedere a queste informazioni, a questa miniera di dati e bisognerà trovare delle forme di partecipazione anche su questo fronte.

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Domanda 14
A Bologna, stanno aprendo delle Arcades, dei luoghi di incontro multimediali pubblici per chi vuole scoprire le reti e queste tecnologie. C'è bisogno di una alfabetizzazione di questo tipo in Italia?

Risposta
Certamente, c'è bisogno proprio di far usare la rete a più persone possibili, e di cominciare veramente a vivere in questo cyberspazio, perché altrimenti il rischio è proprio di mitizzare Internet, considerarlo una specie di panacea per tutti i nostri mali, di oggetto che può risolvere tutto o al contrario, di pericolo assoluto: possibilità per i bambini, di incontrare pornografia sulla rete, si rischia come per tutte le cose che si conoscono poco, di estremizzarne l'uno e l'altro aspetto, l'aspetto negativo o quello positivo. L'unico modo per uscire da questa situazione, è quello di usare sempre di più la rete, quindi veramente di capire che ci sono dei meccanismi e delle caratteristiche di Internet, che non si possono comprendere a priori ma che veramente introducono concetti nuovi. Come dice, Nicholas Negroponte, il fondatore del Media Lab, adesso è la prima volta che i bambini non sono quelli che devono ascoltare, ma quelli che devono parlare. Perché sono loro che conoscono meglio questi mezzi e ci possono dire come funzionano. Non ha senso porsi all'esterno e preoccuparsi, ha senso porsi delle domande critiche, sempre capendo quale è l'oggetto del nostro studio.

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Domanda 15
Non ci sono, ancora, in Italia scuole, biblioteche, i centri di formazione pubblica, per l'utilizzazione di questi mezzi

Risposta
Qualche esempio c'è. C'è una scuola media di Vimercate, dove, per esempio, viene utilizzato Internet e fatti degli esperimenti di collegamento per gli allievi, per i piccoli allievi della scuola che hanno fatto amicizia con bambini di una scuola dello Utah, scambiandosi informazioni, consigli; qualche esperimento c'è, non moltissimi. Un aspetto centrale sarebbe quello di introdurre la rete nelle scuole, quindi, di cominciare a farla usare ai bambini.

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