Digital library (interview) RAI Educational

Umberto De Julio

Rome, 12/01/96

"The new media at the service of the citizen"

SUMMARY:

  • The new media are able to satisfy the need for information on the widest scale. STET's projects, already partly realised with the co-operation of the largest Italian cities, are working in this direction (1) (2).
  • There is a risk that some sectors of the population will remain excluded from these rapid innovations. These will not necessarily be the less well off, but those who are unable to adapt culturally (3).
  • The successful growth of these new technologies depends on their content. In this sector, every enterprise, of whatever dimension, can, and should, contribute to the constant innovation of the content. Even small companies can contribute new ideas but it is important to create the necessary conditions. STET is working to encourage the relationship between small businesses and the universities and research institutes (4).
  • There is no doubt that the United States leads in this field, however there are great opportunities for Europe in general, and Italy in particular, to develop and distribute these technologies. There is no reason why new Italian companies, large and small, can not be competitive in this sector (5).

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INTERVIEW:

Domanda 1
Dr. De Julio, potremmo cominciare col parlare delle informazioni su misura dell'uomo, delle realtà locali, delle culture regionali. Qual è il Suo punto di vista?

Risposta
La capacità dei nuovi media consiste nel soddisfare l'informazione su misura in tutti i suoi connotati. Ognuno potrà chiedere quello che serve a lui personalmente, accedendo alle Banche Dati grazie alle tecniche più moderne, per esempio Internet, e potrà accedere alle informazioni che lo interessano e che sono disponibili in qualsiasi parte del mondo; utilizzando le reti di accesso locali e le reti di trasporto a lunga distanza, potrà accedere anche - e questo interessa molto, evidentemente, ciascuno di noi come cittadino - alle informazioni che sono molto più vicine a lui e che riguardano, ad esempio la sanità, i trasporti, ossia tutte quelle informazioni disponibili presso le Amministrazioni Locali, senza spostarsi fisicamente, senza dover andare dalla propria abitazione alla sede del Comune o ad Uffici distaccati del Comune. In questa ottica la STET sta sviluppando dei progetti ad hoc, dei progetti di offerta dei servizi ai cittadini e alle imprese, realizzati con collaborazioni, con le Amministrazioni Locali. Le prime iniziative interessano i Comuni delle grandi città: Milano, Roma, Napoli e Torino; via via, questa progettualità sarà estesa al maggior numero di realtà possibili.

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Domanda 2
Quanto potrà cambiare il funzionamento di una Pubblica Amministrazione con queste nuove tecnologie?

Risposta
Sulla Pubblica Amministrazione si avrà un effetto doppiamente positivo. Innanzi tutto sul funzionamento interno: utilizzando l'informatica delle telecomunicazioni, l'Amministrazione, come ogni impresa o qualsiasi grande azienda, potrà diventare più flessibile, più efficiente, impiegando meglio le risorse, sia del personale, sia della struttura. Questo è un processo di razionalizzazione interna. Inoltre potrà migliorare moltissimo il rapporto con i cittadini, evitando ai cittadini di spostarsi, evitando le code agli sportelli per richiedere i certificati, evitando di dover passare da un ufficio all'altro. Basti pensare che cosa può significare, ad esempio, per un notaio avere i dati catastali tutte le volte che deve stendere un contratto, cioè poter avere in tempo reale, tramite un terminale, i dati catastali relativi agli appartamenti, ai terreni che si comprano e si vendono. Tutto questo comporta un grande vantaggio per i cittadini e per l'immagine dell'Amministrazione Locale e centrale.

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Domanda 3
Secondo alcuni esistono delle fasce sociali meno abbienti che, in qualche modo, rimangono escluse da tutta questa evoluzione, anche se esiste una tendenza verso una riduzione dei costi per questo livello di accesso. Qual è la sua opinione in merito?

Risposta
Non c'è dubbio che questi rischi ci possano essere. Tuttavia ritengo che nei momenti di grossa trasformazione tecnologica il rischio, più che verso le fasce meno abbienti, possa essere verso coloro che non hanno capacità in generale; ossia non tanto capacità economica, quanto capacità culturale di adattarsi al cambiamento. Questo rischio si potrebbe, se non evitare del tutto, ridurre, circoscrivere, e molto, creando programmi opportuni. Del resto bisogna tener conto che, per tante persone che si trovano in difficoltà sotto il profilo sociale, l'utilizzazione dell'informatica e delle telecomunicazioni è comunque un grande aiuto. Basti pensare ai servizi come il telesoccorso, tanto per fare un esempio: è un servizio assai facile, non solo sotto il profilo della rapidità dell'accesso, ma anche sotto il profilo del costo dell'accesso per coloro che hanno difficoltà non solo di natura fisica.

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Domanda 4
Per quanto riguarda le applicazioni, qual è l'atteggiamento di una grande azienda come la STET rispetto alle piccole società o ai piccoli autori che possono avere qualcosa di interessante da dire in questo scenario che si evolve?

Risposta
Se le infrastrutture, i mezzi di trasporto, i centri di servizio servono per la diffusione di nuove tecnologie, di fatto il successo della società dell'informazione è determinato dai contenuti. Affinché i contenuti siano interessanti per il consumatore, per il cliente finale, è fondamentale, indispensabile, che ci sia, al momento della creazione dei contenuti, la fantasia, l'innovazione, non solo da parte della grande industria, ma principalmente dei piccoli imprenditori, che possono portare esperienze, idee nuove, riproducendo, tra l'altro, realtà che oggi stanno avendo successo, ad esempio, negli Stati Uniti. Bisogna quindi creare le condizioni perché la piccola impresa, con la sua capacità di innovazione possa entrare in questo mondo. La STET lavorerà anche in tale direzione, per cercare di creare queste condizioni, facilitando, per esempio, il rapporto tra la piccola impresa e il mondo dell'università e della ricerca, in modo da alimentare notevolmente il processo di innovazione, cercando di vedere in che misura sia possibile convogliare anche l'accesso di capitali per finanziare lo sviluppo di nuove imprenditorie.

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Domanda 5
Un'ultima domanda: parliamo di cultura, di cultura europea, di cultura statunitense. Qualcuno ha parlato di una possibile invasione culturale, da parte degli USA, attraverso una rete globale quale oggi può essere Internet. Quale è, secondo Lei, il futuro della nostra cultura, della cultura europea, o della cultura italiana, in questo scenario globale?

Risposta
Non c'è dubbio che oggi gli Stati Uniti abbiano la leadership su questi nuovi media e nell'innovazione che questi portano con sé. Ci saranno grandi opportunità per l'Europa, per tutti i Paesi europei, di mantenersi al passo con quello che sta avvenendo dagli Stati Uniti. Ma sarebbe un errore pensare che questo possa essere ottenuto cercando di ritardare lo sviluppo di altri. Questo risultato può essere conseguito buttandosi con fiducia, con entusiasmo, nella mischia e quindi facilitando di fatto lo sviluppo e la diffusione di queste tecnologie. In Europa, in particolare in Paesi come l'Italia, non manca niente perché una nuova imprenditoria nasca nel settore dei nuovi media e perché singole aziende possano essere competitive, grandi o piccole che siano: questo vale anche come Paese, in questo settore che rappresenta il futuro dell'economia.

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