INTERVIEW:
Domanda 1
Le leggo una sua dichiarazione elaborata in una recente intervista: «quelli che vengono
da famiglie con libri in casa hanno oggi delle occasioni che noi non avevamo. E quindi,
considerando le cose evolutivamente, sono più bravi di noi, della mia generazione. Il
guaio è che aumenta il distacco tra loro e tutti gli altri. Ciò significa che i più
bravi sono molto più bravi, i meno bravi sono molto meno bravi, molto più distratti: una
divaricazione molto preoccupante, un problema che non sappiamo come fronteggiare». Sta
avvenendo la stessa cosa con il computer?
Risposta
Direi che in buona parte le nuove tecnologie ripropongono il problema della divaricazione
socio-culturale fra le persone. La tecnologia del computer, però, è relativamente più
semplice e più popolarmente accettabile, più connessa al nostro mondo, fabbricato di
pulsanti, di "clic": in questa realtà multimediale la giovane generazione si
orienta bene, come pure l'anziana, poiché risulta più semplice attivare un computer, e
l'uso di un computer, che non sviluppare la capacità di leggere ed acquisire
tranquillità nel consultare un libro. Visti in questa prospettiva, gli effetti della
distanza culturale fra le persone che può provocare lapproccio alle tecnologie,
possono essere minori, anche se, certamente, esistono.
Domanda 2
Ha senso parlare di alfabetizzazione elettronica? E cosa comporta il rischio di una
alfabetizzazione elettronica?
Risposta
E sensato parlare di alfabetizzazione elettronica se si considerano diversi gradi di
conoscenza del computer. Il livello cognitivo più elementare consiste nella capacità di
orientamento dinanzi ai comandi della tastiera per poter scrivere un testo, o per produrre
un grafico, o per richiamare qualche altro testo: per "smanettare", come dicono
in gergo. Questo processo di conoscenza richiede uno sforzo di alfabetizzazione di poco
più complesso di quello che richiedeva anche luso di una macchina da scrivere. Un
grado ulteriore di alfabetizzazione elettronica consiste invece nel capire come i
programmi sono strutturati: ciò richiede uno sforzo molto più impegnativo, al quale non
siamo tutti abituati. In questo campo di conoscenza si viene formando
un'"élite". Ma questo accade anche con la produzione scritta:
lalfabetizzazione alla scrittura attiva e formale, destinata ad un pubblico, è
complessa, e rimane, per ora , dominio di pochi. Viceversa, si è in molti a saper
leggere. In questa prospettiva, l'affabilità delle tecnologie elettroniche nel consentire
la produzione di testi potrebbe rappresentare uno stimolo a ridurre la distanza che c'è
tra chi legge e chi scrive.
Domanda 3
Lei considera dunque la tecnologia elettronica una possibilità per colmare il divario
esistente fra alfabeti e analfabeti? Crede, pertanto, che essa favorirà anche la lettura,
l'avvicinamento ad altri?
Risposta
In linea generale, l'avvento di nuove tecnologie per fissare e trasmettere le espressioni
del nostro linguaggio, hanno sempre avuto un effetto positivo su tutte le tecniche
preesistenti. Nel momento in cui abbiamo appreso - come specie umana, come tradizione
culturale, mediterranea - l'uso della scrittura alfabetica, nonostante le profezie
negative che furono fatte, abbiamo anche imparato a controllare il nostro linguaggio
parlato, per definizione più immediato. Allo stesso modo, riprodurre a stampa in migliaia
di esemplari ciò che si é scritto, non soltanto ha indotto a migliorare il controllo del
linguaggio parlato, ma anche lo scritto tradizionale a mano. Abbiamo appreso a calibrare
meglio i nostri testi, a seconda dell'ampiezza del raggio di destinazione. Questo processo
di apprendimento credo sia peculiare anche alle tecnologie di telecomunicazione in genere,
le quali rafforzeranno la sensibilità ai diversi tipi di testi che possiamo e dobbiamo
produrre a seconda delle circostanze. In questa prospettiva credo che aiuti lo sforzo di
una società democratica nelloffrire, alla base della sua organizzazione, delle pari
opportunità di accesso alla lettura, alla scrittura, all'informazione scritta e letta.
Domanda 4
Come dovrà cambiare la scuola rispetto alla diffusione delle nuove tecnologie? E potrà,
saprà cambiare?
Risposta
Consentire una mobilità dei percorsi che il discente può scegliere dinanzi all'insieme
delle cose da studiare e da imparare in modo interattivo, avvalendosi delle tecnologie
automatiche di fissazione e trasmissione a distanza, rappresenta un punto di riflessione
molto importante. Affinché ciò sia disponibile agli studenti delle nostre scuole, e a
quelli delle scuole di altri paesi, credo che sarà necessario ancora qualche anno: le
tecnologie oggi effettivamente accessibili sul mercato, sono ancora troppo rigide, e buona
parte degli ipertesti sono in realtà un insieme di materiali non più intelligentemente
assemblati di quanto non lo siano in uno zibaldone di carta stampata. Laccesso alle
tecnologie porrà, inevitabilmente, dei problemi alla didattica.; in prospettiva, però,
rafforza, o crea, molte possibilità di intervento: il discente assumerà una posizione
centrale nei processi di studio rispetto alle modalità soggettive dell'apprendimento.
Questo nuovo modo di apprendere porrà dei problemi ad una buona parte dei sistemi
scolastici, i quali volgono intorno alla lezione centrale. Un metodo, questo, a cui anche
io faccio ora riferimento. Dinanzi ad una scuola che è abituata a lavorare in questo modo
- luno parla, gli altri ascoltano -, limmissione delle nuove tecnologie crea
condizioni nuove. Nellangusto stato in cui viene oggi a trovarsi la Scuola Media
Superiore italiana, un rinnovamento del genere può apparire avveniristico. Credo, infine,
che sia in termini di costi, sia di tecnologie, esso sarà acquisibile facilmente nel giro
di qualche anno e provocherà un grande "ribaltone".
Domanda 5
E chi formerà i formatori? L 'insegnante non rischia la perdita del ruolo?
Risposta
Un buon insegnante sa da sempre che è soltanto un consulente nel processo di maturazione
intellettuale degli allievi. I buoni insegnanti ci sono sempre stati, ci sono e
continueranno ad esserci; sapranno rinnovarsi, familiarizzando, anche nella vita
domestica, con strumenti che non hanno nulla di fantascientifico e che tutti possiamo
adoperare.
Domanda 6
Tutto questo favorirà forme di insegnamento a distanza? Esistono già adesso
teleuniversità? E possibile, attraverso Internet stessa , seguire dei corsi a
distanza?
Risposta
Il Premio Pirelli International vuole stimolare, sollecitare l'attenzione alla diffusione,
non solo delle tecnologie, ma di particolari contenuti rilevanti per lo sviluppo della
tecnologia e della cultura scientifica. Per migliorare il rapporto con le conoscenze
scientifiche e con i nuclei di base delle conoscenze scientifiche - ormai molto articolate
e molto vaste - la società italiana deve imparare rapidamente ad attrezzarsi con un
sistema di formazione ricorrente degli adulti, che al momento non esiste. Sono queste le
vie maestre per far crescere le conoscenze scientifiche a larga scala in una società
contemporanea. Il premio richiama l'attenzione sul problema, ne stimola la percezione. In
questo senso credo sia prezioso.
Domanda 7
A proposito della promozione e della diffusione della cultura scientifica, Lei è nella
Commissione del Premio Pirelli International. Pensa che operazioni di questo genere
possano giovare?
Risposta
Il Premio Pirelli International vuole stimolare, sollecitare l'attenzione alla diffusione,
non solo delle tecnologie, ma di particolari contenuti, rilevanti per lo sviluppo della
tecnologia e della cultura scientifica. Penso che un'iniziativa del genere possa essere un
aiuto. E' chiaro che un rapporto migliore, più largo, più diffuso, più sicuro con le
conoscenze scientifiche, anche con i nuclei di base delle conoscenze scientifiche, ormai
molto articolate e molto vaste, ha bisogno di altro che di premi, ha bisogno di una scuola
efficiente, di un sistema di formazione ricorrente degli adulti. E purtroppo, entrambe
queste cose, nel nostro paese, o esistono poco o addirittura - è il caso della educazione
ricorrente in età adulta - mancano del tutto, sono affidate al "fai da te"
individuale. Questo non è possibile. Non dico a lungo, ma a medio termine si sta
rivelando impossibile. La società italiana deve imparare rapidamente a attrezzarsi con un
sistema di formazione ricorrente degli adulti, che al momento non esiste. Sono queste le
vie maestre per far crescere le conoscenze scientifiche, su scala di massa, in una
società contemporanea. Il premio richiama l'attenzione sul problema, suscita, per dir
così, il problema, ne stimola la percezione E credo che, in questo senso, sia prezioso.
Domanda 8
Le nuove tecnologie comportano la nascita di nuovi linguaggi. Dal momento che lo sviluppo
tecnologico è in continua evoluzione, è conseguentemente ipotizzabile una nuova Babele
tecnologica?
Risposta
Non sono del tutto d'accordo con le premesse della domanda: le nuove tecnologie aiutano a
fissare, a trasmettere, a manipolare i messaggi affidati al linguaggio parlato e anche
alla scrittura. Entrambe sono le tecniche elementari, quasi naturali - la prima
assolutamente naturale - di fissazione del nostro linguaggio verbale. Questultimo
conserva, nella sua essenza, le sue ricchezze, le sue approssimazioni, la sua enorme
potenza di dare forma ai contenuti più nuovi, più inediti proprio attraverso la sua
capacità di manifestarsi in una pluralità di lingue diverse: dal dialetto napoletano al
francese, all'inglese, all'italiano, al russo, al latino, al greco e così via. Le nuove
tecnologie lavorano all'interno di questa realtà, che alla nostra specie è stata
consegnata circa 150.000-200.000 anni fa. Da allora, oltre che comunicare in "altro
modo", sappiamo comunicare con le parole. Non mi sembra, infine, di vedere nessuna
novità di base, biologica, per dir così, nelle nuove tecnologie di raccolta e fissazione
e trasmissione della informazione, affidata al nostro linguaggio.
Domanda 9
Lei recentemente ha parlato della esistenza di "ciberneologismi". Cosa intende
con questo termine?
Risposta
Con questo lemma intendo indicare tutti i neologismi che nascono e si diffondono nel
mondo, affidati al dilatarsi pervasivo delle tecnologie informatiche e telematiche, a
cominciare dalla rinnovata fortuna del prefisso "ciber", o "cyber" in
inglese - che è stata esplosiva negli ultimi anni -, e continuare con tutti i possibili
neologismi legati alle tecnologie delle telecomunicazioni.
Domanda 10
La lingua parlata su Internet è l'inglese: non l'inglese tradizionale, ma quello che gli
addetti ai lavori definiscono "broken english". Crede che questa nuova lingua
sia specificamente legata al "mezzo" o che riuscirà a superarne i limiti,
realizzando appunto il sogno di una lingua universale, condivisibile da tutti?
Risposta
Finché gli utenti di Internet saranno, come sono, una minoranza esigua, vivranno come
qualsiasi gruppo ristretto. Dinanzi all'impiego di una tecnologia particolare, vivranno
l'esperienza della formazione di qualche elemento gergale. Ciò accadeva agli stagnini o
ai cavallari di un tempo, così succede agli sportivi, specialmente quelli di sport poco
praticati. Negli ambienti in cui esiste una specializzazione di attività riservata, per
ragioni sociali o produttive di scarso interesse, e quindi riservata a pochi, si assiste
sempre alla formazione di parole "scorciate" e metafore particolari, dando vita
a piccoli gerghi. Questi ultimi spesso possiedono dei confini geografici che scavalcano
quelli etnico-linguistici abituali. Esistono degli esempi trasparenti per noi italiani: la
terminologia relativa al canto e alla musica è largamente italiana. Il gergo dei
musicanti e dei cantanti, partendo dall'Italia, ha attraversato nei secoli tante lingue
diverse in cui ritroviamo italianismi proprio in questo settore della cultura. Altro
settore in cui è nato in Italia un gergo stenografico abbreviato è quello delle
transazioni bancarie e finanziarie: dall'Italia è partito ed è andato in giro per il
mondo. Questo processo di diffusione di termini "gergali" ha favorito altri
settori e altre lingue: la moda, per esempio, oppure la cucina, dove, per molto tempo,
tutte le lingue sono state tributarie del gergo dei cuochi e dei ristoratori francesi,
così come oggi lo sono del gergo, delle abitudini dei ristoratori italiani; sembra invece
che abbia ancora poca incidenza il gergo cinese o coreano. Ma da qui a qualche anno questa
mia frase sarà probabilmente superata dai fatti. Le prime maglie della rete di Internet
si sono definite negli Stati Uniti d'America, e di là essa si è andata diffondendo in
tutto il mondo. Gli elementi gergali ad Internet connessi, sono anglicizzanti. Ma un gergo
è tutto tranne che una lingua universale. La lingua universale esiste, e qualsiasi lingua
o dialetto noi parliamo è capace di contenere l'insieme delle nostre esperienze in un
modo comprensibile, quando se ne imparino le tecniche, per qualunque essere umano.
Domanda 11
Che caratteristiche ha un tipo di comunicazione priva di interazione vocale?
Risposta
Dal punto di vista della povertà vocale, la scrittura, e quindi anche la scrittura di
Internet, appartiene probabilmente a una fase di transizione. Non è avveniristico pensare
che il passaggio dalla grafia al parlato e dal parlato alla grafia, che è già
tecnicamente possibile, si realizzi in forme tali da renderlo accessibile nella nostra
vita quotidiana. In questa prospettiva Internet potrebbe rischiare una rapida
obsolescenza. La povertà di rappresentazione dell'andamento reale del parlato, che spesso
è molto importante nella comunicazione tra due persone o in quella pubblica attraverso
parole dette e ascoltate, Internet la condivide con qualsiasi altro sistema di scrittura.
E necessario tuttavia dire che, specialmente nelle interazioni molto rapide,
l'utente di Internet ha avvertito il bisogno di marcare l'andamento effettivo di un
equivalente vocale attraverso una batteria di segni aggiuntivi ai segni alfabetici;
procedimento, questo, a cui i fumetti, del resto, già ci avevano in parte abituato. Agli
utenti di Internet accade ancora di più di chi scrive una lettera, che, come sappiamo,
ricorre spesso a sottolineature, a stelline e altri artigianali segni di rappresentazione
grafica. Se si scorre un fumetto, si trovano per l'appunto stelline, circoletti racchiusi
dentro il fumetto ad accompagnare la grafia delle parole, proprio per evocare silenzi,
pause, mugolii, risonanze particolari che la parola può avere. Aggiungo, pertanto, che,
in complesso, né lo stile scritto Internet innovi in assoluto, né ciò che produce sia
destinato a durare, anche se le profezie sono sempre pericolose in tutti i campi, in
particolare nel campo del linguaggio. Ma è ragionevole pensare che luso di poter
registrare un parlato in una forma tale da poter essere rappresentata immediatamente per
iscritto, e l'uso di ricostruire un parlato a partire da una forma grafica - che oggi è
affidato a tecnologie ancora relativamente sofisticate e di poco mercato - si diffonda. A
quel punto, Internet, o come si chiamerà una rete nuova capace di realizzare ciò ho
esposto sopra, ci metterà a disposizione un mezzo di interazione anche vocale e uditiva.
Domanda 12
Comunque sia Internet sta sollecitando una sorta di recupero del linguaggio scritto. Come
si deve valutare questo fenomeno?
Risposta
Negli anni passati alcuni sociologi illustri, soprattutto italiani, avevano immaginato che
lo sviluppo tecnologico avrebbe reso obsoleta la scrittura e la lettura. Quando alcuni di
noi insistevano o hanno insistito, anche in anni recenti, sulla necessità di far crescere
i livelli di alfabetizzazione primaria della popolazione nei paesi sviluppati, e in Italia
soprattutto, alcuni altri rispondevano che si stava combattendo una battaglia di
retroguardia e che ormai, in realtà, la scrittura aveva esaurito le sue potenzialità a
causa le "nuove tecnologie". Alcuni di noi - linguisti per la maggior parte, e
qualche studioso di scienza dell'educazione, come Benedetto Vertecchi -, da anni
insistevano sul porre lattenzione al problema che le nuove tecnologie, con la loro
pervasività e con il fascino che portano con sé, avrebbero prodotto un "rinnovato
radicamento antropologico della scrittura". Le nuove tecnologie portano con sé la
necessità di leggere molto e scrivere molto. Internet, o i sistemi di scrittura
automatica sotto dettatura o di riproduzione del suono, sono tutte tecnologie che ci
costringono a rapportarci continuamente con la scrittura e la lettura, in una misura
sconosciuta a età del passato. Pertanto, nel mondo contadino e anche nel mondo della
prima industrializzazione, gli esseri umani hanno potuto vivere benissimo senza sapere né
leggere né scrivere bene. Nel mondo delle telecomunicazioni, dell'insegnamento a
distanza, delle nuove tecnologie ciò è diventato sempre più difficile, per non dire
impossibile. Dalle nuove tecnologie, dunque, viene un impulso straordinariamente potente
ad una rinnovata diffusione della pratica del leggere e dello scrivere. In generale,
riaffermando ciò di cui si è parlato allinizio, credo che la tecnologia sia capace
di accorciare le distanze tra le "élites" scriventi e leggenti e la grande
massa delle popolazioni del pianeta.
Domanda 13
Lei pensa che le nuove tecnologie si possono coniugare con le precedenti?
Risposta
Nell'aprile del 1996, a Palermo, una società di studiosi e di insegnanti, ha tenuto un
convegno di grande interesse sui libri di testo. Uno dei temi trattati è stato proprio
quello della interazione tra testi scritti, tradizionali e tecnologie multimediali o di
trasmissione a distanza, variamente elettronizzata dellinformazione. Molte case
editrici italiane, ma anche francesi, tedesche e statunitensi, si stanno attrezzando alla
produzione di strumenti multimediali. Esistono, pertanto, dei settori in cui le
possibilità che si aprono sono di enorme interesse: dall'enciclopedia ai dizionari.
Credo, inoltre, che non tutte le potenzialità insite in questa integrazione multimediale
siano già sfruttate o siano vicine allo sfruttamento. Come nel caso
dellinformatizzazione del settore scolastico, anche qui dovremo attendere qualche
anno affinché le potenzialità potranno realizzarsi concretamente.
Domanda 14
In questo senso la multimedialità, a Suo avviso, è da intendersi come la possibilità di
mettere in voce uno stesso contenuto su più supporti?
Risposta
La multimedialità è da intendersi come un concorso di parola, parlata o scritta, e, di
conseguenza, è parlata e scritta con immagini, attraverso la possibilità di percorsi
all'interno di architetture di qualsiasi tipo: anche attraverso i suoni, o con qualsiasi
altro canale di percezione e di ricezione delle informazioni che provengono dal mondo
esterno.
Domanda 15
Qualcuno ha parlato di una possibile invasione culturale statunitense attraverso Internet
stesso, paragonandola a quella della Roma imperiale, ritenendola una cultura dominante,
però aperta ad altre forme di contaminazione. Il futuro della cultura europea, di cui si
discute molto ultimamente, e della cultura italiana, in particolare, in questo scenario
globale, quale sarà? C'è il rischio, per le culture regionali, di scomparire, oppure
queste forme di comunicazione le promuoveranno?
Risposta
Alla prima parte della domanda ha già risposto, da parecchi anni, John Naisbitt, uno
studioso di prospezioni economico-sociali. Naisbitt è nordamericano, statunitense più
precisamente, e spiega che dal Seicento circa, ogni volta che si assiste alla nascita di
una tecnologia nuova, la quale si afferma e si diffonde per il mondo, si è profetata la
scomparsa delle culture e delle lingue diverse dall'inglese. Ciò si è verificato per le
macchine tessili, per la macchina a vapore, per le ferrovie, per l'energia elettrica, poi
per l'energia atomica, poi per i computer, poi per le tecnologie dell'informazione a
distanza automatizzata. Naisbitt afferma che questo continuerà a succedere, se, come è
probabile, le innovazioni tecnologiche più significative proverranno dall'ambito
nordamericano. Queste profezie si sono rivelate finora sbagliate. La ferrovia o gli aerei
hanno aiutato, al contrario, a sviluppare più coscienza culturale di quanto non avvenisse
in passato, rispetto alle identità e alle differenze esistenti tra i popoli. Altro
problema può essere quello dellegemonia che una cultura esercita sulle altre. Da
questo punto di vista, non in connessione con le nuove tecnologie, ma con altri fatti
molto più complessi che sono anche di natura religiosa, antropologica e sentimentale,
forse sarebbe più prudente studiare il malese o il vietnamita o il cinese, poiché le
culture espresse dai popoli del sud-est asiatico rappresentano il teatro delle egemonie
del XXI secolo.
Domanda 16
E Internet favorirà invece le culture minori? La possibilità di esprimersi? In realtà
questa è una tesi da molti sostenuta: la possibilità data anche ai singoli di mettere...
Risposta
In un libro, dal titolo Megatrends, che ormai conta quattordici anni, Naisbitt ha
già spiegato molto bene che le tecnologie della fissazione e trasmissione a distanza
della informazione danno più potere a chi oggi ha meno potere: è più difficile stampare
un libro, che non lavorare in E-mail su Internet. Questo significa che è necessario un
investimento industriale, ma anche culturale e organizzativo molto consistente per
produrre un libro o una rivista. L'investimento, viceversa, diventa molto meno impegnativo
se vogliamo inviare messaggi tramite Internet. La conseguenza estrema di questo fatto è
che un curdo possa accedere ad Internet molto più facilmente che non al «Life» o all'
«Economist». In questa prospettiva Internet aiuta il curdo.
Domanda 17
Lei è uno dei collaboratori impegnati nella realizzazione del programma "Errata
corrige, pubblica amministrazione". Ce ne può parlare?
Risposta
"Errata corrige" rappresenta lo sviluppo - reso possibile dalla rapidità del
computer con la quale svolge migliaia di operazioni in un secondo - di una vecchia idea:
si sistema in un programma ciò che noi sappiamo sulle caratteristiche che deve possedere
un enunciato per essere leggibile, e quindi di facile comprensione; in seguito, il
programma ci segnalerà, in tempo reale, le disfunzioni dal punto di vista della
comprensibilità della parola. A noi spetta, se ci piace, correggere ciò che scriviamo,
in funzione di una maggiore comprensibilità del testo.
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