30
marzo 2000
Camillo
Guevara: stiamo andando verso la cultura unica, ore
14,40
"C'è una
degenerazione degli esseri umani verso la tecnologia fine a se
stessa ma, soprattutto, c'è una degenerazione culturale perchè
si sta producendo una cultura unica; ciò che rende una cultura
tale invece è proprio la diversità." A lanciare questa
critica contro la società dell'informazione è Camillo Guevara,
intervenuto, insieme alla sorella Aleida, al convegno di
apertura del Futur Show Siamo figli della tecnologia, di chi
saremo padri? "A questa rassegna ho visto due parole
chiave: padre e figlio. Secondo me manca lo spirito." -
prosegue Guevara - "Il nostro caso ci ha insegnato che
oltre alla conoscenza della tecnica ci vuole l'etica. La
popolazione del sud del mondo sarà sempre meno libera perchè i
frutti del progresso possono essere goduti solo solo dal 20%
della popolazione mondiale mentre il divario del rimanente 80 %
diverrà sempre maggiore. Per risolvere questo problema c'è
bisogno di valori". Secondo Guevara, invece, che ricorda le
parole di Josè Marti, un simbolo di Cuba, si sta puntando allo
sviluppo tecnico dimenticando lo sviluppo umano.
Jaques
Attali: Internet, il continente virtuale, ore
14,05
"Si deve
essere coscienti che le tecnologie sconvolgono l'esistente: si
sbaglia fortemente pensando che possano rafforzarlo." A
parlare è Jacques Attali, filosofo francese intervenuto al
convegno di apertura del Futur Show. Attali cita, a questo
proposito, l'esempio della stampa: "quando fu
inventata la stampa si pensò che potesse avere due effetti:
rafforzare il potere religioso, perchè avrebbe reso possibile
la lettura della Bibbia, e rafforzare il potere dell'impero
germanico, perchè avrebbe diffuso la lingua latina. Tutto il
contrario: la Bibbia è stata letta ma non coincideva con quello
che la chiesa raccontava. Sono stati stampati i libri in lingua
latina ma poi sono stati stampati quelli nelle lingue europee e
questo ha prodotto i vari nazionalismi cioè il contrario di un
rafforzamento del potere preesistente." Attali paragona lo
sviluppo di Internet alla conquista dell'America: "Internet
ormai si può considerare un nuovo mondo, un nuovo continente
virtuale". Nell'era di Internet, il vero rischio, secondo
il filosofo, è che le tecnologie possano essere una distrazione
da quello che è insito nell'uomo. "Ci si può distrarre e
non pensare" - avverte Attali - "e potrà accadere che
il mondo virtuale detterà delle regole al mondo reale."
D'altra parte, la Rete offre anche una nuova possibilità di
fratellanza in un mondo in cui vi è un continuo scambio di
saperi. "La macchina non deve essere vissuta come un
elemento di distruzione del potenziale umano ma di
valorizzazione ed è con questa consapevolezza che si può
pensare di divulgare sempre più il mezzo tecnologico".
Attali, che è stato consigliere speciale di Francois Mitterand,
ricorda come in passato in Francia sia stata avviata una grande
operazione di distribuzione dei computer nelle scuole senza però
preoccuparsi degli insegnanti, degli esseri umani e della loro
formazione. "Il nostro ruolo" - conclude - "è
quello di usare la tecnologia per creare esseri umani
consapevoli e non rifare alcuni degli errori del
passato".
Aleida
Guevara: i paesi ad alta tecnologia in debito con le nazioni
povere,
ore 13.30
Non solo mi sembra di venire da
un altro continente ma addirittura da un altro pianeta perché
mentre voi parlate dello sviluppo delle tecnologie e
dell'espansione del mercato noi affrontiamo ancora il problema
della sopravvivenza". A parlare così è la scrittrice
Aleida Guevera, figlia del Che, intervenuta oggi al convegno di
apertura del Futur Show intitolato Siamo figli della
tecnologia, di chi saremo padri? "La ricchezza di
questo continente" - prosegue Guevara, riferendosi
all'Europa - "è stata accumulata sfruttando quella del
nostro e c'è ancora un debito aperto". La scrittrice
ricorda come la grande operazione di alfabetizzazione compiuta a
Cuba sia stata decisiva nel riscatto del paese dopo quattrocento
anni di colonizzazione spagnola e sottolinea come, ora più che
mai, l'alfabetizzazione sia indispensabile per sopravvivere in
un mondo in cui si compete con paesi molto più sviluppati.
Oggi, infatti, "quella parte del mondo che non riesce a
usare la tecnologia rimane ancora più indietro". A Cuba la
popolazione comincia a usare Internet ma il prezzo da pagare è
molto elevato. Aleida Guevara osserva che l'attuale sviluppo
della tecnologia "che può ben dirsi sfrenato" sembra
non tenere conto "di chi può riceverla e
utilizzarla". "Non possiamo perdere la prospettiva
principale dell'essere umano" - conclude - "che è
quella di godere dello sviluppo in tutte le sue
dimensioni", sia tecnologiche che naturali.
Lester
Brown: l'economia del futuro si basa sull'energia alternativa,
ore 13.00
"Siamo la prima generazione
le cui azioni determineranno il futuro del pianeta" -
dichiara Lester Brown, fondatore e direttore del Worldwatch
Institute, che pubblica il rapporto annuale sullo Stato del
pianeta. Lo studioso, intervenuto in video al convegno di
apertura del Futur Show Siamo figli della tecnologia, di chi
saremo padri?, pone una grande questione di responsabilità non
solo nei confronti dell'ambiente ma anche di coloro che lo
abiteranno dopo di noi. "Mentre gli Stati Uniti
attraversano il più lungo periodo di espansione economica e gli
indici Dow Jones fanno registrare dei picchi, lo stato di salute
del pianeta non è affatto soddisfacente" - sostiene il
ricercatore. La riduzione delle foreste, la scarsità delle
riserve idriche, l'estinzione di molte speci animali sono solo
alcune delle malattie che affliggono la Terra ma due sono le
sfide principali: la stabilizzazione del clima e la
stabilizzazione della popolazione. In entrambi i casi - assicura
Brown - "sappiamo cosa dobbiamo fare". Per curare il
clima, "bisogna passare dall'energia basata sugli
idrocarburi all'uso di energia alternativa come quella eolica e
quella solare: questa è l'economia del futuro". Basti
pensare che negli Stati Uniti sarebbe sufficiente sfruttare
l'energia eolica di tre soli stati - North Dakota, South Dakota
e Texas - per soddisfare l'intero fabbisogno nazionale. Per
quanto riguarda, invece, la stabilizzazione della popolazione,
che è stata raggiunta solo in 44 paesi, fondamentale è educare
le donne che in gran parte del mondo non hanno ancora accesso
all'informazione sul controllo delle nascite.
Un satellite per ogni
occasione, ore 17.30
L'archeologia del futuro sarà
guidata dai satelliti. A sostenerlo è l'ingegner Franco
Rubertone, responsabile delle attività di telerilevamento di
Alenia Spazio che ha partecipato oggi all'incontro su tecnologia
e ambiente organizzato dal Futur Show. Questa possibilità è
stata scoperta casualmente una ventina di anni fa quando,
durante una missione dello Shuttle, fu scoperta la cosiddetta
Atlantide del deserto, mitica città della penisola arabica. Gli
attuali strumenti non potranno, naturalmente, eliminare
l'apporto dei professionisti dell'archeologia ma si scaverà non
più solo sulla base di fotografie aree ma con l'ausilio di
satelliti in grado di fornire indicazioni più precise sul
sottosuolo. È, per esempio, grazie a immagini provenienti da un
satellite che si è scoperto, recentemente, che un tratto della
Grande Muraglia cinese che si credeva distrutto, era in realtà
interrato di alcuni metri. Ma il satellite potrebbe rivelarsi
particolarmente utile anche per la salvaguardia dell'ambiente.
L'evoluzione delle strumentazioni odierne è tale che esse
possono misurare con precisione millimetrica l'altezza delle
onde marine o seguire in tempo reale fenomeni naturali come le
frane. Se finora solo istituzioni di carattere governativo hanno
avuto la possibilità di inviare satelliti nello spazio, adesso
la situazione sta cambiando. "L'impiego del satellite"
- afferma Rubertone - "comincia ad essere un business anche
nel privato". Si stanno scoprendo, infatti, molte possibili
applicazioni commerciali. Le compagnie assicurative, ad esempio,
possono valutare, grazie al satellite, la situazione di un'area
geografica prima e dopo un evento disastroso. Le società
petrolifere possono indirizzare in modo più preciso la ricerca
estrattiva. Presto anche i programmi spaziali saranno finanziati
prevalentemente dalle imprese. "Ciò, naturalmente,
presenta anche dei rischi" - ammette Rubertone -
"soprattutto perché l'osservazione satellitare, al
contrario di quella aerea, non è ancora regolamentata".
Disuguaglianze e disastri
ecologici con l'attuale sistema produttivo, ore
18.00
"Le preoccupazioni
ecologiche sono anche preoccupazioni economiche". Ad
affermarlo è Jean Paul Fitoussi dell'Osservatorio francese di
congiuntura economica. Il ragionamento a breve termine
dell'economia implica, però, una mancata considerazione dei
problemi dell'ecologia che sono a lungo termine. Il dominio
finanziario, rinunciando alla riflessione a lungo termine,
presume "un tasso di interesse zero, un deprezzamento del
futuro". "Nel disastro ecologico è compreso anche
l'uomo" - prosegue Fitoussi - "la produzione di
disoccupati e affamati avrà, infatti, conseguenze sulle
generazioni future". "L'evoluzione economica di
oggi" - spiega lo studioso - "è accompagnata da
un'esplosione delle disuguaglianze. Le nuove tecnologie
costituiscono l'alfabeto del futuro e si sta creando una nuova
categoria di analfabeti, quella di coloro che non hanno accesso
a queste risorse". Nell'ambito della scuola, e perfino di
una stessa classe, si possono già riscontrare differenze tra
bambini che dispongono di mezzi all'avanguardia e bambini che
non impareranno mai a usarli. Su scala planetaria "la
globalizzazione richiede che ogni paese si specializzi nelle
produzioni in cui hanno un vantaggio competitivo. Si può quindi
prevedere che i paesi industrializzati si specializzino in
settori che richiedono lavoro qualificato mentre quelli in via
di sviluppo in produzioni basate su lavoro non
qualificato". Molto critico sull'evoluzione economica in
corso anche Gianfranco Bologna del WWF, intervenuto al Futur
Show per presentare il rapporto annuale sullo Stato del
pianeta. "Il sistema produttivo di oggi è in rotta di
collisione con i sistemi naturali" - ha affermato
l'ambientalista, aggiungendo che "l'economia è sempre più
una scienza che conosce il prezzo di tutto e il valore di
niente". La mobilitazione di energia basata sui
combustibili fossili (petrolio, carbone e gas naturali) ha
sorpassato, infatti, la mobilitazione energetica della
fotosintesi. "Tutti i governi del mondo, di destra o di
sinistra, guardano esclusivamente gli indicatori economici"
- prosegue Bologna - "pagine e pagine dei giornali si
occupano dello stato dell'economia ma non dello stato delle
risorse naturali, senza le quali l'economia è nulla".
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