La vera storia del Personal Computer
(c) 2001 Carlo Gubitosa
"Just as the industrial revolution made possible the personal
book by providing inexpensive paper and mechanized printing and
binding, the microelectronics revolution of the 1970's will bring
about the personal computers of the 1980's".
(Alan Kay - 1977)
Associare un'innovazione scientifica al lavoro di una o piu'
persone e' un compito meno facile di quanto possa sembrare. Sono
moltissimi, infatti, gli "inventori" che hanno potuto
riscrivere a loro piacimento intere pagine di storia della scienza
solo grazie al successo commerciale dei loro prodotti. Grazie
a questa storia fatta a posteriori il nostro immaginario collettivo
e' costellato di personaggi come i fratelli Lumiere, Samuel Morse
o Alexander Bell, ormai passati alla storia come gli inventori
del cinema, del telegrafo e della telefonia, che in realta' sono
stati solamente abili perfezionatori e commercializzatori di scoperte
gia' fatte da altri.
In merito al telegrafo e al telefono, esiste ormai una vasta
letteratura in cui si documenta che queste invenzioni hanno visto
la luce molto prima dei servizi telegrafici e telefonici con cui
Morse e Bell hanno costruito la loro fortuna e la loro fama. Per
quanto riguarda il cinematografo, brevettato dai Lumiere il 13
febbraio 1895, va detto che questa invenzione non e' altro che
una versione migliorata del cinetoscopio, un apparecchio brevettato
nel 1891 da Thomas Edison, a cui i Lumiere aggiungono semplicemente
un dispositivo ottenuto modificando il piedino premistoffa della
macchina da cucire. Grazie alla piccola aggiunta dei Lumiere si
riesce a sincronizzare il movimento della pellicola con l'apertura
dell'otturatore, ottenendo delle immagini in movimento molto piu'
nitide di quelle realizzate con i precedenti apparecchi. Questo
piccolo apporto tecnico, unito al miglioramento della qualita'
dell'immagine, costituisce la spinta decisiva per la diffusione
di massa della cinematografia.
Oltre a questi casi piu' eclatanti, nel corso dei secoli molte
altre scoperte scientifiche sono state attribuite erroneamente
a chi invece le ha solo modificate, commercializzate o trasformate
in prodotti a diffusione di massa, e altrettanto numerosi sono
gli uomini di scienza che hanno cambiato la nostre vita quotidiana
e il mondo in cui viviamo, pur rimanendo anonimi e sconosciuti.
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Il tragico destino di Phillip Katz
Un esempio di queste invenzioni rimaste nell'ombra assieme al
loro creatore e' senza dubbio il PKZIP, uno dei programmi piu'
diffusi e famosi della storia dell'informatica, utilizzato per
"zippare" i dati contenuti nei calcolatori, in maniera
da comprimere le informazioni e ridurre lo spazio di memoria richiesto
per la loro archiviazione.
A partire dal PKZIP sono stati sviluppati molti altri programmi
simili, tra cui il recente WINZIP, tuttora utilizzato da milioni
di utenti sparsi per il mondo. Sono in pochi a sapere che il nome
PKZip deriva dalle iniziali di Phillip Katz, lo sfortunato inventore
di questo programma.
La diffusione di massa del programma di Katz e' uno dei piu'
grandi fenomeni di partecipazione sociale della storia dell'informatica,
uno dei rarissimi casi in cui uno standard e' stato stabilito
direttamente dagli utenti finali di un programma anziche' dai
capricci del mercato o dall'industria del software. Milioni di
utenti adottano il programma di Katz e lo diffondono come un "virus
benefico", non solo per l'indubbia efficienza del PKZIP.
ma anche per protestare contro la Systems Enhancements Associates
(SEA), una azienda che aveva trascinato Katz in tribunale per
aver realizzato e distribuito gratuitamente il PKARC, una versione
migliorata del programma di compressione ARC realizzato dalla
SEA, che sporge denuncia per violazione del copyright e del suo
marchio registrato. Dopo un accordo con la SEA che gli permette
di evitare una multa salatissima, per evitare altri grattacapi
legali Katz decide di abbandonare la sua prima creazione per realizzare
il PKZIP, utilizzando un sistema di compressione differente da
quello dell'ARC. Nel giro di pochi mesi la passione di Katz e
l'entusiasmo degli utenti trasformano lo ZIP nel nuovo standard
di compressione dei dati. Il primo a sorprendersi di questo successo
e' lo stesso Katz, che in una intervista rilasciata nel 1993 al
Milwaukee Journal ha raccontato di aver scritto il suo programma
unicamente per hobby.
Nonostante il suo grande successo come programmatore, nella vita
Katz non si dimostra altrettanto fortunato. Il 14 aprile 2000
muore in solitudine, a soli 37 anni, in un motel di Milwaukee,
nel Wisconsin, dove viene ritrovato accanto ad alcune bottiglie
vuote di liquore.
Un destino decisamente diverso da quello di Phillip Katz ha trasformato
William Henry Gates III, piu' noto come Bill Gates, nell'uomo
piu' ricco del mondo, grazie ad una serie di mosse astute con
cui nel corso degli anni Gates e' riuscito a costruire un immagine
vincente di se', accreditandosi come pioniere dell'informatica
e come padre di numerose invenzioni che sono diventate indispensabili
per lo sviluppo dei moderni calcolatori.
Quella stessa deformazione della storia che ha trasformato i
fratelli Lumiere negli "inventori del cinema", nonostante
fossero il punto di arrivo e non il punto di partenza nello sviluppo
del cinematografo, ha permesso a Bill Gates di scrivere la "sua"
storia dell'informatica. In questo "universo parallelo"
creato su misura, Bill Gates e' un uomo che si e' fatto da se',
un genio che ha raggiunto meritatamente il successo in quanto
inventore del Personal Computer, del linguaggio di programmazione
"Basic", del sistema operativo DOS e dell'"interfaccia
utente" a finestre, basata sull'utilizzo del mouse. Nel mondo
della realta' storica non c'e' niente di piu' falso.
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La rivoluzione informatica francese
Nell'immaginario collettivo e' Bill Gates ad aver inventato il
personal computer assieme all'Ibm, mentre in realta' il primo
PC e' nato in francia nel 1973. Il nome dell'antenato dei moderni
PC e' Micral e il suo progettista e' Truong Tromng Hi, un francese
con radici vietnamite che lavora per la Realisations Etudes Electroniques
S.A. Micral e' basato sul processore 8088, costa 1.750 dollari
e il software necessario al suo funzionamento e' realizzato da
Philippe Kahn. Purtroppo Micral cade presto nel dimenticatoio
a causa del suo scarso successo di mercato. Per la diffusione
di massa dei calcolatori bisogna attendere il 1975, quando negli
Stati Uniti una nuova "rivoluzione informatica" viene
scatenata dalla nascita del personal computer Altair.
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Gennaio 1975: nasce Altair 8800
Il personal computer americano nasce nel 1975, quando sul numero
di gennaio della rivista "Popular Electronics", spedito
al suo mezzo milione di hobbisti-abbonati, viene presentato ALTAIR
8800, una macchina ormai entrata di diritto a far parte della
storia dell'informatica, un computer che raccoglie intorno a se'
la seconda generazione degli hacker: gli "hacker dell'hardware",
che penetrano all'interno dei segreti di Altair per carpire il
funzionamento di ogni singolo circuito. Una passione ereditata
dagli studenti del MIT, gli "hacker dei mainframes",
che negli anni '60 avevano domato a colpi di saldatore e tastiera
i primi grandi calcolatori universitari, i grandi "bestioni"
a valvole monopolizzati da "sacerdoti" in camice bianco,
la cui autorita' veniva puntalmente messa in discussione dalla
prima generazione di hackers.
Ancora oggi non e' raro incontrare dei prodotti informatici pubblicizzati
ancora prima che ne sia ultimata la realizzazione, e il primo
di questi prodotti, definiti in gergo "vaporware", e'
stato proprio Altair 8800. La fotografia riprodotta su Popular
Electronics, infatti, e' quella di un apparecchio realizzato ad
hoc, assolutamente non funzionante, e passa molto tempo prima
che le migliaia di pezzi ordinati vengano consegnati.
Alcuni hacker tra i piu' tenaci, per venire in possesso del loro
Altair, si accampano davanti alla sede della Model Instrumentation
Telemetry Systems (MITS), la societa' che produce Altair sotto
la guida di Ed Roberts. Altair e' venduto in kit di montaggio,
il cui risultato finale e' una scatola metallica con pannello
frontale composto da una fila di interruttori, che costituiscono
l'unico dispositivo di input, e da due file di piccole lucine
rosse come dispositivo di output. E' basato sul processore INTEL
8080, costa 397 dollari e ha 256 bytes di memoria. Le istruzioni
non possono essere memorizzate all'interno del computer, ma devono
essere inserite a mano attraverso gli interruttori del pannello
frontale ogni volta che il calcolatore viene acceso. Da qui le
tipiche piaghe e vesciche sulle dita che caratterizzano gli appassionati
di informatica dell'epoca. Il primo personal computer americano
e' battezzato da Lauren Solomon, la figlia dodicenne di Les Solomon,
direttore di Popular Electronics e amico di Ed Roberts. La bimba
indica il nome "Altair" ispirandosi alla stella su cui
era diretta l'"Enterprise" (l'astronave della serie
televisiva "Star Trek") nella puntata trasmessa il giorno
del battesimo dell'8800.
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La nascita del Basic
Prima ancora dell'apparizione di Micral e Altair, nel 1964 John
Kemeny e Thomas Kurtz, presso il Dartmouth College (New Hampshire,
USA), sviluppano il BASIC (Beginners' All-purpose Symbolic Instruction
Code), il piu' famoso linguaggio di programmazione della storia.
Attraverso questo "Codice Simbolico Multifunzione di Istruzioni
per Principianti" le istruzioni vengono impartite al calcolatore
usando delle parole in inglese corrente, come "PRINT"
(stampa) oppure "INPUT" (immetti), al posto della lingua
misteriosa composta da sequenze interminabili di "1"
e di "0" con cui i primi programmatori sono costretti
a "parlare" con i loro computer. Con l'avvento del Basic
la programmazione dei calcolatori esce dal mondo degli addetti
ai lavori e diventa accessibile a tutti. Kemeny, immigrato nel
1940 a New York assieme alla sua famiglia proveniente da Budapest,
prima di dedicarsi all'informatica trascorre parecchi anni accanto
ad Albert Einstein, in qualita' di assistente matematico. Il primo
programma scritto in BASIC viene eseguito a Dartmouth da Kemeny
e Kurtz alle 2 del mattino del 4 maggio 1964.
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L'Homebrew Computer Club
Il 5 marzo 1975 a Menlo Park, nella silicon valley californiana,
nel garage di Gordon French si svolge il primo incontro dell'HOMEBREW
COMPUTER CLUB, il club degli hacker dell'hardware, di cui fanno
parte, tra gli altri, Bill Gates, Stephen Wozniack, Gary Kildall
e molti altri pionieri dei personal computer. Le riunioni dell'Homebrew
divengono un appuntamento fisso per scambiare pezzi di hardware,
idee, programmi, informazioni e progetti. L'Altair 8800 e' ovviamente
al centro dell'attenzione.
Dopo aver letto l'annuncio su "Popular Electronics",
Bill Gates e Paul Allen, che avevano studiato insieme ad Harvard,
telefonano immediatamente a Ed Roberts per proporgli di acquistare
il loro interprete BASIC per l'Altair, scritto assieme a Marty
Davidoff. E' la prima vendita di software della Micro-Soft. A
quei tempi l'azienda aveva ancora il trattino nel nome, che sarebbe
caduto nel 1976. L'accordo per la vendita del Basic viene concluso
con successo il 2 gennaio 1975.
L'affare si rivela davvero fortunato, e apre le porte del successo
a quella che sarebbe diventata la piu' grande azienda informatica
del mondo. Il grande pubblico dimentica ben presto i nomi di Kemeny
e Kurtz, e negli anni a venire il nome di Bill Gates verra' associato
sempre piu' frequentemente alla creazione del Basic. In seguito
all'accordo con Ed Roberts, Gates e Allen si trasferiscono ad
Albuquerque, sede della Mits, per scrivere un programma in grado
di connettere Altair con una unita' a disco. Una sera di giugno
del 1975 gli hobbisti dell'Homebrew Computer Club riescono a impossessarsi
di una cartuccia contenente il codice completo del Basic, lasciata
incustodita durante una delle numerose dimostrazioni intineranti
organizzate da Ed Roberts per pubblicizzare il suo prodotto. A
causa del prezzo ritenuto eccessivo, gli "homebrewers"
iniziano a fare delle copie su nastro del Basic per l'Altair da
distribuire gratuitamente.
In seguito al dilagare di queste copie "pirata", il
3 febbraio 1976 Bill Gates scrive una lettera aperta agli hobbisti,
pubblicata sulla newsletter "Computer Notes", un documento
in cui attacca apertamente la copia non autorizzata. La lettera
viene riportata anche sul bollettino di febbraio dell'Homebrew
Computer Club. L'argomentazione principale di Gates contro la
diffusione incontrollata dei programmi e' che questa pratica scoraggia
i programmatori, rendendo meno remunerativa la realizzazione dei
loro prodotti.
Le teorie di Gates vengono smentite nel 1991, quando la distribuzione
libera e gratuita del sistema operativo Linux diventa l'elemento
decisivo che incoraggia e stimola il lavoro di migliaia di programmatori
sparsi in tutto il mondo.
Il 22 maggio 1977 Ed Roberts decide di abbandonare il mercato
dell'informatica, anche in virtu' delle crescenti pretese da parte
dell'azienda di Gates. A trentacinque anni compiuti, dopo aver
venduto la sua azienda alla Pertec, Roberts si trasferisce in
Georgia con un assegno di alcuni milioni di dollari in tasca,
e inizia una nuova vita come studente di medicina alla Mercer
University, per finire la sua carriera a Cochran, un paesino a
sud di Atlanta dove si stabilisce per esercitare la professione
di pediatra.
In seguito all'acquisto della MITS da parte della Pertec si scatena
una battaglia giudiziaria in merito di diritti di proprieta' intellettuale
del Basic dell'Altair, di cui la Pertec rivendicava i diritti
in seguito all'acquisizione della Mits. Gates ed Allen sostengono
invece che il Basic era stato dato solamente in concessione. La
questione e' portata davanti a un tribunale che da' ragione a
Microsoft.
Nel 1980 l'inglese Sir Clive Sinclair progetta e commercializza
lo ZX80, un calcolatore che segna il passaggio dall'era dei "personal"
a quella degli "home computer". Centinaia di copie dello
ZX80 iniziano ad invadere l'europa. L'era degli "home"
continua nel 1982 con la Commodore Computers, che produce due
esemplari destinati a passare alla storia: VIC 20 e CBM 64. Nel
giro di pochi mesi il VIC 20 raggiunge il milione di copie vendute.
Nel frattempo Sinclair si affretta ad affiancare al modello ZX81,
nato nel marzo '81, lo ZX Spectrum. Nello stesso anno il "Time
Magazine" assegna al computer il titolo di "uomo"
dell'anno. Inizia l'era dell'informatica di massa.
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Una mamma che ha fatto storia
Per Microsoft la grande occasione arriva nel luglio del 1980,
quando Bill Gates viene contattato da IBM, l'azienda che in quegli
anni esercitava un dominio incontrastato nel settore dell'informatica.
A questo incontro ne fa seguito un secondo, un mese piu' tardi,
durante il quale Gates firma un contratto di consulenza con Ibm
per la realizzazione di un sistema operativo da utilizzare per
i futuri PC IBM, una missione segretissima battezzata con il nome
in codice "Project Chess".
Le motivazioni che spingono "Big Blue" IBM a legare
la nascita dei nuovi "personal computer" ad una azienda
relativamente giovane e guidata da un ragazzino appena venticinquenne,
sono tuttora avvolte da un fitto mistero.
L'unico dato di fatto di cui si dispone per capire le cause del
"matrimonio" tra Microsoft e IBM e' che la madre di
Bill Gates, Mary, personaggio di spicco degli ambienti di Seattle,
proprio nei giorni antecedenti all'accordo che avrebbe reso miliardario
il suo figliolo, curava gli affari di famiglia in qualita' di
membro del consiglio di amministrazione di una impresa chiamata
United Way. Un altro dei membri illustri di quel consiglio di
amministrazione era il signor John Opel, un uomo d'affari che
contemporanamente rivestiva il ruolo di CEO (Chief Executive Officer)
all'interno di IBM, praticamente la piu' alta carica direttiva
dell'azienda.
L'ossessione di Opel per la realizzazione di un nuovo prodotto
IBM con cui raggiungere e sorpassare la Apple nel mercato dei
personal potrebbe aver trovato uno sbocco naturale nelle prospettive
di successo che Mary Gates era disposta a garantire a nome del
suo geniale pargolo.
E' possibile che una buona parola da parte di Mamma Gates sia
stata l'elemento decisivo che ha determinato le decisioni del
"gigante" dell'informatica, ancora troppo impacciato
per muoversi nel settore dei personal computer con l'agilita'
necessaria per sostenere il ritmo frenetico dell'innovazione tecnologica
di quegli anni.
Un'altra azienda candidata alla realizzazione del "Project
Chess" e' la Digital Research di Gary Kildall, che gia' da
tempo aveva sviluppato CP/M, "Control Pogram for Microcomputers",
un sistema operativo perfettamente in grado di funzionare anche
sui nuovi personal IBM. Il mancato accordo tra IBM e Gary Kildall,
spesso definito come la piu' grande occasione mancata nella storia
dei PC, e' descritto in maniera diversa a seconda di chi lo racconta.
In base alla versione dei fatti fornita da IBM, che e' anche la
piu' diffusa e conosciuta, Kildall era impegnato a dilettarsi
con il suo bimotore mentre sua moglie riceveva la visita dei funzionari
IBM incaricati di proporre lo stesso accordo che avrebbe fatto
la fortuna di Bill Gates e Microsoft. Dopo una lunga attesa, gli
uomini IBM si sarebbero seccati di aspettare, tornando a casa
e mandando a monte l'affare. Secondo la ricostruzione dell'episodio
fatta dallo stesso Kildall, invece, il suo non era un volo di
piacere, ma di affari, e nei successivi contatt i con IBM le condizioni
proposte sarebbero state talmente restrittive da impedirgli di
accettare l'offerta, dal momento che IBM voleva cavarsela con
un semplice pagamento forfettario per l'acquisto del sistema operativo,
rifiutandosi di concedere a Kildall una percentuale per ogni copia
venduta del suo Cp/M. Questo stallo nella trattativa avrebbe lasciato
via libera a Microsoft.
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Dal CP/M al Dos Microsoft
Una volta concluso l'accordo con IBM il grosso problema di Microsoft
era la
realizzazione del sistema operativo promesso a "Big Blue",
un incarico che
Gates e soci non sarebbero mai stati in grado di portare a termine
da soli,
rispettando le scadenze strettissime e i vincoli sulla qualita'
del
prodotto imposti da IBM.
Nel settembre del 1980, di fronte alla prospettiva di un fallimento
dell'accordo con IBM, Gates decide di giocare d'astuzia, acquistando
dalla
Seattle Computer Products, per la modica somma di 50.000 dollari,
un
sistema operativo "veloce e sporco", il Q-Dos, "Quick
and Dirt Operating
System". Il Q-Dos, opportunamente modificato, si trasforma
d'incanto nel
piu' famoso Microsoft DOS, l'MS-Dos destinato a diventare uno
standard
nell'ambito dei personal computer grazie alla potenza economica
di IBM e al
senso degli affari di Bill Gates, che negli anni seguenti avrebbe
costruito
la sua fama di programmatore geniale e la sua fortuna economica
a partire
dalla rivendita di un prodotto realizzato da altri. Gates ottiene
da Tim
Paterson, che aveva realizzato il Q-Dos, un accordo di licenza
non
esclusivo, che prevedeva la possibilita' di rivendere il prodotto,
senza
lasciarsi sfuggire che tra i clienti intenzionati alla rivendita
del Q-Dos
c'era nientemeno che IBM. La segretezza era ulteriormente garantita
da una
clausola del contratto in base a cui "niente avrebbe obbligato
Microsoft a
identificare il cliente". In seguito Microsoft chiudera'
il cerchio
comprando tutti i diritti della Seattle Computer Products, assumendo
alle
sue dipendenze lo stesso Paterson.
Risalendo l'"albero genealogico" dell'MS-DOS, e' possibile
che il primo
"capostipite" della famiglia non sia il Q-Dos di Tim
Paterson, ma
addirittura lo stesso Cp/M di Gary Kildall, che potrebbe essere
il "vero"
sistema operativo a partire dal quale, attraverso modifiche successive,
e'
stato realizzato il prodotto definitivo consegnato a IBM. Una
versione
molto dettagliata del rapporto tra il CP/M e il Q-Dos e' contenuta
all'interno del libro "Bill Gates, una biografia non autorizzata",
scritto
da Riccardo Stagliano' per Feltrinelli. Secondo il resoconto di
Stagliano'
"Quando fu chiaro che Microsoft avrebbe fornito a Ibm il
sistema operativo
sviluppato da Tim Paterson, Gary Kildall, l'uomo che arrivo' in
ritardo
all'appuntamento con la sua fortuna, telefono' imbestialito al
programmatore, anticipando querele: "Hai copiato il mio CP/M:
ti
denuncero'!". "Non ho mai guardato il codice di Kildall",
si e' sempre
difeso Paterson, "solo il suo manuale"".
Gli indizi a favore di Kildall sono davvero numerosi, e in piu'
di una
occasione alcuni esperti di informatica che si sono divertiti
a "smontare"
il Dos Microsoft hanno evidenziato al suo interno la presenza
di diverse
righe del codice scritto dal fondatore della Digital Research
per
realizzare il suo Cp/M. La stessa IBM avrebbe cercato di mettere
a tacere
la vicenda offrendo a Kildall ottocentomila dollari per rinunciare
ad ogni
rivendicazione sulla paternita' di Ms-Dos.
Gary Kildall muore il 6 luglio del 1994, all'eta' di cinquantadue
anni,
dopo aver lottato fino alla fine contro lo strapotere commerciale
di
Microsoft e Ibm, usando come armi la qualita' e la robustezza
del suo
Dr-Dos, il sistema operativo nato dall'evoluzione dello sfortunato
CP/M.
La vita di Kildall si spegne a causa di una banale rissa scoppiata
in un
bar di Monterey, la citta' californiana dove viveva, perche' alcuni
avventori del locale, piu' rispettosi delle loro motociclette
che della
vita altrui, non gradiscono le toppe del giubbotto di pelle di
Kildall, che
rappresentavano delle moto Harley Davidson. Una tragica fine per
un uomo
geniale, che con un pizzico di fortuna in piu' avrebbe potuto
sedersi al
posto di Bill Gates sulla poltrona di uomo piu' ricco del mondo,
un
pioniere dell'informatica che con tutta probabilita' e' l'unico
vero autore
di un sistema operativo che ci ha permesso per anni di lavorare,
scrivere e
comunicare attraverso il computer.
Il 12 agosto 1981 il primo personal computer della IBM, basato
sul microprocessore 8086, fa il suo ingresso trionfale sul mercato
dei personal computers, con una presentazione in grande sitle
al salone delle feste del Waldorf Astoria di New York. Il modello
base ha una RAM di 16K e un lettore per dischetti da 5'' e 1/4,
il tutto per la modica cifra di 1565 dollari. Il sistema operativo
utilizzato e', ovviamente, il Microsoft Dos.
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"Cisi coniugale" tra Microsoft e
Ibm
Il 20 novembre 1985 Microsoft mette in commercio Windows 1.0,
esattamente
due anni e dieci giorni dopo la presentazione del prodotto, avvenuta
in
grande stile e con tutta l'enfasi che contraddistingue le campagne
pubblicitarie dell'azienda di Redmond. E' l'inizio della "scalata
al
potere" del sistema operativo piu' famoso del mondo.
Nel 1989, in occasione del Comdex di Las Vegas, il salone annuale
dell'informatica statunitense, gli operatori del settore attendono
un
annuncio strategico di Bill Gates e James Cannavino, responsabile
del
settore personal all'interno di IBM. Tutto risale al 2 aprile
1987, quando
IBM lancia la sua nuova linea di Personal, i PS/2, dotati di un
nuovo
sistema operativo, OS/2, frutto di un lavoro congiunto dei tecnici
IBM e
Microsoft. Da questa alleanza avrebbe dovuto nascere il nuovo
standard dei
sistemi operativi, e per lo sviluppo di OS/2 gli accordi prevedevano
che
Microsoft avrebbe messo da parte il suo Windows. Tuttavia Gates
decide di
tenere aperte entrambe le strade, e di decidere all'ultimo momento
se
appoggiare OS/2 o Windows. Lo sgambetto a Ibm arriva proprio in
occasione
del Comdex, con un discorso di Gates che smentisce tra le righe
Cannavino,
dopo che il manager IBM aveva ingenuamente confermato l'appoggio
di
Microsoft nell'alleanza per OS/2. Il 22 maggio del '90 viene presentata
la
versione 3 di Windows, con una teleconferenza mondiale da tre
milioni di
dollari, che mobilita seimila giornalisti con grandi schermi installati
a
Citta' del Messico, Londra, Madrid, Milano, Parigi, Singapore
e Stoccolma.
Il "matrimonio d'interesse" tra il colosso dei mainframes
e il nuovo gigante del software giunge al suo capolinea nel marzo
1992. Il mondo dell'informatica e' scosso dall'annuncio della
rottura dei rapporti commerciali tra IBM e Microsoft. E' la fine
di un lungo decennio durante il quale Microsoft riesce a imporre
i suoi prodotti software come standard "de facto" e
"Big Blue" IBM si impone con la sua potenza economica
nel mondo dei personal computer, schiacciando Apple e tutte le
piccole aziende come Atari, Commodore, Sinclair e Texas Instruments,
fiorite grazie al lavoro appassionato dei primi "hacker dell'hardware"
ed entrate molti anni prima di IBM nel settore dei personal e
degli home computer, ma senza i mezzi finanziari e la spregiudicatezza
che hanno caratterizzato l'azione di Microsoft e IBM durante anni
di lotta spietata contro ogni forma di concorrenza. Le strade
delle due aziende si separano, e il 24 agosto 1995, con due anni
di ritardo sulle scadenze di consegna, il nuovo sistema operativo
Windows 95 viene lanciato sul mercato con un investimento pubblicitario
di 250 milioni di dollari, piu' di 400 miliardi di lire. Due anni
piu' tardi, l'11 aprile 1997, 14 milioni di computer sparsi in
tutto il mondo vengono lasciati "orfani" da IBM, che
in un comunicato annuncia la fine dei progetti di sviluppo del
sistema operativo OS/2.
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"Topi" e"Finestre"
Un'altra invenzione che nell'immaginario collettivo e' ormai
indissolubilmente associata ai prodotti Microsoft e' la possibilita'
di
impartire le istruzioni al computer attraverso la manipolazione
di simboli
grafici, detti "icone", visualizzando questi simboli
attraverso spazi di
lavoro multipli, sovrapponibili e ridimensionabili (le cosiddette
"finestre") e utilizzando per tutta questa serie di
operazioni un puntatore
posizionabile sullo schermo attraverso il movimento di un "mouse",
un
dispositivo scorrevole che deve il suo nome alla forma simile
a quella di
un piccolo topolino, anche in virtu' della sua "coda",
il cavo di
collegamento che unisce il mouse al computer.
La nascita del mouse e' ben anteriore all'introduzione delle
cosiddette
"interfacce grafiche" nei sistemi operativi Microsoft,
e risale al 19
novembre 1970, anno in cui lo Stanford Research Institute di Menlo
Park, in
California, brevetta il mouse, realizzato da Douglas Engelbart
all'interno
dell'istituto. In seguito il brevetto verra' dato in concessione
alla Apple
per la somma di 40.000 dollari, di cui Engelbart non sentira'
nemmeno
l'odore.
Engelbart, ancora ventenne, scopre la "computer science"
alla fine
dell'estate 1945, quando e' ancora un semplice tecnico radar della
marina
statunitense, e attende con pazienza nelle Filippine una nave
militare che
lo avrebbe finalmente riportato a casa al termine della guerra.
Sull'isola
di Laiti, per ingannare il tempo in attesa del suo rientro, Engelbart
visita una biblioteca della Croce Rossa ricavata all'interno di
una capanna
indigena, dove lo attendeva un appuntamento col destino che avrebbe
cambiato per sempre la sua vita e la storia della scienza.
In un'epoca in cui i computer erano ancora considerati soltanto
come
macchine utili ad effettuare rapidamente e con precisione enormi
quantita'
di calcoli matematici, Doug Engelbart realizza che i calcolatori
elettronici avrebbero potuto essere impiegati altrettanto efficacemente
come amplificatori della memoria e del pensiero, grazie all'incontro
casuale con un articolo dal titolo "As we may Think",
pubblicato nel numero
di luglio di "The Atlantic Monthly" da Vannevar Bush,
consulente
scientifico del presidente Roosevelt durante la II guerra mondiale.
Nel libro "Tools for Thought" di Howard Rheingold e'
contenuta una
dettagliata descrizione del "primo incontro" di Engelbart
con
l'informatica, avvenuto grazie all'articolo di Vannevar Bush.
"La prima
volta che ho sentito parlare dei computer" - ricorda Engelbart
- "ho capito
dalla mia esperienza nel settore dei radar che se quelle macchine
potevano
rappresentare le informazioni utilizzando schede perforate e stampe
cartacee, avrebbero potuto farlo anche scrivendo o disegnando
le stesse
informazioni su di uno schermo. Quando mi fu chiara la connessione
tra uno
schermo a raggi catodici, un elaboratore di informazioni e uno
strumento
per la rappresentazione di simboli, tutte queste idee presero
forma nella
mia mente nel giro di mezz'ora".
Dopo la guerra Engelbart si laurea in ingegneria elettronica
e inizia a
lavorare in California presso i laboratori Ames, sviluppando progetti
su
commissione del National Advisory Commitee on Aeronautics, uno
degli enti
governativi del settore aerospaziale che in seguito sarebbero
stati
rimpiazzati dalla NASA.
Nel 1951 Engelbart lascia i laboratori Ames per entrare nell'universita'
californiana di Berkeley, dove le sue idee cominciano a scontrarsi
con la
resistenza al cambiamento degli ambienti universitari e i limiti
tecnologici dei calcolatori dell'epoca. I computer di allora non
erano
ancora pronti per interagire direttamente con i loro utenti, ma
si
limitavano semplicemente a "ruminare" le schede perforate
che ricevevano in
pasto dai programmatori, il cui unico compito era prendere atto
dei
risultati ottenuti ed eventualmente ripetere l'operazione con
un nuovo
pacchetto di schede perforate quando i risultati ottenuti non
combaciavano
con quelli previsti. L'idea che un computer potesse essere utilizzato
come
uno strumento didattico, anziche' come un semplice strumento di
calcolo,
suonava piu' o meno come una bestemmia.
Dopo il periodo di dottorato trascorso a Berkeley, Engelbart
sente che
l'ambiente universitario e' ancora troppo angusto perche' le sue
idee sul
futuro dei computer possano trovare una realizzazione concreta,
e cerca un
impiego presso una giovane azienda del settore elettronico nata
nei
dintorni di Palo Alto. Rientrando a casa dopo un promettente colloquio
con
i tre ingegneri responsabili dell'azienda, Engelbart e' fortemente
infastidito da un dubbio, e sente il bisogno inarrestabile di
fermare la
macchina alla prima cabina telefonica per parlare con Barney Olivier,
uno
dei tre ingegneri con cui aveva parlato pochi minuti prima, responsabile
del settore di ricerca e sviluppo dell'azienda. "Dissi che
volevo solo
sapere se anche loro erano convinti che i computer e le tecnologie
digitali
avrebbero avuto un futuro" - Ricordera' piu' tardi Engelbart
- "Pensavo che
questo fosse il percorso naturale da seguire per la loro azienda
di
strumentazione elettronica. Davo per scontato che le mie idee,
esposte
durante il colloquio, fossero solo un ponte verso l'elettronica
digitale.
Barney rispose dicendomi che loro non avevano nessuna intenzione
di entrare
nel settore dei computer, e cosi' dissi "bene, e' davvero
un peccato,
perche' credo che questo mandi a monte la nostra trattativa. Sono
costretto
a passare attraverso l'elettronica digitale per realizzare il
resto dei
miei progetti"".
Qualche anno piu' tardi William Hewlett e David Packard, gli
altri due
ingegneri che assieme a Barney Olivier avevano rinunciato ad assumere
uno
dei piu' grandi talenti del loro tempo, riescono fortunatamente
a cambiare
idea sul futuro della loro azienda, appena in tempo per trasformare
la
"Hewlett-Packard Company" in uno dei piu' grandi produttori
di computer del
mondo.
All'epoca dell'incontro con Engelbart, Hewlett e Packard erano
ancora
lontani dal settore dell'informatica, e totalmente assorbiti dalla
loro
passione per l'elettronica. Il loro primo prodotto commerciale
e' un
oscillatore audio progettato da Hewlett durante gli anni dell'universita'.
Prima dello sviluppo di questo apparecchio i ricercatori e gli
scienziati
non potevano ancora disporre di una sorgente semplice ed accurata
di
segnali a bassa frequenza. Tra i primi acquirenti di questi oscillatori
troviamo anche i Walt Disney Studios, che ne utilizzarono ben
otto per
realizzare la colonna sonora del film "Fantasia".
Nel 1957 Doug Engelbart riceve un'offerta dallo Stanford Research
Institute
(SRI) un'organizzazione situata a Menlo Park, nei pressi di Palo
Alto, in
California. Dopo un periodo iniziale di ambientazione, Doug riesce
finalmente ad ottenere un piccolo finanziamento per la realizzazione
di un
"Augmentation Research Center", un "Centro di Ricerca
per l'amplificazione"
in cui proseguire il suo lavoro di ricercatore, sperimentando
per la prima
volta in assoluto teorie di cui lui era l'unico studioso e la
possibilita'
di estendere le facolta' dell'intelletto umano grazie all'interazione
con
l'attivita' di un calcolatore. Secondo le parole dello stesso
Engelbart
"era un lavoro solitario, in cui non potevo confrontare le
mie idee con
nessuno, ma alla fine sono riuscito a farcela scrivendo un documento
terminato nel 1962 e pubblicato nel 1963".
Il frutto dei cinque anni di lavoro trascorsi da Engelbart all'interno
dello Stanford Institute e' una pubblicazione intitolata "A
conceptual
Framework for the Augmentation of Man's Intellect", uno "Schema
concettuale
per l'amplificazione dell'intelletto umano", in cui Engelbart
descrive la
sua nuova visione dei rapporti tra l'uomo e il computer. L'articolo
passa
quasi inosservato negli ambienti scientifici "ufficiali",
ma richiama
l'attenzione di Joseph Licklider e Bob Taylor, due "padri
fondatori"
dell'internet, che in quegli anni lavoravano per l'Arpa (Advanced
Research
Project Agency), un ente governativo alla ricerca di menti brillanti
da
impiegare nelle realizzazione di una rete distribuita di calcolatori,
passata alla storia con il nome di Arpanet e ribattezzata in seguito
"The
Internet".
Il lavoro dell' "Augmentation Research Center" culmina
il 9 dicembre 1968 con una dimostrazione pubblica che segna definitivamente
l'ingresso in una nuova eta' della scienza. Al Civic Auditorium
di San Francisco, in occasione della "Fall Joint Computer
conference", centinaia di scienziati e professionisti dell'informatica,
praticamente l'elite mondiale del settore, condividono una formidabile
esperienza collettiva di interazione tra l'uomo e la macchina,
una presentazione multimediale in cui Engelbart, per la prima
volta in assoluto, descrive e utilizza dal vivo i sistemi a finestre
multiple, il mouse, la videoconferenza, l'elaborazione cooperativa
di testi e tutti gli altri strumenti sviluppati da Engelbart e
dal suo gruppo di ricerca, guidato dal sogno di "amplificare
l'intelletto umano". Engelbart, in soli novanta minuti, getta
le basi per una nuova tecnologia, una nuova industria e un nuovo
modello di sviluppo dell'informatica. Al termine di quell'esperienza
mozzafiato un applauso a scena aperta fa esplodere l'Auditorium
di San Francisco. Da quel giorno in avanti i computer si lasciano
alle spalle il loro grigio passato di tritanumeri perintraprendere
una brillante carriera come macchine di amplificazione delle nostre
capacita' di analisi e risoluzione dei problemi.
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