Messaggini da Bridget Jones
Dal romanzo agli Sms: la protagonista di uno
dei casi editoriali più fortunati degli ultimi anni, fornisce il
suo carattere a un servizio di intrattenimento per cellulari
di Wanda Marra
Bridget
Jones arriva anche sui telefonini. La protagonista di uno dei casi
editoriali più strabilianti degli ultimi anni, soprattutto nel
mondo anglosassone, a partire dal 13 aprile dispenserà consigli,
discuterà di diete e di alcool, proporrà test di personalità,
tramite Sms quotidiani. La sua creatrice, Helen Fielding ha,
infatti, firmato un accordo di due anni con la Riot
entertainment, il gruppo finlandese che crea, pubblica e
distribuisce materiali di intrattenimento per cellulari.
Una vera scalata verso la fama, quella di Bridget Jones: nata da
una fortunata rubrica del quotidiano inglese Independent, diventata
la protagonista di un libro, Il diario di Bridget Jones tanto letto
(quattro milioni di copie vendute in 33 Paesi) da avere un seguito,
Che pasticcio, Bridget Jones (ma il titolo originale, The Edge of
Reason, "Il confine della ragione", era ben più allusivo
ed ironico) ed ora approdata anche sul grande schermo con un film
interpretato da Renée Zellweger, Hugh Grant, Colin Firth, in uscita
in Inghilterra il 13 aprile.
Bridget Jones è una single trentaduenne in perenne battaglia con
la bilancia e alla disperata ricerca di un uomo sicuro e affidabile,
che passa le giornate a fare buoni propositi per il futuro e a
spettegolare con le amiche. Ma anche dopo aver conquistato l'oggetto
dei suoi sogni, Bridget scopre che la vita dei fidanzati presenta
non poche tensioni - dalle incomprensioni domestiche alla gelosia
insostenibile - tanto da vedersi costretta a tornare nella cerchia
dei single, condannata a controllare spasmodicamente la sua
segreteria telefonica nella speranza di trovare l'agognato
messaggio.
Ma perché il personaggio di un best-seller - per quanto
strepitosamente popolare - dovrebbe fornire il proprio carattere a
un servizio telefonico? In base a quale strano principio le donne
fra i venti e i trent'anni, e gli uomini "curiosi" che la
Riot entertainment ha individuato come il target cui rivolgere
questa nuova forma di intrattenimento via cellulare dovrebbero voler
ricevere "messaggini" da Helen Fielding - alias Bridget
Jones?
Prima di tutto, Bridget Jones è un carattere, più che un
personaggio: rispecchia problematiche, manie, ossessioni di
un'intera generazione di single trentenni. Quale ragazza di oggi,
abituata a vivere da sola in una grande metropoli e ad usare il
telefono come una droga, non si è mai preoccupata - in maniera
seria o scherzosa - di trovare la dieta giusta e di sviluppare le
migliori tecniche di seduzione o non ha mai fatto propositi,
perennemente falliti, su come modificare una serie di aspetti della
propria vita? Ricevere Sms quotidiani su questi argomenti potrebbe
diventare un'abitudine confortante: per chi si sente davvero sola,
la sensazione di far parte di un universo variopinto ma familiare;
per chi tutto sommato da single si diverte, un'occasione per ridere
o sorridere davanti alle trovate ironiche e sarcastiche
dell'autrice.
E poi, ovviamente, come in ogni caso letterario che si rispetti,
è una questione di stile. Il taglio narrativo della Fielding è
perfetto per dar vita a un vero e proprio codice da Sms: una serie
di appunti quotidiani, brevi, continuamente interrotti, un
linguaggio parlato, spesso gergale, allusivo, che stabilisce
un'immediata complicità con chi legge. E non solo. Come accade
spesso nei diari, quelli veri, ai quali spesso si affida non solo la
memoria, ma anche il compito di osservarsi e di regolamentarsi, gli
appunti giornalieri sono preceduti da una griglia più o meno fissa
dedicata al peso-forma di Bridget, al numero di sigarette fumate,
alla quantità di drink bevuti, alle calorie ingerite e consumate,
che danno al testo un ritmo circolare, un carattere ossessivo: una
struttura ripetitiva rassicurante - o inquietante, dipende dai gusti
- come tutte le piccole abitudini quotidiane consolidate e diventate
irrinunciabili. Alla Riot entertainment puntano esattamente a
questo: rendere Bridget un'abitudine insostituibile, un baluardo per
resistere ai casi della vita imprevisti e magari non troppo
desiderati.
D'altra parte, il mezzo di comunicazione scelto ben si addice al
personaggio. Bridget Jones, come spiega Helen Fielding, "dopo
essere stata una pioniera delle relazioni condotte tramite e-mail,
oggi sarebbe certamente dipendente dagli Sms". E commenta:
"Per single come Bridget Jones, il telefono sta diventando un
mezzo di comunicazione sempre più diffuso. I messaggi di testo sono
più ossessivi delle e-mail. Puoi essere in comunicazione con i tuoi
flirt sempre e dovunque (oppure no, il che può essere un buon
motivo per avere il cuore spezzato e - ovviamente - diventare
oggetto di analisi approfondite che danno vita ad altri messaggi di
testo)". Insomma, è il personaggio a suggerire un mezzo di
comunicazione privilegiato e a creare un codice linguistico e, allo
stesso tempo, proprio lo strumento scelto e lo stile inventato
possono dare nuove caratterizzazioni al personaggio. Potrebbe essere
linguisticamente e sociologicamente interessante vedere come si
sviluppa attraverso gli Sms un personaggio da romanzo che appare
anche l'utente ideale dei messaggini, notoriamente strumenti
insuperabili di corteggiamenti, flirt, storie d'amore. Ma questa
idea darà realmente vita a un business o sarà un flop deludente?
Questa "trasposizione" sarà la prima di una lunga serie
oppure rimarrà un esperimento fallito? E soprattutto, riuscirà la
nostra eroina - in questo caso Helen Fielding e non la sua creatura
- a mantenere il tono ironico, divertito, leggero, pungente, che ha
permesso a molte lettrici non solo di identificarsi con Bridget
Jones, ma anche di prenderne le distanze, come da una versione
esagerata e comicamente disastrosa di se stesse?
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