Giovedì 1 marzo 2001




 

 


La Web art si fa museale

Due dei più celebri musei d'arte contemporanea d'oltreoceano espongono mostre d'arte multimediale, confermando la loro connotazione sperimentale

di Laura Massacra

Questa settimana verrà inaugurata al Museum of modern art (Moma) di San Francisco la mostra dal titolo avveniristico e insieme assolutamente contemporaneo "010101: art in technological times", mentre il 22 marzo il Whitney museum of american art di New York www.whitney.org presenterà "Bitstreams" la sua prima mostra dedicata all'arte digitale americana.

"È significativo il fatto che nello stesso periodo il Moma di San Francisco e il Whitney Museum presentino mostre simili" - ha detto il curatore del Whitney Larry Rinder, mettendo l'accento sul fatto che finalmente anche i musei storicamente dedicati all'arte in senso tradizionale si accostino agli slittamenti concettuali derivati dall'uso delle nuove tecnologie e dalle loro applicazioni alle forme artistiche.

Questo non significa che l'arte digitale sia divenuta il paradigma dominante nei circuiti classici di diffusione delle ultime tendenze dell'arte contemporanea. "Gli artisti" - dichiara, infatti, John Maeda, docente del Massachusetts institute of technology di Boston - "non aspettano di entrare nei circuiti ufficiali delle gallerie e dei musei per cogliere l'arte digitale. In un universo interamente digitalizzato persino la definizione di 'artista digitale' perde il suo senso originario per acquistarne di nuovi, non ancora codificati".

Proprio in base a questa consapevolezza un gruppo costituito da cinque curatori ha girato l'Asia, il Nord America e l'Europa per ben due anni alla ricerca di lavori originali che cogliessero i nuovi sensi dell'arte che attraversa il territorio della multimedialità.

Secondo una modalità assolutamente inusuale nessuno dei cinque progetti sarà visibile nel museo ma le persone potranno vederli solo attraverso il proprio computer. Drastiche e contrastanti le opinioni degli artisti. Brian Eno, uno dei promotori storici della musica di sperimentazione, odia l'idea e la ritiene un'ulteriore forma di alienazione del rapporto tra fruitore e creatore artistico mentre Laurie Anderson, musicista nota per l'uso di installazioni multimediali e la creazione di opere digitali, ritiene che "le emozioni mutano in relazione alla natura del mezzo che le trasmette". Ragion per cui la trasformazione subita dai progetti rilevabili solo attraverso il pc consegnerebbe agli utenti un messaggio emozionalmente differente da come si presenterebbe fuori dallo schermo.

David Ross, il curatore della mostra di San Francisco, è assolutamente convinto dell'enorme impatto che l'ambiente multimediale avrà sui visitatori del "010101": "Sarà possibile sperimentare la diversità dell'esperienza non appena essi metteranno piede nell'atrio". Appesi alle pareti d'entrata i visitatori si troveranno immersi in un ambiente frammentato e cavernoso, fatto di pezzi di una jeep esplosa che l'artista Sarah Sze sta modellando per farne una intricata scultura interattiva.

"010101: art in technological times"
Laurie Anderson

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