La Web art si fa museale
Due dei più celebri musei d'arte contemporanea
d'oltreoceano espongono mostre d'arte multimediale, confermando la
loro connotazione sperimentale
di Laura Massacra
Questa settimana verrà inaugurata al Museum of modern art (Moma)
di San Francisco la mostra dal titolo avveniristico e insieme
assolutamente contemporaneo "010101:
art in technological times", mentre il 22 marzo il Whitney
museum of american art di New York www.whitney.org presenterà
"Bitstreams" la sua prima mostra dedicata all'arte
digitale americana.
"È significativo il fatto che nello stesso periodo il Moma
di San Francisco e il Whitney Museum presentino mostre simili"
- ha detto il curatore del Whitney Larry Rinder, mettendo l'accento
sul fatto che finalmente anche i musei storicamente dedicati
all'arte in senso tradizionale si accostino agli slittamenti
concettuali derivati dall'uso delle nuove tecnologie e dalle loro
applicazioni alle forme artistiche.
Questo non significa che l'arte digitale sia divenuta il
paradigma dominante nei circuiti classici di diffusione delle ultime
tendenze dell'arte contemporanea. "Gli artisti" -
dichiara, infatti, John Maeda, docente del Massachusetts institute
of technology di Boston - "non aspettano di entrare nei
circuiti ufficiali delle gallerie e dei musei per cogliere l'arte
digitale. In un universo interamente digitalizzato persino la
definizione di 'artista digitale' perde il suo senso originario per
acquistarne di nuovi, non ancora codificati".
Proprio in base a questa consapevolezza un gruppo costituito da
cinque curatori ha girato l'Asia, il Nord America e l'Europa per ben
due anni alla ricerca di lavori originali che cogliessero i nuovi
sensi dell'arte che attraversa il territorio della multimedialità.
Secondo una modalità assolutamente inusuale nessuno dei cinque
progetti sarà visibile nel museo ma le persone potranno vederli
solo attraverso il proprio computer. Drastiche e contrastanti le
opinioni degli artisti. Brian Eno, uno dei promotori storici della
musica di sperimentazione, odia l'idea e la ritiene un'ulteriore
forma di alienazione del rapporto tra fruitore e creatore artistico
mentre Laurie
Anderson, musicista nota per l'uso di installazioni multimediali
e la creazione di opere digitali, ritiene che "le emozioni
mutano in relazione alla natura del mezzo che le trasmette".
Ragion per cui la trasformazione subita dai progetti rilevabili solo
attraverso il pc consegnerebbe agli utenti un messaggio
emozionalmente differente da come si presenterebbe fuori dallo
schermo.
David Ross, il curatore della mostra di San Francisco, è
assolutamente convinto dell'enorme impatto che l'ambiente
multimediale avrà sui visitatori del "010101":
"Sarà possibile sperimentare la diversità dell'esperienza non
appena essi metteranno piede nell'atrio". Appesi alle pareti
d'entrata i visitatori si troveranno immersi in un ambiente
frammentato e cavernoso, fatto di pezzi di una jeep esplosa che
l'artista Sarah Sze sta modellando per farne una intricata scultura
interattiva.
"010101:
art in technological times"
Laurie
Anderson
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