Dolori da PC
Si svolge oggi la giornata dedicata alla RSI,
la sindrome da tensione ripetuta che colpisce soprattutto coloro che
lavorano al computer
Di Wanda Marra
Il
computer nuoce gravemente alla salute. Non si tratta di uno slogan
coniato dai "netslaves", i lavoratori indefessi della new
economy, per lanciare una qualche rivendicazione o per
sensibilizzare l'opinione pubblica sulla loro difficile condizione,
quanto di una realtà, scientificamente provata. Il computer, e
soprattutto Internet, possono causare una malattia vera e propria,
che si chiama Repetitive
Strain Injury (RSI), ovvero "Sindrome da tensione
ripetuta" e indica un numero vario di lesioni che colpiscono
alcuni tessuti (muscoli, tendini e nervi) del collo, la schiena
inferiore e superiore, il petto, le spalle, le braccia e le mani.
Tipicamente questa sindrome si manifesta con dei dolori, che
progressivamente diventano danni invalidanti fino ad impedire a chi
ne soffre di lavorare e di condurre una vita normale. La RSI non
interessa soltanto gli utenti del computer, ma la diffusione del
computer e l'esplosione di Internet, moltiplicano le vittime
potenziali di questa malattia.
Per far prendere coscienza alle persone e ai governi
dell'esistenza e della gravità della RSI, oggi, 28 febbraio, si
svolge l' "International
RSI Awareness Day", una giornata che incita gli internauti
del mondo intero a lasciar riposare le loro mani. Questa ricorrenza
annuale, che è stata indetta oggi per la seconda volta,
ufficialmente dovrebbe essere osservata il 29 febbraio, data
simbolica, in quanto si tratta dell'unico giorno "non
ripetitivo" del calendario. È organizzata da un gruppo di
lavoratori malati, di sindacalisti, di professionisti che operano
nel campo della salute e della sicurezza, e da altri uniti
dall'obiettivo comune di sensibilizzare l'opinione pubblica su
questa malattia; si tratta unicamente di volontari, appartenenti a
12 paesi.
Che la RSI sia una malattia terribile, invalidante da tutti i
punti di vista, si coglie dalle testimonianze di coloro che ne
soffrono. Un racconto estremamente coinvolgente è "La
lotta con le mie braccia", fatto dall'artista Annie Abrahms
sul suo sito Internet, utilizzando non solo il testo, ma anche delle
immagini animate, commentate da versi in vari linguaggi. Anche in
questo, Annie Abrahams si presenta come un'artista che lavora con
Internet e su Internet, interessata a esplorare i nuovi territori di
identità e di relazione che la Rete fa emergere, in un cammino tra
poesia visuale e arte online, i cui risultati si possono seguire,
per esempio, nel progetto Human
Being. Per lei, come per molti altri, non poter lavorare al
computer è una vera e propria tragedia personale.
Nel settembre del 1999, Annie comincia a sentire "formicolii
nel braccio destro, sensazione di freddo e a volte di troppo caldo.
In certi momenti, un dolore lancinante". Annie ha sentito
parlare della RSI. Per questo diminuisce il suo lavoro al computer e
consulta un medico, che le prescrive delle sedute di cinesiterapia
(che si rivelano inutili) e sostanzialmente si limita a dire:
"La malattia del computer non esiste". Annie è costretta
a recarsi in Olanda, dove le viene diagnosticata la RSI e le viene
proibito di lavorare al computer. Questo le causa una crisi
depressiva e il consequenziale ricovero di sette settimane in un
reparto psichiatrico. "Il dolore si diffonde sul collo, le
spalle e la testa. Ho sempre dolore, non posso toccare la tastiera
di un computer. Sono drogata, triste. So che alcuni sono guariti
anche da uno stato avanzato di RSI. Tutto ciò si sarebbe potuto
evitare. L'RSI è un nome che raggruppa molte malattie degli arti
superiori, di cui circa il 10 per cento sono trattabili. Del
restante 90 per cento si sa molto poco, a parte il fatto che c'è
una tensione permanente nei muscoli. Se reagite subito dopo i primi
segni (dolori, formicolii, rigidità, nei polsi, nelle mani, nelle
spalle, mal di testa), potete evitare uno sviluppo della malattia.
Questo può accadere quando il dolore è legato al lavoro al
computer e non si presenta ancora nei gesti della vita quotidiana.
Non dispero di riuscire a riprendere una vita più o meno normale,
ma questo richiede tempo, pazienza e perseveranza".
La Rsi, che sembra colpire 180.000 persone, è in netto aumento.
E non è affatto strano, se si pensa che in una sola giornata di
lavoro assiduo al computer, le nostre dita possono percorrere
l'equivalente di 10 chilometri. Peccato che non siano state
concepite per questo. Allo stesso modo, la prima vocazione di un
essere umano non è certo quella di rimanere delle ore a contemplare
uno schermo.
Nei Paesi Bassi, la RSI è diventata quasi una causa nazionale.
Mentre una équipe sta lavorando per elaborare dei criteri al fine
di identificare questa sindrome, i datori di lavoro olandesi sono
obbligati a installare sulle macchine dei loro impiegati un piccolo
programma che ricordi loro di fare delle pause e degli esercizi di
rilassamento a intervalli regolari. In Francia, l'INRS
(Institut national de recherche et de sécurité), ha organizzato
una conferenza sul tema con dei proprietari di azienda, al fine di
far loro prendere coscienza dell'importanza di una buon
comportamento ergonomico nelle ore di lavoro.
Questi giorni, inoltre, sono particolarmente delicati, perché
gli oppositori delle protezioni ergonomiche che si riuniscono la
prossima settimana nella conferenza della National Association of
Manufacturers' tenteranno di introdurre una legislazione, usando il
Congressional Review Act (CRA), per distruggere i nuovi standard
ergonomici, elaborati nell'arco di dieci anni, che sono diventati
effettivi il 16 gennaio 2001.
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