Mercoledì 28 febbraio 2001




 

 


Dolori da PC

Si svolge oggi la giornata dedicata alla RSI, la sindrome da tensione ripetuta che colpisce soprattutto coloro che lavorano al computer

Di Wanda Marra

Il computer nuoce gravemente alla salute. Non si tratta di uno slogan coniato dai "netslaves", i lavoratori indefessi della new economy, per lanciare una qualche rivendicazione o per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla loro difficile condizione, quanto di una realtà, scientificamente provata. Il computer, e soprattutto Internet, possono causare una malattia vera e propria, che si chiama Repetitive Strain Injury (RSI), ovvero "Sindrome da tensione ripetuta" e indica un numero vario di lesioni che colpiscono alcuni tessuti (muscoli, tendini e nervi) del collo, la schiena inferiore e superiore, il petto, le spalle, le braccia e le mani. Tipicamente questa sindrome si manifesta con dei dolori, che progressivamente diventano danni invalidanti fino ad impedire a chi ne soffre di lavorare e di condurre una vita normale. La RSI non interessa soltanto gli utenti del computer, ma la diffusione del computer e l'esplosione di Internet, moltiplicano le vittime potenziali di questa malattia.

Per far prendere coscienza alle persone e ai governi dell'esistenza e della gravità della RSI, oggi, 28 febbraio, si svolge l' "International RSI Awareness Day", una giornata che incita gli internauti del mondo intero a lasciar riposare le loro mani. Questa ricorrenza annuale, che è stata indetta oggi per la seconda volta, ufficialmente dovrebbe essere osservata il 29 febbraio, data simbolica, in quanto si tratta dell'unico giorno "non ripetitivo" del calendario. È organizzata da un gruppo di lavoratori malati, di sindacalisti, di professionisti che operano nel campo della salute e della sicurezza, e da altri uniti dall'obiettivo comune di sensibilizzare l'opinione pubblica su questa malattia; si tratta unicamente di volontari, appartenenti a 12 paesi.

Che la RSI sia una malattia terribile, invalidante da tutti i punti di vista, si coglie dalle testimonianze di coloro che ne soffrono. Un racconto estremamente coinvolgente è "La lotta con le mie braccia", fatto dall'artista Annie Abrahms sul suo sito Internet, utilizzando non solo il testo, ma anche delle immagini animate, commentate da versi in vari linguaggi. Anche in questo, Annie Abrahams si presenta come un'artista che lavora con Internet e su Internet, interessata a esplorare i nuovi territori di identità e di relazione che la Rete fa emergere, in un cammino tra poesia visuale e arte online, i cui risultati si possono seguire, per esempio, nel progetto Human Being. Per lei, come per molti altri, non poter lavorare al computer è una vera e propria tragedia personale.

Nel settembre del 1999, Annie comincia a sentire "formicolii nel braccio destro, sensazione di freddo e a volte di troppo caldo. In certi momenti, un dolore lancinante". Annie ha sentito parlare della RSI. Per questo diminuisce il suo lavoro al computer e consulta un medico, che le prescrive delle sedute di cinesiterapia (che si rivelano inutili) e sostanzialmente si limita a dire: "La malattia del computer non esiste". Annie è costretta a recarsi in Olanda, dove le viene diagnosticata la RSI e le viene proibito di lavorare al computer. Questo le causa una crisi depressiva e il consequenziale ricovero di sette settimane in un reparto psichiatrico. "Il dolore si diffonde sul collo, le spalle e la testa. Ho sempre dolore, non posso toccare la tastiera di un computer. Sono drogata, triste. So che alcuni sono guariti anche da uno stato avanzato di RSI. Tutto ciò si sarebbe potuto evitare. L'RSI è un nome che raggruppa molte malattie degli arti superiori, di cui circa il 10 per cento sono trattabili. Del restante 90 per cento si sa molto poco, a parte il fatto che c'è una tensione permanente nei muscoli. Se reagite subito dopo i primi segni (dolori, formicolii, rigidità, nei polsi, nelle mani, nelle spalle, mal di testa), potete evitare uno sviluppo della malattia. Questo può accadere quando il dolore è legato al lavoro al computer e non si presenta ancora nei gesti della vita quotidiana. Non dispero di riuscire a riprendere una vita più o meno normale, ma questo richiede tempo, pazienza e perseveranza".

La Rsi, che sembra colpire 180.000 persone, è in netto aumento. E non è affatto strano, se si pensa che in una sola giornata di lavoro assiduo al computer, le nostre dita possono percorrere l'equivalente di 10 chilometri. Peccato che non siano state concepite per questo. Allo stesso modo, la prima vocazione di un essere umano non è certo quella di rimanere delle ore a contemplare uno schermo.

Nei Paesi Bassi, la RSI è diventata quasi una causa nazionale. Mentre una équipe sta lavorando per elaborare dei criteri al fine di identificare questa sindrome, i datori di lavoro olandesi sono obbligati a installare sulle macchine dei loro impiegati un piccolo programma che ricordi loro di fare delle pause e degli esercizi di rilassamento a intervalli regolari. In Francia, l'INRS (Institut national de recherche et de sécurité), ha organizzato una conferenza sul tema con dei proprietari di azienda, al fine di far loro prendere coscienza dell'importanza di una buon comportamento ergonomico nelle ore di lavoro.

Questi giorni, inoltre, sono particolarmente delicati, perché gli oppositori delle protezioni ergonomiche che si riuniscono la prossima settimana nella conferenza della National Association of Manufacturers' tenteranno di introdurre una legislazione, usando il Congressional Review Act (CRA), per distruggere i nuovi standard ergonomici, elaborati nell'arco di dieci anni, che sono diventati effettivi il 16 gennaio 2001.

Repetitive Strain Injury
International RSI Awareness Day
La lotta con le mie braccia
Human Being
INRS

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