Impossibile trovare ET?
Seti@home:
tre milioni di internauti, due anni di
progetto, nessun segnale alieno. Ma
l' esperimento di calcolo distribuito e' riuscito
Di Wanda Marra
Sono passati poco meno di due anni e circa 3 milioni di utenti
Internet in 224 Paesi hanno donato i tempi morti dei loro processori
al progetto Seti@home,
alla ricerca di quegli extraterrestri che per decenni hanno dominato
l'immaginario degli uomini moderni, spingendo grandi e bambini a
volgere lo sguardo verso l'alto, con l'impressione, a volte con la
speranza, spesso col timore di avvistare gli Ufo, navicelle
provenienti da un altro mondo, con a bordo esseri diversi da noi,
abitanti di altri pianeti.
Ma di nessuna intelligenza extraterrestre si può provare
l'esistenza: nessun segnale certo è stato intercettato, da quando,
nel maggio '99, la sede di Berkley del Seti
(Search for Extra-Terrestrial Intelligence), l'istituto nel quale
dal 1984 scienziati e appassionati di ogni parte del globo lavorano
al tentativo di individuare, e magari contattare, forme di vita
aliena nell'universo, promosse il più grande esperimento collettivo
di ricerca di intelligenze extraterrestri, utilizzando computer
appartenenti ad utenti privati.
Il progetto Seti@home,
grazie a un software (un particolare tipo di salvaschermo) utilizza
i tempi morti dei computer su cui gira per analizzare i dati
raccolti dal più grande radiotelescopio del mondo, quello
portoricano di Arecibo. Il sistema alla base del progetto consiste
nell'estrarre una banda di frequenza limitata dal segnale del
radiotelescopio, nel campionarla e nel registrare le informazioni su
un nastro digitale che viene mandato ad un file server negli Usa. I
dati sono poi suddivisi in piccolissimi blocchi e distribuiti via
Internet tra tutte le macchine che partecipano all'esperimento.
Anche se non ha raggiunto i risultati per i quali era nato, il Seti@home
certamente rappresenta il più eclatante esempio di calcolo
distribuito, la realizzazione di un imponente sforzo globale, che
consente a chiunque lo desideri di partecipare a una ricerca
scientifica di primo piano, senza nessuno sforzo, ma semplicemente
mettendo a disposizione il proprio computer. A livello tecnologico
qualche risultato si è comunque raggiunto: in meno di due anni i
computer del Seti insieme hanno completato più di 570.000 anni di
calcoli. I 550.000 volontari attivi raggiungono una potenza pari a
due volte quella del più veloce computer del mondo, l'ASCI White,
costato 110 milioni e costruito per compiere simulazioni di armi
nucleari.
Le ricerche che utilizzano il calcolo distribuito continuano a
nascere: tanto per fare un esempio di estrema attualità e di certa
rilevanza scientifica, si può ricordare che pochi giorni fa è
stato lanciato il Genome@home
dal Dipartimento di Chimica dell'Università di Stanford, un
progetto nato per comparare i dati dei geni con le strutture delle
proteine, al fine di determinarne la sequenza nel genoma.
Ma il Seti@home
non intende darsi per vinto. David Anderson, il direttore del
progetto, ha dichiarato che i volontari del Seti hanno già
individuato milioni di segnali che potrebbero rivelarsi
significative e che quindi autorizzano analisi successive, anche se
in realtà in molti casi si tratta di rumori della Terra oppure di
segnali fatti dagli uomini. Il progetto, allora, dovrebbe continuare
dopo il mese di maggio, data della sua scadenza, servendosi anche di
un telescopio australiano.
D'altra parte, molti dei partecipanti sono fedelissimi e
perseguono tenacemente quello che ormai è diventato un loro
obiettivo, spinti non solo da interesse scientifico, ma soprattutto
dalla forza di un sogno. Per la maggior parte si tratta, infatti, di
appassionati di astronomia o di fantascienza, convinti che esiste
un'altra vita, in un altro spazio, anche se non si può provare, e
che - anche se questa ricerca non dovesse dare risultati - ne
sarebbe comunque valsa la pena. E in fondo, come è possibile
convincere noi stessi di essere soli nell'Universo? E come smettere
di cercare, immaginare, desiderare un altrove, che rappresenti
un'alternativa possibile al mondo in cui siamo capitati?
Seti
Seti@home
Genome@home
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