Di Pietro: "Più possibilità di esprimere le proprie idee, più
democrazia"
Petizioni
on line: un milione di firme, mille petizioni
Sul sito Petitiononline.com è possibile presentare
e firmare ogni tipo di petizioni. Uno strumento destinato a cambiare la
politica
Di Wanda Marra
Bush
non si è ancora insediato alla Casa Bianca e già c'è chi tenta di
mandarlo via: sul sito Petitiononline.com
una petizione indirizzata al Congresso degli Stati Uniti chiede
l'impeachment di George Bush, diventato Presidente sulle basi di
"crimini contro l'America e contro la stessa democrazia". Lo
stesso sito ospita un appello affinché, a partire dal 2005, il 9
ottobre, il giorno in cui John Lennon avrebbe compiuto 65 anni, diventi
il John Lennon Day per la Pace e l'Amore sulla Terra.
Petitiononline.com ha raccolto più di un milione di firme per
circa 1000 petizioni attive in un unico luogo virtuale: chiunque può
presentarle o firmarle.
Un esperimento? Un gioco? Uno strumento di democrazia popolare? In
realtà PetitionOnline.com si autodefinisce come "un mercato di
libere idee", un luogo a disposizione per tutti gli argomenti
possibili, per ogni genere di persone, strumento di una democrazia
globale e partecipativa, che sfrutta le potenzialità di Internet.
Difficile comprendere il valore politico di questo tipo di
operazione. " Certamente può avere un impatto politico, portando a
coscienza delle situazioni, sensibilizzando e informando. Spesso i
poteri ragionano sulle informazioni che hanno. Ben venga una presa
d'atto della realtà". Ad affermarlo è il Senatore Antonio Di
Pietro, uno dei primi ad avere portato l'informatica nei tribunali e nei
palazzi di Giustizia ai tempi dei primi processi per Tangentopoli,
commentando l'esperimento portato avanti dal sito americano. Di Pietro
firmerebbe una petizione? "Dipende dalla petizione, comunque sono
benvenute, per esempio, petizioni di denuncia sociale, che non hanno un
valore giuridico, ma servono a comunicare ed informare".
Ma quali sono le potenzialità e i problemi posti da Internet in
quanto strumento di comunicazione politica? Secondo Di Pietro
"Internet è un mezzo importantissimo di comunicare la politica.
Più possibilità c'è per ognuno di esprimere le proprie idee, più
c'è democrazia". E insiste sulla possibilità della Rete sia di
raggiungere tantissime persone, sia di dare voce a molti, che altrimenti
non l'avrebbero: "Internet è un mezzo di comunicazione "intraneo"
ed "estraneo", che permette la comunicazione tra gli iscritti
a un partito e il mondo esterno. In tempi veloci è possibile sia
dialogare tra noi, sia comunicare con l'esterno, grazie alle mailing
list, ai newsgroup o a quello che viene messo sul sito. Grazie a
Internet, è possibile far conoscere programmi e persone anche da parte
di chi non è proprietario del sistema informativo. Il duopolio
mediatico, infatti, si riflette anche nel duopolio politico, che mette
fuori tutti gli altri: chi non è allineato, non ha nessuno spazio.
Internet, invece, permette di dialogare con milioni di cittadini. In
Italia è ancora una possibilità futuribile, le operazioni condotte
finora sono pioneristiche. Io per primo ho portato l'informatica nei
tribunali e nei palazzi di Giustizia e sono stato considerato un
eretico". D'altra parte, lo stesso Senatore sul sito Internet della
sua Lista di Pietro conduce
una vera e propria campagna elettorale online e offre una serie di
servizi: "Gli utenti hanno la possibilità di ricevere una
newsletter, ma sul nostro sito ci sono soprattutto degli atti giudiziari
online per dare a tutti la possibilità per agire e interagire. Circa
170.000 persone hanno usato i moduli da noi messi a disposizione per
diffidare le banche". Un esperimento anche questo, come quello
delle petizioni, che vale la pena di guardare da vicino. Chiunque
voglia, può scrivere il testo di una petizione e sottometterlo a
PetitionOnline, utilizzando un semplice modulo. Poi questa petizione
può essere promossa, in modo da avere firmatari, ed essere mandata,
quando l'autore lo ritiene opportuno. Gli organizzatori del sito
propongono una serie di categorie: politica e governo (suddivisa in:
internazionale, Usa, locale, di stato); intrattenimento e media;
ambiente; religione; tecnologia e Business e offrono ai visitatori una
top ten delle petizioni. In questi giorni, prima fra tutte appare una
richiesta a Yahoo! perché torni indietro sull'introduzione di una
tariffa per partecipare ad aste online. E fanno parte delle petizioni
più gettonate: quella rivolta a Mary Robinson, alto commissario delle
Nazioni Unite per i Diritti Umani, che sollecita l'invio di forze
internazionali per la protezione del popolo palestinese, ma anche una al
Dipartimento delle Risorse Naturali del Wisconsin, contro una legge che
definisce impropria e irragionevole la velocità di 50 miglia all'ora,
per le operazioni notturne delle motoslitte. La lista delle petizioni è
un osservatorio privilegiato sulle tematiche che stanno a cuore al
popolo di Internet e fa emergere in modo evidente anche una delle
caratteristiche più interessanti, eversive e per certi versi
inquietanti della Rete: la commistione intrinseca tra i più diversi
argomenti, registri, obiettivi, livelli culturali e intellettuali; la
co-presenza di tematiche di interesse universale e di opzioni tra le
più personali. E non solo: il continuo passare dal serio al faceto, dal
drammatico al comico. Spigolando qua e là, infatti, la varietà degli
argomenti è evidente: mentre non mancano i consueti appelli in favore
di Napster, giungono echi di interesse prettamente personali: una
petizione a MTV dal sito ufficiale dei fan di Evan
Farmer , perché 2Gether, la trasmissione di cui questi è
protagonista, non venga abolita, una petizione dal tono mistico al
governo degli Stati Uniti perché conceda "libertà religiosa"
a tutti quelli che usano la cannabis per motivi spirituali. Come si può
vedere, ce n'è per tutti i gusti. Ma gli organizzatori di
Petitiononline.com, una società privata sussidiaria del sito di
discussione e informazione DesignCommunity.com di proprietà di Artifice,
Inc., una corporazione dell'Oregon, che sviluppa e pubblica strumenti e
mezzi creativi per l'architettura e il design, pongono una serie di
regolamentazioni e di limitazioni: non vengono accettate petizioni che
promuovono la violenza, che usano linguaggio offensivo, che sono
giudicate irresponsabili o antisociali. Allo stesso modo, non vengono
accettate petizioni anonime. È proibito, inoltre, utilizzare questi
spazi per fare qualsiasi tipo di avance a sfondo sessuale e per
pubblicizzare operazioni commerciali e politiche. E come è possibile
risolvere alcuni problemi? Per esempio, il tentativo di garantire
l'identità dei firmatari, viene fatto con il rifiuto automatico delle
doppie firme e con la richiesta ad ogni firmatario di inserire il
proprio indirizzo di posta elettronica. D'altra parte, gli organizzatori
del sito sottolineano che assicurare l'identità di una persona senza
violare la privacy è una vera e propria sfida e che non esiste una
soluzione perfetta, infallibile per stabilire l'identità online.
Al di là di perplessità, imperfezioni, possibile poca chiarezza
sugli obiettivi su un uso "politico" della Rete, rimangono
degli elementi, che lo stesso Di Pietro evidenzia con forza:
"Internet non può cambiare le regole della democrazia, ma può
stimolare a cambiare tali regole. La Rete, anche se può creare
confusione, non si presta certo a censura" .
Petitiononline.com
Evan Farmer
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