Venerdi' 12 Gennaio 2001




 

 


Di Pietro: "Più possibilità di esprimere le proprie idee, più democrazia"

Petizioni on line: un milione di firme, mille petizioni

Sul sito Petitiononline.com è possibile presentare e firmare ogni tipo di petizioni. Uno strumento destinato a cambiare la politica

Di Wanda Marra

Bush non si è ancora insediato alla Casa Bianca e già c'è chi tenta di mandarlo via: sul sito Petitiononline.com una petizione indirizzata al Congresso degli Stati Uniti chiede l'impeachment di George Bush, diventato Presidente sulle basi di "crimini contro l'America e contro la stessa democrazia". Lo stesso sito ospita un appello affinché, a partire dal 2005, il 9 ottobre, il giorno in cui John Lennon avrebbe compiuto 65 anni, diventi il John Lennon Day per la Pace e l'Amore sulla Terra. Petitiononline.com  ha raccolto più di un milione di firme per circa 1000 petizioni attive in un unico luogo virtuale: chiunque può presentarle o firmarle.

Un esperimento? Un gioco? Uno strumento di democrazia popolare? In realtà PetitionOnline.com si autodefinisce come "un mercato di libere idee", un luogo a disposizione per tutti gli argomenti possibili, per ogni genere di persone, strumento di una democrazia globale e partecipativa, che sfrutta le potenzialità di Internet.

Difficile comprendere il valore politico di questo tipo di operazione. " Certamente può avere un impatto politico, portando a coscienza delle situazioni, sensibilizzando e informando. Spesso i poteri ragionano sulle informazioni che hanno. Ben venga una presa d'atto della realtà". Ad affermarlo è il Senatore Antonio Di Pietro, uno dei primi ad avere portato l'informatica nei tribunali e nei palazzi di Giustizia ai tempi dei primi processi per Tangentopoli, commentando l'esperimento portato avanti dal sito americano. Di Pietro firmerebbe una petizione? "Dipende dalla petizione, comunque sono benvenute, per esempio, petizioni di denuncia sociale, che non hanno un valore giuridico, ma servono a comunicare ed informare".

Ma quali sono le potenzialità e i problemi posti da Internet in quanto strumento di comunicazione politica? Secondo Di Pietro "Internet è un mezzo importantissimo di comunicare la politica. Più possibilità c'è per ognuno di esprimere le proprie idee, più c'è democrazia". E insiste sulla possibilità della Rete sia di raggiungere tantissime persone, sia di dare voce a molti, che altrimenti non l'avrebbero: "Internet è un mezzo di comunicazione "intraneo" ed "estraneo", che permette la comunicazione tra gli iscritti a un partito e il mondo esterno. In tempi veloci è possibile sia dialogare tra noi, sia comunicare con l'esterno, grazie alle mailing list, ai newsgroup o a quello che viene messo sul sito. Grazie a Internet, è possibile far conoscere programmi e persone anche da parte di chi non è proprietario del sistema informativo. Il duopolio mediatico, infatti, si riflette anche nel duopolio politico, che mette fuori tutti gli altri: chi non è allineato, non ha nessuno spazio. Internet, invece, permette di dialogare con milioni di cittadini. In Italia è ancora una possibilità futuribile, le operazioni condotte finora sono pioneristiche. Io per primo ho portato l'informatica nei tribunali e nei palazzi di Giustizia e sono stato considerato un eretico". D'altra parte, lo stesso Senatore sul sito Internet della sua Lista di Pietro conduce una vera e propria campagna elettorale online e offre una serie di servizi: "Gli utenti hanno la possibilità di ricevere una newsletter, ma sul nostro sito ci sono soprattutto degli atti giudiziari online per dare a tutti la possibilità per agire e interagire. Circa 170.000 persone hanno usato i moduli da noi messi a disposizione per diffidare le banche". Un esperimento anche questo, come quello delle petizioni, che vale la pena di guardare da vicino. Chiunque voglia, può scrivere il testo di una petizione e sottometterlo a PetitionOnline, utilizzando un semplice modulo. Poi questa petizione può essere promossa, in modo da avere firmatari, ed essere mandata, quando l'autore lo ritiene opportuno. Gli organizzatori del sito propongono una serie di categorie: politica e governo (suddivisa in: internazionale, Usa, locale, di stato); intrattenimento e media; ambiente; religione; tecnologia e Business e offrono ai visitatori una top ten delle petizioni. In questi giorni, prima fra tutte appare una richiesta a Yahoo! perché torni indietro sull'introduzione di una tariffa per partecipare ad aste online. E fanno parte delle petizioni più gettonate: quella rivolta a Mary Robinson, alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che sollecita l'invio di forze internazionali per la protezione del popolo palestinese, ma anche una al Dipartimento delle Risorse Naturali del Wisconsin, contro una legge che definisce impropria e irragionevole la velocità di 50 miglia all'ora, per le operazioni notturne delle motoslitte. La lista delle petizioni è un osservatorio privilegiato sulle tematiche che stanno a cuore al popolo di Internet e fa emergere in modo evidente anche una delle caratteristiche più interessanti, eversive e per certi versi inquietanti della Rete: la commistione intrinseca tra i più diversi argomenti, registri, obiettivi, livelli culturali e intellettuali; la co-presenza di tematiche di interesse universale e di opzioni tra le più personali. E non solo: il continuo passare dal serio al faceto, dal drammatico al comico. Spigolando qua e là, infatti, la varietà degli argomenti è evidente: mentre non mancano i consueti appelli in favore di Napster, giungono echi di interesse prettamente personali: una petizione a MTV dal sito ufficiale dei fan di Evan Farmer , perché 2Gether, la trasmissione di cui questi è protagonista, non venga abolita, una petizione dal tono mistico al governo degli Stati Uniti perché conceda "libertà religiosa" a tutti quelli che usano la cannabis per motivi spirituali. Come si può vedere, ce n'è per tutti i gusti. Ma gli organizzatori di Petitiononline.com, una società privata sussidiaria del sito di discussione e informazione DesignCommunity.com di proprietà di Artifice, Inc., una corporazione dell'Oregon, che sviluppa e pubblica strumenti e mezzi creativi per l'architettura e il design, pongono una serie di regolamentazioni e di limitazioni: non vengono accettate petizioni che promuovono la violenza, che usano linguaggio offensivo, che sono giudicate irresponsabili o antisociali. Allo stesso modo, non vengono accettate petizioni anonime. È proibito, inoltre, utilizzare questi spazi per fare qualsiasi tipo di avance a sfondo sessuale e per pubblicizzare operazioni commerciali e politiche. E come è possibile risolvere alcuni problemi? Per esempio, il tentativo di garantire l'identità dei firmatari, viene fatto con il rifiuto automatico delle doppie firme e con la richiesta ad ogni firmatario di inserire il proprio indirizzo di posta elettronica. D'altra parte, gli organizzatori del sito sottolineano che assicurare l'identità di una persona senza violare la privacy è una vera e propria sfida e che non esiste una soluzione perfetta, infallibile per stabilire l'identità online.

Al di là di perplessità, imperfezioni, possibile poca chiarezza sugli obiettivi su un uso "politico" della Rete, rimangono degli elementi, che lo stesso Di Pietro evidenzia con forza: "Internet non può cambiare le regole della democrazia, ma può stimolare a cambiare tali regole. La Rete, anche se può creare confusione, non si presta certo a censura" .

Petitiononline.com
Evan Farmer
Lista di Pietro 

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