Allarme cyberterrorismo
Secondo i rapporti della Cia e del Csis il
terrorismo online sarà la principale minaccia alla sicurezza degli Usa,
nei prossimi quindici anni
di Wanda Marra
È
partito giovedì pomeriggio l'allarme per un attacco armato del
terrorismo islamico in Italia contro obiettivi americani. L'ambasciata
USA a Roma è stata chiusa da venerdì a ieri mattina. Ma gli Stati
Uniti sono nel mirino anche del cyberterrorismo. Nelle ultime settimane
gli hacker islamici hanno attaccato in maniera massiccia e sistematica
siti di banche e di enti governativi.
Secondo due rapporti sulla minaccia terrorista online pubblicati
dalla Cia e dal Centro per gli studi
strategici internazionali (Csis)
degli Stati Uniti, il cyberterrorismo sarà la principale minaccia per
la sicurezza del Paese, almeno nei prossimi quindici anni. La ricerca
della CIA sottolinea il fatto che gli avversari degli americani sono
impegnati a sviluppare strumenti informatici in grado di minacciare
tutte quelle infrastrutture del sistema privato che ormai negli Usa
hanno base in Internet. Non solo: molti Paesi sono, secondo l'allarme
lanciato dalla Cia, in possesso di "cyber-armi" pronte per
nuovi attacchi e infiltrazione nei sistemi informatici.
Il Centro studi strategici si spinge ancora più in là e sostiene
che i gruppi terroristici potrebbero tranquillamente stringere alleanze
criminali con i giovani hacker, in modo da sfruttarne la competenza
tecnica. Secondo questi rapporti, inoltre, i sistemi di difesa di alcune
tra le maggiori potenze mondiali, sono accessibili dal web: il Ministero
della Difesa degli Stati Uniti, tanto per citarne uno non certo
minore, prevede che il numero di cyberattacchi e di intrusioni nel
computer del Pentagono quest'anno saranno 24.000, circa il 5 per cento
in più rispetto all'anno scorso.
Nel frattempo, Russia, Francia, Israele e Cina stanno mettendo in
piedi dei veri e propri cyber-arsenali.
Il cyberterrorismo nascente, i cui sviluppi e le cui potenzialità
sono - per il momento - ancora ignote, non rappresenta altro che uno dei
possibili usi della Rete a scopi violenti o criminali. La possibilità
di rendere inaccessibili siti istituzionali, "abbattendoli",
sta diventando una delle strategie possibili in guerra. Ma gli attacchi
informatici hanno le più diverse motivazioni e colpiscono in maniera
"privilegiata" anche i siti di aziende importanti (ne sono
stati vittime, tra gli altri, i siti di società come Yahoo! e Amazon).
L'Fbi ha annunciato venerdì la
realizzazione di un programma per combattere il cybercrimine, che
incoraggia le aziende a scambiarsi informazioni sugli attacchi Internet
che hanno subito. Le aziende partecipanti al programma e l'Fbi useranno
e-mail criptati e un sito web sicuro per avvisarsi su nuovi tentativi di
attacchi hacker, virus informatici e altre attività criminali in Rete.
Janet Reno, il procuratore generale degli Usa, ha dichiarato che questo
programma - peraltro gratuito -, denominato "InfraGard", nato
come progetto pilota nel 1996 a Cleveland, ha attirato la partecipazione
di 500 aziende.
E intanto cominciano a nascere anche dei nemici elettronici per gli
hacker: E-Gap, un programma elaborato dalla start-up israeliana Whale
Communication, impedisce loro di intrufolarsi dal web nei computer delle
grandi aziende, bloccando fisicamente l'accesso da Internet al sistema
interno. Artefice del 'blocco', una 'scatola nera' che disconnette
automaticamente il collegamento tra la grande Rete e la memoria degli
elaboratori non appena qualcuno tenti di forzare i codici di ingresso
stabiliti dell'azienda. Quest'idea semplice avrebbe già destato la
curiosità di Microsoft e Yahoo.
La cybercriminalità, in generale, rappresenta una materia
incandescente, dalla controversa definizione legale e difficilmente
arrestabile. Pedo-pornografia, frodi, razzismo sono solo alcuni dei
problemi emergenti. È tuttora allo studio del Consiglio d'Europa
(aderiscono tutti i paesi dell'Unione Europea più la Russia) un
"Progetto di convenzione sulla cybercriminalità", il primo
trattato internazionale che ha lo scopo di armonizzare le legislazioni
nazionali con la creazione di una legislazione comune e di intensificare
e rendere più efficaci le inchieste per combattere i crimini
informatici.
E nel frattempo alcuni Paesi stanno adottano misure innovative,
quanto meno particolari: l'India nei giorni scorsi ha arruolato come
cyberpoliziotti alcuni hacker adolescenti "di formidabile
bravura". A mali estremi, estremi rimedi? O piuttosto a mali nuovi,
rimedi nuovi?
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