Martedi' 9 Gennaio 2001




 

 


Allarme cyberterrorismo

Secondo i rapporti della Cia e del Csis il terrorismo online sarà la principale minaccia alla sicurezza degli Usa, nei prossimi quindici anni

di Wanda Marra

È partito giovedì pomeriggio l'allarme per un attacco armato del terrorismo islamico in Italia contro obiettivi americani. L'ambasciata USA a Roma è stata chiusa da venerdì a ieri mattina. Ma gli Stati Uniti sono nel mirino anche del cyberterrorismo. Nelle ultime settimane gli hacker islamici hanno attaccato in maniera massiccia e sistematica siti di banche e di enti governativi.

Secondo due rapporti sulla minaccia terrorista online pubblicati dalla Cia e dal Centro per gli studi strategici internazionali (Csis) degli Stati Uniti, il cyberterrorismo sarà la principale minaccia per la sicurezza del Paese, almeno nei prossimi quindici anni. La ricerca della CIA sottolinea il fatto che gli avversari degli americani sono impegnati a sviluppare strumenti informatici in grado di minacciare tutte quelle infrastrutture del sistema privato che ormai negli Usa hanno base in Internet. Non solo: molti Paesi sono, secondo l'allarme lanciato dalla Cia, in possesso di "cyber-armi" pronte per nuovi attacchi e infiltrazione nei sistemi informatici.

Il Centro studi strategici si spinge ancora più in là e sostiene che i gruppi terroristici potrebbero tranquillamente stringere alleanze criminali con i giovani hacker, in modo da sfruttarne la competenza tecnica. Secondo questi rapporti, inoltre, i sistemi di difesa di alcune tra le maggiori potenze mondiali, sono accessibili dal web: il Ministero della Difesa degli Stati Uniti, tanto per citarne uno non certo minore, prevede che il numero di cyberattacchi e di intrusioni nel computer del Pentagono quest'anno saranno 24.000, circa il 5 per cento in più rispetto all'anno scorso.

Nel frattempo, Russia, Francia, Israele e Cina stanno mettendo in piedi dei veri e propri cyber-arsenali.

Il cyberterrorismo nascente, i cui sviluppi e le cui potenzialità sono - per il momento - ancora ignote, non rappresenta altro che uno dei possibili usi della Rete a scopi violenti o criminali. La possibilità di rendere inaccessibili siti istituzionali, "abbattendoli", sta diventando una delle strategie possibili in guerra. Ma gli attacchi informatici hanno le più diverse motivazioni e colpiscono in maniera "privilegiata" anche i siti di aziende importanti (ne sono stati vittime, tra gli altri, i siti di società come Yahoo! e Amazon). L'Fbi ha annunciato venerdì la realizzazione di un programma per combattere il cybercrimine, che incoraggia le aziende a scambiarsi informazioni sugli attacchi Internet che hanno subito. Le aziende partecipanti al programma e l'Fbi useranno e-mail criptati e un sito web sicuro per avvisarsi su nuovi tentativi di attacchi hacker, virus informatici e altre attività criminali in Rete. Janet Reno, il procuratore generale degli Usa, ha dichiarato che questo programma - peraltro gratuito -, denominato "InfraGard", nato come progetto pilota nel 1996 a Cleveland, ha attirato la partecipazione di 500 aziende.

E intanto cominciano a nascere anche dei nemici elettronici per gli hacker: E-Gap, un programma elaborato dalla start-up israeliana Whale Communication, impedisce loro di intrufolarsi dal web nei computer delle grandi aziende, bloccando fisicamente l'accesso da Internet al sistema interno. Artefice del 'blocco', una 'scatola nera' che disconnette automaticamente il collegamento tra la grande Rete e la memoria degli elaboratori non appena qualcuno tenti di forzare i codici di ingresso stabiliti dell'azienda. Quest'idea semplice avrebbe già destato la curiosità di Microsoft e Yahoo.

La cybercriminalità, in generale, rappresenta una materia incandescente, dalla controversa definizione legale e difficilmente arrestabile. Pedo-pornografia, frodi, razzismo sono solo alcuni dei problemi emergenti. È tuttora allo studio del Consiglio d'Europa (aderiscono tutti i paesi dell'Unione Europea più la Russia) un "Progetto di convenzione sulla cybercriminalità", il primo trattato internazionale che ha lo scopo di armonizzare le legislazioni nazionali con la creazione di una legislazione comune e di intensificare e rendere più efficaci le inchieste per combattere i crimini informatici.

E nel frattempo alcuni Paesi stanno adottano misure innovative, quanto meno particolari: l'India nei giorni scorsi ha arruolato come cyberpoliziotti alcuni hacker adolescenti "di formidabile bravura". A mali estremi, estremi rimedi? O piuttosto a mali nuovi, rimedi nuovi?

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