Cresce l'hi-tech
nell'India delle diseguaglianze
Raddoppiano i navigatori indiani e si moltiplicano
gli investimenti stranieri mentre quasi il 40 per cento della
popolazione è analfabeta
di Georgia Garritano
In sei mesi il
numero degli utenti di Internet in India e raddoppiato: da poco più di
un milione si è passati a oltre due milioni di navigatori. Certo, si
tratta sempre di una percentuale esigua rispetto alla sterminata
popolazione del subcontinente ma questa tendenza di crescita dovrebbe
continuare, con gli stessi ritmi, per i prossimi cinque anni secondo le
stime del ministero dell'Information
technology.
È il territorio di Maharashtra, nel centro del paese, quello col
maggior numero di fruitori della rete (quasi 620 mila persone). Seguono
la regione di Delhi (circa 320 mila) e quella meridionale di Tamil Nadu
(poco più di 290 mila). In queste tre aree, complessivamente, si
concentra il 60 per cento degli utenti. Resta, invece, tagliata fuori
dallo sviluppo tecnologico l'India nord-orientale (Manipur, Sikkim,
Mizoram, Tripura, Nagaland e Arunachal Pradesh), una vasta e popolosa
superficie dove solo lo 0,1 per cento degli abitanti dispone di un
accesso web.
L'India è ormai entrata nella mappa dell'industria tecnologica: ogni
giorno prestigiose aziende del settore hi-tech fanno nuovi investimenti
nel paese asiatico. Il Centro di sviluppo indiano di Microsoft
(Midc) investirà 300 milioni di dollari (quasi 650 miliardi di
lire) nei prossimi tre anni. Computer
associates international ha aperto un Centro di supporto tecnico
globale (Gtsc) per sostenere le iniziative imprenditoriali nel settore
del commercio elettronico. Compaq ha
realizzato una rete di distribuzione e di assistenza che copre 110
centri urbani. Motorola
spenderà 40 milioni di dollari (oltre 80 miliardi di lire) per
costruire un nuovo centro per lo sviluppo delle tecnologie per la
telefonia nello stato di Karnataka, nel sud dell'India, creando migliaia
di nuovi posti di lavoro. Epson
ha in programma di aprire un centro di sviluppo software a Bangalore.
Quello dell'elettronica e dell'informatica è il settore più in
crescita dell'industria indiana e il governo ha posto la promozione
dell'hi-tech tra le priorità nazionali. Gli stanziamenti pubblici per
la formazione nel settore per l'anno accademico 2000/2001 sono
raddoppiati e triplicheranno in quello successivo: entro il 2007
verranno formati 200 mila specialisti di tecnologie informatiche e
almeno altrettanti esperti saranno preparati dalle industrie che offrono
programmi di formazione. Il ministro dell'Information technology Pramod
Mahajan ha dichiarato, inoltre, che entro tre-quattro anni, con il
sostegno della Banca mondiale, intende attivare in tutto il paese 10
mila punti Internet con almeno sei computer ciascuno. Ogni centro
dovrebbe servire 25-30 villaggi e portare i benefici della rete anche a
chi finora è rimasto escluso dall'accesso ai nuovi media.
Attualmente il 40 per cento dei centri abitati non dispone né delle
infrastrutture stradali né delle linee telefoniche. Su un miliardo di
indiani il 70 per cento dipende dall'agricoltura e il 38 per cento è
analfabeta. Riuscirà la più grande democrazia del mondo a trasformare
il boom del software in benessere diffuso?
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