Lunedì 18 Dicembre 2000




 

 


Cresce l'hi-tech nell'India delle diseguaglianze

Raddoppiano i navigatori indiani e si moltiplicano gli investimenti stranieri mentre quasi il 40 per cento della popolazione è analfabeta

di Georgia Garritano

In sei mesi il numero degli utenti di Internet in India e raddoppiato: da poco più di un milione si è passati a oltre due milioni di navigatori. Certo, si tratta sempre di una percentuale esigua rispetto alla sterminata popolazione del subcontinente ma questa tendenza di crescita dovrebbe continuare, con gli stessi ritmi, per i prossimi cinque anni secondo le stime del ministero dell'Information technology.

È il territorio di Maharashtra, nel centro del paese, quello col maggior numero di fruitori della rete (quasi 620 mila persone). Seguono la regione di Delhi (circa 320 mila) e quella meridionale di Tamil Nadu (poco più di 290 mila). In queste tre aree, complessivamente, si concentra il 60 per cento degli utenti. Resta, invece, tagliata fuori dallo sviluppo tecnologico l'India nord-orientale (Manipur, Sikkim, Mizoram, Tripura, Nagaland e Arunachal Pradesh), una vasta e popolosa superficie dove solo lo 0,1 per cento degli abitanti dispone di un accesso web.

L'India è ormai entrata nella mappa dell'industria tecnologica: ogni giorno prestigiose aziende del settore hi-tech fanno nuovi investimenti nel paese asiatico. Il Centro di sviluppo indiano di Microsoft  (Midc) investirà 300 milioni di dollari (quasi 650 miliardi di lire) nei prossimi tre anni. Computer associates international ha aperto un Centro di supporto tecnico globale (Gtsc) per sostenere le iniziative imprenditoriali nel settore del commercio elettronico. Compaq ha realizzato una rete di distribuzione e di assistenza che copre 110 centri urbani. Motorola  spenderà 40 milioni di dollari (oltre 80 miliardi di lire) per costruire un nuovo centro per lo sviluppo delle tecnologie per la telefonia nello stato di Karnataka, nel sud dell'India, creando migliaia di nuovi posti di lavoro. Epson  ha in programma di aprire un centro di sviluppo software a Bangalore.

Quello dell'elettronica e dell'informatica è il settore più in crescita dell'industria indiana e il governo ha posto la promozione dell'hi-tech tra le priorità nazionali. Gli stanziamenti pubblici per la formazione nel settore per l'anno accademico 2000/2001 sono raddoppiati e triplicheranno in quello successivo: entro il 2007 verranno formati 200 mila specialisti di tecnologie informatiche e almeno altrettanti esperti saranno preparati dalle industrie che offrono programmi di formazione. Il ministro dell'Information technology Pramod Mahajan ha dichiarato, inoltre, che entro tre-quattro anni, con il sostegno della Banca mondiale, intende attivare in tutto il paese 10 mila punti Internet con almeno sei computer ciascuno. Ogni centro dovrebbe servire 25-30 villaggi e portare i benefici della rete anche a chi finora è rimasto escluso dall'accesso ai nuovi media.

Attualmente il 40 per cento dei centri abitati non dispone né delle infrastrutture stradali né delle linee telefoniche. Su un miliardo di indiani il 70 per cento dipende dall'agricoltura e il 38 per cento è analfabeta. Riuscirà la più grande democrazia del mondo a trasformare il boom del software in benessere diffuso?

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