Giovedì 14 Dicembre 2000




 

 


Piccolo grande web

Bambini in rete per conoscersi, apprendere, amare la natura ed essere solidali tra loro

di Georgia Garritano

Navigare è un gioco da ragazzi, anzi da bambini. Basta fare un giro in rete tra i siti "under 10" finalisti al recente concorso romano Global junior challenge per accorgersi di quante iniziative non solo sono destinate ai piccoli utenti ma nascono proprio grazie al loro diretto coinvolgimento. E i bambini, si sa, sono capaci di inventare qualunque cosa.

Tredici alunni di una scuola elementare francese, a Carcassonne nella Linguadoca, hanno pensato di animare le lezioni di scienze monitorando i ventuno giorni di cova di un uovo di gallina e presentando i risultati in tempo reale su Internet. Gli scolari hanno posto le uova in un'incubatrice, le hanno marchiate con un segno e le hanno girate ogni giorno. Per osservare l'interno, in trasparenza, hanno usato la luce di un proiettore per diapositive. Il quinto giorno i vasi sanguigni sono ormai ben visibili, l'undicesimo giorno si distinguono già la testa, gli occhi e le ali; dal diciottesimo giorno non si toccano più le uova, si aspetta solo con impazienza il momento in cui si schiuderanno. Arriva finalmente il momento della nascita: con un po' di fatica i pulcini vengono alla luce e i bambini si accorgono che è grazie a un piccolo "bottone" appuntito sulla sommità del becco che è stato possibile forare il guscio. Durante il periodo dell'osservazione gli studenti coinvolti nel progetto hanno condiviso la loro esperienza sia all'interno che all'esterno della scuola: non solo hanno illustrato ai più piccoli della scuola materna cosa stesse succedendo ma per tre settimane hanno aggiornato quotidianamente le pagine del sito con testi di spiegazione, disegni, video e fotografie: non manca, naturalmente, il ritratto di famiglia con i sei neonati.

Non sono da meno i ragazzi italiani nell'imparare insegnando: gli studenti della scuola media Alighieri di Spoleto, in Umbria, hanno sviluppato un progetto multimediale di educazione all'ambiente per i bambini delle elementari. Una storia illustrata ipertestuale narra "Le avventure di Piera… la lattina che non voleva finire nella pattumiera". Gettato per terra da un bambino poco attento il contenitore viene sballottato da un luogo all'altro tra spazzatura di ogni genere. Schermata dopo schermata il racconto si popola di "rifiuti animati" come Bernardo il sacchetto di plastica, Michelina la batteria d'auto, Sonoro il pomodoro, Cicerina la bottiglia, Giasone il cartone, Lallo il farmaco scaduto: personaggi che esemplificano i vari tipi di materiali, organici e inorganici, di cui gli uomini si sono liberati senza curarsi delle conseguenze. La povera Piera finirà in un inceneritore o nel cassetto della raccolta differenziata per essere riciclata? Il finale è a scelta del lettore. Il sito propone, infine, un questionario e mostra un bell'esempio di riciclaggio: l'albero di Natale della scuola addobbato con lattine decorate. Dal progetto on line, che ha anche una versione in inglese, è nato, inoltre, un cd multimediale che è stato distribuito alle scuole della città.

Finalizzato all'educazione ambientale è anche il progetto americano "Esplorando uno stagno", elaborato dalla scuola elementare Meadowbrook nello Utah. Il sito web è uno stagno virtuale, un modello della catena predatori-preda: gli studenti possono realizzare on line una simulazione di popolamento dell'habitat dello stagno inserendo un certo numero di esemplari per ogni specie e osservando se riescono a sopravvivere. Questa modalità non esclude ma incoraggia l'osservazione diretta dell'ambiente naturale: gli studenti, infatti, hanno lavorato all'aperto, prelevando campioni d'acqua e controllando i flussi migratori. Anche in questo caso l'iniziativa ha superato i confini della scuola per coinvolgere altri ragazzi a studiare l'ecologia collaborando a distanza e scambiando le loro esperienze: il risultato è che quasi quaranta classi, dagli Stati Uniti alla Cina al Galles, hanno adottato uno stagno.

L'apprendimento interattivo può aiutare anche i bambini più sfortunati, quelli che non possono frequentare la scuola perché ricoverati in ospedale. Il progetto "Scuola fuori", promosso dal comune di Rovigo, ha creato delle classi virtuali mettendo in contatto i bambini nelle aule con quelli del reparto pediatrico dell'Ospedale civile cittadino: per gli uni questa è stata un'occasione per sviluppare impegno e solidarietà nei confronti dei compagni che vivono esperienze di estremo disagio; per gli altri la formazione a distanza è stata l'unica possibilità di mantenere un rapporto con la realtà esterna a quella ospedaliera scandita dai tempi delle terapie. A tutti gli studenti il progetto, basato sulla lettura e comprensione del testo e sulla riproduzione grafica e la produzione di nuovi elaborati, ha dato l'opportunità di familiarizzare con le nuove tecnologie multimediali e con le potenzialità della rete.

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