Piccolo grande web
Bambini in rete per conoscersi, apprendere, amare
la natura ed essere solidali tra loro
di Georgia Garritano
Navigare è
un gioco da ragazzi, anzi da bambini. Basta fare un giro in rete tra i
siti "under 10" finalisti al recente concorso romano Global
junior challenge per accorgersi di quante iniziative non solo sono
destinate ai piccoli utenti ma nascono proprio grazie al loro diretto
coinvolgimento. E i bambini, si sa, sono capaci di inventare qualunque
cosa.
Tredici alunni di una scuola elementare francese, a Carcassonne nella
Linguadoca, hanno pensato di animare le lezioni di scienze monitorando i
ventuno giorni di cova di
un uovo di gallina e presentando i risultati in tempo reale su
Internet. Gli scolari hanno posto le uova in un'incubatrice, le hanno
marchiate con un segno e le hanno girate ogni giorno. Per osservare
l'interno, in trasparenza, hanno usato la luce di un proiettore per
diapositive. Il quinto giorno i vasi sanguigni sono ormai ben visibili,
l'undicesimo giorno si distinguono già la testa, gli occhi e le ali;
dal diciottesimo giorno non si toccano più le uova, si aspetta solo con
impazienza il momento in cui si schiuderanno. Arriva finalmente il
momento della nascita: con un po' di fatica i pulcini vengono alla luce
e i bambini si accorgono che è grazie a un piccolo "bottone"
appuntito sulla sommità del becco che è stato possibile forare il
guscio. Durante il periodo dell'osservazione gli studenti coinvolti nel
progetto hanno condiviso la loro esperienza sia all'interno che
all'esterno della scuola: non solo hanno illustrato ai più piccoli
della scuola materna cosa stesse succedendo ma per tre settimane hanno
aggiornato quotidianamente le pagine del sito con testi di spiegazione,
disegni, video e fotografie: non manca, naturalmente, il ritratto di
famiglia con i sei neonati.
Non sono da meno i ragazzi italiani nell'imparare insegnando: gli
studenti della scuola media Alighieri di Spoleto, in Umbria, hanno
sviluppato un progetto multimediale di educazione all'ambiente per i
bambini delle elementari. Una storia illustrata ipertestuale narra
"Le avventure di Piera…
la lattina che non voleva finire nella pattumiera". Gettato per
terra da un bambino poco attento il contenitore viene sballottato da un
luogo all'altro tra spazzatura di ogni genere. Schermata dopo schermata
il racconto si popola di "rifiuti animati" come Bernardo il
sacchetto di plastica, Michelina la batteria d'auto, Sonoro il pomodoro,
Cicerina la bottiglia, Giasone il cartone, Lallo il farmaco scaduto:
personaggi che esemplificano i vari tipi di materiali, organici e
inorganici, di cui gli uomini si sono liberati senza curarsi delle
conseguenze. La povera Piera finirà in un inceneritore o nel cassetto
della raccolta differenziata per essere riciclata? Il finale è a scelta
del lettore. Il sito propone, infine, un questionario e mostra un
bell'esempio di riciclaggio: l'albero di Natale della scuola addobbato
con lattine decorate. Dal progetto on line, che ha anche una versione in
inglese, è nato, inoltre, un cd multimediale che è stato distribuito
alle scuole della città.
Finalizzato all'educazione ambientale è anche il progetto americano "Esplorando
uno stagno", elaborato dalla scuola elementare Meadowbrook
nello Utah. Il sito web è uno stagno virtuale, un modello della catena
predatori-preda: gli studenti possono realizzare on line una simulazione
di popolamento dell'habitat dello stagno inserendo un certo numero di
esemplari per ogni specie e osservando se riescono a sopravvivere.
Questa modalità non esclude ma incoraggia l'osservazione diretta
dell'ambiente naturale: gli studenti, infatti, hanno lavorato
all'aperto, prelevando campioni d'acqua e controllando i flussi
migratori. Anche in questo caso l'iniziativa ha superato i confini della
scuola per coinvolgere altri ragazzi a studiare l'ecologia collaborando
a distanza e scambiando le loro esperienze: il risultato è che quasi
quaranta classi, dagli Stati Uniti alla Cina al Galles, hanno adottato
uno stagno.
L'apprendimento interattivo può aiutare anche i bambini più
sfortunati, quelli che non possono frequentare la scuola perché
ricoverati in ospedale. Il progetto "Scuola
fuori", promosso dal comune di Rovigo, ha creato delle classi
virtuali mettendo in contatto i bambini nelle aule con quelli del
reparto pediatrico dell'Ospedale civile cittadino: per gli uni questa è
stata un'occasione per sviluppare impegno e solidarietà nei confronti
dei compagni che vivono esperienze di estremo disagio; per gli altri la
formazione a distanza è stata l'unica possibilità di mantenere un
rapporto con la realtà esterna a quella ospedaliera scandita dai tempi
delle terapie. A tutti gli studenti il progetto, basato sulla lettura e
comprensione del testo e sulla riproduzione grafica e la produzione di
nuovi elaborati, ha dato l'opportunità di familiarizzare con le nuove
tecnologie multimediali e con le potenzialità della rete.
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