Sì alle copie per uso personale

Dal gruppo Verdi al Senato una proposta di modifica alla legge sul copyright per tutelare le riproduzioni senza fini di lucro.

di Georgia Garritano

Due senatori che regalavano cd "fatti in casa" con le canzoni scaricate da Internet: questa la scena che ha accolto i partecipanti alla conferenza stampa di presentazione di un progetto di modifica alla legge sul copyright proposto dal gruppo Verde. Stefano Semenzato e Maurizio Pieroni, i senatori che hanno distribuito le compilation di brani scambiati sul sito di Napster, hanno voluto ribadire con questo gesto che la duplicazione senza fini di lucro è permessa dalla legislazione vigente - c'è reato, infatti, solo se si riproducono più di cinquanta copie - e rispondere ai tentativi di criminalizzazione compiuti ultimamente dalle case discografiche e dalle software house.

La proposta di modifica alla legge 248/2000 sul diritto d'autore firmata dai due esponenti dei Verdi intende, appunto, tutelare l'uso personale e senza fini di lucro nella riproduzione di software, libri di testo e brani musicali. In particolare si chiede l'abolizione del limite del 15 per cento nella fotocopia dei libri e la sostituzione della dizione "per trarre profitto", che ha un significato molto ampio, con quella "con scopi di lucro" che indica più specificamente l'obiettivo di acquisire un guadagno patrimoniale. Secondo i promotori della modifica, infatti, la norma attuale si presta a interpretazioni discordanti poiché contiene "formulazioni che sembrano equiparare la copia individuale alla duplicazione di massa e al commercio abusivo" e rischia "di produrre effetti forse non previsti dal legislatore ma certamente perseguiti dalle potenti lobby dei produttori".

"La copia per uso personale non può essere perseguita" - sostengono Semenzato e Pieroni - "sia perché questo produrrebbe limitazioni alla diffusione di conoscenze e di cultura nell'ambito della società, sia perché, nei settori in questione, il suo impatto economico è già largamente previsto e conteggiato nel prezzo di vendita". Nel caso delle copie dei brani musicali, ciò è addirittura stabilito da una legge, la 93 del 1992, che consente un aumento dei prezzi dei cd del 10 per cento come copertura preventiva della riproduzione privata.

I due politici ritengono, infine, che l'adozione di misure protezionistiche sui materiali digitali possa portare a un restringimento della libertà in rete e congelare i rapporti di forza esistenti a danno dei nuovi operatori che praticano politiche di distribuzione gratuita del software. Senza contare che, per anni, i maggiori editori di programmi informatici, che oggi chiedono provvedimenti restrittivi, hanno incentivato la proliferazione di copie non originali per far sì che i loro prodotti conquistassero una posizione dominante nel mercato.

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