Lunedi' 4 Dicembre  2000

 

Cercasi 13 professionalità per la new economy

Il rapporto Federcomin-Anasis offre la descrizione di nuovi profili professionali e individua l'iter formativo

di Wanda Marra

13 figure professionali della Net Economy, con la descrizione analitica delle competenze e una definizione orientativa delle relative unità didattiche: è questo l'importante risultato del rapporto "Ict: le figure professionali" presentato oggi a Roma da Federcomin, la Federazione di Confindustria che raggruppa oltre 1000 aziende di telecomunicazioni, radiotelevisione ed informatica in collaborazione con Anasin. La ricerca era nata con l'obiettivo di evidenziare gli standard emergenti nelle figure professionali Ict per poi definire i relativi percorsi formativi.

In Italia il settore Ict conta nel 2.000 circa 1.313.000 persone. Dal '95 ad oggi sono stati creati quasi 95.000 posti di lavoro. E se fossero stati superati i problemi relativi allo skill shortage, l'incremento sarebbe stato ancora maggiore. In Italia lo skill shortage - il gap tra domanda e offerta - è, infatti, attualmente di 112.000 unità e diventerà di 215.000 nel 2002. Tra il 1998 e il 2000 l'occupazione totale in Italia è cresciuta dell'1,1 per cento e nella Net Economy, del 2,5 per cento.

È evidente come per colmare questo gap, bisogna prima di tutto capire quali sono le effettive necessità del mondo del lavoro, non solo in generale, ma anche in particolare. Delle risposte a questa esigenza sono fornite dalla ricerca realizzata da Federcomin ed Anasin, che ha l'indubbio merito di delineare 13 figure professionali concrete e di porsi dunque come uno strumento di lavoro fattivo. L'analisi, in questo caso, è un punto di partenza per andare oltre e individuare dei percorsi sui quali lavorare. Le 13 figure professionali, richieste dal mondo delle imprese della Net Economy sono: Tecnico di reti locali; Specialista di sistema in ambiente di rete locale; Gestore di reti; Specialista di sistema in ambiente web; WebMaster; Progettista di software applicativo; Progettista di architetture software; Specialista di Sistemi di Telecomunicazione; Consulente Commerciale; Analista Programmatore Object Oriented; Responsabile di Marketing e Vendite in area e-business; Esperto ERP (Enterprise Resource Planning); Esperto in linguaggi e tecnologie multimediali.

Una serie di schede, ognuna relativa ai nuovi profili emersi, descrive dettagliatamente queste figure: i prerequisiti necessari, le competenze di base, quelle tecnico-professionali e il know-how trasversale. E inoltre sono ipotizzati dei percorsi didattici per ciascun profilo: metodologie, materiali, valutazione, ore di docenza, ore di laboratorio, ore di verifica. Queste schede sono consultabili in Rete sul sito www.ict-job.it, attivo da oggi.

"La formazione non può essere in futuro, quello che è stata in passato". Il sottosegretario all'Industria, Stefano Passigli, ha sottolineato il ruolo fondamentale che gioca la formazione per risolvere il problema dello skill-shortage, e, più in generale, per affrontare in maniera radicale il problema dell'occupazione. Infatti, "oltre il 40 per cento degli studenti frequentano facoltà che sono fucine di disoccupazione". Il problema della riqualificazione, soprattutto in un Paese come l'Italia, dalla grande tradizione culturale, ma dal preoccupante e ingente fenomeno della disoccupazione intellettuale, è stato sottolineato da Andrea Ranieri, Presidente dell' Organismo bilaterale nazionale per la formazione (Obnf), che ha invitato a inserire le competenze informatiche in un sistema più ampio, più completo, a renderle parte integrante di tutte le lauree. Il ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, Cesare Salvi ha ribadito che - per quanto la nuova economia abbia bisogno di figure professionali nuove - anche chi lavora nella vecchia economia ha bisogno di nuove competenze. Bisogna - comunque - ridisegnare l'intero iter formativo. Ma intanto c'è bisogno di una "terapia d'urto", soprattutto nel Mezzogiorno. Esiste un programma straordinario per l'Italia Meridionale, che si pone l'obiettivo di riqualificare i disoccupati intellettuali e un programma di "alfabetizzazione" per i disoccupati del sud, che - oltre ad affrontare il problema del lavoro - intende anche combattere l'emarginazione di ritorno, che colpisce chi non sa una parola d'inglese o non è in grado di usare il computer.

 

 

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