Gulp, i fumetti escono dalla carta!
I fumetti tra vecchi e nuovi media. Il caso di
Diabolik
di Georgia Garritano
A volte ai
fumetti la carta stampata sta un po' stretta. Capita, allora, che i
personaggi che abbiamo conosciuto sulle pagine degli albi si facciano
strada anche in altri mezzi di comunicazione. Le trasposizioni
cinematografiche dei comics non mancano ma adesso arrivano anche quelle
radiofoniche. Ha appena conquistato un posto nei programmi della radio Diabolik
, il mitico personaggio nato nel 1962 dalla fantasia delle sorelle
Giussani. Il progetto realizzato da Radio
2 Rai e presentato nel corso dell'ultima edizione di Expocartoon
a Roma è ardito: si tolgono le immagini e i testi, che costituiscono la
materia prima del fumetto, e si trasformano le parole scritte in voci.
Più che una trasposizione un salto mortale.
Eppure l'esperimento funziona, ascoltare per credere. Le calde voci
prestate all'ispettore Ginko da Francesco Prando, doppiatore di Tom
Hanks, e ad Eva Kant da Roberta Greganti, restituiscono appieno il mondo
fantastico dei personaggi di Diabolik. Quanto al fascinoso protagonista,
le sue maschere diventano le voci dei personaggi di cui assume le
sembianze, ai suoi travestimenti corrispondono i cambiamenti di voce.
"Quando mi è stata prospettata l'idea di un Diabolik senza
immagini sono rimasta a dir poco perplessa e diffidente"- ammette
Luciana Giussani, una delle creatrici del fumetto, nella postfazione
all'albo speciale edito per l'occasione - "poi mi sono ricordata di
quando con mia sorella Angela ci raccontavamo le storie che avevamo
intenzione di sceneggiare cercando ciascuna di interessare, affascinare,
entusiasmare l'altra per suscitare le stesse reazioni che i nostri
lettori avrebbero avuto più avanti…era un po' come ascoltare uno
sceneggiato radiofonico".
Se la radio sembra adattarsi bene a questo genere fantastico, perché
è un mezzo che lascia al fruitore ampia libertà d'immaginazione, è
tuttavia probabile che saranno altre le nuove frontiere del fumetto. La
riflessione sul destino dei comics nell'epoca della multimedialità è
stata al centro dell'attenzione di disegnatori e docenti universitari
nei convegni e nelle tavole rotonde del salone, appena chiuso, dedicato
ai fumetti e all'animazione. Se quello dei videogiochi sembra essere uno
sbocco naturale per i fumetti, esso tuttavia non esaurisce le
possibilità di elaborazione di nuovi linguaggi. Anche per il fumetto,
come per altre produzioni testuali, si apre la prospettiva della lettura
su supporti informatici e dell'evoluzione dei ruoli dell'autore e del
lettore. "Si tratta di un'operazione complessa"- osserva Mario
Gomboli, direttore della casa editrice Astorina e sceneggiatore di
Diabolik - "non basta, infatti, trasporre il fumetto in un altro
medium: occorre renderlo interattivo".
Con le nuove tecnologie di
lettura si ripropone, in modo forse ancora più forte che nel cinema o
nella radio, il problema della dimensione acustica dei fumetti. Dare
voce ai balloon, trasformare in suoni percepibili onomatopee e ideofoni,
è una questione critica: ogni lettore, infatti, sente una propria gamma
di toni e timbri. Inoltre, come sottolinea Maria Catricalà, docente di
linguistica italiana all'Università per stranieri di Siena, nel libro
Come parla il fumetto e la multimedialità presentato nell'ambito della
manifestazione romana, il "visibile parlare" dei fumetti è
una modalità comunicativa che non si limita a veicolare informazioni ma
costituisce anche "un modo di rappresentarci la
comunicazione": "il fumetto non registra e basta ma amplifica
sempre… con una sua grammatica ipertestuale relativa allo spazio
logico, quanto a quello visibile, gustabile e annusabile". Su come
le nuove tecnologie potranno interagire con tali caratteristiche del
fumetto le ipotesi sono ancora tutte aperte.
Lunedí 20 Novembre 2000
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