Addio Errore 404

Una mappa universale dei link permetterà di riconoscere e riparare i collegamenti interrotti. Ma le pagine "Errore 404" hanno anche dei cultori.

di Georgia Garritano

Presto, forse, i nostri spostamenti in rete non finiranno più nel vicolo cieco dell'Errore 404, la pagina grigia che annuncia "File not found". Due società - la nota casa costruttrice americana Dell, leader mondiale nel mercato dei computer, e l'inglese LinkGuard, specializzata in infrastrutture telematiche - hanno, infatti, avviato un ambizioso progetto per salvare i navigatori dagli indirizzi senza uscita e rendere più "ecologica" la rete. È attualmente in costruzione il più grande database del web, un gigantesco archivio contenente 40 terabyte di dati, pari a 68 mila compact disc musicali, che sarà completato entro il prossimo anno. I dati raccolti serviranno a realizzare una mappa universale dei link che permetterà di riconoscere e riparare i collegamenti interrotti. L'impresa si prospetta davvero ardua perché meno del 20 per cento delle pagine Internet sono accuratamente indicizzate e il loro numero raddoppia all'incirca ogni anno. Dell si occuperà della gestione dei dati mentre LinkGuard svilupperà il software. La LinkMap individuerà i binari morti e dirotterà gli utenti verso indirizzi alternativi.

Ma non tutti, forse, sanno come è nata la famigerata espressione "Errore 404". Quando gli studiosi del Cern, il Laboratorio europeo per la fisica delle particelle, sperimentavano sulla rete del centro, a Ginevra, le funzioni e i protocolli di quello che sarebbe diventato il World wide web, le richieste dei file venivano inviate a un ufficio del quarto piano, stanza 404. Lì due o tre persone individuavano e trasferivano manualmente i file a chi ne aveva fatto richiesta. Più il database cresceva, più aumentava il numero di richieste che non potevano essere soddisfatte. La risposta standard per quei casi era: "Stanza 404: file non trovato". In seguito, quando il processo di ricerca è diventato automatico, il messaggio di segnalazione dell'errore è rimasto "404: file not found".

Storia? Leggenda? Di sicuro un mito delle origini a cui molti navigatori si sono affezionati. E qualcuno si è addirittura affezionato alla pagina d'errore come a un difetto familiare. Sebbene cadere nell'abisso di una pagina vuota, finire nel buco della rete, possa essere una delle esperienze più frustranti per un navigatore, c'è chi è riuscito a trasformare un punto critico in un momento divertente. Sono molti, infatti, i siti Internet che riservano alla pagina d'errore una grafica accattivante o commenti umoristici. Sono nati, inoltre, dei siti che raccolgono le migliori pagine d'errore, quelle che hanno abbandonato il grigio o il bianco per accendersi di colori, battute e vignette. Un'ampia selezione delle migliori schermate è disponibile, ad esempio, in una sottopagina di Sendcoffee.com.
404 Reasearch Lab fornisce informazioni tecniche e storiche sul codice e realizza ricerche sull'argomento. Una recente indagine rivela che il 70 per cento degli errori potrebbe essere corretto con interventi piuttosto semplici. Un sondaggio, inoltre, mira a verificare quanti siti dispongono di una pagina d'errore standard e quanti invece ne hanno realizzata una su misura. Non poteva mancare, infine, un tributo amoroso al 404: "è un tuo amico… è un'oasi del web… non ti chiede niente…non fa pubblicità… è pieno di mistero". 
Ma il più grande omaggio alla celebre pagina è quello di Cool 404: un sito che ogni volta che viene cliccato mostra un diverso messaggio d'errore.

Lunedí 20 Novembre 2000

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