Studenti in Borsa, futuri Paperoni
"Imprese in laboratorio" create e amministrate
da studenti che si quotano su una speciale borsa telematica. E' il
programma IG Students, al terzo anno d'attività.
di Eleonora Giordani
C'è
una metodologia didattica che si chiama "learning by doing":
imparare facendo. L'organizzazione Young Enterprise Europe l'ha fatta
sua e la propone ogni anno a circa 600mila studenti dei paesi europei e
del bacino del Mediterraneo attraverso un singolare sistema di
formazione a metà strada tra il virtuale e il reale: "IG Students".
Che cosa impareranno questi ragazzi, facendolo? A creare, gestire e
liquidare un'attività imprenditoriale nell'arco di un anno scolastico.
Un ponte tra mondo degli studi e mondo del lavoro che per realizzarsi
conta molto sull'uso delle nuove tecnologie. Il programma è promosso in
Italia dalla Fondazione IG Students
sotto la vigilanza del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale.
L'anno scorso in Italia hanno partecipato al programma circa 22 mila
studenti che hanno costituito 1.420 imprese "in laboratorio" e
per il 2000-2001 sono state raccolte oltre 42 mila adesioni. Vediamo
come funziona.
Ogni anno, prima delle vacanze estive, viene lanciata una campagna di
adesione al progetto. Possono partecipare tutti gli studenti
universitari (fino a 26 anni) e quelli degli ultimi due anni delle
scuole medie superiori. L'iscrizione costa 18mila lire ed apre la porta
ad un'esperienza che per molti ragazzi si è poi trasformata in una
scelta di vita professionale. Con l'inizio del nuovo anno scolastico, i
partecipanti sono chiamati a costituire la loro Società. Un'impresa
"in laboratorio" che sarà una società a tutti gli effetti ma
operante in un ambiente controllato, fuori dai rischi che incombono
normalmente sulle aziende legalmente registrate. Gli studenti che
partecipano a IG Students, guidati da una serie di Tutor e di docenti di
collegamento, assumono le cariche sociali, distribuiscono il capitale
azionario, individuano e realizzano materialmente un prodotto o un
servizio che poi immettono sul mercato. Alla fine dell'anno, passate le
selezioni provinciali, regionali e nazionali, vengono premiate le
migliori Società IG Students e Young Entreprise Europe a livello
internazionale. Ed è questo il trampolino di lancio verso una vera
professione. Già, perché anche se si tratta di un programma di
formazione, non è un gioco: i soldi in ballo sono veri, come anche i
prodotti realizzati e il fatturato derivante dalla loro vendita. Alcune
giovani società grazie alle loro idee innovative hanno realizzato
profitti notevoli, tanto da indurre Carlo Borgomeo, presidente della
Fondazione IG Students italiana, a chiederne la detassazione al
ministero del Tesoro.
L'investimento iniziale a carico degli studenti è minimo. Il
capitale sociale è fissato ad un massimo di 2 milioni di lire, diviso
in due pacchetti di mille quote l'uno (ogni quota vale 1000 lire). Un
pacchetto è a disposizione degli studenti, per stabilire le
partecipazioni societarie. L'altro invece è collocabile attraverso
Internet sulla speciale piazza finanziaria internazionale "Bigs",
cui si accede dal sito di Ig Students. La quotazione in Bigs consente
alle imprese degli "studenti-imprenditori" di diversificare e
ampliare le proprie forme di finanziamento, di rafforzare la propria
struttura patrimoniale, di familiarizzare - con tutte le semplificazioni
del caso - con i meccanismi di funzionamento della Borsa, ma soprattutto
di creare un canale di comunicazione con i sottoscrittori in maniera
tale che si creino le condizioni per l'ottenimento di uno stage o
addirittura di accordi per la valorizzazione commerciale della propria
idea. Infatti queste "imprese laboratorio" vengono ormai
considerate come un vivaio di giovani talenti. Grazie alla Borsa
telematica, alcuni imprenditori italiani che hanno avuto successo
all'estero con la loro attività si sono interessati alle "imprese
in laboratorio" di IG Students ed hanno investito su di loro. E
siccome la Rete è il veicolo migliore per abbattere le barriere
geografiche, anche nel mondo del lavoro, presto nascerà il portale di
IG Students, che si propone come un vero e proprio canale di
collocazione delle nuove imprese. Inoltre, assicurerà ai partecipanti
un post tutoraggio di due anni, attraverso corsi di aggiornamento via
Internet.
Nuove tecnologie, ma non solo, tra le realizzazioni più
interessanti. Nella passata edizione, la prima classificata è stata
l'impresa inglese Incepto (una società di 25 diciassettenni) che ha
prodotto un CD rom interattivo multimediale per superare il test di
scuola guida. Al secondo posto l'Irlanda con East Cork Direct
un'impresa di servizi per la costruzione e il design di siti web; al
terzo posto Israele, con un'originale idea dell'impresa
2000+Enterpreneurs che ha realizzato un inedito vaso in cartone
monouso che riesce a mantenere al suo interno acqua per ben 3
settimane. Partecipava alle finali anche l'impresa italiana Umbria
Food, che ha realizzato un progetto di marketing per la valorizzazione
ed il posizionamento sul mercato nazionale ed internazionale della
famosa cipolla di "Cannara", vicino ad Assisi, in Umbria. E
che dire di "Lightblaster", il portacellulare da scooter
inventato da un gruppo di studenti dell'Istituto Tecnico "Cesare
Pavese" di Caserta? Niente, se non che la Banca delle Idee ne ha
acquisito i diritti per la produzione e la commercializzazione
garantendo ai giovani una percentuale sul fatturato.
Tutti futuri Paperoni, allora? Un occhio alle istituzioni per
ricordarci il carattere eminentemente formativo dell'operazione: il
programma è in convenzione con il ministero della Pubblica
Istruzione, il ministero dell'Università e della ricerca scientifica
e tecnologica, il Dipartimento per le Pari Opportunità, il Ministero
del Lavoro e della Previdenza Sociale ed opera con il contributo del
Fondo Sociale Europeo.
Venerdi' 10 Novembre 2000
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