Prossima terra di conquista della new economy, l'Africa é oggi il
simbolo della "digital divide", solo l'1 per cento della
popolazione usa Internet.
di Eleonora Giordani
L'Africa
accoglie più del 10 per cento della popolazione mondiale, ma meno
dell'uno per cento degli utilizzatori di Internet del mondo. Una
percentuale assai discontinua: un milione di persone ha accesso al web
in Sudafrica, ma praticamente nessuna nel Congo devastato dalla guerra.
E' quanto emerge dal Rapporto 2000 sullo stato di Internet stilato
dall'US Internet Council (http://www.usic.org/),
un ente statale americano che analizza a livello internazionale
l'impatto della Rete dal punto di vista politico ed economico. Sarebbero
dunque 2 milioni e mezzo gli utilizzatori africani di Internet, contro
136 milioni in Nord America, 83 milioni in Europa e 679 milioni in Asia.
Un divario tecnologico enorme rispetto al nord del mondo, che impedisce
al continente africano e ad altri paesi in via di sviluppo di inserirsi
a pieno titolo nella new economy. E' il famoso "digital
divide".
Eppure è l'Africa, secondo gli esperti della globalizzazione,
l'ultima grande frontiera economica del pianeta, con un potenziale
enorme nei settori delle risorse naturali e dell'artigianato. "Lo
sviluppo in Africa è possibile e il 21° secolo offre alla continente
l'opportunità di occupare un posto di rilievo nello scenario mondiale.
Ma per guadagnare terreno gli africani devono acquisire un approccio
più dinamico ed affaristico nella gestione del governo e
dell'economia". Sono le premesse dell'Africa Forum 2000 (http://www.worldbank.org/africa-day/info.htm),
il convegno organizzato dalla Banca mondiale e il Fondo monetario
internazionale la settimana scorsa a Washington per aiutare il
continente africano a conquistare l'accesso alle nuove tecnologie. I
direttivi delle numerose multinazionali presenti hanno deciso di dare
vita ad un network attraverso il quale gli imprenditori africani e le
compagnie di tutto il mondo con interessi in Africa potranno scambiare
idee e informazioni online, siglare accordi commerciali ed incoraggiare
lo sviluppo dell'industria hi tech nel continente. Susan Esserman, che
rappresentava al convegno il ministero del Commercio
dell'amministrazione Clinton, ha parlato del nuovo programma americano
"Africa Growth and Opportunity Act", entrato in vigore il
primo ottobre. La legge stabilisce un'area di libero scambio tra gli
Stati Uniti e l'Africa subsahariana e incoraggia le multinazionali ad
investire in Africa.
Sarà dunque grazie al commercio elettronico che l'Africa potrà
affacciarsi al grande universo di Internet ed utilizzarlo anche nel
campo sociale? Secondo i critici, promuovere le nuove tecnologie solo
per aumentare gli scambi commerciali che andrebbero in fin dei conti ad
arricchire soprattutto le multinazionali occidentali, rappresenterebbe
una visione neocolonialista dello sviluppo. D'altro canto, senza la
spinta finanziaria delle industrie private, sarà difficile creare in
Africa le infrastrutture necessarie a fornire l'accesso ad Internet in
tutti i paesi del continente. Molte nazioni africane hanno privatizzato
il settore delle telecomunicazioni proprio nella speranza che questo
aiuti a poter utilizzare la Rete in tempi brevi. In Ghana, che nel 1994
è stata la prima nazione dell'Africa occidentale connessa ad Internet,
ci sono adesso vari operatori di telefonia cellulare e i provider stano
cercando di aumentare lo sviluppo delle connessioni al web.
Intanto, le Nazioni Unite e la privata Global Technology Organization
(http://www.gtobridge.org/new/),
stanno espandendo ad altri paesi africani un progetto pilota nato in
Mali grazie agli studenti dell'Università della Pennsylvania.
L'Iniziativa, realizzata nel giugno scorso, si chiama "Technology
for Education Project." ed è mirata a promuovere l'uso del
computer e di Internet nelle scuole elementari e medie del Mali. Sono
partiti in trenta dalla Pennsylvania: due insegnanti e un gruppo di
laureandi ed hanno allestito quattro centri informatici a Bamako,
formando all'uso delle nuove tecnologie 120 residenti, soprattutto
studenti di ingegeria ed educatori, che potranno così insegnare agli
altri. Ora nel paese c'è una Rete Internet piuttosto sviluppata, che
ruota intorno a MaliNet () e che raccoglie siti sulla realtà del luogo,
le tradizioni, l'archeologia, ed aiuta anche ad ottenere informazioni su
istruzione e medicina.
Martedi' 6 Novembre 2000
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