Verso l’equatore: un passaggio decisivo


Recuperano ancora le due barche del Team Fila che scelgono la rotta Est


12 novembre 2001

Dopo due settimane di regata Giovanni Soldini con il suo Fila Tri, sempre in settima posizione, assieme agli altri Trimarani della Transat Jacques Vabre, sta affrontando quello che è il problema tecnico di questa regata: il passaggio delle Calme Equatoriale che precedono l’Equatore sulla rotta verso l’isola di Ascension prima e verso il traguardo di Salvador de Baiha poi. “Era la prima volta che il percorso di una regata transatlantica imponeva il passaggio dell’Equatore così spostato verso l’Africa - dice Giovanni Soldini -. E come, e soprattutto dove passare, è la domanda a cui ogni equipaggio cerca di dare la sua risposta”.

La flotta dei Trimarani è ormai entrata nella zona delle Calme Equatoriale dove, come raccontano gli skipper nelle loro comunicazioni, si passa dalla completa assenza di vento a groppi di vento a 30 nodi accompagnati da scrosci di temporali. Al comando sempre Groupama, seguito da Fujifilm e da Foncia. Il gruppo delle prime otto imbarcazioni si presenta molto ‘aperto’ con barche al largo e altre, e tra queste Fila Tri, più vicine alle coste del continente africano. “Fa caldissimo, ci saranno più di 30 gradi – dice Giovanni –. Per fortuna abbiamo ancora vento e navighiamo con randa piena e gennaker. Abbiamo recuperato una cinquantina di miglia grazie a una scelta molto diversa da quella degli altri che sono più al largo. Potrebbe essere una scelta che rende molto. Certo, non è che uno può essere sicurissimo, ma fino a ora sembra che questa nostra rotta sia valida. Dobbiamo aspettare l’evoluzione del meteo per sapere se l’abbiamo azzeccata. Comunque siamo al passaggio decisivo. Una volta che saremo passati oltre l’Equatore ci metteremo davvero molto poco a raggiungere il Brasile”.

“A bordo va tutto bene – prosegue Giovanni - . Teniamo costantemente sotto controllo la drizza del gennaker che l’altro giorno si è rotta, credo perché il cavo fa attrito sulla puleggia in cima all’albero. Ora è a posto ma con Mouette abbiamo deciso che ogni due giorni salirò in cima all’albero per fare un controllo. Con il caldo aumenteremo certamente il consumo di acqua ma siamo partiti con più di 100 litri e quindi non abbiamo problemi di riserva. Più complicato il cibo perché con questo caldo fuori e soprattutto dentro la cabina l’idea di mettere una pentola sul fornello non è che sia il massimo”.

“Previsioni sul passaggio dell’Equatore? – conclude Giovanni . No, quelle non le faccio. Potrebbe essere anche domani ma per ora l’importante è scendere e prendere tutto il vento che possiamo”.

Mentre il gruppo di testa dei Trimarani e Fila Tri sono ormai a meno di 800 miglia dall’isola di Ascension i Monoscafi e Fila 60’ Open si apprestano a superare un altri punto cruciale della loro rotta verso il Brasile: le Isole di Capo Verde. “ Siamo stanchissimi, a pezzi – comunica dal monoscafo del Team Fila Massimo Rufini -. In questo momento (la telefonata è stata fatta alle 14.00 ora italiana,ndr) Bruno è per fortuna crollato. Meno male. Sai quando sei così stanco che non riesci a dormire. Sono due giorni che non chiudiamo occhio attaccati come siamo a questo quinto posto che abbiamo conquistato con tanta fatica. Il vento non manca , ci saranno 23-24 nodi da Nord Est e facciamo 15 nodi. Quello che ci manca è uno spinnaker per poter scendere verso Sud come gli altri. Invece il nostro se n’è andato in pezzi giorni fa. Così siamo costretti a fare più strada per sfruttare il vento. Insomma siamo molto penalizzati ma nonostante questo navighiamo bene”.

La flotta dei Monoscafi come quella dei Trimarani è disposta a ventaglio al largo dell’Africa e Fila 60’ Opene è la barca più vicina all’Africa. “Per non perdere strada usiamo lo spinnaker da tempesta, quello piccolo, ma non è certamente il più indicato – prosegue Massimo -. Per questo stiamo valutando una rotta certamente rischiosa ma che rappresenta la nostra chance per uscire da questa situazione di stallo. Pensiamo di optare per una rotta diversa da quella che sta facendo il battistrada e il resto della flotta. In pratica si tratta di entrare nella fascia di Calme equatoriale molto più a Est. Certo, ci troveremo a dover superare una zona di vento leggero più larga, ma poi avremo il vento da una direzione più favorevole rispetto agli altri. Ci stiamo pensando su. Il rischio è alto ma se va bene potremmo annullare l’handicap di non avere uno spinnaker. Lo decideremo appena anch’ io mi sarò fatto una dormita!”

La quinta edizione delle Transat Jacques Vabre si sta rivelando estremamente veloce. Nella prima settimana di regata i Trimarani ha mantenuto una media vicina ai 17 nodi: ben 16,4 nodi per Fila Tri mentre i Monoscafi sono sul piede dei 12 nodi con Fila 60 Open che ha navigato a una media di 11,3 nodi.