Roma, 31 Gennaio 2000

Vivendi-Vodafone, la super fusione europea


Matrimonio anglo-francese nel segno di Internet: il colosso britannico dei cellulari Vodafone e il transalpino Vivendi, anch'esso attivo nel settore della telefonia, annunciano l'intesa per la realizzazione di un portale con un potenziale di 100 milioni di clienti. In tilt le reti informatiche della National Security Agency, il servizio segreto americano specializzato in comunicazioni. Il politologo Fukuyama prevede che la rivoluzione informatica riunirà casa e lavoro

In prima pagina sul Corriere della Sera, sulla Repubblica e sull'Unità, la risposta europea alla super fusione Aol-Time Warner: il gruppo francese Vivendi e l'inglese Vodafone, due tra i più grandi d'Europa, si sono accordati per la creazione di una società comune paritaria che svilupperà un portale multiaccesso su tutto il continente. L'obiettivo dichiarato dai due presidenti, Jean-Marie Messier e Chris Gent, è quello di raggiungere 100 milioni di abbonati, superando il colosso Yahoo. Il prossimo 7 febbraio, inoltre, si concluderà l'offerta pubblica di acquisto di Vodafone sulla tedesca Mannesman. I tre gruppi, insieme, farebbero nascere il primo vero gigante mondiale nelle telecomunicazioni, solidamente impiantato in Gran Bretagna, negli Stati Uniti, in Francia, in Germania e, con Omnitel, in Italia. Stefano Cingolati, che commenta la notizia sul Corriere della Sera, spiega che "oggi vince chi è in grado di offrire agli utenti un pacchetto completo. Lo scontro che si combatte con un dispendio impressionante di denaro ha origine da importanti decisioni delle autorità politiche, sia negli Stati Uniti sia in Europa". In America la liberalizzazione delle telecomunicazioni risale agli anni ottanta e ha portato a un processo di concentrazione. In Europa la privatizzazione dei monopoli statali, imposta da una direttiva comunitaria, ha consolidato la diversificazione nei paesi dove esisteva una concorrenza effettiva e ha fatto perdere consistenti quote di mercato agli ex gestori pubblici. Il ministro delle comunicazioni Salvatore Cardinale, intervistato dalla Repubblica, alla vigilia di un passaggio importante che allargherà la concorrenza nel mercato italiano, la gara per la concessione delle cinque licenze per l'Umts, il cellulare a banda larga, osserva con preoccupazione quanto sta avvenendo nel panorama delle telecomunicazioni internazionali. "Il caso Vivendi-Vodafone-Mannesman dimostra che nel mondo ci sono forze finanziarie pronte a spendere qualunque cifra per crescere nel settore delle telecomunicazioni. Quindi è importante restare vigili per evitare colonizzazioni dall'estero".
Secondo il Sole 24 Ore, tuttavia, l'unico gruppo europeo pronto a ricevere il testimone della Net Economy è il tedesco Bertelsmann. La compagnia ha compiuto due anni fa la scelta di campo di cedere il passo a Kirch nel settore della televisione a pagamento e di concentrare i suoi investimenti su Internet, sviluppando iniziative nei campi del commercio elettronico, dei motori di ricerca, della produzione di grafica e software, della connettività e dello sviluppo della banda larga. A proposito degli scenari tecnologici in Europa, il supplemento CorriereSoldi offre la classifica dei 50 titoli Internet europei su cui puntare, selezionati dal paniere dei 70 nomi che secondo Bloomberg rappresentano la New Economy europea. L'unica italiana dell'indice è Tiscali. Molte le società tedesche, ma sembra che la Silicon Valley del Vecchio Continente sarà in Scandinavia. Quanto alle politiche dell'Unione europea in materia di sviluppo tecnologico, Affari & Finanza anticipa i contenuti del documento base per la conferenza europea su Internet in calendario a marzo a Lisbona. Commercio elettronico, telelavoro, formazione a distanza, innovazione tecnologica e modernizzazione dei servizi pubblici sono i temi in agenda. "Bisogna fare dell'Europa nei prossimi dieci anni lo spazio economico più dinamico e competitivo del mondo rispettando le prospettive di crescita, d'occupazione e di coesione sociale" - afferma il leader socialista portoghese Antonio Guterres sintetizzando il piano della presidenza portoghese. Attualmente l'Italia risulta all'ultimo posto nella classifica dei paesi che utilizzano Internet, preceduta anche dalla Spagna, ed è la nazione che spende meno in ricerca, sopravanzata anche da paesi emergenti come Tailandia e Sud Corea. Il supplemento CorrierEconomia segnala in primo piano la nascita del Club delle tecnologie, un'iniziativa di Federchimica, Camere di commercio di Milano e Torino e Assolombarda, per collegare idee, mercato e borsa. Il consorzio intende sostenere progetti imprenditoriali nel settore hi-tech. Negli Stati Uniti l'ingresso delle grandi banche di investimento in rete è avvenuto in ritardo. Ora le grandi società di intermediazione scelgono il web e fanno concorrenza ai broker on line con commissioni stracciate.

In prima pagina sul Messaggero il tilt dei computer della National Security Agency, il servizio segreto americano che spia, con strumenti elettronici sofisticati e satelliti distribuiti ovunque, le comunicazioni di tutto il mondo. Non si conoscono ancora le cause del guasto. Tra le ipotesi: sabotaggio, virus o sovraccarico dei sistemi. Su media, il supplemento culturale dell'Unità, la nuova sfida dei sistemi operativi. Dopo anni di duopolio tra Gates e Jobs la competizione si vivacizza. Stanno per arrivare sul mercato, a prezzi concorrenziali, Windows 2000, Mac OS 9, OS X Server e Red Hat di Linux. Con iMac e iBook il fatturato Apple è aumentato del 37 per cento ma Microsoft ha ancora un margine di crescita del 10 per cento. Infine, la pagina culturale del Corsera ospita una riflessione del politologo americano Francis Fukuyama sui futuri scenari della civiltà occidentale. Secondo lo studioso, se la rivoluzione industriale ha separato lavoro e casa, che erano tutt'uno al tempo dell'economia agricola, quella informatica, permettendo di produrre senza spostarsi, può riunirli.