Sulle prime pagine dei principali giornali l'annuncio
del completamento della sequenza del Dna umano: oggi, infatti, una serie di conferenze
stampa in tutto il mondo sveleranno il contenuto del "Libro della vita". E alla
Casa Bianca gli scienziati privati della "Celera genomics" e i ricercatori
pubblici del "Progetto Genoma Umano", prima nemici e poi uniti nella ricerca, lo
presenteranno a Bill Clinton. Ma nel grande show che si sta preparando non ci sarà
l'Italia. Sulla Repubblica si commenta così l'assenza del nostro paese:
"Eppure proprio l'Italia era stata uno dei primi paesi ad aderire al progetto
internazionale per il "sequenziamento" del genoma. Tanto da far rientrare il
premio Nobel Renato Dulbecco dagli Stati Uniti e affidargli il programma nazionale. Ma il
progetto è affossato in Italia da cinque anni, come spiega il direttore dell'Istituto di
tecnologie biomediche avanzate, Paolo Vezzoni, braccio destro di Dulbecco alla guida delle
ricerche italiane sul genoma". Tuttavia la ricerca, che non ha più ricevuto
finanziamenti pubblici, è riuscita ad andare avanti e a conseguire risultati grazie al
contributo di fondazioni e associazioni private come Telethon, Airc (Associazione italiana
per la ricerca sul cancro) e Cariplo. "La ricerca continua - afferma infatti Vezzoni
- con risorse private e 100 volte inferiori a quelle disponibili in Gran Bretagna e negli
Stati Uniti. Ma l'Italia è ormai tagliata fuori dal processo del sequenziamento".
Sempre sul quotidiano diretto da Ezio Mauro un'intervista al premio Nobel Renato Dulbecco,
che nell'86, con un articolo su Science, fu tra i primi a sostenere la necessità di uno
sforzo collettivo per decrittare l'intero materiale genetico umano. "E' un grande
giorno, un punto di arrivo. Ma anche di partenza. Non è tanto la fine di un'impresa
quanto l'inizio di molte - ha commentato Dulbecco -. Avere la possibilità di raggiungere
tutti i geni è importantissimo, ma ancora più importante è sapere che cosa fanno i
singoli geni o gruppi di geni. Ora che disponiamo della sequenza completa siamo in grado
di estrarre un pezzo di Dna, isolare un determinato gene e lavorare su questo". A
proposito del contributo italiano alla ricerca, il premio Nobel sostiene che "come
sequenziamento non abbiamo partecipato un granché. Ma abbiamo contribuito parecchio alla
fase successiva, quella relativa all'analisi della funzione dei geni". Per quanto
riguarda il sequenziamento, infatti, "non era possibile competere - aggiunge Dulbecco
-. Gli autori della decrittazione hanno avuto a disposizione mezzi formidabili, centinaia
di potenti computer, un esercito di addetti. Anche mettendo insieme tutte le nostre
risorse non avremmo raggiunto il dieci per cento dell'apparato dispiegato dagli altri".
Negli Usa Internet ha "macinato" un milione di
miliardi di lire
Internet
è il principale fattore della straordinaria crescita registrata in questi ultimi anni
dall'economia americana, si sa, ma adesso si conoscono anche le reali dimensioni del
fenomeno. A tentare di quantificare l'Internet economy, infatti, sono stati Anitesh Barua
e Andrew Whinston, docenti all'Università del Texas e responsabili del Center for
research in electronic commerce di Austin, a conclusione di uno studio commissionato da
Cisco Systems, il gigante californiano delle infrastrutture Internet e basato su un
sondaggio al quale hanno partecipato oltre duemila aziende americane. Dallo studio,
riportato dal supplemento del Corriere della Sera Corriereconomia,
è emerso che i prodotti e servizi connessi con la Internet economy Usa hanno raggiunto
l'anno scorso un valore di quasi 524 miliardi di dollari, equivalente a più di un milione
di miliardi di lire, il 63 per cento in più rispetto all'anno precedente. "A partire
dal 1994 - dice Anitesh Barua - l'Internet economy è cresciuta a un ritmo molto più
rapido della rivoluzione industriale, cominciata nel XIX secolo, e l'estensione, le
dimensioni e l'impatto economico globale di questo nuovo sistema economico sono molto più
vasti di quanto si possa immaginare oggi". E, se le previsioni delle aziende
partecipanti al sondaggio saranno confermate dai fatti, quest'anno il fatturato
dell'Internet economy potrà raggiungere gli 850 miliardi di dollari, 1,7 milioni di
miliardi di lire.
Verso l'assegnazione delle cinque licenze Umts
Il
governo sta lavorando per ridurre a cinque i contendenti per le licenze Umts, compito
molto delicato soprattutto perché deve essere fatto con molta pazienza e al tempo stesso
con rapidità. L'obiettivo è chiaro: all'asta per le cinque licenze dovranno presentarsi
cinque candidati. La notizia appare sul supplemento Affari e Finanza di Repubblica.
L'onere della decisione del governo è caduto su Linda Lanzillotta, segretario generale di
Palazzo Chigi, che ha già stabilito la sorte di quattro licenze: spetteranno a Tim,
Omnitel, Wind e Blu, gli attuali operatori di telefonia mobile. La quinta spetterà ad
Atlanet, la nuova joint venture composta dalla spagnola Telefonica, che ha la maggioranza
con il 34 per cento, e dai due soci italiani, Fiat e Acea, ciascuno con il 33 per cento.
Andala dovrebbe far parte di Blu, che da sola sembra non avere la capacità di diventare
un operatore efficiente. Dixit, che non ha soci in grado di dissanguarsi in una corsa
all'ultimo rilancio, dovrebbe sciogliersi e i singoli partecipanti confluire attorno ad
Atlanet.
In breve
Gli
acquisti su Internet sfuggono alle tasse e la Commissione europea cerca una soluzione con
il progetto di modifica della sesta direttiva Iva. Se ne parla sul Sole 24 Ore.
Le nuove regole, che ridisegnano il quadro di riferimento per le specifiche transazioni,
cercano di rendere giuridicamente cogenti gli accordi presi a livello Ocse dall'Unione
europea nel 1998. In effetti, nella disciplina del commercio elettronico diretto a livello
mondiale ci si è resi conto che è necessario trovare una soluzione giuridica concordata.
Per avere un sistema normativo che funzioni e che consenta effettivamente la corretta
tassazione delle singole transazioni sarà necessario sviluppare, accanto alle regole
sostanziali, una cooperazione amministrativa internazionale basata sullo scambio di
informazioni e sulla reciproca assistenza diretta.
Sul supplemento Finanza e Mercati del
Sole 24 Ore viene data la notizia del debutto europeo delle assicurazioni
su Internet. Con la nomina di Mario Greco a unico amministratore delegato Ras, infatti, si
è verificato un risveglio borsistico che ha portato il titolo a guadagnare il 43 per
cento, soprattutto grazie al lancio on line dell'azienda assicuratrice. Ci sono studi,
però, che sottolineano la complessità dello sviluppo della Rete come canale per la
vendita di polizze. Ciò vale in particolar modo per il mercato italiano, dove la scarsa
redditività dei settori più standardizzati e le difficoltà di integrazione fra i nuovi
strumenti e la rete delle agenzie, frenano l'ingresso di operatori interamente virtuali e
limitano l'impatto del Web sui conti delle compagnie tradizionali. In uno studio
realizzato in primavera da Richard Burden e Stephen Dias di Goldman Sachs, vengono
analizzati i diversi effetti di Internet sul mercato assicurativo. La conclusione tocca la
"crescente distinzione fra produttori e distributori di polizze": i primi devono
creare prodotti attraenti e i secondi puntano sui servizi a valore aggiunto. Nell'incontro
fra polizze e Internet "il modello dell'e-intermediario indipendente è probabilmente
il principale vincitore, grazie all'approccio amichevole con il cliente - dicono alla
Goldman Sachs - e il modello trasferisce su Internet il ruolo del broker
internazionale".