Rassegna Stampa

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Roma, 21 Giugno 2000
Il tema di italiano si copia su Internet

Oggi iniziano gli esami di maturità con il tema di italiano per tutte le scuole. Il giudice Jackson decide per il rinvio del caso Microsoft alla Corte Suprema.

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La società che cambia

Problemi legislativi e normativi

Evidentemente gli studenti non si fidano del ministro della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro che in questi giorni ha ribadito più volte la segretezza delle tracce del tema di italiano che inaugura oggi gli esami di maturità. Perché quest'anno i maturandi si sono riversati sulla Rete cercando di carpire informazioni utili per superare questa prova d'esame. Ne parlano il Giornale e il Messaggero. Sul Giornale si racconta come le voci quest'anno abbiano viaggiato più velocemente e in modo più tecnologico. Sui portali infatti si potevano trovare le ipotetiche tracce dei temi d'esame 2000. Per esempio sul sito di Member.xoom.it venivano date per sicure senza tuttavia nessuna garanzia. Così si sussurrava la possibilità di Montale per il tema letterario, il Piano Marshall per quello storico e, naturalmente, la new economy per quello socio-economico. Tutto ciò mentre un sito hacker-maturando garantiva addirittura una "lauta ricompensa" a chi fosse stato in grado di comunicargli la soffiata vincente. Ma nel giorno della vigilia pre-esame c'erano anche chat disperate dei candidati che hanno lanciato raffiche di Sos elemosinando un po' di conforto virtuale.

 

Nasce Atlanet, alleanza italo-spagnola nelle telecomunicazionioni

I principali quotidiani riferiscono la nascita di Atlanet, società comune fra Fiat, telefonica, Acea e Ifil. Sul Corriere della Sera vengono spiegate le due fasi del piano industriale e finanziario della nuova alleanza nel settore delle telecomunicazioni. La prima scatterà da oggi con l'avvio della campagna pubblicitaria: l'idea è quella di proporre un pacchetto di servizi agli abbonati (telefonate a prezzo scontato, accesso rapido a Internet e un sistema che permetta ai computer delle imprese di dialogare tra loro). "Ci rivolgiamo quindi a un mercato formato sia da cittadini che dalle piccole e medie imprese", ha spiegato Paolo Cuccia, amministratore delegato di Acea. La seconda fase partirà, invece, a metà dell'anno prossimo quando Atlanet sarà quotata in Borsa e "sarà nel gruppo di testa dei protagonisti delle telecomunicazioni in Italia", conclude Cuccia.

 

Rinvio del caso Microsoft in Corte Suprema

Sul supplemento del Sole 24 Ore Finanza e Mercati e sul Messaggero la notizia del rinvio di Microsoft alla Corte Suprema. Su Finanza e Mercati si racconta la cronaca del colpo di scena del giudice Thomas Penfield Jackson che ieri ha accolto sia la richiesta del governo americano di trasmettere direttamente gli atti processuali alla Corte Suprema sia quella della società di Bill Gates di congelare le sanzioni comportamentali decise il 7 giugno scorso fino al completamento dell'appello. Jackson, insomma, ha optato per una soluzione di compromesso che di fatto accontenta tutti anche se il colosso del software aveva chiesto di trasmettere gli atti a una corte d'appello invece che alla Corte Suprema. Anche se questa decisione segnala una svolta importante non è di certo l'ultima parola perché la Corte Suprema non è in alcun modo vincolata al parere di Jackson: i giudici della consulta esamineranno gli atti e decideranno poi autonomamente se accogliere la richiesta di riesame del processo o se respingerla e trasferire il fascicolo a una corte di grado inferiore.

 

In breve

Internet ha già conquistato otto milioni e mezzo di italiani con un incremento del 40 per cento negli ultimi sei mesi. La Repubblica riferisce di una net-Italy in salute fotografata da un'indagine dell'Università Bocconi sull'utilizzo delle nuove tecnologie. Unico punto debole: l'Italia continua a essere indietro se invece si guarda allo sviluppo sui mercati e a livello economico. La ricerca traccia una mappa degli utenti e fornisce le cifre di questo vero e proprio boom di navigatori: circa il 18 per cento della popolazione si collega in Rete almeno una volta al mese, mentre sette italiani su cento lo fanno tutti i giorni.