Roma, 17 Febbraio 2000

Iran: Internet seduce gli Imam


L'incontro tra tradizione e globalizzazione In Iran: la scoperta di Internet in una società in fase di cambiamento. Riprende il processo Microsoft, cambia l'atteggiamento della software house . Non decolla il turismo on line in Italia per problemi normativi.

Il Corriere della Sera, nelle pagine degli esteri, evidenzia le contraddizioni dell'Iran, alla vigilia delle elezioni che vedono favoriti i riformatori. Nel paese la rigida tradizione islamica si incontra con la globalizzazione e con Internet. Chi vuole saperne di più sul nuovo corso di Khatami può consultare le pagine web della presidenza. E' in rete anche l'Irna, l'agenzia di stampa ufficiale. Persino gli studiosi del Corano stanno informatizzando il loro sapere, sia in persiano che in inglese. Nel centenario della nascita del Grande Ayatollah, poi, non potevano mancare siti dedicati a Khomeini. Nascono anche i primi negozi virtuali: il magnate dei media Soroush della Soroush Multimedia Corporation investe nel commercio elettronico con un catalogo di musica iraniana da acquistare on line.

Tornando alla società occidentale, il Sole 24 Ore e l'Unità danno ampio risalto all'ultima fusione del mondo dei media. Dopo le intese Time-Warner, Vodafone-Mannesman, Seat-Tin.it arriva l'annuncio a sorpresa dell'alleanza tra Deutsche Telekom e il gruppo editoriale francese Lagardère: il provider della compagnia telefonica tedesca T-Online ha rilevato quello transalpino Club Internet. L'avanzata in Francia di T-Online, già primo provider europeo, potrebbe rivelarsi decisiva perché, secondo le previsioni, il mercato francese sarà quello che crescerà di più in Europa nei prossimi anni: più 60 per cento entro il 2003. Ron Sommer, amministratore delegato di Deutsche Telekom, sta progettando, inoltre, una joint venture col broadcast televisivo tedesco Kirch per la realizzazione di una piattaforma multimediale. Negli Stati Uniti, alla vigilia della fase conclusiva della causa anti-trust contro Microsoft, il Corsera e il Sole sottolineano il cambiamento di strategia del gruppo. A pochi giorni dalla ripresa delle udienze, fissata per il prossimo 22 febbraio, la società di Bill Gates rivela al Wall Street Journal Interactive, la disponibilità ad accettare restrizioni pur di evitare lo smembramento.

Per quanto riguarda le vicende italiane, Corriere della Sera e Repubblica si occupano, in particolare, di due argomenti. Il governo e l'Abi, l'Associazione bancaria italiana, stanno trattando un accordo per consentire a 600 mila studenti di acquistare un pc a un milione e 300 mila lire grazie a prestiti da restituire a rate a tasso zero. Nicola Grauso, ex editore dell'Unione sarda e uno dei pionieri italiani della rete, ha registrato 500 mila domini Internet con cognomi e suffissi di tutto il mondo pagando 60 miliardi di lire. Nel nostro paese, diversamente dagli Stati Uniti, manca una normativa che impedisca tali operazioni ma per Stefano Passigli, che cura la politica tecnologica del governo, si tratta di un abuso e si potrebbe configurare una violazione della concorrenza.
Il Sole 24 Ore evidenzia, invece, le difficoltà del turismo on line: mentre nel resto del mondo questo settore è in grande espansione, nel nostro paese stenta a decollare a causa di un intreccio normativo: in una direttiva europea sui "contratti negoziati fuori dai locali commerciali" è stato inserito, infatti, un articolo che prevede il diritto di recesso per il consumatore entro 10 giorni anche per i servizi turistici. E' imminente una direttiva sul commercio elettronico ma ci vorrà ancora molto tempo per arrivare a un testo unico. Il quotidiano economico-finanziario e il Corriere riferiscono, inoltre, del ricorso alle armi dell'informatica nella lotta contro l'evasione fiscale: il ministero delle Finanze si è dotato di un programma chiamato E. T. ovvero "evasori totali", in grado di effettuare verifiche incrociate confrontando dati significativi quali la presenza di una partita Iva, l'iscrizione alla Camera di commercio, la proprietà di autoveicoli, le utenze elettriche, le polizze contro rischi particolari, il possesso di licenze e le attività patrimoniali.
Il Giornale
segnala la crescita dei casinò virtuali su Internet: secondo il sindacato dei gestori di giochi di intrattenimento in Italia ne esistono già 431, molti dei quali senza controllo. Oltre ai rischi connessi con lo scambio di denaro attraverso il computer c'è quello, forse più grave, della sindrome del gioco d'azzardo che, secondo gli psichiatri, affligge già 700 mila persone. A questa patologia ossessiva-compulsiva dedica ampio spazio anche il Messaggero in un articolo sul video-poker.

Le pagine culturali della Stampa, infine, riferiscono i risultati di uno studio coordinato da Norman Nie, docente presso la prestigiosa Stanford University. Dopo aver analizzato un campione di oltre 4 mila persone di età superiore a 18 anni, più della metà del quale dotata di un accesso a Internet e collegata in rete per una durata settimanale variabile da una a dieci ore, Nie traccia un quadro non rassicurante delle prospettive future. Egli, infatti, vede all'orizzonte "una società ancora più parcellizzata dell'attuale ed esposta a un serio pericolo di isolamento da parte degli individui".