I
pirati informatici si sono dati appuntamento
a Roma per confrontarsi su cosa significhi
essere un hacker. A dare l'annuncio del
convegno, che si apre oggi fino a domenica,
sono l'Unità e il Giornale.
Sull'Unità viene data voce a
Graffio, Sillok, Jaromil, Snafu e tanti
altri che si sono riuniti al Forte
Prenestino, uno dei più antichi centri
sociali di Roma, per ribadire il concetto
che hacker significa libertà della Rete
perché il pirata non è solo chi sfrutta le
sue conoscenze informatiche per derubare gli
utenti che fanno acquisti on line con le
loro carte i credito. Essere hacker è
esattamente quello che ha fatto Linus
Torvald col suo sistema operativo Linux:
mise in Rete, a disposizione degli altri
pirati, le sue conoscenze e, così, grazie
al contributo dei suoi "colleghi"
(ingegneri, appassionati che vi dedicavano
tempo solo per il gusto di creare un sistema
facilmente utilizzabile da tutti) è nato il
sistema operativo che ancora dopo 15 anni è
uno dei più usati. In questo senso, si può
sostenere che oggi non ci sarebbe stata la
Rete, né il Web e, se vogliamo, nemmeno la new
economy, se non ci fossero stati gli
hacker. Loro sostengono che i grandi -
tutti, da Bill Gates a Netscape -
impediscono a chi ha voglia, fantasia e
conoscenza di lavorare. Di guadagnare. Non
si può far nulla, insomma, non puoi
inventarti né un'applicazione né
un'estensione se prima non hai pagato (e
salato) i diritti a chi vende i dati
iniziali. E così la new economy
resta identica alla old economy:
arricchisce solo chi è già ricco.
E-family:
ecco il nuovo tecno-boom
Milioni
di famiglie italiane sarebbero immerse in
una grande rivoluzione tecnologica
all'insegna dell'accoppiata
telefonino-computer (e, in misura molto
ridotta, della play station, dell'antenna
parabolica e del lettore di compact disc)
paragonabile a quella della lavatrice e del
televisore che cambiò faccia alla vita
domestica degli anni Sessanta. Lo sostiene
una ricerca, di cui dà notizia la Repubblica,
commissionata dalla Federazione delle
imprese di comunicazione e informatica Niche
Consulting che misura per la prima volta
l'impatto di questi oggetti sull'ambiente
familiare. Così, viene coniata la categoria
delle famiglie ad alta multimedialità che
risultano in fortissima espansione: erano
complessivamente poco più di un milione nel
1996 e oggi sono tre milioni e 700mila.
La
bolletta della luce si paga su Internet
Sul
Messaggero, Repubblica e Giornale
la notizia del bollettino postale che può
essere pagato via Internet. Sul quotidiano
romano vengono date tutte le informazioni
sui servizi on line delle Poste italiane: al
momento è possibile pagare il bollettino di
conto corrente per le utenze (luce, acqua,
telefono) ma in seguito si potranno
compilare sul computer e versare anche
quelli meno comuni e non pre-stampati. Tra
le iniziative più interessanti presentate
ieri, una società creata da una costola
delle Poste, la Eboost, fornirà il servizio
completo chiavi in mano a chiunque voglia
vendere qualcosa sul Web. Non si tratta,
però, di un portale: le Poste non vendono
prodotti "per non mettersi in
concorrenza con gli operatori commerciali -
spiega Corrado Passera, amministratore
delegato - Noi offriamo solo
un'infrastruttura che servirà a dare
impulso al commercio elettronico
italiano".
In
breve
Oggi
il Comitato dei ministri definirà le linee
guida del bando di gara per le licenze Umts,
i telefonini di terza generazione. Se ne
parla sul Giornale e sul Sole 24
Ore. Il Giornale sottolinea che
l'ultima incognita riguarda il numero dei
rilanci e la possibilità che sia fissato un
tetto al miglioramento delle offerte
finanziarie. Infine, sulla possibilità di
un dilazionamento del pagamento delle
licenze chieste da tutti gli operatori
l'indirizzo che va delineandosi è quello di
suddividere in tre anni l'esborso, come
promesso dal ministro delle Comunicazioni
Salvatore Cardinale.