Rassegna Stampa

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Roma, 15 Giugno 2000
I nuovi mafiosi alle prese con la new economy

Arrestate 120 persone coinvolte nel racket della mafia a Wall Street. E' boom dell'informazione su Internet che batte addirittura i telegiornali

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Economia dei media
Giornalismo

Le prime pagine di tutti i quotidiani sono dedicate alla notizia della maxitruffa, organizzata a Wall Street da alcuni clan mafiosi newyorkesi, che ha portato all’arresto di oltre 120 persone, tra cui molti broker, il presidente e l’amministratore delegato di una catena di fast food e dieci esponenti di Cosa Nostra. “Le famiglie controllavano segretamente numerose società di brokeraggio – ha spiegato il procuratore Mary Jo White, che ha coordinato la maxiretata – attraverso le quali eseguivano vaste operazioni di acquisto di titoli, in violazione alle regole della Sec, l’organismo di controllo della Borsa”. I reati sarebbero stati compiuti tra il ’95 e il ’99 e a questo scopo le cinque grandi famiglie della mafia newyorkese avrebbero formato un sodalizio. In questa circostanza i nuovi mafiosi hanno mostrato di avere una grande dimestichezza con la new economy. La maxitruffa, infatti, comportava la promozione di società e azioni che essi spacciavano per “dot-com” al fine di indurre gli investitori a capitalizzare sul boom di Internet.

Sul Corriere della Sera un’intervista a Richard Martin. Il detective di “Pizza Connection” (lo scandalo di mafia e droga più clamoroso degli anni Ottanta) rivela che in realtà Cosa Nostra continua a fare uso degli stessi metodi, estorsione, corruzione e racket, ma ha anche imparato a sfruttare la Rete per le sue attività criminali. “Internet lascia spazio a chi si dedica al gioco del “pump and dump”. Un termine del gergo di Internet che indica l’innalzamento forzato del valore azionario allo scopo di venderlo improvvisamente intascando miliardi. E’ un metodo classico del mercato, soprattutto nell’e-commerce, dove è più facile diffondere voci false sui buoni o cattivi risultati di una compagnia”.

 

La news on line piace più del Tg

L’informazione su Internet sta battendo, almeno negli Stati Uniti, quella diffusa via televisione. Ne parla la Repubblica che riporta i risultati di una ricerca condotta dalla Pew Research. I giovani e gli adulti colti americani ricorrono sempre più alla Rete per reperire informazioni immediate e su misura e i classici telegiornali perdono audience. Basti pensare che nel ’97 il 38 per cento degli americani guardavano il Tg per informarsi, mentre nessuno si rivolgeva alla Rete. Nel ’99, invece, soltanto il 30 per cento continua a guardare il Tg, mentre il 15 per cento si aggiorna attraverso al Rete e il numero di coloro che si collegano “almeno tre volte al giorno” per tenersi informati è destinato a raddoppiare ogni due anni. Gli appassionati di cybernews si rivolgono soprattutto ai grandi nomi perché garantiscono maggiore serietà e attendibilità.

 

Umts nel mirino dell’Antitrust

“Non escludo che da noi ci possa essere una dilazione dei pagamenti delle licenze Umts come è stato fatto in Francia”. Lo ha annunciato ieri il ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale in occasione dell’inaugurazione dello SmauComm mediterraneo 2000. E’ stato riportato dall’Unità, Sole 24 Ore, Stampa e Corriere della Sera. L’Unità riferisce che la decisione finale verrà presa dal comitato dei ministri nella riunione di domani, ma per ora il provvedimento per il rilascio delle licenze Umts, preparato dai tecnici del governo e dell’autorità per le comunicazioni,  non passa all’esame dell’antitrust perché non garantisce sufficientemente la concorrenza fra i futuri operatori del servizio.

“Perché ho diviso Microsoft”

Sulla Stampa il grande accusatore di Bill Gates spiega le ragioni dello smembramento della società.   “Il provvedimento deciso dal tribunale – chiarisce Joel L. Klein, assistente del procuratore generale incaricato della divisione antimonopolio del dipartimento di Giustizia che ha mosso le accuse contro il colosso del software americano - impedisce alla Microsoft di soffocare queste nuove tecnologie. Separando l’azienda Windows da quella delle applicazioni, entrambe le società saranno incentivate a rispondere al mercato e a competere fra di loro supportando, anziché schiacciando, le nuove tecnologie. Il risultato sarà una vera concorrenza sia nei sistemi operativi che nelle applicazioni con accresciuta innovazione, prodotti migliori e più scelte per i consumatori”.