Le
prime pagine di tutti i quotidiani sono
dedicate alla notizia della maxitruffa,
organizzata a Wall Street da alcuni clan
mafiosi newyorkesi, che ha portato
all’arresto di oltre 120 persone, tra cui
molti broker, il presidente e
l’amministratore delegato di una catena di
fast food e dieci esponenti di Cosa Nostra.
“Le famiglie controllavano segretamente
numerose società di brokeraggio – ha
spiegato il procuratore Mary Jo White, che
ha coordinato la maxiretata – attraverso
le quali eseguivano vaste operazioni di
acquisto di titoli, in violazione alle
regole della Sec, l’organismo di controllo
della Borsa”. I reati sarebbero stati
compiuti tra il ’95 e il ’99 e a questo
scopo le cinque grandi famiglie della mafia
newyorkese avrebbero formato un sodalizio.
In questa circostanza i nuovi mafiosi hanno
mostrato di avere una grande dimestichezza
con la new economy. La maxitruffa,
infatti, comportava la promozione di società
e azioni che essi spacciavano per
“dot-com” al fine di indurre gli
investitori a capitalizzare sul boom di
Internet.
Sul
Corriere della Sera un’intervista a
Richard Martin. Il detective di “Pizza
Connection” (lo scandalo di mafia e droga
più clamoroso degli anni Ottanta) rivela
che in realtà Cosa Nostra continua a fare
uso degli stessi metodi, estorsione,
corruzione e racket, ma ha anche imparato a
sfruttare la Rete per le sue attività
criminali. “Internet lascia spazio a chi
si dedica al gioco del “pump and dump”.
Un termine del gergo di Internet che indica
l’innalzamento forzato del valore
azionario allo scopo di venderlo
improvvisamente intascando miliardi. E’ un
metodo classico del mercato, soprattutto
nell’e-commerce, dove è più facile
diffondere voci false sui buoni o cattivi
risultati di una compagnia”.
La
news on line piace più del Tg
L’informazione
su Internet sta battendo, almeno negli Stati
Uniti, quella diffusa via televisione. Ne
parla la Repubblica che riporta i
risultati di una ricerca condotta dalla Pew
Research. I giovani e gli adulti colti
americani ricorrono sempre più alla Rete
per reperire informazioni immediate e su
misura e i classici telegiornali perdono
audience. Basti pensare che nel ’97 il 38
per cento degli americani guardavano il Tg
per informarsi, mentre nessuno si rivolgeva
alla Rete. Nel ’99, invece, soltanto il 30
per cento continua a guardare il Tg, mentre
il 15 per cento si aggiorna attraverso al
Rete e il numero di coloro che si collegano
“almeno tre volte al giorno” per tenersi
informati è destinato a raddoppiare ogni
due anni. Gli appassionati di cybernews si
rivolgono soprattutto ai grandi nomi perché
garantiscono maggiore serietà e
attendibilità.
Umts
nel mirino dell’Antitrust
“Non
escludo che da noi ci possa essere una
dilazione dei pagamenti delle licenze Umts
come è stato fatto in Francia”. Lo ha
annunciato ieri il ministro delle
Comunicazioni Salvatore Cardinale in
occasione dell’inaugurazione dello
SmauComm mediterraneo 2000. E’ stato
riportato dall’Unità, Sole 24
Ore, Stampa e Corriere della
Sera. L’Unità riferisce che la
decisione finale verrà presa dal comitato
dei ministri nella riunione di domani, ma
per ora il provvedimento per il rilascio
delle licenze Umts, preparato dai tecnici
del governo e dell’autorità per le
comunicazioni,
non passa all’esame
dell’antitrust perché non garantisce
sufficientemente la concorrenza fra i futuri
operatori del servizio.
“Perché
ho diviso Microsoft”
Sulla
Stampa il grande accusatore di Bill
Gates spiega le ragioni dello smembramento
della società.
“Il provvedimento deciso dal
tribunale – chiarisce Joel L. Klein,
assistente del procuratore generale
incaricato della divisione antimonopolio del
dipartimento di Giustizia che ha mosso le
accuse contro il colosso del software
americano - impedisce alla Microsoft di
soffocare queste nuove tecnologie. Separando
l’azienda Windows da quella delle
applicazioni, entrambe le società saranno
incentivate a rispondere al mercato e a
competere fra di loro supportando, anziché
schiacciando, le nuove tecnologie. Il
risultato sarà una vera concorrenza sia nei
sistemi operativi che nelle applicazioni con
accresciuta innovazione, prodotti migliori e
più scelte per i consumatori”.