Il
Corriere della Sera, la Repubblica e
il Sole 24 Ore riferiscono che il
problema della correttezza delle registrazioni
dei domini su Internet sta per essere risolto.
Oggi, infatti, il governo italiano approverà
un disegno di legge per impedire il commercio
dei siti Web vietando sia la compravendita dei
domini sia la registrazione di nomi e marchi
da parte di soggetti che non ne siano i
diretti titolari. Sul maggiore quotidiano
economico viene riportato il commento di
Stefano Passigli, sottosegretario
all'Innovazione, che ieri a Lisbona si è
confrontato con i rappresentanti degli altri
paesi dell'Unione europea. "L'utente che
va in Rete - dice Passigli - deve avere la
certezza che raggiungendo il sito di un
marchio noto entri davvero in contatto con
quella azienda". Il sottosegretario ha
anche precisato che in Italia esiste già una
normativa che vieta l'uso di nomi e soggetti
per i quali non si abbia alcun titolo per
l'utilizzo, ma il problema è che la parte
lesa è costretta a fare causa. Le norme in
discussione oggi al Consiglio dei ministri
mirano proprio ad evitare questa
procedura.
Sul Corriere della Sera il commento di
Nichi Grauso, l'imprenditore sardo che due
mesi fa ha annunciato di aver acquistato quasi
500mila domini: "Ancora una volta se non
ci fossi stato io non si sarebbe mosso nulla
in questo paese. E' un buon inizio, ma i dubbi
restano. Voglio però prima leggere il testo
del provvedimento per dare un giudizio in
merito". Grauso ha anche sottolineato che
i suoi 480mila domini sono stati acquistati
soprattutto all'estero e, quindi, non sono
stati registrati presso la Registration
Authority italiana. Nel corso del vertice di
Lisbona c'è stata un'altra proposta italiana.
Il sottosegretario delle Comunicazioni,
Vincenzo Vita, ha sottolineato la necessità
che l'Europa stabilisca una data unica per la
migrazione dei sistemi radiotelevisivi
nazionali dalla piattaforma analogica a quella
digitale. La data prevista dal disegno di
legge italiano è il 2006.
Sulla
Repubblica e sul Corriere della Sera
l'ultima mania degli italiani, la home page
personale. La Repubblica spiega come sia
facile diventare intestatari di un dominio
Internet che è, quindi, la causa della
colonizzazione italiana del Web: basta pagare
dalle 60 mila lire in su e registrarsi su
appositi siti. In Italia alcuni dati
registrano un cambiamento significativo: nel
1998 i domini inseriti in Rete con il suffisso
".it" sono stati 45.819 di cui
soltanto il 20 per cento era stato
"occupato" per evitare che altri se
ne appropriassero. Nel '99 il rapporto si è
invertito: sugli 83.654 siti solo il 20 per
cento è andato on line contemporaneamente
alla registrazione.
Martedì
nero per i titoli tecnologici
Sui principali
giornali la notizia di un nuovo calo dei
titoli tecnologici. Il ribasso era previsto e
il Nasdaq, l'indice tecnologico americano, ha
trascinato giù tutte le Piazze europee. Il
Corriere della Sera riferisce che molti
operatori denunciano che il mercato non riesce
a trovare un punto di equilibrio sui titoli
tecnologici perché non è ancora chiaro quali
aziende saranno le vere protagoniste dell'era
di Internet. Ci sono talmente poche certezze
che bastano i suggerimenti di un paio di
autorevoli analisti per far precipitare il
Nasdaq, proprio come è successo lunedì. A
provocare un'altra giornata nera ieri sono
state Biogen, società che si occupa di
biotecnologie, e Motorola che hanno annunciato
risultati inferiori alle aspettative nel
secondo trimestre.
Normativa
anti-pedofilia su Internet
Sull'Unità
l'approvazione del Parlamento europeo della
strategia anti-pedofilia su Internet. Il
rapporto approvato, oltre ad alcune norme di
comportamento dei singoli Stati, fissa a 16
anni l'età limite per cui possa scattare il
concetto di pornografia infantile. Il governo
austriaco, dal quale è nata la proposta
anti-pedofilia in Rete, propone ai paesi
dell'Unione l'adozione di sei misure che il
Consiglio dei ministri Ue dovrà valutare. Tra
queste proposte, quella di costituire
un'unità speciale in ogni paese per l'azione
investigativa e giudiziaria. Sul Giornale
un'intervista a Alfredo Meocci, commissario
per l'Authority delle Telecomunicazioni che il
mese scorso aveva dichiarato guerra alle
"chat line" presentando i dati sul
monitoraggio della programmazione televisiva
delle tv locali. Il progetto minori dell'Authority
che viene preparato in queste settimane
prevede "strumenti precisi, che possano
aiutare le famiglie a proteggere i loro figli,
- spiega Meocci - come ad esempio i sistemi di
filtraggio o percorsi guidati per il 'parental
control', una sorta di Vchip anche per la Rete
Internet".
In breve
Alberto
Castelvecchi in "Per te, mille lavori
nella Rete" sul Messaggero
riflette sulle opportunità di lavoro che
Internet sta creando in Italia. Castelvecchi
porta l'esempio di un "cybersitter"
che organizza corsi di computer e Internet per
anziani per parlare dei centinaia di nuovi
mestieri che stanno nascendo attraverso la
Rete. I giovani da Nord a Sud non aspettano
più il concorso pubblico o il posto fisso, ma
si autoimpiegano inventandosi di sana pianta
un lavoro. Secondo il giornalista., però,
questo non basta: occorrerebbero forti
investimenti infrastrutturali e imprese
aggiornate che siano in grado di valorizzare
le risorse umane per evitare che si crei
"una specie di nuovo fronte di crisi, un
nuovo Sud virtuale che è fatto di ritardo
tecnologico, ma anche culturale e linguistico,
e che rischia di metter fuori gioco i giovani
italiani non solo rispetto agli Stati Uniti ma
anche agli altri partner europei".
Sulla Stampa
la notizia del forum telematico cui ieri ha
partecipato Silvio Berlusconi. Attraverso il
sito Internet della Stampa, il leader di Forza
Italia ha affrontato i temi della campagna
elettorale proponendo "un computer in
ogni classe e in ogni casa" per
migliorare la formazione dei giovani.
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