Roma, 11 Febbraio 2000

Alleanza Telecom-Seat e la new economy sbarca in Italia


Dall'alleanza Tin.it e Seat Pagine Gialle nasce nuovo gigante "made in Italy" nel mondo delle telecomunicazioni. Gli hacker non spaventano Wall Street e i titoli della nuova economia tornano a volare. Internet riuscirà a rivoluzionare il nostro sistema politico democratico?

In evidenza sulle prime pagine dei principali quotidiani nazionali, in particolare su Repubblica, Corriere della Sera e Sole 24 Ore, l'operazione che porterà alla nascita del primo vero colosso italiano del Web, la fusione tra Tin.it e Seat Pagine Gialle. Il progetto, annunciato ieri da Roberto Colaninno, amministratore delegato di Telecom, prevede una partecipazione della società telefonica al 29,9 % in Seat e sostituirà l'annunciata quotazione in Borsa di Tin.it prevista per giugno. Proprio dalla Borsa le prime reazioni positive dopo la conferma dell'integrazione: la Seat è stato il titolo più scambiato registrando un rialzo del 12%.

Su Repubblica Federico Rampini individua nella fusione tra Seat e Tin.it "l'irruzione prepotente nel capitalismo italiano della Nuova Economia nata in America". E dagli Stati Uniti, dall'esempio della fusione Aol-Time Warner, Roberto Colaninno avrebbe tratto spunto per portare avanti il suo progetto: "non basta avere l'accesso telefonico alla grande Rete, controllare il leader dei telefonini (…). Per essere competitivi bisogna possedere anche i contenuti da vendere sul Web". E in Italia nessuno più della Seat, con le Pagine Gialle, vera e propria miniera di informazioni, il motore di ricerca Virgilio e la FinEco, può dirsi attrezzato in fatto di contenuti da veicolare su Internet.

Al rialzo delle quotazioni borsistiche della Seat in occasione della maxi-fusione si ricollega sul Corriere della Sera un articolo di commento di Alessandro Penati , La moneta magica. Al di là del fatto che probabilmente la moneta virtuale che circola su Internet vale meno di quanto si pensi e del fatto che indubbiamente crea nuovi soggetti economici sul mercato, Penati rileva che "le banconote virtuali hanno valore perché la Borsa ha fiducia in un'idea imprenditoriale abbinata a una innovazione tecnologica".

La guerra dell'Fbi contro i cyber-pirati

In primo piano e nelle pagine di cronaca dei più importanti quotidiani continua, tra accuse, sospetti e ipotesi, la caccia degli agenti federali agli hacker che hanno seminato il panico bloccando i più importanti siti Web statunitensi. Nonostante il massimo impegno degli esperti informatici dell'Fbi, non è stato raggiunto finora nessun risultato concreto, il nemico rimane "invisibile" e la provenienza dell'attacco ignota. Il vice-ministro della giustizia Eric Holder ha dovuto ammettere che l'unica cosa certa è che il "piano criminale" è stato condotto da più di un pirata. Bill Clinton intanto ieri avrebbe presentato la proposta di mettere a capo della task force per la sicurezza informatica un generale del Pentagono.

Nella sezione Finanza & mercati del Sole 24 Ore, la notizia che nonostante il massimo allarme suscitato dall'ondata di terrorismo informatico, Wall Street ha ripreso a volare con i titoli legati alla new economy, snobbando così i pirati e confermando fiducia al mercato telematico.

In breve

Sul Giornale un commento di Angelo Maria Petroni su Internet e politica. Secondo Petroni, dall'esempio delle prossime primarie per l'elezione del Presidente degli Stati Uniti, che in Arizona si terranno via Web, potrebbe partire una vera rivoluzione all'interno del sistema politico democratico. Grazie alla facilità di instaurare una "comunicazione bidirezionale tra eletti ed elettori", Internet potrebbe dare una spinta decisiva al passaggio dalla democrazia rappresentativa alla democrazia diretta.

Sull'inserto settimanale del Sole 24 Ore dedicato all'informatica, in un'intervista a Umberto Paolucci, vicepresidente europeo della Microsoft, si sottolinea la necessità di investire nelle risorse umane in un settore in cui il rischio più grande è che le tecnologie diventino più importanti degli esseri umani. Presto, secondo Paolucci, tutte le aziende saranno .com: "Essere .com sarà come dire, oggi, che abbiamo il telefono. Ma le persone .com cove sono? Bisognerà costruirle".

Ancora nell'inserto dedicato all'informatica del principale quotidiano economico italiano, nella sezione Internet, un articolo sulla Net revolution che sta investendo il mondo economico. Dall'esempio americano, si prevede che presto il Web sarà il motore dell'economia mondiale e contribuirà a migliorare la qualità della vita soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.